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 Commercio elettronico

La vendita di medicinali su Internet nell'Unione europea
di Andrea Renato - 30.05.00

La vendita di medicinali su Internet è a tutt'oggi lasciata in un vuoto giuridico causato sia dall'assenza di una normativa europea specifica, sia dalla presenza di diverse disposizioni nazionali su i medicinali accessibili solo con prescrizione medica. In assenza di una specifica disciplina dobbiamo dunque riferirci alle norme che sono applicabili al commercio di medicinali e a quelle che regolano il commercio elettronico in generale.

L'attuale sistema normativo

L'attuale legislazione europea applicabile alla vendita on line di medicinali è anzitutto quella introdotta dalla direttiva 92/28/CEE sulla pubblicità di medicinali ad uso umano. La direttiva stabilisce il divieto di pubblicità dei farmaci soggetti a prescrizione medica e detta rigide regole per definire i limiti e i contenuti della pubblicità consentita. Essa stabilisce altresì specifiche regole di condotta per la pubblicità a persone qualificate a prescrivere medicinali.

La direttiva 97/7/CE, sulla vendita a distanza, indica le clausole inderogabili che devono contenere i contratti a distanza conclusi tra fornitori e consumatori riguardo ad informazioni preliminari, diritto di recesso, modalità di esecuzione del contratto, reclami e tutela giudiziaria. Da rilevare che l'art.14 della norma consente agli Stati membri di vietare, per ragioni di interesse generale, la vendita a distanza dei medicinali nel loro territorio.
La direttiva 97/36/CE sul teleshopping stabilisce poi espressamente all'art.14 che la vendita tramite la televisione di medicinali è proibita.

Da ultimo si deve richiamare la direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico. La direttiva introduce regole uniformi per il commercio elettronico allo scopo di risolvere le divergenze esistenti tra le varie legislazioni nazionali. In particolare vengono fornite indicazioni comuni su le regole da applicare alla prestazione di servizi delle società dell'informazione e a tutte le transazioni in linea in cui le negoziazioni e la conclusione degli accordi avvengono senza la presenza fisica dei contraenti.

I rischi connessi alla vendita on line di medicinali

La legislazione sopra richiamata, applicabile alla offerta di prodotti su Internet in generale, ha il merito di essere applicabile anche alla vendita on line di medicinali, ma non risolve i rischi specifici che derivano da tale operazione.
A tutt'oggi se viene ordinato un farmaco, manca la possibilità di controllare che il prodotto abbia ottenuto la preventiva autorizzazione all'immissione in commercio richiesta in via generale per tutti i medicinali dalla direttiva 65/65/CEE. Nella vendita di medicinali via Internet, manca altresì il contatto diretto con il medico o farmacista che assicuri che la scelta del medicinale è corretta, o che possa rispondere alle domande relative ai possibili effetti collaterali delle interazioni con altri farmaci assunti dall'utente.
Inoltre, non vi è garanzia che i farmaci che l'utente riceve soddisfino i criteri previsti di qualità e sicurezza: il farmaco può essere contraffatto, deteriorato o contenere principi attivi del tutto diversi da quello che si vuole comprare, avendo con quest'ultimo solo identità di nome.

Si consideri anche che il sito Internet dal quale proviene il farmaco può trovarsi in un paese straniero, con conseguente applicazione della legge di questo paese al rapporto instauratosi con la compravendita del medicinale on line. Eventuali contestazioni al venditore sono, dunque, sicuramente più difficili, anche considerando che le notizie illustrative riportate sulla confezione sono in lingua straniera.
Con l'acquisto di un farmaco tramite un sito straniero può poi accadere che, anche ad insaputa dell'acquirente, vengano aggirati i divieti imposti dalla legislazione comunitaria sull'acquisto dei farmaci vendibili solo con prescrizione medica. Ciò avviene quando un farmaco vendibile in uno Stato comunitario solo su prescrizione medica sia invece liberamente acquistabile in un paese non membro, ad esempio l'America (negli USA è consentita la vendita a distanza e la pubblicità di tutti i medicinali): in questo caso il potenziale acquirente può acquistare il farmaco rivolgendosi direttamente al sito straniero che vende on-line il medicinale, pur non essendo in possesso della prescrizione medica.

Vi sono poi contee americane in cui un prodotto è liberamente acquistabile in quanto considerato integratore alimentare o prodotto dietetico, mentre nell'Unione europea è considerato un medicinale (la direttiva 92/26/CEE  individua le categorie di medicinali per uso umano e i criteri per il loro inquadramento in ciascuna di queste categorie): anche in questo caso il medicinale può essere acquistato on line per mezzo del sito americano senza prescrizione medica con conseguente violazione delle norme comunitarie.

I rischi connessi alla vendita on line di medicinali sono stati richiamati da un recente studio condotto dall'Università di Barcellona e pubblicato nel marzo del 2000 sullo sviluppo del commercio elettronico di farmaci, commissionato dallo STOA (Scientific and Technological Options Assessment), il quale ha affermato che il rapido sviluppo delle vendite on line rende "indispensabile" l'adozione di regole europee per la vendita on line di tali prodotti.

Allo scopo di rendere i cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea più consapevoli dei rischi e delle conseguenze dell'acquisto di farmaci via Internet, il Raggruppamento farmaceutico dell'Unione europea (GPUE) ha preparato un documento  su questo argomento, che è stato sottoscritto ed approvato anche dal Comitato permanente dei medici europei.
Anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto che esistono rischi connessi alla vendita on line di medicinali e ne sta costantemente monitorando e studiando lo sviluppo.

Da ultimo, il presidente di Farmindustria, Dott. Gian Pietro Leoni, nel corso dell'assemblea del giugno 2000 promossa al Lido di Venezia dalla Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche (EFPIA), ha affermato: "Prima di lanciarci sul commercio elettronico dei farmaci vorrei quindi una regolamentazione molto importante che garantisca la sicurezza. Se la fonte non è garantita, infatti, ci sono chiaramente i problemi legati alla mancanza di garanzie, o a prodotti che non siano autorizzati in Italia e circolino senza controllo" (v. http://lanazione.monrif.net/art/2000/06/22/1039793).

Conclusioni

Tutto ciò considerato, si deve concludere che l'attuale normativa comunitaria sul commercio elettronico non consente di prevenire i molteplici rischi legati alla vendita on line di medicinali e si auspica l'adozione di una normativa specifica che ne regolamenti i vari aspetti, anche definendo le regole di condotta degli operatori, o anche una modifica dell'attuale legislazione europea in materia, tale da risolvere i rischi derivanti da tali operazioni.