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 Tutela dei dati personali - Legge 675/96

Il Garante: un'autorità, non una Vestale
di Claudio Manganelli* - 05.07.01

Nel precedente numero di InterLex, un articolo di Marco Maglio fissa l'attenzione sugli aspetti organizzativi e gestionali del Garante per la protezione dei dati personali e ne auspica un ruolo fluidificato e rivitalizzato; pur riconoscendo la validità del lavoro sinora svolto da quell'organismo, propone modelli di intervento e legislativi più dinamici, più moderni, all'altezza del rapido trasformarsi delle comunità nazionali, attraverso la propulsione tecnologica, in modelli globali e mercantili dove il singolo rischia di trovarsi soffocato o smarrito di fronte alla difficoltà di difendersi attraverso meccanismi legislativi di difficile comprensione e, spesso di complessa attivazione.

Maglio disegna, se pur sommariamente, delle linee guida che mi sento di condividere, se non altro perché avendo vissuto per un quadriennio nell'ingranaggio motore della legge 675/96, credo di averne ben compreso le difficoltà operative, ma anche certe lentezze che rischiano di trasformarlo in un inutile bastione di fronte al deserto dei tartari.
Non sono certo le tecnologie dell'informazione e della comunicazione o la incontenibile crescita della loro potenzialità, né la fantasia degli imprenditori o dei governanti nel loro uso, a costituire il pericolo di attentati alla riservatezza e alla dignità degli individui, ma piuttosto una inadeguata armonizzazione delle norme e dei regolamenti esistenti con i principi fondamentali contenuti nella legge 675/96 e, troppo spesso, la trascuratezza manifestata, nel corso di stesura di nuove norme, dagli uffici legislativi ministeriali nel consultare il Garante come previsto dalla stessa legge 675.

Ma anche presso il collegio del Garante si rende ormai necessario uno sforzo di innovazione e questo, dopo i primi quattro anni di impianto, può essere effettuato mediante una profonda revisione del suo modus operandi e dello strumentario messo a disposizione dalla norma istitutiva e dal suo regolamento operativo attraverso un coraggioso processo di autocritica effettuato con il massimo senso di responsabilità e umiltà.
Una autorità che deve controllare e garantire il rispetto della norma deve anche operare intensamente con strumenti formativi ed ispettivi e, quando proprio indispensabile, colpirne "uno per educarne cento"(da Mao Tsé Tung).
Ma essa deve anche essere capace di adeguare con celerità i principi, le norme e la loro interpretazione alla rapida trasformazione delle abitudini sociali e degli strumenti operativi.

Per focalizzare meglio queste affermazioni basterebbe enumerare le assai poche attività ispettive attuate dalla struttura nel suo primo ciclo di vita, per comprendere come mai le abitudini a violare la normativa siano ancora così numerose e persistenti; né si può definire efficace una attività formativa concentrata esclusivamente sulle apparizioni mediatiche o su uno strumentario fatto di bollettini e newsletter destinate a pochi addetti ai lavori.
E' il cittadino comune che deve essere sensibilizzato sui suoi diritti e le sue possibilità di difesa e questo lo si può fare attraverso una capillare informazione fatta diffondendo depliant, giornalini, gadget, contenenti i concetti fondamentali attraverso i quali il cittadino può proteggere la propria riservatezza: proprio questi strumenti, in altri Paesi anche remoti come il territorio di Hong Kong o l'Australia o la Nuova Zelanda, vengono usati dai locali Garanti.

Infine basti pensare alla inadeguatezza dell'attuale normativa quando si cerca di applicarla a fenomeni organizzativi e gestionali costituiti da una imponente rete di attività di trattamento devolute dalla centralità titolare alle periferie specializzate attraverso reti di comunicazione, o al fenomeno globalizzante della grande Rete, o ai bisogni sociali di maggior sicurezza attraverso sistemi di videsorveglianza, o monitoraggio satellitare, o identificazioni biometriche.

Ai ridicoli Woody Allen nostrani temuti da Maglio, che sperano di veder morire la privacy assieme al Dio, è necessario ora contrapporre una struttura gestionale organizzata non più attorno a un Mister Bean, presenzialista e concentratore, in perenne affanno nel voler fare tutto e da solo, da perfezionista, per conseguire tutti i possibili premi messi in palio, ma un moderno organismo snello, articolato su autonome competenze e responsabilità, in grado di alimentare il presidente ed il collegio del Garante, il vero organismo responsabile dell'autorità, con tempestività ed esaustività documentale, senza alcun filtro inconsapevole o voluto, per consentirgli di adeguare dinamicamente, in piena e responsabile autonomia intellettuale, l'interpretazione della norma alle esigenze dei cambiamenti sociali.
Una autorità, quindi, non più Vestale posta a tutela del sacro fuoco, ma un poliambulatorio specialistico in grado di effettuare terapie preventive e prescrivere idonee cure riparatrici, rifuggendo da interventi chirurgici se non necessari.