1. Introduzione
Lo scopo generale dell'agenda digitale europea è ottenere vantaggi
socioeconomici sostenibili grazie a un mercato digitale unico basato su
internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili.
La crisi ha vanificato anni di progressi economici e sociali e ha messo in
luce le carenze strutturali dell'economia europea. Oggi l'Europa deve mirare
innanzitutto a rimettersi in piedi. Per assicurare un futuro sostenibile,
bisogna guardare sin d’ora oltre il breve termine; di fronte
all'invecchiamento della popolazione e alla concorrenza mondiale abbiamo tre
possibilità: lavorare più duramente, più a lungo o in modo più
intelligente. Probabilmente dovremo fare tutte e tre le cose, ma la terza
opzione è l'unica che garantisce ai cittadini europei un migliore stile di
vita. Per raggiungere questo obiettivo, l'agenda digitale contiene proposte di
azioni che devono essere intraprese con urgenza per riportare l'Europa sulla
strada di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Queste proposte
definiranno lo scenario per le trasformazioni che l'economia e la società,
sempre più digitalizzate, porteranno nel lungo periodo.
La Commissione europea ha lanciato nel marzo 2010 la strategia Europa
2020[1] con l'intento di uscire dalla crisi e di preparare l'economia dell'UE
per le sfide del prossimo decennio. La strategia Europa 2020 definisce una
prospettiva per raggiungere alti livelli di occupazione, produttività e
coesione sociale e un'economia a basse emissioni di carbonio, da attuare
tramite azioni concrete a livello di UE e di Stati membri. Questa battaglia
per la crescita e l'occupazione richiede un coinvolgimento al massimo livello
politico e la mobilitazione di tutte le parti interessate in Europa.
L'agenda digitale europea è una delle sette iniziative faro della
strategia Europa 2020, e mira a stabilire il ruolo chiave delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (TIC) per raggiungere gli obiettivi
che l'Europa si è prefissata per il 2020[2].
L'agenda si prefigge di tracciare la strada per sfruttare al meglio il
potenziale sociale ed economico delle TIC, in particolare di internet, che
costituisce il supporto essenziale delle attività socioeconomiche, che si
tratti di creare relazioni d'affari, lavorare, giocare, comunicare o
esprimersi liberamente. Il raggiungimento degli obiettivi contenuti
nell'agenda stimolerà l'innovazione e la crescita economica e migliorerà la
vita quotidiana dei cittadini e delle imprese. Grazie a una maggiore
diffusione e ad un uso più efficace delle tecnologie digitali l'Europa potrà
affrontare le sfide principali a cui è confrontata e offrire ai suoi
cittadini una migliore qualità della vita, ad esempio sotto forma di
un'assistenza sanitaria migliore, trasporti più sicuri e più efficienti, un
ambiente più pulito, nuove possibilità di comunicazione e un accesso più
agevole ai servizi pubblici e ai contenuti culturali.
Il settore delle TIC genera direttamente il 5% del PIL europeo e
rappresenta un valore di mercato di 660 miliardi di euro l'anno, ma
contribuisce alla crescita complessiva della produttività in misura
notevolmente maggiore (il 20% deriva direttamente dal settore delle TIC e il
30% dagli investimenti nelle TIC). Ciò è dovuto al notevole dinamismo e
innovazione propri del settore e all'influenza che le TIC esercitano sulla
trasformazione delle modalità di funzionamento degli altri settori. Allo
stesso tempo, l'impatto sociale delle TIC è diventato significativo: ad
esempio, il fatto che in Europa oltre 250 milioni di persone usino internet
ogni giorno e che praticamente tutti i cittadini europei posseggano un
telefono cellulare ha cambiato il nostro stile di vita.
Lo sviluppo di reti ad alta velocità oggi ha lo stesso impatto
rivoluzionario che ebbe un secolo fa lo sviluppo delle reti dell'elettricità
e dei trasporti. Grazie all'evoluzione in atto nel settore dell'elettronica di
consumo, i confini tra i diversi dispositivi digitali stanno scomparendo. I
servizi convergono e si spostano dal mondo fisico a quello digitale,
universalmente accessibile su qualsiasi dispositivo, che si tratti di
smartphone , PC-tavoletta ( tablet PC ), computer, radio digitali o televisori
ad alta definizione. Si prevede che entro il 2020 i contenuti e le
applicazioni digitali saranno forniti quasi interamente online.
L'enorme potenziale delle TIC può essere sfruttato grazie a un circolo
virtuoso di attività che funzionano correttamente. Innanzitutto, occorre
mettere a disposizione contenuti e servizi interessanti in un ambiente
internet interoperabile e senza confini. In questo modo si incentiva la
domanda di velocità e capacità maggiori, che a sua volta crea opportunità
di investimento in reti più veloci. La creazione e l'adozione di reti più
veloci a loro volta aprono la strada a servizi innovativi che sfruttano
velocità più elevate. Questo processo è illustrato nell'anello esterno
della Figura 1 (sotto).
Figura 1 : Il circolo virtuoso dell'economia digitale
[pic]
Questo flusso di attività può in larga misura autoalimentarsi, ma
richiede un clima commerciale che favorisca gli investimenti e
l'imprenditorialità. Sebbene il potere delle TIC di operare trasformazioni
sia evidente, per sfruttarlo occorre risolvere alcuni problemi di rilievo:
anche se molti cittadini europei stanno adottando abitudini di vita digitali
basate su tecnologie che si definiscono "globali" e senza confini,
non possono accettare che un mercato unico, concepito prima di internet, sia
ancora gravemente incompleto online. I benefici che le persone potrebbero
trarre dall'uso delle tecnologie digitali, in quanto cittadini, consumatori o
lavoratori, sono limitati da preoccupazioni inerenti la riservatezza e la
sicurezza e dalla mancanza o carenza di accesso a internet, usabilità,
capacità adeguate o accessibilità per tutti. I cittadini europei sono delusi
dalla mancata realizzazione di servizi pubblici migliori promessi dalle TIC e
temono che, poiché internet ha accelerato la concorrenza a livello mondiale
in termini di investimenti, posti di lavoro e influenza economica, l'Europa
non si sia dotata degli strumenti necessari per prosperare in questo settore
in crescita dell'economia della conoscenza.
Sulla base della consultazione delle parti interessate e degli spunti
forniti dalla dichiarazione di Granada e dalla risoluzione del Parlamento
europeo, la Commissione ha individuato i sette ostacoli principali, indicati
nell'anello interno della Figura 1 e descritti sinteticamente qui di seguito.
Individualmente o in combinazione, questi ostacoli minano seriamente gli
sforzi compiuti per sfruttare le TIC, evidenziano la necessità di una
risposta esaustiva e unitaria a livello europeo e mostrano che l'Europa è in
ritardo rispetto ai suoi partner industrializzati. Il numero di brani musicali
scaricati attualmente negli Stati Uniti è quattro volte superiore rispetto
all'UE, che presenta mercati frammentati e una carenza di contenuti
scaricabili legalmente. Il 30% degli europei non ha mai usato internet, il
tasso di penetrazione delle reti ad alta velocità a fibra ottica è solo
dell'1% in Europa, contro il 12% del Giappone e il 15% della Corea del Sud,
infine, la spesa destinata dall'UE alle attività di ricerca e sviluppo nel
settore delle TIC è pari solo al 40% della spesa degli USA.
- Frammentazione dei mercati digitali
L'Europa è tuttora un mosaico di mercati online nazionali e alcuni
problemi, seppur risolvibili, impediscono ai cittadini di beneficiare dei
vantaggi di un mercato digitale unico. I contenuti e i servizi commerciali e
culturali devono poter superare i confini, cosa possibile eliminando le
barriere normative e agevolando le fatturazioni e i pagamenti elettronici, la
risoluzione delle controversie e rafforzando la fiducia dei consumatori. Si può
e si deve fare di più nell'ambito del quadro normativo vigente per creare un
mercato unico nel settore delle telecomunicazioni.
