Non è comune la recensione contemporanea di due volumi, ma non è comune neanche che lo stesso editore pubblichi a breve distanza di tempo due opere molto simili, seppure in due collane diverse. Ma le considerazioni che si traggono dalla lettura dei due ponderosi volumi  sono sostanzialmente le stesse, e un solo commento sembra appropriato.

"I problemi giuridici di Internet" (collana "Il diritto dell'informatica"), si pone obiettivi più limitati di "Internet" (collana" Il diritto privato oggi"), ma nell'insieme  i due volumi si completano a vicenda, con qualche sovrapposizione.
Nove autori hanno lavorato al primo e ben ventotto al secondo, con risultati fatalmente non omogenei. Infatti in ambedue i volumi si trovano alcuni saggi di indubbio rilievo, altri sono meramente descrittivi e non aggiungono alcunché all'analisi giuridica del mondo delle tecnologie. In qualche caso si arriva a esposizioni di livello inaccettabile.

Il problema è sempre lo stesso. Per trattare il diritto delle tecnologie occorrono due requisiti essenziali: conoscere le tecnologie stesse, almeno nei loro aspetti più elementari, e fare riferimento a quanto è già stato scritto sulla materia in tempi recenti (magari per sostenere tesi diverse). Invece alcuni autori fanno riferimento a vecchie teorie, completamente superate dalla realtà della Rete, come geografi che descrivano il mondo partendo da Tolomeo, ignorando che è stato successivamente dimostrato che la Terra è rotonda e gira intorno al Sole.

Se l'obiettivo dell'editore e dei curatori era di dare un panorama esauriente dello stato della dottrina italiana in materia di diritto delle tecnologie, ci sono perfettamente riusciti. Purtroppo.

(M. C.)