Come tutti sanno, i programmi software hanno all'interno della licenza d'uso una
frase che più o meno suona così: “Questo software è fornito così come è,
e la società tal dei tali non può essere considerata responsabile per
eventuali malfunzionamenti o danni a dati e strumenti ...”. Tale frase ha
abituato quasi tutti a considerare i malfunzionamenti del software un problema
dell'utente finale, nel senso che, ad esempio, se un programma si pianta, pochi
si lamentano e cercano risposte dal produttore. La maggior parte è abituata a
spegnere il computer e riaccenderlo per tentare di risolvere il problema. Molti
call center quando un utente chiama per un qualche problema domandano subito:
“Ha provato a spegnere e riaccendere?”.
La frase contenuta nella licenza aveva senso quando il software era gratuito
o, meglio, di pubblico dominio, cioè realizzato da qualcuno che poi metteva la
sua opera a disposizione di tutti. Come dire, ho scritto questo programma; se
poi non funziona bene, non ritenetemi responsabile, in fondo ve lo ho regalato.
Quello che abbiamo sempre trovato strano è che anche il software proprietario,
che certo gratis non è, mantenga la stessa frase nella licenza e scarichi così
la responsabilità di eventuali problemi sugli utenti finali.
È esattamente quello che è accaduto dopo una causa
che, in California,
ha visto Microsoft condannata a pagare nove milioni di dollari per la violazione di
alcuni brevetti nel codice di Microsoft Office Professional 2003, Microsoft
Access 2003, Microsoft Office XP Professional e Microsoft Access 2002 (vedi
anche il sito More
Law.Com).
Ed ecco come la casa di Redmond scarica le proprie responsabilità sugli utenti
finali, “invitandoli” ad installare un correttivo per togliere dalle
installazioni il codice fonte della violazione: per una nota proprietà
transitiva, valida solo nel campo virtuale del software, distribuisce (o meglio
regala) parte della condanna agli utenti. Gli utenti sono tenuti ad “installare
obbligatoriamente alcuni aggiornamenti”.
E' l'utente che dovrà provvedere ad aggiornare il suo software “obbligatoriamente”.
Ma questo si traduce in tempo e quindi in costo.
L'utente dovrà:
- Scaricare da internet il Service Pack
- Installarlo sulle macchine
Per l'utente si traduce in:
- Tempo per scaricare il service pack
- Tempo di inattività dei sistemi
- Costo del download (per chi paga a traffico: vedi Modem ed HDSL)
- Rischio di malfunzionamento dei sistemi in seguito a fallite installazioni del
Service Pack.
Quindi all'utente è riservato il compito di lavorare e di correre qualche
rischio in cambio di che cosa? Di nulla, si limita a mettere in regola la
posizione legale di Microsoft!
Vediamo di traslare il tutto ipotizzando la condanna una casa automobilistica
per violazione di brevetti industriali nell'impianto frenante. In seguito alle
verifiche delle competenti autorità, la casa automobilistica viene condannata
ad eliminare la violazione sostituendo le parti incriminate.
I dirigenti decidono quindi di rendere disponibile al pubblico, franco loro
stabilimento, il kit con le parti di ricambio dei pezzi da cambiare. Gli
automobilisti vengono quindi invitati a collegarsi al sito del magazzino,
inserire i dati del loro corriere di fiducia per farsi recapitare il pacco.
Devono poi provvedere a smontare le parti incriminate e sostituirle con il
contenuto del kit leggendo le confuse istruzioni via internet. Se poi le vetture
non funzionano più è ovviamente colpa degli utenti che non hanno capito le
istruzioni!
Temo che questo divertente scenario non capiterà mai. Se una nota casa
automobilistica incappasse in un caso simile, dovrebbe come minimo richiamare
tutte le vetture presso la rete di assistenza ed provvedere alle sostituzioni
(cosa che le case automobilistiche sono espertissime nel fare visto i vari
richiami causati da problemi di affidabilità).
Ovviamente i produttori di software sono indenni anche al problema richiami: in
caso di difetti è sempre l'utente che deve fare tutto, scaricare il service
pack, installarlo e mettere in gioco tutta la sua pazienza ed il suo sistema
nervoso.
Si modifica continuamente la legge sul diritto d'autore, con il pretesto che
ci sono troppe persone che copiano software in modo illecito. Perché non si fa
qualche cosa per rendere responsabile chi il software lo produce e se lo fa
pagare?
Crediamo che quello del software sia l'unico caso in cui qualcuno vende un
prodotto e non si assume alcuna responsabilità per il proprio operato. Di più,
se si verifica un problema, l'utente deve spendere altri soldi per risolverlo.
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