- Mancanza di interoperabilità
L'Europa non coglie ancora i massimi vantaggi dell'interoperabilità. Le
carenze in materia di definizione degli standard, appalti pubblici e
coordinamento tra amministrazioni pubbliche impediscono ai servizi e ai
dispositivi digitali utilizzati dai cittadini europei di funzionare insieme
come dovrebbero. L'agenda digitale può essere efficace solo se le sue diverse
componenti e applicazioni sono interoperabili e si basano su standard comuni e
piattaforme aperte.
- Aumento della criminalità informatica e rischio di un calo della fiducia
nelle reti
I cittadini europei non si dedicheranno ad attività online più complesse
a meno che non sentano di poter fare pieno affidamento, per sé e per i propri
figli, sulle loro reti. L'Europa deve perciò affrontare l'emergere di nuove
forme di criminalità (la "criminalità informatica") che vanno
dall'abuso di minori al furto di identità agli attacchi informatici, e
mettere a punto meccanismi di risposta. Parallelamente, il moltiplicarsi di
basi di dati e nuove tecnologie che consentono di controllare gli individui a
distanza sollevano nuove problematiche legate alla tutela dei diritti
fondamentali degli europei per quanto riguarda i dati personali e la
riservatezza. Internet è ormai un'infrastruttura di informazione talmente
importante, sia per gli individui che per l'economia europea in generale, che
i nostri sistemi e le nostre reti informatiche devono essere resistenti e
protette da minacce di qualsiasi tipo.
- Mancanza di investimenti nelle reti
Occorre fare di più per assicurare l'installazione e l'adozione della
banda larga per tutti, a velocità sempre maggiori, tramite tecnologie sia
fisse che senza fili, e per facilitare gli investimenti nelle nuove reti
internet ad altissima velocità, aperte e competitive, che saranno le arterie
dell'economia del futuro. Occorre incentrare la nostra azione sulla fornitura
di incentivi atti a incoraggiare gli investimenti privati, integrati da
investimenti pubblici mirati, senza creare nuovi monopoli delle reti, e
migliorare l'attribuzione delle bande dello spettro.
- Impegno insufficiente nella ricerca e nell'innovazione
In Europa gli investimenti continuano ad essere insufficienti, l'impegno è
frammentato, la creatività delle PMI è sottoutilizzata e il vantaggio
intellettuale della ricerca non si converte in vantaggio competitivo per le
innovazioni basate sul mercato. Occorre fare leva sul talento dei ricercatori
per creare un clima di innovazione nel quale le aziende europee di qualunque
dimensione che operano nel settore delle TIC possano mettere a punto prodotti
eccellenti in grado di generare una domanda. Occorre perciò far fronte al
carattere non ottimale degli sforzi di ricerca e innovazione attuali reperendo
più investimenti privati e garantendo una migliore coordinazione e
concentrazione di risorse, un accesso "più leggero e più veloce"
delle PMI digitali ai fondi UE per la ricerca, alle infrastrutture di ricerca
comuni e a poli di innovazione; occorre infine mettere a punto standard e
piattaforme aperte per nuovi servizi e applicazioni.
- Mancanza di alfabetizzazione digitale e competenze informatiche
L'Europa soffre di una crescente carenza di competenze professionali nel
settore delle TIC e di analfabetismo digitale. Queste carenze escludono molti
cittadini dalla società e dall'economia digitale e limitano il forte effetto
moltiplicatore sull'aumento della produttività che deriverebbe dall'adozione
delle TIC. Questa situazione richiede una reazione coordinata, la cui
iniziativa spetta agli Stati membri e alle altre parti interessate.
- Opportunità mancate nella risposta ai problemi della società
Sfruttando appieno il potenziale delle TIC, l'Europa potrebbe affrontare in
maniera molto più efficace alcuni dei problemi più pressanti per la comunità,
come ad esempio i cambiamenti climatici e le altre pressioni sull'ambiente,
l'invecchiamento demografico e i costi sanitari crescenti, lo sviluppo di
servizi pubblici più efficienti e l'integrazione delle persone con disabilità
e la digitalizzazione del patrimonio culturale europeo per metterlo a
disposizione della generazione attuale e di quelle future.
L'agenda digitale europea individua le azioni fondamentali basate sulla
necessità di affrontare in modo sistematico queste sette aree problematiche,
ed essendo un'iniziativa orizzontale copre le tre dimensioni di crescita
definite nella strategia Europa 2020. Nelle sezioni che seguono sono
illustrate in maggiore dettaglio queste problematiche che mostrano la necessità
di compiere le azioni individuate come un insieme di programmi finalizzati a
promuovere le prestazioni socioeconomiche dell'Europa. La Commissione
continuerà a vigilare sulla comparsa di ulteriori ostacoli e agirà di
conseguenza.
L'agenda digitale richiede un impegno elevato e continuo sia a livello di
UE che di Stati membri (anche a livello regionale). Non può avere successo
senza un contributo sostanziale da parte delle altre parti interessate,
compresi i giovani "figli dell'era digitale", dai quali abbiamo
molto da imparare. Questa agenda è un'istantanea dei problemi e delle
opportunità esistenti e di quelli prevedibili ed evolverà alla luce
dell'esperienza e dei rapidi cambiamenti nelle tecnologie e nella società.
2. Le aree d'azione dell'agenda digitale
2.1. Un mercato digitale unico e dinamico
È ora che un nuovo mercato unico permetta di sfruttare i benefici dell'era
digitale.
Internet è senza confini ma i mercati online, sia in UE che a livello
mondiale, sono ancora divisi da molteplici barriere che ostacolano non solo
l'accesso ai servizi di telecomunicazione paneuropei ma anche ai servizi e ai
contenuti internet che dovrebbero avere una dimensione mondiale. Questa
situazione è insostenibile. In primo luogo, la creazione di contenuti e
servizi online interessanti e la loro libera circolazione all'interno dell'UE
e oltre i suoi confini sono essenziali per attivare il circolo virtuoso della
domanda. Tuttavia, permane una frammentazione che soffoca la competitività
nell'economia digitale europea. Per questo non sorprende che l'UE accusi un
ritardo in mercati come quello dei servizi dei media, sia in termini di
accesso per i consumatori sia in termini di modelli commerciali che possono
creare posti di lavoro in Europa. La maggior parte delle imprese di internet
che hanno avuto successo di recente (come Google, eBay, Amazon e Facebook) è
nata fuori dall'Europa[3]. In secondo luogo, nonostante il corpus legislativo
fondamentale che regola il mercato unico per quanto riguarda commercio
elettronico, fatturazione elettronica e firma elettronica, le transazioni
nell'ambiente digitale sono ancora troppo complesse e le norme sono applicate
nei vari Stati membri in modo disomogeneo. In terzo luogo, i consumatori e le
imprese devono far fronte ad una notevole incertezza in merito ai propri
diritti e alla tutela giuridica di cui godono quando svolgono attività
commerciali online. In quarto luogo, l'Europa è ancora molto lontana
dall'avere un mercato unico dei servizi di telecomunicazione. Il mercato unico
deve perciò subire un aggiornamento sostanziale per entrare nell'era di
internet.
Per affrontare questi problemi sono necessarie azioni estese nelle aree
descritte nei paragrafi seguenti.
