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 Attualità

Appunti sparsi di mezza estate
di Manlio Cammarata - 26.07.01

Riflessioni che nascono dalla lettura di queste tre righe: "Non è stato sicuramente un anno facile per gli utenti Internet. Chi lavora o utilizza il Web si è dovuto scontrare con una serie di ostacoli che si chiamano: nuova legge sull'editoria, i problemi delle flat rate, una legislazione sul diritto d'autore troppo cavillosa, ADSL in ritardo" . Sono le righe di apertura del  comunicato stampa che annuncia il convegno di apertura di SMAU, il più importante appuntamento italiano nel mondo delle tecnologie. E certo non sono state scritte a caso.
Tuttavia i problemi citati non sono i soli che hanno afflitto - e affliggeranno ancora per un pezzo - gli utenti italiani della Rete. Ecco qualche esempio.

Virus

Negli ultimi quattro giorni ventidue messaggi contenenti virus sono arrivati alle caselle e-mail di InterLex e  personali del vostro cronista. Nessun danno diretto, perché le barriere hanno funzionato senza incertezze, ma non pochi danni indiretti.
Ben dodici dei ventidue messaggi erano di dimensioni notevoli, dell'ordine di due megabyte, e quindi hanno impegnato la linea per un tempo molto lungo: un danno misurabile sul piano economico per i costi di connessione. E, in ogni caso, è stato speso un certo tempo per rispondere agli allarmi del programma antivirus, poi per controllare se i pericolosi codici sono stati realmente cancellati da tutti gli anfratti possibili e via elencando.
Sono troppi gli utenti della Rete che non hanno un antivirus aggiornato, troppi quelli che usano il famigerato Outlook: possibile che il produttore non possa essere chiamato a rispondere dei danni provocati da un software chiaramente mal fatto sotto il profilo della sicurezza?

Ma i virus di questi giorni non partono solo da utenti qualsiasi: alcuni mostrano come mittente un ente pubblico, uno è addirittura arrivato a una casella personale inviato da una lontanissima ASL: è molto grave che un ente che tratta dati sensibili abbia simili falle di sicurezza. E, ancora più grave, che in quel sistema fosse presente nel sistema un dato personale (un indirizzo e-mail riservato) di una persona che non ha mai avuto rapporti con quella struttura.
E' venuto il momento di introdurre regole serie per la sicurezza dei sistemi informatici pubblici (serie, non le burlette nello stile del DPR 318/99) e sanzioni adeguate per chi non le adotta.

La questione di fondo è che sono troppi gli "utenti analfabeti" dei sistemi informatici. Un signore, che aveva già inviato diverse volte il messaggio con il virus, rispondendo a un messaggio infuriato scriveva candidamente che era al corrente del problema, ma che non sapeva cosa  fare!

Scrutando l'orizzonte legislativo

A proposito: le misure minime di sicurezza dovrebbero essere aggiornate "con cadenza almeno biennale" (art. 15, comma 3 della l. 657/96) e compiono due anni in questi giorni, ma di un nuovo testo non si sente nemmeno parlare.
Anche per le regole tecniche sulla firma digitale dovrebbe esserci il nuovo regolamento, e non c'è ancora. E' in ritardo il recepimento della direttiva 99/93/CE sulle firme "elettroniche" e tutte le importantissime innovazioni legate al documento informatico "valido e rilevante a tutti gli effetti di legge" sembrano paralizzate, nonostante il quadro normativo sia ormai completo. E' strana anche l'inerzia degli undici certificatori "accreditati" dall'AIPA, che non stanno facendo nulla per far decollare i servizi. Mentre affilano le armi i certificatori "liberi", che aspettano l'entrata in vigore delle disposizioni comunitarie.

La solita internetfobia

E' deludente la ricognizione sui siti del Parlamento per vedere che cosa stanno preparando i nuovi legislatori. Della maggior parte dei progetti annunciati non è ancora disponibile il testo. Quelli presenti sono riedizioni di proposte che si sperava fossero morte con la fine della precedente legislatura: Mussolini che propone di bombardare i siti pedofili all'estero (C. 408), altri che propongono per chi "istituisce" siti di contenuto culturale "sgravi fiscali sulle imposte sui redditi nella misura del 50 per cento del costo dell'abbonamento" (C. 953), non sapendo che per "istituire" un sito internet non si stipula un "abbonamento", altri ancora che  inventano il reato di pedofilia telematica (S. 57, presentato anche alla Camera col n. C. 382). Su questo capolavoro di insipienza tecnica e giuridica riferisce Daniele Coliva in  S. 57: La legge è una cosa troppo seria... e ne avevamo già parlato in Quando sento la parola "internet"...

E a proposito di editoria...

Punto informatico riferisce il pensiero del ministro delle comunicazioni Gasparri: "Accennando ai problemi aperti dall'attuale ambiguità legislativa, Gasparri ha spiegato di aver chiesto ora la nomina di un direttore responsabile per il proprio sito Destra.it e di essersi chiesto "quali siano le differenze" rispetto al suo altro sito, Gasparri.it, "se si tratti cioè di un sito da registrare oppure da considerare semplicemente a carattere informativo". Ma non sono proprio i siti a carattere informativo quelli che devono essere registrati? Evidentemente il Ministro non è ben informato.
Ma dovrà presto occuparsi anche di altri problemi: il miracoloso decreto legge che resuscita il non ancora defunto Ministero delle comunicazioni (in corso di conversione, S. 472) assegna al Ministero stesso una serie di competenze ora dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ma precisa che "Restano ferme le competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni".

Molte altre riflessioni affollano la mente: i problemi eternamente irrisolti degli accessi flat, i costi sempre troppo alti delle linee dedicate, l'ADSL che non arriva e, quando arriva, non funziona, le genericità del DPEF presentato dal Governo... Ma a questo punto è meglio andare in vacanza.