Il "disegno di legge
Passigli": un cavallo di Troia contro i diritti civili
Comunicato ALCEI - 05.03.01
Entro il prossimo 8 marzo il Parlamento deciderà
se approvare un disegno di legge (noto come "ddl Passigli") volto
a regolamentare il settore delle registrazioni di nomi a dominio (gli
"indirizzi internet"). Si tratta di una legge inutile - ma
soprattutto pericolosa per gli effetti che otterrebbe e che sono molto
diversi dalle "intenzioni dichiarate".
Una legge nuova si sarebbe resa necessaria - secondo i proponenti - per
colmare il vuoto normativo in materia e contrastare i fenomeni di
accaparramento recentemente verificatisi in Italia.
Ma l'effetto di questa norma, se fosse approvata, sarebbe tutt'altro.
Si tratta di una legge essenzialmente inutile, perché non fa altro che ripetere
- in maniera confusa e
tecnicamente scorretta - norme già esistenti (concorrenza sleale, tutela
dei segni distintivi e dei nomi e cognomi, protezione del consumatore) e
principi consolidati (individuazione del giudice
competente, applicabilità della tutela "in via d'urgenza").
Ma si tratta anche di una legge pericolosa e nociva, perché introduce
prescrizioni che nulla hanno a che fare con il suo obiettivo dichiarato e
che vanno contro il buon senso, contro i diritti civili e contro la
libertà di espressione e di comunicazione.
In primo luogo la proposta è fondata su grosse
lacune tecniche ed errori concettuali. Come dimostra l'equiparazione -
tout court - del dominio al "sito web".
Quando invece è noto che un domain internet può essere utilizzato anche
per tutt'altri motivi, come per attivare posta elettronica, mailing list,
siti FTP e quant'altro.
In secondo luogo appesantisce ancora di più la
già gravosa quanto inutile burocraticità in un settore, quello della
registrazione dei domini, che invece avrebbe bisogno di semplificazione.
Inoltre, se approvata, questa legge metterebbe a rischio la sopravvivenza
degli operatori (oggi circa 1700, molti dei quali di
piccola dimensione) che offrono il servizio di registrazione dei nomi
a dominio (i cosiddetti "maintainer").
In terzo luogo, come un perverso "cavallo di
Troia", questa legge, con il pretesto di "mettere
ordine", introduce responsabilità - anche penali -
assolutamente incompatibili con l'ordinamento giuridico italiano e con la
concezione fondamentale dei diritti civili.
Non si puo' raggiungere diversa conclusione leggendo il testo dell'art.4
che stabilisce quanto segue:
"Il titolare del dominio è l'unico responsabile dei contenuti dei
siti consultabili attraverso lo stesso.
I soggetti che svolgono i servizi di provider e di maintainer, ed ogni
altro servizio semplicemente per consentire l'accesso alla rete internet o ad
altre reti telematiche, rispondono in solido con il titolare
del dominio nel solo caso in cui sia derivata per fatto doloso o colposo
loro imputabile l'impossibilità o la grave difficoltà di individuare o
identificare il medesimo o lo spazio su cui il sito è collocato. In
tal caso, ove il contenuto del sito costituisca reato ovvero il mezzo per
la sua commissione, la responsabilità, fatte salve le norme
riguardanti il concorso nel reato, si estende ai soggetti di
cui sopra, ma la pena è diminuita fino ad un terzo."
Questa norma è in aperto contrasto con quanto stabilito in materia di
responsabilità dei fornitori
di servizi internet, fra l'altro, dalla direttiva 00/31/CE e da una
consolidata giurisprudenza internazionale. Perché stabilisce - in pratica - una
responsabilità pressoché automatica di chiunque opera sull'internet, a
prescindere da un suo effettivo coinvolgimento nell'eventuale illecito.
Inoltre, costringe i fornitori di (tutti i) servizi internet ad
effettuare filtraggi e controlli che dovrebbero essere invece di competenza
dell'autorità giudiziaria
ALCEI aveva già espresso le proprie preoccupazioni
in occasione della giornata di lavoro "Internet, quale futuro in
Italia" organizzata dal Comitato Ministeriale Esperti Internet
()
la necessità di un approccio culturalmente più ragionato ai problemi
dello sviluppo della rete. E si rende, come sempre, disponibile a
condividere le proprie esperienze e ad approfondire il tema con chiunque
sia interessato a farlo.
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