2.1.1. Aprire l'accesso ai contenuti
I consumatori si aspettano, a ragione, di poter accedere ai contenuti
online con la stessa facilità con cui accedono ai contenuti non in linea. In
Europa manca un mercato unico nel settore dei contenuti. Ad esempio, per
creare un servizio paneuropeo un negozio di musica online dovrebbe trattare
con le varie società, nei 27 Stati membri, che si occupano della gestione dei
diritti. I consumatori possono acquistare CD in qualsiasi negozio, ma spesso
non possono acquistare musica da piattaforme online nei vari paesi dell'UE
perché i diritti sono concessi in licenza su base nazionale. Questo è in
contrasto con la relativa semplicità del contesto commerciale e dei canali di
distribuzione in altri paesi, in particolare negli USA, e riflette la
frammentazione di altri mercati come quelli asiatici ( Figura 2 ).
Per mantenere la fiducia dei titolari di diritti e degli utenti e agevolare
il rilascio transfrontaliero di licenze, occorre migliorare la governance e la
trasparenza nella gestione collettiva dei diritti e adattarle al progresso
tecnologico. Soluzioni più agevoli, più uniformi e tecnologicamente neutre
per le licenze transfrontaliere e paneuropee nel settore audiovisivo
stimoleranno la creatività e aiuteranno i produttori e i distributori di
contenuti, a vantaggio dei cittadini europei. Tali soluzioni dovrebbero
tutelare la libertà contrattuale dei titolari dei diritti, che non sarebbero
obbligati ad ottenere una licenza per tutti i paesi dell'UE, ma sarebbero
liberi di limitare le proprie licenze ad alcuni territori e di stabilire da
contratto l'ammontare dei diritti di licenza.
Se del caso, saranno valutate ulteriori iniziative che terranno conto delle
specificità di tutte le diverse forme di contenuti online. A questo
proposito, la Commissione non esclude né predilige, in questa fase, nessuna
opzione o strumento giuridico particolare. Questi problemi sono stati
affrontati anche da Mario Monti nel rapporto "Una nuova strategia per il
mercato unico", presentato al presidente della Commissione europea il 9
maggio 2010; la Commissione darà seguito al documento con una comunicazione
entro l'estate 2010[4].
La distribuzione digitale di contenuti culturali, giornalistici e creativi,
meno costosa e più rapida, consente agli autori e ai fornitori di contenuti
di raggiungere un pubblico nuovo e più ampio. L'Europa ha bisogno di dare un
impulso forte alla creazione, produzione e distribuzione (su tutte le
piattaforme) di contenuti digitali. Ad esempio, in Europa ci sono editori
molto validi, ma occorrono piattaforme online più competitive. Per fare ciò
servono modelli commerciali innovativi che consentano di accedere ai contenuti
e di acquistarli in molti modi diversi e di raggiungere un giusto equilibrio
tra gli introiti dei titolari dei diritti e l'accesso del grande pubblico ai
contenuti e alla conoscenza. Se tutte le parti interessate cooperano su basi
contrattuali, questi nuovi modelli commerciali potrebbero avere successo senza
la necessità di una regolamentazione formale. La disponibilità di un'offerta
online legale, ampia e interessante costituirebbe anche una risposta efficace
alla pirateria.
Figura 2: Musica scaricata – Il livello negli USA supera di quattro volte
quello dell'UE
[pic]
Fonte: Screen Digest
Le amministrazioni pubbliche dovrebbero fare la loro parte nel promuovere i
mercati dei contenuti digitali. Tutte le revisioni delle politiche pubbliche,
comprese quelle inerenti agli aspetti fiscali, dovrebbero contemplare le sfide
poste dalla convergenza. Ad esempio, i governi possono incentivare i mercati
di contenuti mettendo a disposizione le informazioni relative al settore
pubblico in modo trasparente, efficace e non discriminatorio. Sarebbe una
fonte importante di crescita potenziale di servizi online innovativi. Il
riutilizzo di queste fonti di informazione è stato in parte armonizzato[5],
ma altri enti pubblici devono essere tenuti ad aprire le loro banche di dati
per applicazioni e servizi transfrontalieri[6].
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 1:
Semplificare le procedure di liberatoria e gestione dei diritti di autore e
per il rilascio di licenze transfrontaliere nei modi seguenti: rafforzando la
governance, la trasparenza e la concessione di licenze paneuropee per la
gestione dei diritti (online), proponendo una direttiva quadro sulla gestione
collettiva dei diritti entro la fine del 2010; creando un quadro normativo che
faciliti la digitalizzazione e la diffusione di opere dell'ingegno in Europa,
proponendo una direttiva sulle opere cosiddette "orfane" entro il
2010, stabilendo un dialogo con le parti interessate per adottare misure
ulteriori relative alle opere fuori catalogo, integrate dalla creazione di
basi di dati contenenti informazioni relative ai diritti; rivedendo, entro il
2012, la direttiva sul riutilizzo dell'informazione del settore pubblico, in
particolare con riferimento all'ambito di applicazione e ai principi sui quali
si basa l'imposizione di tariffe per l'accesso e l'uso. Altre azioni: dopo un
ampio dialogo con le parti interessate, stilare entro il 2012 una relazione
sulla necessità di varare iniziative supplementari in aggiunta alla gestione
collettiva dei diritti, che consentano ai cittadini dell'UE, ai fornitori di
servizi di contenuti online e ai titolari dei diritti di sfruttare appieno il
potenziale del mercato unico del digitale, comprese iniziative atte a
promuovere le licenze transfrontaliere e paneuropee, senza escludere o
favorire, in questa fase, alcuna opzione giuridica; in preparazione di queste
iniziative, pubblicare entro il 2010 un Libro verde relativo alle opportunità
e alle sfide derivanti dalla distribuzione online di opere audiovisive e di
altri contenuti creativi; sulla base della revisione della direttiva relativa
alle misure e alle procedure volte ad assicurare il rispetto dei diritti di
proprietà intellettuale e in seguito ad un ampio dialogo con le parti
interessate, redigere entro il 2012 una relazione sulle necessità di adottare
altri provvedimenti per rafforzare la protezione contro violazioni permanenti
dei diritti di proprietà intellettuale online, coerenti con le garanzie
offerte dal quadro applicabile alle telecomunicazioni e ai diritti
fondamentali sulla protezione dei dati e la riservatezza. |
- 2.1.2. Semplificare le transazioni online e transfrontaliere
I consumatori europei non beneficiano ancora dei vantaggi che il mercato
unico dovrebbe offrire, in termini di prezzi e di scelta, perché le
transazioni online sono troppo complicate. La frammentazione limita anche la
domanda di operazioni transfrontaliere di commercio elettronico. Meno di un
decimo delle operazioni di commercio elettronico sono transfrontaliere e per i
cittadini europei spesso è più semplice concludere tali operazioni con
un'azienda americana che con un'azienda di un altro paese europeo. Ben il 92%
di coloro che acquistano prodotti o servizi su internet si rivolge a venditori
nazionali anziché a venditori esteri e per ragioni di natura tecnica o
giuridica, ad esempio la mancata accettazione di carte di credito non
nazionali, ben il 60% degli ordini transfrontalieri non va a buon fine. Ciò
evidenzia la necessità di affrontare con urgenza le barriere normative che
impediscono alle imprese europee di effettuare scambi transfrontalieri. La
Commissione ha elencato tali ostacoli nella comunicazione sul commercio
elettronico transfrontaliero tra imprese e consumatori nell'UE[7].
L'Europa dispone di una moneta unica ma il mercato dei pagamenti
elettronici e della fatturazione elettronica è ancora frammentato dai confini
nazionali. Solo in un mercato integrato dei pagamenti le aziende e i
consumatori potranno fare affidamento su metodi di pagamento sicuri ed
efficaci[8]. Per questa ragione occorre completare al più presto l' area di
pagamento unica in euro (SEPA) che costituirà anche una piattaforma di lancio
per servizi a valore aggiunto collegati ai pagamenti, come l'elaborazione di
un quadro europeo per la fatturazione elettronica.
