ICT: OLTRE 2,6 MILIONI DI FIRME DIGITALI DISTRIBUITE IN ITALIA
I risultati del monitoraggio del Cnipa sui 18 certificatori
accreditati pubblicati in un Bollettino
Roma, 28 lug. – La stilografica va in soffitta e per
firmare dal proprio ufficio documenti non solo con la pubblica amministrazione
ma anche tra privati si fa sempre più ricorso alla firma digitale, che evita
spostamenti per sottoscrivere contratti e lettere. Sono infatti oltre 2,6
milioni le card elettroniche con la firma digitale in circolazione in Italia,
ponendo così il nostro Paese all’avanguardia nell’uso legale della firma
digitale, essendo il primo Stato dell’UE ad avere attribuito piena validità
giuridica ai documenti elettronici. Di questo quantitativo il 75% è stato
rilasciato ad imprenditori ed la parte restante a professionisti e alla Pubblica
Amministrazione. Solo l’anno scorso sono stati più di 35 milioni i documenti
firmati e trasmessi in modo digitale.
Sono inoltre 18 i certificatori accreditati attivi, inseriti
in apposito elenco pubblico, consultabile telematicamente,
predisposto, tenuto ed aggiornato dal CNIPA, il Centro Nazionale per l’Informatica
nella Pubblica Amministrazione. Tra questi oltre allo stesso CNIPA, ci sono
anche Infocamere, Poste Italiane, il Consiglio Nazionale del Notariato e quello
Forense, il Comando Trasmissioni e Informazioni dell’Esercito, la SOGEI,
diverse banche.
Secondo l’Unioncamere, solo nei rapporti con il Registro
delle Imprese le aziende hanno risparmiato annualmente oltre 260 milioni di euro
grazie all’uso della firma digitale.
Per assecondare questo processo e adempiere ai propri compiti
di vigilanza e controllo sull’attività dei certificatori qualificati ed
accreditati, il CNIPA ha avviato una intensa attività ispettiva, con centinaia
di contatti e di interventi, i cui risultati sono condensati in un apposito
Bollettino, di cui è appena uscito il primo numero (www.cnipa.gov.it).
Tra le anomalie, ad esempio, emerge la presenza dell’attribuzione
non legale della funzione di certificatore; l’erronea versione di software per
il rinnovo dei certificati nella smart card; la non corretta appostazione o
diffusione di informazioni inesatte o ambigue.
Il Bollettino mette in evidenza, poi, la decina di interventi
volti alla verifica della conformità dei documenti sottoscritti alle norme
sulla interoperabilità relative al riconoscimento e all’accertamento del
documento informatico. In tale senso è stata sottolineata l’attività di
collaborazione, nei casi dubbi, con il Garante per la protezione dei dati
personali per la verifica delle notifiche sottoscritte digitalmente.
Entro novembre il CNIPA conta di predisporre le “Linee
guida per la vigilanza sui certificatori qualificati”, con le modalità
operative della vigilanza.
La firma digitale costituisce uno dei cardini
del processo di e-Government. Per quanto riguarda la Pubblica
Amministrazione, l’obiettivo, abilitante allo sviluppo dei servizi on-line, si
sviluppa su tre principali linee di intervento: la diffusione della firma
digitale all’interno delle amministrazioni, con distribuzione a dirigenti e
funzionari con potere di firma, e relativa formazione; l’intervento su
applicazioni e servizi, per renderli accessibili in sicurezza tramite la firma
digitale; iniziative specifiche di stimolo all’utilizzo della firma da parte
di gruppi specifici di utenti esterni all’amministrazione. Nell'ambito delle
attività come certificatore, sono circa 50 le amministrazioni
coinvolte.
Il primo bollettino
della vigilanza
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