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Le relazioni - 17

Piazze telematiche: così in Gran Bretagna...

di Giuseppe Silvi* - 31.05.05
 

Nel 1995 non credo che Manlio Cammarata avesse previsto che nel 2005 il forum "La società dell'informazione" sarebbe stato una rivista telematica con oltre 13.000 abbonati alla newsletter. Abbonati che ora possono partecipare a questo forum per quella "morte della distanza" (dal libro The Death of Distance di Frances Cairncross) che sta già producendo sulla futura società dell'informazione "trendspotters o tendenze-impatti" ampiamente descritti nel libro di Cairncross.

Il fatto che migliaia di persone appartenenti a comunità virtuali, simili a quella dei lettori di InterLex, possano restare costantemente in contatto ad un costo pressoché nullo, fa si che il "tempo" dedicato ai contatti "virtuali" non venga più dedicato ai contatti "faccia a faccia", potendo provocare così in non pochi casi anche la "morte della vicinanza" (The Death of Proximity).

Su questa stessa rivista è stato pubblicato nel 2002 un articolo dal titolo Piazze telematiche, un progetto sempre più attuale con alcune proposte per favorire la diffusione su tutto il territorio nazionale di luoghi per l'accesso all'alfabetizzazione digitale (programmi software, internet, e-mail, ecc.) di tutti i cittadini e in particolare aperti :
- a chi vuole migliorare la propria istruzione e la propria qualità di vita entrando nell´era digitale anche non possedendo a casa una postazione multimediale, né un collegamento in larga banda;
- a chi preferisce utilizzare i servizi (gratuiti, al costo e a valore aggiunto) messi a disposizione in spazi pubblici e/o privati, evitandosi così di avere personalmente cura dell´hardware quando obsoleto, dell´aggiornamento dei vari programmi software e antivirus;
- a chi, per ragioni diverse, può capitare di non disporre per un certo periodo del proprio PC o portatile personale a seguito di problemi tecnici o logistici oppure di un blackout o di non poterne sostenere i costi di acquisto e mantenimento per disoccupazione temporanea e altri motivi famigliari, ecc..

A distanza di quasi tre anni e mezzo quelle proposte non hanno avuto nessun seguito concreto, e non poteva essere altrimenti, visto che non esiste in Italia, ma neanche in altri Paesi, una nuova forma di diritto per la libertà di condividere risorse tangibili (strutture, attrezzature, risorse naturali.) e intangibili (istruzione, formazione, ricerca, salute, sicurezza.) nell'era digitale, una forma di democrazia e di libertà moderna che è alla base della missione dell'Associazione Piazze Telematiche.

Solo negli anni recenti, e grazie alla diffusione di Internet, è stato possibile nel mondo virtuale, in cui la conoscenza diviene una risorsa maggiormente replicabile e indipendente dallo spazio e dal tempo, dare l'avvio a sperimentazioni e tentativi di definizione di nuove forme di "diritto per la libertà di condividere": dall'open source alle licenze di utilizzo Creative commons, a Wikipedia, a Living Knowledge ecc.
Si tratta comunque di esempi isolati che fanno fatica ad emergere nello scenario di una società industriale ben lungi dall'aver esaurito il suo ciclo di vita e tra i cui motori di sviluppo si può far rientrare anche il consolidato "diritto per la libertà di possedere e consumare" che è l'esatto contrario del "diritto per la libertà di condividere".

In un mondo però che si sta velocemente avviando ad ospitare oltre 9 miliardi di abitanti nel 2050, la condivisione di risorse tangibili e intangibili è una necessità che richiede nuove forme di "diritto" in grado di favorire le politiche per lo sviluppo sostenibile e allo stesso tempo accompagnare il passaggio dalla società industriale a quella dell'informazione, un passaggio obbligato per assicurare la nascita di nuovi lavori e la competitività del sistema paese.

Anche nel mondo fisico reale, per sua stessa natura meno duttile e flessibile rispetto al mondo virtuale di Internet, sono in corso numerosi tentativi per stabilire forme di condivisione nell'era digitale, in particolare realizzando reti di nuovi spazi "glocali" pubblici e/o privati nel contesto di strategie istituzionali per lo sviluppo di un'economia della conoscenza a beneficio di tutti i cittadini.

Nello scenario europeo, la Gran Bretagna (62%), insieme ai Paesi scandinavi (Svezia (82%), Danimarca (76%) e Finlandia (70%) è tra i Paesi con la media più elevata di cittadini che utilizza il web e questo in base ad una recente ricerca realizzata dall'Ufficio statistico europeo (Eurostat) , mentre l'Italia si attesta al 31% (sui livelli di Lituania, Lettonia e Polonia).
Un contributo, al raggiungimento in Gran Bretagna del 62% di utenti internet tra i cittadini, viene anche dalle varie iniziative promosse a livello istituzionale per lo sviluppo della società dell'informazione.

Ad esempio nel 2001 il Department for Education and Skills (DfES), avendo verificato il gap crescente nell'alfabetizzazione digitale tra chi disponeva di un PC e chi no, ha varato dei provvedimenti che hanno portato alla realizzazione di una rete di 6.000 UK on-line Centres, che assicurano a chiunque voglia impare ad utilizzare il computer, dai programmi software ad internet e all'email, di poterlo fare in un luogo non lontano da dove abita.
Alla rete dei 6.000 UK on-line Centres si affianca una seconda rete di oltre 2.000 centri di Learndirect che mette a disposizione degli utenti residenti sul territorio UK oltre 900.000 corsi, molti dei quali fruibili on-line a pagamento o a tariffe scontate per studenti o disoccupati.

Tra le altre numerose iniziative sostenute a livello istituzionale per favorire l'economia della conoscenza, e in linea con l'obiettivo delle "3 I" (Informazione, Innovazione e Inclusione) di Lisbona 2010, meritano di essere citate la nuova sede del City Lit, che dà l'opportunità ad oltre 24.000 adulti all'anno di seguire corsi part-time e la sede THEpUBLIC , un Public Building che rappresenterà in prospettiva una delle comunità di artisti più grande d'Europa.

Anche in Gran Bretagna però, nonostante la realizzazione di innovative infrastrutture per l'accesso di tutti i cittadini all'era digitale, un "diritto" studiato e pensato per la "libertà di condividere" tramite un utilizzo mirato degli strumenti ICT non esiste ancora. E' certo però che le sperimentazioni in atto potranno tracciare delle linee guida per la definizione di quale diritto per la società dell'informazione e quali diritti per gli utenti di piazze telematiche o di "spazi glocali".

Lo scorso novembre 2004, durante il Ist 2004 Event - Participate in your future, i temi presentati durante le conferenze e i progetti in mostra avevano tutti indirettamente a che fare anche con i temi a cui fa riferimento questo forum.
Con una differenza sostanziale però: mentre sono previsti investimenti per ricerca e strategie di marketing per lo sviluppo tecnologico ed economico del settore ICT, non sembrerebbe al momento esistere alcuna attenzione da parte sia dell'UE che dei governi dei singoli Paesi al settore del "diritto" e dei "diritti" del futuro, in stretta relazione al rapido sviluppo delle tecnologie ICT.

C'è da augurarsi che questo forum possa contribuire a realizzare, a partire dal 9 giugno 2005, un ponte tra il passato, il presente e il futuro del "diritto" e dei "diritti" della società dell'informazione.
 

* giuseppesilvi @ yahoo.it - http://www.piazzetelematiche.it 

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