È opportuno attuare in tempi brevi la direttiva sulla moneta
elettronica[9] in modo da aprire la strada ai nuovi entrati nel mercato
offrendo soluzioni innovative in questo settore (come il "portafoglio
mobile") che non vadano a scapito della protezione dei fondi dei
consumatori. Questo nuovo mercato potrebbe rappresentare fino a 10 miliardi di
euro da qui al 2012.
Le tecnologie relative all'identità elettronica e i servizi di
autenticazione sono indispensabili per le transazioni su internet, sia nel
settore privato che in quello pubblico. La modalità di autenticazione più
diffusa oggi, ossia l'uso di password, può essere sufficiente per molte
applicazioni, ma si rendono progressivamente necessarie soluzioni più
sicure[10]. Le possibilità saranno numerose, perciò il settore, sostenuto da
iniziative a livello di politiche, in particolare per quanto riguarda i
servizi di "e-Government" (pubblica amministrazione online), deve
assicurare l'interoperabilità sulla base di standard e piattaforme di
sviluppo aperte.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 2:
garantire il completamento dell'area di pagamento unica in euro (SEPA), anche
adottando misure giuridiche vincolanti che fissino una data limite per la
migrazione prima del 2010, e facilitare la creazione di un quadro europeo
interoperabile di fatturazione elettronica pubblicando una comunicazione su
questo soggetto e creando un forum per le diverse parti interessate; Azione
fondamentale 3: nel 2011 proporre una revisione della direttiva sulla firma
elettronica, al fine di istituire un quadro normativo per il riconoscimento e
l'interoperabilità transfrontalieri di sistemi di autenticazione elettronica
sicuri. Altre azioni: valutare, entro la fine del 2010, l'impatto della
direttiva sul commercio elettronico sui mercati online e avanzare proposte
concrete. Gli Stati membri sono chiamati a: attuare rapidamente e in modo
coerente le principali direttive a sostegno del mercato unico del digitale,
tra cui la direttiva sui servizi, la direttiva sulle pratiche commerciali
sleali e il quadro normativo sulle telecomunicazioni; recepire, entro il 2013,
la direttiva IVA[11] per garantire che le fatture elettroniche ricevano lo
stesso trattamento delle fatture cartacee. |
- 2.1.3. Ispirare fiducia nel digitale
Oggi la legislazione dell'Unione garantisce ai cittadini europei una serie
di diritti relativi al contesto digitale, come la libertà di espressione e di
informazione, la protezione dei dati personali e della riservatezza, i
requisiti in materia di trasparenza e gli obblighi di servizio universale di
telefonia e di accesso internet funzionale nonché una qualità minima del
servizio.
Questi diritti, tuttavia, sono riconosciuti in varie norme e non sono
sempre facili da reperire. Gli utenti devono essere in grado di trovare
spiegazioni semplici e codificate dei loro diritti e doveri, espresse in modo
trasparente e comprensibile, ad esempio tramite piattaforme online sul modello
della guida "eYou – I tuoi diritti online"[12].
Nel frattempo, la mancanza di fiducia nel mondo digitale sta ostacolando
seriamente lo sviluppo dell'economia online in Europa. Le preoccupazioni
addotte più frequentemente dagli intervistati che non hanno fatto acquisti
online nel 2009 riguardavano la sicurezza dei pagamenti, la riservatezza e la
fiducia ( Figura 3 ). La revisione generale del quadro normativo in materia di
protezione dei dati, attualmente in corso, è intesa a modernizzare gli
strumenti giuridici pertinenti per far fronte alle sfide poste dalla
globalizzazione e per trovare modalità neutre sul piano tecnologico per
potenziare la sicurezza e la fiducia rafforzando i diritti dei cittadini.
Figura 3: Motivazioni addotte per non avere fatto acquisti online (% di
persone che non ha fatto acquisti online nel 2009)
[pic]
Fonte: Eurostat, Indagine comunitaria del 2009 sull'utilizzo delle TIC
nelle famiglie e da parte degli individui.
I consumatori non acquistano online se non hanno la certezza che i loro
diritti siano chiari e tutelati. Anche se la direttiva sul commercio
elettronico impone dei requisiti in materia di trasparenza e informazione ai
fornitori di servizi informatici e stabilisce dei requisiti minimi in materia
di informazione per quanto riguarda le comunicazioni commerciali[13], occorre
controllare in maniera rigorosa che tali requisiti siano rispettati.
La direttiva sulle pratiche commerciali sleali[14] e la direttiva
concernente la commercializzazione a distanza di servizi finanziari[15]
consentiranno, in una certa misura, di rimediare alla situazione. La proposta
di direttiva sui diritti dei consumatori[16] deve essere adottata rapidamente
per aumentare la fiducia dei consumatori e dei commercianti negli acquisti
online transfrontalieri. La Commissione studierà anche come estendere i
diritti dei consumatori che acquistano prodotti digitali. Le transazioni
online transfrontaliere possono essere facilitate anche rendendo più omogenea
la legislazione in materia di contratti a livello europeo, sulla base di un
alto livello di protezione dei consumatori. La Commissione lancerà inoltre
una strategia a livello di UE per migliorare i sistemi alternativi di
risoluzione delle controversie, proporrà uno strumento di riparazione online
paneuropeo per il commercio elettronico e agevolerà l'accesso alla giustizia
online. In aggiunta a queste iniziative, per stimolare la concorrenza e
aumentare la tutela dei consumatori potrebbe essere aumentata la comparabilità
dei prezzi al consumo (ad esempio tramite analisi comparative, test dei
prodotti o siti web nei quali vengono messi a confronto i prezzi).
È possibile aumentare la fiducia anche creando marchi di fiducia UE online
per i siti di vendita al dettaglio. La Commissione intende portare avanti
questa idea consultando le parti interessate.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 4:
riesaminare, entro la fine del 2010, il quadro normativo dell'UE sulla
protezione dei dati per aumentare la fiducia degli individui e rafforzarne i
diritti. Altre azioni: proporre, entro il 2012, uno strumento opzionale di
diritto contrattuale che integri la direttiva sui diritti dei consumatori per
fare fronte alla frammentazione del diritto contrattuale, in particolare per
quanto riguarda l'ambiente online; entro il 2011 valutare, nell'ambito di un
Libro verde, possibili iniziative relative ad una risoluzione alternativa
delle controversie al fine di avanzare proposte per istituire un sistema di
risoluzione delle controversie online applicabile a tutta l'UE per le
operazioni di commercio elettronico entro il 2012; indagare la possibilità di
avanzare proposte nel campo della riparazione collettiva sulla base di una
consultazione delle parti interessate; entro il 2012, pubblicare un codice dei
diritti online nell'UE che riassuma in modo chiaro e accessibile i diritti
degli utenti digitali nell'UE, integrato da un'analisi annuale delle
infrazioni delle leggi a tutela dei consumatori online e delle misure di
esecuzione adeguate, in coordinamento con la rete europea delle associazioni
per la tutela dei consumatori; entro il 2012, creare una piattaforma delle
parti interessate per la creazione di marchi di fiducia UE online, in
particolare per i siti web di vendita al dettaglio. |
- 2.1.4. Rafforzare il mercato unico dei servizi di telecomunicazione
Oggi i mercati europei delle telecomunicazioni sono divisi per Stato membro
e i sistemi di numerazione telefonica, rilascio di licenze e assegnazione
delle frequenze hanno base strettamente nazionale e non paneuropea. Le
strutture nazionali sono sempre di più messe in discussione dalla concorrenza
a livello mondiale e da internet.
La priorità della Commissione sarà l'attuazione rapida e coerente del
quadro normativo modificato , unitamente ad un maggiore coordinamento dell'uso
dello spettro e, se necessario, l'armonizzazione delle bande dello spettro per
creare economie di scala nei mercati delle apparecchiature e dei servizi.
