14/02/05 - Stand By - Roma - Qualcuno potrebbe credere che la notizia della
settimana sia il fantastico simil-defacement operato dalla Motion Picture
Association ad uno dei più visitati siti web di file torrent. Non è così. La
notizia più importante della settimana - che con le minacce della MPAA agli
utenti dei sistemi P2P ha qualche discreta analogia - è quella, incredibile,
del fagiolo sotto copyright.
La città di Chicago ha recentemente ristrutturato uno dei suoi parchi: con
ammirevole fantasia lo ha chiamato Millennium Park e con altrettanto sbuzzo ha
pensato bene di chiedere ad Anish Kapoor, uno dei più quotati scultori
contemporanei, di ornarlo con una imponente opera dal nome evocativo e poetico:
"porta
per le nuvole". Che incontri o meno il vostro gusto il Cloud Gate, con
le sue forme arrotondate e specchiate, assomiglia in effetti ad un fagiolo e gli
abitanti di Chicago lo hanno così immediatamente rinominato.
Solo che il fagiolo ha una prerogativa forse unica nell'ambito delle sculture
dei parchi pubblici mondiali. Non può essere fotografato se non dietro
versamento di un pedaggio alla municipalità. L'accordo fra il finanziatore del
progetto e lo scultore prevede infatti che il copyright dell'opera resti al suo
creatore. E che da ciò discendano ovviamente bei soldini.
I cittadini di Chicago e i turisti non hanno gradito troppo la grande novità: molti utenti di
Internet anzi hanno fatto di tutto per spargere sulla rete il maggior numero
possibile di foto "abusive" dell'opera.
Come tutte le storie con un quota di ridicolo superiore alla norma, le toppe
messe dall'amministrazione cittadina dopo che il caso è esploso, hanno solo
peggiorato la situazione. Prima si è detto che solo i fotografi professionisti
avrebbero dovuto pagare i diritti di riproduzione del fagiolo, poi che la
ragione dell'esistenza di tale pedaggio (il fagiolo è stato pagato a Kapor da
un investitore privato e regalato alla città in cambio di un congruo sconto
fiscale) era da ricercare nel fatto che i fotografi avrebbero intralciato con i
loro cavalletti la visione dell'opera ai turisti. Insomma, la fiera del
ridicolo.
Il fagiolo di Kapor si aggiunge così alla breve lista delle opere pubbliche
messe sotto copyright. Una pratica demenziale per ora poco utilizzata ma che per
esempio interessa anche la torre Eiffel. Dal 2003, anche se quasi nessuno lo sa,
le immagini del simbolo stesso della capitale francese sono uscite dal pubblico
dominio. il trucco per chiedere soldi in cambio della riproduzione delle
immagini della torre è nello stesso tempo ingegnoso e squallido. La società
che gestisce la torre, la SNTE, nel 2003 ha installato uno spettacolare sistema
di illuminazione notturno che ha poi messo sotto copyright. Il risultato è che
nessuna immagine della torre (per lo meno di notte) può essere pubblicata senza
versare il dovuto obolo agli aventi (per modo di dire) diritto.
La scultura di Kapor e la torre Eiffel vincolate dal copyright sono due
ottimi esempi di come tale disciplina abbia ormai perso molta della sua ragione
stessa di esistere. La tutela di diritti inesistenti ed invece l'utilizzo
scaltro dei meccanismi del copyright per generare introiti che nulla hanno a che
fare con il diritto stesso, sono ormai la regola e non l'eccezione. Editori ed
intermediari di ogni genere intercettano gran parte del denaro che la legge
immaginava da riferire agli artisti: il risultato di una simile ipertrofia è
sotto i nostri occhi.
Il controllo economico imposto da simili soggetti condiziona la legislazione,
chiude con un lucchetto dorato ogni spazio di condivisione e di crescita
culturale, trasforma la diffusione delle informazioni in una pratica illegale e
punita con il carcere. In rete, ovviamente, lo scenario anticipa di molto ciò
che accade nel mondo reale. Le major dell'intrattenimento si sono sostitute ai
gendarmi e i loro clienti sono diventati i loro bersagli. Se esiste un punto di
rottura, prima che ci si chieda di versare un obolo per l'aria che respiriamo e
prima che si riescano a cancellare dalle costituzioni nazionali i pochi
riferimenti che impicciano l'uso economico di ogni più piccola risorsa, questo
verrà raggiunto prima su Internet che altrove.
Forse ci sveglieremo una mattina capendo che così non si può più andare
avanti. Che la comunità dovrà infine trovare modalità che la tutelino dalla
arroganza di pochi. Ieri guardando il comunicato minaccioso della MPAA agli
utenti del sito web di LokiTorrent e leggendo la storiella del fagiolo di Kapor,
ho pensato per un istante (ma solo per un istante) che forse quel momento non è
poi così lontano.
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