Martedì scorso ho ritirato la mia smart card presso il Consiglio
dell¹Ordine al quale sono iscritto.
La procedura per il rilascio del dispositivo di firma è articolata e mirata a garantire che l'oggetto sia
consegnato al titolare e non ad altri. In più punti nelle istruzioni è previsto che gli adempimenti comportanti l¹identificazione
dell'interessato
non possano essere delegati in alcun modo.
Giustissimo e corretto.
Con sorpresa, quindi, arrivato in studio e aperta la busta che a sua volta contiene la busta chiusa nella quale sono riportati i codici
essenziali per il funzionamento della smart card (PIN, PUK, codice di
sospensione e di blocco), prima ancora di strappare le chiusure laterali di
quest'ultima, ho riscontrato che la stampa dei codici predetti nel foglio
inchiostrato contenuto all'interno aveva lasciato tracce fisiche ben
evidenti e leggibili all'esterno. E' bastato, da James Bond dilettante, passare una matita morbida per fare apparire i codici
"segreti" all'esterno senza necessità di aprire la busta chiusa, anzi così ben leggibili da essere
più chiari di quelli stampati nel foglietto interno.
E' evidente il rischio in tema di sicurezza, dal momento che la busta chiusa nel tragitto dal confezionamento al sottoscritto ha esposto in
bella vista ciò che, nelle intenzioni del bravo certificatore rispettoso della legge, deve essere conosciuto solo dal destinatario.
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