Poiché il mercato unico richiede che questioni normative simili siano
trattate nello stesso modo, la Commissione renderà prioritaria la diffusione
di orientamenti sui principi normativi fondamentali per mezzo delle norme
sulle comunicazioni elettroniche, in particolare per quanto riguarda i metodi
di definizione dei costi e la non discriminazione; cercherà inoltre di
individuare soluzioni durature per il roaming di voce e dati entro il 2012.
La Commissione farà leva anche sull'esperienza dell'Organismo dei
regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, di nuova istituzione, per
affrontare gli ostacoli che impediscono alle aziende e ai cittadini europei di
sfruttare appieno i servizi di comunicazione elettronica transfrontaliera. Ad
esempio, una migliore armonizzazione dei regimi nazionali di numerazione
basati sul quadro attuale potrebbe essere di aiuto ai produttori e ai
rivenditori europei, grazie alla possibilità di concentrare su un unico
numero di telefono, valido in tutta Europa, i servizi di vendita, assistenza
postvendita e richiesta di informazioni da parte della clientela. Nel
contempo, un migliore funzionamento dei numeri di utilità sociale (ad esempio
il 116, utilizzato per segnalazioni relative a bambini scomparsi) andrà a
vantaggio dei cittadini. Allo stesso modo, una maggiore comparabilità (ad
esempio tramite analisi comparative) dei prezzi al consumo e per gli utenti
stimolerà la concorrenza migliorando la tutela dei consumatori.
Infine, la Commissione valuterà, basandosi tra le altre cose sull'apporto
pratico delle parti interessate, i costi socioeconomici connessi al mancato
intervento dell'Europa nei mercati delle telecomunicazioni , delineando i
vantaggi di un mercato più integrato, e proporrà le azioni più adeguate per
ridurre tali costi.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: entro il 2011 proporre
iniziative per armonizzare maggiormente la numerazione per la fornitura di
servizi commerciali in tutta Europa; sulla base del programma relativo alla
politica europea in materia di spettro radio[17], coordinare le condizioni
tecniche e normative che si applicano all'uso dello spettro e, se necessario,
armonizzare le bande dello spettro per creare economie di scala nei mercati
delle apparecchiature e permettere ai consumatori di utilizzare le stesse
apparecchiature e usufruire degli stessi servizi in tutta l'UE; entro il 2011
condurre un'analisi dei costi connessi al mancato intervento dell'Europa nei
mercati delle telecomunicazioni per adottare misure supplementari volte a
consolidare i vantaggi del mercato unico. |
- 2.2. Interoperabilità e standard
Per poter costruire una società realmente digitale occorre un'effettiva
interoperabilità tra i prodotti e i servizi delle tecnologie
dell'informazione.
Internet è l'esempio migliore della potenza dell' interoperabilità
tecnica: grazie alla sua architettura aperta, miliardi di persone in tutto il
mondo possono utilizzare dispositivi e applicazioni interoperabili. Ma per
cogliere appieno i vantaggi della diffusione delle TIC occorre aumentare
ulteriormente l'interoperabilità di dispositivi, applicazioni, banche dati,
servizi e reti.
2.2.1. Migliorare la definizione degli standard nel settore delle TIC
Il quadro applicabile alla definizione degli standard in Europa deve
adattarsi ai mercati tecnologici in rapida evoluzione perché gli standard
sono essenziali per l'interoperabilità. La Commissione continuerà a
riesaminare la politica europea in materia di standardizzazione dando seguito
al Libro bianco "Modernising ICT standardisation in the EU"[18] e
alla relativa consultazione pubblica. Tenendo conto delle norme relative alle
TIC elaborate da alcuni forum e consorzi a livello mondiale, e del loro
crescente rilievo, un obiettivo di primaria importanza è autorizzare l'uso di
tali standard nella legislazione e negli appalti pubblici.
Inoltre, le indicazioni relative a regole trasparenti di divulgazione
ex-ante dei diritti essenziali di proprietà intellettuale e dei termini e
condizioni per il rilascio di licenze nel contesto della definizione di
standard, che devono essere fornite in particolare nell'ambito della prossima
riforma della politica di normazione dell'UE nonché a titolo delle norme
antitrust aggiornate applicabili agli accordi di cooperazione orizzontale,
potrebbero contribuire a limitare le domande di royalty per l'uso delle norme
e quindi a fare abbassare i costi di accesso al mercato.
2.2.2. Promuovere un uso migliore degli standard
In occasione dell'acquisto di hardware, software e servizi IT, le
amministrazioni pubbliche dovrebbero usare al meglio tutta la gamma di
standard pertinenti , ad esempio selezionando quelle che possono essere
attuate da tutti i fornitori interessati per favorire la concorrenza e ridurre
il rischio di lock-in, connesso al fatto di affidarsi per lungo tempo a un
determinato fornitore.
2.2.3. Potenziare l'interoperabilità tramite il coordinamento
Un'azione fondamentale per promuovere l'interoperabilità tra pubbliche
amministrazioni sarà l'adozione, da parte della Commissione, di un'ambiziosa
strategia europea per l'interoperabilità e la definizione di un quadro
europeo di interoperabilità nell'ambito del programma ISA (Soluzioni di
interoperabilità per le pubbliche amministrazioni europee[19]).
Dato che non tutte le tecnologie diffusive sono basate su standard c'è il
rischio, in questi settori, di perdere i vantaggi dell'interoperabilità. La
Commissione esaminerà la fattibilità di misure che potrebbero portare attori
economici importanti a concedere licenze relative alle informazioni
sull'interoperabilità promuovendo nel contempo l'innovazione e la
competitività.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 5:
nell'ambito del riesame della politica UE in materia di standardizzazione,
proporre strumenti giuridici sull'interoperabilità delle TIC entro il 2010
per modificare le regole sull'applicazione degli standard in materia di TIC in
Europa al fine di consentire l'uso di alcune norme elaborate da forum e
consorzi. Altre azioni: promuovere norme adeguate ai diritti essenziali di
proprietà intellettuale e alle condizioni per il rilascio di licenze nel
contesto della definizione di standard, inclusa la divulgazione ex-ante, in
particolare tramite orientamenti da elaborare entro il 2011; nel 2011,
pubblicare una comunicazione per dare indicazioni in merito al legame tra
standardizzazione delle TIC e appalti pubblici per aiutare le amministrazioni
pubbliche ad applicare gli standard per promuovere l'efficienza e ridurre il
rischio di lock-in; promuovere l'interoperabilità, adottando, nel 2010, una
strategia europea per l'interoperabilità e un quadro europeo di
interoperabilità; esaminare la possibilità di adottare misure che possano
spingere gli attori economici più importanti a concedere licenze relative
alle informazioni sull'interoperabilità e di presentare una relazione in
merito entro il 2012. Gli Stati membri sono chiamati a: applicare il quadro
europeo di interoperabilità a livello nazionale entro il 2013; concretizzare,
entro il 2013, gli impegni relativi all'interoperabilità e agli standard che
figurano nelle dichiarazioni di Malmö e Granada. |
- 2.3. Fiducia e sicurezza
Gli europei non adotteranno una tecnologia di cui non si fidano. L'era
digitale non è sinonimo di "grande fratello" né di "cyber far
west".
Gli utenti devono essere sicuri e protetti quando si collegano a internet.
