Ma intanto il Governo si
inventa una bit tax
16.12.99
Solo due settimane fa Daniele Coliva scriveva su
queste pagine che L'abolizione
del bollo non è un buon affare.
Ora giunge un'altra notizia dello stesso segno: Il
Sole 24 Ore dell'11 dicembre riporta uno
schema di decreto legislativo trasmesso dal Governo al Parlamento che dice, fra
l'altro: "Alla registrazione di atti relativi a diritti sugli immobili,
alla trascrizione, all'iscrizione e all'annotazione nei registri
immobiliari, nonché alla voltura catastale, si provvede, a decorrere dal 30
giugno 2000, con procedure telematiche".
Formalità on-line, dunque, e abolizione della
carta, perché si prevede anche la trasmissione su dischetto nel caso di intoppi
sulla via telematica. Ma non è tutto oro quel che riluce, perché lo schema
prevede anche una modifica all'imposta di bollo:
Modifiche alla disciplina dell'imposta di bollo - 1. Nell'articolo 1
della tariffa dell'imposta di bollo, parte prima, annessa al decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, come sostituita dal decreto
del ministro delle Finanze 20 agosto 1992, pubblicata nel supplemento ordinario
alla Gazzetta Ufficiale n. 196 del 21 agosto 1992:
a) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: "1-bis. Atti rogati, ricevuti o
autenticati da notai o da altri pubblici ufficiali, relativi a diritti sugli
immobili, sottoposti a registrazione con procedure telematiche, loro copie
conformi per uso registrazione ed esecuzione di formalità ipotecarie, comprese
le note di trascrizione ed iscrizione, le domande di annotazione e di voltura da
essi dipendenti e l'iscrizione nel registro di cui all'articolo 2678 del
Codice civile: lire 320.000".
La modifica è necessaria, perché l'imposta di
bollo stabilita dalla norma citata è di 20.000 lire a foglio e nella gestione
telematica i fogli non esistono più. Ma si dà il caso che la maggior parte
degli atti in questione sia composta, in media, da una decina di fogli, sicché
la nuova imposta comporta un aumento del balzello pari al cinquanta per cento,
più o meno.
Di fatto si tratta di una nuova tassa, sostitutiva dell'imposta di bollo. E
siccome si applica alle procedure telematiche, è nient'altro che una bit
tax!. Per di più è difficile da giustificare, dal momento che le
procedure automatizzate comportano sensibili risparmi per l'amministrazione,
tanto che nelle prime stesure del progetto della firma digitale si ipotizzava
per i documenti informatici l'esenzione da qualsiasi balzello.
A questo proposito, nello schema di decreto
legislativo si nota l'assenza di qualsiasi riferimento alla firma digitale e
alle disposizioni dell'AIPA sui documenti informatici.
C'è qualcosa che non va.
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