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 Le regole dell'internet

Il codice deontologico per gli Internet provider:
quali obblighi e quali garanzie?
26.06.97

Codice di autoregolamentazione? Codice deontologico? E perché no una "Carta delle garanzie degli utenti"?
Questa è la prima domanda che ci poniamo mentre iniziamo l'elaborazione di un documento che possa contribuire anche a colmare il ritardo italiano nella diffusione di Internet.
Si potrebbe obiettare che quello che conta è la sostanza, non il titolo. Ma anche il titolo può essere importante, per aumentare la fiducia della gente verso un settore che nel nostro paese non gode di ottima fama.

Veniamo alla sostanza: come deve essere fatto questo codice? Le bozze che sono state diffuse fino a oggi fanno capire piuttosto come "non" deve essere fatto. Cerchiamo dunque di mettere a fuoco i punti più importanti.

  • Il codice deve essere elaborato attraverso una discussione pubblica, alla quale partecipino i fornitori, gli utenti e le "autorità competenti". E' l'occasione migliore per dimostrare il valore di Internet come fondamento della "democrazia elettronica", come strumento di partecipazione "orizzontale" di tutti gli interessati ai processi decisionali.
  • E' di fondamentale importanza la tutela dei diritti degli utenti, da realizzare ponendo oneri definiti e sostenibili a carico degli operatori.
  • Altrettanto importante è l'esatta definizione degli obblighi degli operatori, che dovrebbero collocarsi in un contesto legislativo certo e completo.
  • L'equilibrio fra diritti è doveri di tutti i soggetti interessati è l'aspetto più importante. Non si possono imporre ai provider obblighi insostenibili, ma non li si può neanche sollevare da qualsiasi onere di verifica e di intervento in casi particolarmente critici. Anche gli utenti devono "autotutelarsi", osservando obblighi di comportamento che devono essere previsti dal codice e inseriti nelle clausole contrattuali.
  • Il testo deve essere chiaro e dare indicazioni più precise possibile, non fondarsi su banali e risapute dichiarazioni di principio.Non deve contenere la mera ripetizione di disposizioni di legge, né norme che contrastino con la legislazione vigente e con i principi generali del diritto.
  • L'articolato deve essere strutturato in modo chiaro, secondo le regole del drafting legislativo italiano (si veda Formulazione tecnica dei testi legislativi, sul sito del Senato).
  • Devono essere previsti uno o più organi di autogoverno, eletti democraticamente, anche con la partecipazione degli utenti.
  • Un po' di lungimiranza non fa male, e bisogna quindi prevedere anche l'uso di strumenti che oggi sembrano avanzati, come l'uso del "documento elettronico" per tutti gli atti di autogoverno.

Fin qui gli aspetti generali. Ma ci sono alcuni punti che devono essere considerati con molta attenzione, in particolare quello dei contenuti che vengono comunemente definiti "illegali e nocivi", che troppo spesso vengono assunti come causa esclusiva dell'autoregolamentazione.
Sui contenuti "illegali", cioè che costituiscono violazioni di norme di legge, nulla quaestio. Ma l'aggettivo "nocivi" è falso, fuorviante e costituisce un pericoloso grimaldello per aprire la porta a interventi censori o repressivi. Chi stabilisce che cosa è nocivo e che cosa non lo è? Quelli che vengono definiti "nocivi" sono in realtà contenuti potenzialmente pericolosi per alcune categorie di utenti, in particolare per i minori. Devono quindi essere oggetto di una regolamentazione equilibrata, che consenta di proteggere i soggetti più deboli senza criminalizzare gli operatori o imporre loro oneri insostenibili. E soprattutto senza violare i fondamentali diritti di libertà della comunicazione e della diffusione delle idee.
Dunque il controllo dei contenuti critici non deve essere il punto di partenza o l'obiettivo principale dell'autodisciplina, ma la conseguenza di un complesso di norme equilibrate ed efficaci.

Infine il codice di autoregolamentazione (o, meglio, la Carta delle garanzie) deve assolvere un compito messo in rilievo anche nella Comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio sui contenuti illegali e nocivi su Internet: "Occorre rassicurare consumatori ed imprese dimostrando che Internet è un ambiente sicuro per lavorare, imparare e giocare".

M. C.