La criminalità informatica, così come la criminalità nel mondo fisico, non
può essere tollerata. Inoltre, alcuni dei servizi online avanzati più
innovativi (come i servizi bancari o sanitari online) non esisterebbero se le
nuove tecnologie non fossero pienamente affidabili. Finora internet si è
dimostrato notevolmente sicuro, resistente e stabile, ma le reti informatiche
e i terminali degli utenti rimangono vulnerabili e sono esposti ad una vasta
gamma di minacce in costante evoluzione: negli ultimi anni il numero di
messaggi di posta elettronica indesiderati è cresciuto a tal punto da
congestionare il traffico di posta su internet (secondo alcune stime dall'80%
al 98% dei messaggi di posta elettronica sarebbe indesiderato[20]); essi
diffondono inoltre una lunga lista di virus e software maligni. I furti di
identità e le frodi online crescono in maniera preoccupante, gli attacchi
sono sempre più sofisticati (con trojan, botnet, ecc.) e spesso hanno finalità
economiche, ma possono anche avere motivazioni politiche, come mostrano i
recenti cyber-attacchi che hanno colpito Estonia, Lituania e Georgia.
Affrontare queste minacce e rafforzare la sicurezza nella società digitale
è una responsabilità comune, degli individui quanto degli enti pubblici e
privati, sia a livello nazionale che a livello mondiale. Per lottare contro lo
sfruttamento sessuale e la pedopornografia, ad esempio, possono essere
istituite piattaforme di segnalazione sia a livello nazionale che di Unione,
unitamente a misure per rimuovere e impedire la visualizzazione di contenuti
dannosi. Sono essenziali anche le attività educative e le campagne di
sensibilizzazione rivolte al pubblico: l'UE e gli Stati membri possono
intensificare gli sforzi, ad esempio tramite il programma per l'uso sicuro di
Internet, fornendo informazioni e attività educative relative alla sicurezza
online sia ai bambini che alle famiglie e analizzando l'impatto delle
tecnologie digitali sui bambini. Anche le imprese dovrebbero essere
incoraggiate a elaborare ulteriormente e a mettere in atto dei sistemi di
autoregolamentazione, in particolare per quanto riguarda la protezione dei
minori che utilizzano i loro servizi.
Il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali è un diritto
fondamentale nell'UE che deve essere fatto rispettare, anche online, con tutti
i mezzi possibili: dall'applicazione generalizzata del principio di
"privacy by design"[21] nelle TIC pertinenti fino ad arrivare, se
necessario, ad azioni dissuasive. Il quadro rivisto dell'UE applicabile alle
comunicazioni elettroniche chiarisce le responsabilità degli operatori di
rete e dei fornitori di servizi, compreso l'obbligo di notificare gli
attentati alla sicurezza dei dati personali. Il riesame del quadro generale
relativo alla protezione dei dati, avviato di recente, comprenderà
probabilmente un'estensione dell'obbligo di notificare gli attentati alla
sicurezza dei dati. L'attuazione del divieto di inviare messaggi di posta
indesiderati sarà rafforzato tramite la rete europea dei centri dei
consumatori.
L'applicazione efficace e rapida del piano di azione europeo per la
protezione delle infrastrutture critiche informatizzate[22] e del programma di
Stoccolma[23] fornirà un ampio ventaglio di misure nel settore della
sicurezza delle reti e dell'informazione e per la lotta contro la criminalità
elettronica. Ad esempio, per poter reagire in tempo reale occorre istituire in
Europa (anche per le istituzioni europee) una rete più ampia e ben
funzionante di squadre di pronto intervento informatico (CERT). Occorre
promuovere la cooperazione tra le CERT e le autorità incaricate di far
osservare le leggi e istituire un sistema di punti di contatto per lottare
contro la criminalità elettronica e far fronte ad emergenze come i
cyber-attacchi. L'Europa ha bisogno anche di una strategia sulla gestione
dell'identità, in particolare per garantire servizi di e-Government sicuri ed
efficaci[24].
Infine, occorre organizzare a livello mondiale la cooperazione tra gli
attori più importanti, in modo da lottare in maniera efficace contro le
minacce alla sicurezza e contenerle. Questa iniziativa può iscriversi nel
quadro delle discussioni sulla gestione di internet. A livello più operativo,
è opportuno intraprendere azioni mirate alla sicurezza delle informazioni,
coordinate a livello internazionale, e un'azione comune per lottare contro la
criminalità elettronica con il sostegno di un'Agenzia europea per la
sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) rinnovata.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 6:
nel 2010, presentare misure volte a raggiungere una politica rafforzata e di
alto livello in materia di sicurezza delle reti e delle informazioni, che
comprenda iniziative legislative come un'Agenzia europea per la sicurezza
delle reti e dell'informazione (ENISA) rinnovata, nonché misure che
permettano di rispondere più rapidamente ai cyber-attacchi, compresa una CERT
per le istituzioni dell'UE; Azione fondamentale 7: entro il 2010, presentare
misure, tra cui iniziative legislative, per combattere i cyber-attacchi contro
i sistemi informatici e, entro il 2013, adottare le relative norme in materia
di giurisdizione nel cyberspazio a livello europeo e internazionale. Altre
azioni: istituire una piattaforma europea in materia di criminalità
informatica entro il 2012; esaminare, entro il 2011, la possibilità di
istituire un centro europeo per la criminalità informatica; collaborare con
le parti interessate a livello mondiale, in particolare per rafforzare una
gestione globale dei rischi sia nel mondo fisico che in quello digitale e
promuovere azioni mirate, coordinate a livello internazionale, contro la
criminalità informatica e gli attacchi contro la sicurezza; sostenere, a
partire dal 2010, esercizi di preparazione alle emergenze in ambito di
sicurezza informatica a livello di UE; valutare la possibilità di ampliare le
disposizioni relative alla notifica delle violazioni della sicurezza
nell'ambito dell'aggiornamento del quadro normativo dell'UE in materia di
tutela dei dati personali per aumentarne coerenza e certezza giuridica[25];
entro il 2011, fornire indicazioni per l'attuazione del nuovo quadro sulle
telecomunicazioni per quanto riguarda la tutela della riservatezza e dei dati
personali degli individui; sostenere l'istituzione di centri per la denuncia
dei contenuti online illeciti (linee telefoniche dirette) e campagne di
sensibilizzazione sulla sicurezza online dei bambini, condotte a livello
nazionale, e promuovere la cooperazione e la condivisione di buone pratiche in
questo settore tra tutti gli Stati membri; promuovere il dialogo tra le varie
parti interessate e l'autoregolamentazione dei fornitori di servizi europei e
mondiali (ad es. piattaforme di social networking, fornitori di servizi di
comunicazione mobile, ecc.) in particolare per quanto riguarda l'uso dei loro
servizi da parte dei minori. Gli Stati membri sono chiamati a: istituire,
entro il 2012, una rete efficiente di CERT a livello nazionale che copra tutta
l'Europa; in cooperazione con la Commissione, svolgere simulazioni di attacchi
su larga scala e sperimentare strategie di mitigazione a partire dal 2010;
mettere in pratica le linee telefoniche dirette per la denuncia di contenuti
online offensivi o dannosi, organizzare campagne di sensibilizzazione sulla
sicurezza online dei bambini e proporre di insegnare la sicurezza online nelle
scuole, nonché incoraggiare i fornitori di servizi internet a mettere in atto
misure di autoregolamentazione relative alla sicurezza dei bambini entro il
2013; istituire o adattare piattaforme nazionali di segnalazione alla
piattaforma contro la criminalità elettronica di Europol, a partire dal 2010
ed entro il 2012. |
- 2.4. Accesso ad internet veloce e superveloce
Abbiamo bisogno di un internet molto veloce perché l'economia cresca
rapidamente, creando posti di lavoro e ricchezza, e per garantire che i
cittadini abbiano accesso ai contenuti e ai servizi che desiderano.
In futuro l'economia sarà un'economia della conoscenza basata sulle reti,
che ruoterà attorno a internet. L'Europa necessita di un accesso a internet
veloce e superveloce, a prezzi competitivi e largamente disponibile. La
strategia Europa 2020 ha sottolineato l'importanza della diffusione della
banda larga per promuovere l'inclusione sociale e la competitività nell'UE,
ribadendo l'obiettivo di portare la banda larga di base a tutti i cittadini
europei entro il 2013. La strategia è intesa a fare in modo che, entro il
2020, tutti gli europei abbiano accesso a connessioni molto più rapide,
superiori a 30 Mbps, e che almeno il 50% delle famiglie europee si abboni a
internet con connessioni al di sopra di 100 Mbps.
Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi occorre elaborare una politica
globale basata su una combinazione di tecnologie e con due obiettivi
paralleli: da un lato, garantire la copertura universale della banda larga
(combinando reti fisse e senza fili) con velocità di connessione crescenti
fino a 30 Mbps e oltre e, nel tempo, favorire la diffusione e l'adozione su
una vasta porzione del territorio dell'UE di reti di accesso di nuova
generazione (NGA) che consentono connessioni superveloci superiori a 100 Mbps.
2.4.1. Garantire la copertura universale della banda larga a velocità
sempre maggiori
In mancanza di un energico intervento pubblico, vi è il rischio che i
risultati ottenuti non siano ottimali e che le reti veloci a banda larga siano
concentrate in poche zone ad alta densità di popolazione, con costi di
accesso importanti e tariffe d'uso elevate. Le ripercussioni positive di tali
reti per l'economia e la società sarebbero tali da giustificare l'adozione di
politiche che garantiscano la copertura universale della banda larga a velocità
crescenti.
A tale fine la Commissione intende adottare una comunicazione che delinea
un quadro comune entro il quale dovrebbero essere elaborate le politiche
dell'Unione e degli Stati membri volte a raggiungere gli obiettivi della
strategia Europa 2020. In particolare, queste politiche dovrebbero assicurare
un abbassamento dei costi legati alla diffusione della banda larga su tutto il
territorio dell'UE, garantire una programmazione e un coordinamento adeguati e
ridurre il carico amministrativo. Le autorità competenti dovrebbero
assicurare ad esempio che i lavori di edilizia pubblica e privata prevedano
sistematicamente reti a banda larga e cablaggio degli edifici, l'eliminazione
dei diritti di passaggio e la mappatura delle infrastrutture passive
disponibili che si prestano al cablaggio.
La banda larga senza fili (terrestre o via satellite) può avere un ruolo
cruciale per arrivare alla copertura di tutte le aree, comprese le regioni più
remote e rurali. Oggi il problema principale per lo sviluppo di reti a banda
larga senza fili è l'accesso allo spettro radio. Gli utilizzatori di internet
mobile hanno già problemi di congestione delle reti causati da un uso non
efficace dello spettro radio che, oltre a frustrare gli utilizzatori, frena
l'innovazione nei mercati delle nuove tecnologie, attività che rappresentano
250 miliardi di euro l'anno[26]. Una politica europea in materia di spettro
radio proiettata verso il futuro dovrebbe, oltre ad includere la diffusione,
promuovere una gestione efficiente dello spettro imponendo l'utilizzo di
determinate frequenze del dividendo digitale per la banda larga senza fili
entro una data stabilita, assicurando una maggiore flessibilità (anche
rendendo possibile un mercato delle frequenze) e dando sostegno alla
concorrenza e all'innovazione.
Dovrebbero inoltre essere utilizzati strumenti di finanziamento, nazionali,
dell'UE e della BEI, per investimenti mirati in aree in cui, al momento
attuale, l'introduzione della banda larga non è economicamente interessante e
in cui solo tali interventi mirati possono perciò garantire la sostenibilità
degli investimenti.
2.4.2. Promuovere la diffusione delle reti di nuova generazione
Oggi in Europa l'accesso a internet si basa principalmente sulla banda
larga di prima generazione, ossia le classiche reti telefoniche in rame e di
teledistribuzione via cavo. La domanda di reti NGA molto più veloci sta però
aumentando tra i cittadini e le aziende di tutto il mondo. A questo proposito
l'Europa è ancora in ritardo rispetto ad alcune delle principali controparti
internazionali. Un indicatore significativo di tale ritardo è il tasso di
penetrazione della fibra ottica nelle case, che in Europa è molto basso e
largamente inferiore rispetto ad alcuni paesi pionieri che fanno parte del G20
( Figura 4 ).
Figura 4: Tasso di penetrazione della fibra ottica nelle case (FTTH) a
luglio 2009
[pic]
Fonte: Point Topic
Per promuovere la diffusione delle reti NGA e incoraggiare gli investimenti
commerciali in reti aperte e competitive, la Commissione adotterà una
raccomandazione sulle reti NGA basata sui seguenti principi: i) i rischi di
investimento devono essere tenuti in debita considerazione in fase di
definizione delle tariffe di accesso in funzione dei costi; ii) le autorità
nazionali di regolamentazione dovrebbero poter stabilire le soluzioni di
accesso più appropriate caso per caso, dando agli altri operatori
l'opportunità di investire a ritmi ragionevoli e tenendo conto anche del
livello di concorrenza in ciascuna zona e iii) dovrebbero essere promossi
meccanismi di coinvestimento e condivisione dei rischi.
2.4.3. Internet aperta e neutra
La Commissione seguirà inoltre con attenzione l'attuazione delle nuove
disposizioni legislative relative al carattere aperto e neutro di internet,
che tutelano i diritti degli utenti di accedere alle informazioni online e di
diffonderle e garantiscono la trasparenza in relazione alla gestione del
traffico[27]. La Commissione avvierà una consultazione pubblica entro
l'estate 2010 nell'ambito del suo impegno generale di riferire, entro la fine
dell'anno, alla luce dell'evoluzione del mercato e delle tecnologie, sulla
necessità di ulteriori orientamenti per realizzare gli obiettivi fondamentali
di libertà di espressione, trasparenza, necessità di investimenti in reti
aperte ed efficienti, concorrenza leale e apertura a modelli commerciali
innovativi.
AZIONI La Commissione attuerà le seguenti azioni: Azione fondamentale 8:
adottare, nel 2010, una comunicazione sulla banda larga che definisca un
quadro comune per le azioni necessarie, a livello di UE e di Stati membri, per
raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di banda
larga, ad esempio: consolidare e razionalizzare, in questo quadro, il
finanziamento della banda larga ad alta velocità tramite strumenti
dell'Unione (ad es. FESR, ERDP, FEASR, TEN, PIE) entro il 2014 ed esaminare in
che modo attirare capitali per gli investimenti nella banda larga tramite
sostegno al credito (con il supporto della BEI e dei fondi dell'UE); proporre,
nel 2010, un programma ambizioso sulla politica europea in materia di spettro
radio che sarà sottoposto al Parlamento europeo e al Consiglio. Il programma
stabilirà, a livello di UE, una politica coordinata e strategica in materia
di spettro, finalizzata a gestire più efficacemente lo spettro affinché i
consumatori e le imprese possano trarne i massimi benefici; pubblicare una
raccomandazione, nel 2010, atta a stimolare gli investimenti in reti di
accesso di nuova generazione (NGA) competitive tramite misure normative chiare
ed efficaci. Gli Stati membri sono chiamati a: elaborare e rendere operativi,
entro il 2012, piani nazionali per la banda larga per raggiungere gli
obiettivi in materia di copertura, velocità e adozione definiti nella
strategia Europa 2020, utilizzando finanziamenti pubblici conformi alle norme
UE in materia di aiuti di stato e di concorrenza[28]. Nell'ambito della
governance dell'agenda digitale la Commissione redigerà ogni anno una
relazione sui progressi raggiunti; adottare misure, comprese disposizioni
giuridiche, per facilitare gli investimenti nella banda larga, ad esempio
assicurando che le opere di edilizia coinvolgano sistematicamente i potenziali
investitori, eliminando i diritti di passaggio, procedendo alla mappatura
delle infrastrutture passive disponibili che si prestano al cablaggio e
aggiornando il cablaggio degli edifici; utilizzare i fondi strutturali e per
lo sviluppo rurale già accantonati per investimenti in infrastrutture e
servizi TIC; mettere in atto il programma sulla politica europea in materia di
spettro radio, in modo che le frequenze dello spettro siano assegnate in modo
coordinato per raggiungere il 100% di copertura di internet a 30 Mbps entro il
2020, e adottare la raccomandazione sulle reti NGA. |
- 2.5. Ricerca e innovazione
L'Europa deve investire di più in R&S e garantire che le nostre idee
migliori giungano sul mercato.
L'Europa continua a investire troppo poco nelle attività di ricerca e
sviluppo connesse alle TIC. Rispetto a quanto avviene nei principali partner
commerciali quali gli USA, la R&S nel settore delle TIC in Europa non solo
rappresenta una percentuale molto minore della spesa totale per la R&S (il
17% rispetto al 29%) ma in termini assoluti costituisce circa il 40% della
spesa degli USA ( Figura 5 – 37 miliardi di euro rispetto agli 88 miliardi
di euro – dati del 2007).
Figura 5: Spesa totale R&S per le TIC in miliardi di euro (2007)
[pic]
Fonte: Eurostat e IPTS-CCR
Visto che le TIC rappresentano una quota significativa del valore aggiunto
totale nei comparti industriali europei più rilevanti, fra cui quello
automobilistico (25%), quello dei dispositivi di largo consumo (41%) o il
settore medico-sanitario (33%), la mancanza di investimenti nella R&S per
le TIC costituisce una minaccia per il settore europeo secondario e terziario.
La carenza di investimenti è dovuta principalmente a tre problemi:
- i finanziamenti pubblici destinati alla R&S sono deboli e dispersi:
per esempio, il settore pubblico dell'UE spende meno di 5,5 miliardi di euro
all'anno per la R&S connessa alle TIC, una somma ben inferiore ai livelli
dei paesi concorrenti;
- la frammentazione del mercato e la dispersione dei finanziamenti per gli
innovatori limitano la crescita e lo sviluppo delle imprese innovanti nel
settore delle TIC, in particolare le PMI;
- in Europa la diffusione sul mercato delle innovazioni basate sulle TIC è
lenta, soprattutto nei settori di interesse pubblico. Se da un lato le sfide
che la società deve affrontare favoriscono l'innovazione, dall'altro l'Europa
fa uno scarso uso dell'innovazione e della R&S per migliorare la qualità
e le prestazioni dei servizi pubblici.
2.5.1. Aumentare gli sforzi e potenziare l'efficienza
Nel 2010 la Commissione presenterà una strategia globale in materia di
ricerca e innovazione, intitolata "Un'Unione per l'innovazione", che
costituisce una delle iniziative principali per attuare la strategia Europa
2020[29]. Sulla base della strategia europea per una leadership nel settore
delle TIC[30], l'Europa deve accelerare, riorientare e raggruppare gli
investimenti per conservare il vantaggio competitivo in questo settore e
continuare a investire in ricerca ad alto rischio, compresa la ricerca
fondamentale multidisciplinare.
L'Europa dovrebbe inoltre consolidare il suo vantaggio innovativo in
settori fondamentali rafforzando le infrastrutture elettroniche (
eInfrastructures )[31] e sviluppando in modo mirato poli di innovazione in
settori fondamentali. Inoltre dovrebbe sviluppare una strategia a livello di
UE in materia di risorse informatiche distribuite in remoto (il cosiddetto
" cloud computing "), in particolare nei settori
dell'amministrazione pubblica e della scienza[32].
2.5.2. Incentivare l'innovazione in materia di TIC sfruttando il mercato
unico
Sarebbe opportuno usare la spesa pubblica dell'Europa per incentivare
l'innovazione, migliorando al tempo stesso l'efficienza e la qualità dei
servizi pubblici. Le autorità pubbliche europee devono unire le forze per
uniformare la regolamentazione, la certificazione, gli appalti pubblici e la
standardizzazione a favore dell'innovazione. Per permettere all'innovazione di
venire incontro alle esigenze della società sono necessari partenariati
pubblico-privato e scambi di opinioni con le parti interessate per elaborare
programmi tecnologici congiunti, dalla fase della ricerca fino alla
commercializzazione.. Le attività a favore del trasferimento della conoscenza
dovrebbero essere gestite con efficacia[33] e sostenute con strumenti
finanziari[34] adeguati e la ricerca finanziata con fondi pubblici dovrebbe
trovare un'ampia diffusione mediante la pubblicazione di dati e studi
scientifici in accesso libero[35].
2.5.3. Iniziative lanciate dall'industria per favorire l'innovazione aperta
Le TIC promuovono la creazione di valore e la crescita nell'economia.
Questo significa che l'industria ha sempre più bisogno di soluzioni aperte e
interoperabili per sfruttare le TIC in tutti i settori. Le iniziative varate
dall'industria tese a sviluppare norme e piattaforme aperte per prodotti e
servizi nuovi riceveranno il sostegno dei programmi finanziati dall'UE. La
Commissione rafforzerà le attività che raggruppano le parti interessate
attorno a programmi di ricerca comuni in settori quali l'internet del futuro,
compreso l'internet degli oggetti, e le tecnologie abilitanti fondamentali
nelle TIC.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Azione fondamentale 9:
raccogliere più investimenti privati mediante l'uso strategico degli appalti
prima della commercializzazione[36] e dei partenariati pubblico-privato[37],
usando i fondi strutturali per la ricerca e l'innovazione e aumentando ogni
anno del 20% il bilancio della R&S per le TIC almeno per la durata del 7°PQ;
Altre azioni: rafforzare il coordinamento e la condivisione delle risorse con
gli Stati membri e l'industria[38] e concentrarsi maggiormente sui
partenariati incentrati sulla domanda e sugli utenti nell'ambito del sostegno
dell'UE alla ricerca e all'innovazione nel settore delle TIC; a partire dal
2011, proporre misure per un accesso "leggero e rapido" ai fondi per
la ricerca UE nel settore delle TIC, rendendoli più interessanti soprattutto
per le PMI e per i giovani ricercatori con l'obiettivo di un'attuazione più
ampia nel contesto della revisione del quadro UE per la R&S[39];
assicurare un supporto finanziario sufficiente alle infrastrutture congiunte
di ricerca per le TIC e ai poli di innovazione, sviluppare ulteriormente le
eInfrastrutture e stabilire una strategia a livello di UE per il "cloud
computing" (risorse informatiche distribuite in remoto), in particolare
nei settori dell'amministrazione pubblica e della scienza; collaborare con le
parti interessate per sviluppare una nuova generazione di applicazioni e di
servizi sul web, anche per contenuti e servizi multilingue, sostenendo norme e
piattaforme aperte in tutti i programmi finanziati dell'UE. Gli Stati membri
sono chiamati a: entro il 2020, raddoppiare la spesa pubblica totale annua a
favore della ricerca e dello sviluppo delle TIC, portandola da 5,5 a 11
miliardi di euro (compresi i programmi UE), in modo da favorire un aumento
equivalente della spesa privata, portandola da 35 a 70 miliardi; avviare
progetti pilota su larga scala per valutare e sviluppare soluzioni innovative
e interoperabili, finanziate dal PCI, in settori di interesse generale. |
- 2.6. Migliorare l'alfabetizzazione, le competenze e l'inclusione nel
mondo digitale
L'era digitale dovrebbe favorire la responsabilizzazione e l'emancipazione;
le origini sociali o le competenze non dovrebbero costituire un ostacolo allo
sviluppo di questo potenziale.
Visto che sempre più operazioni sono effettuate online, dalla candidatura
per un posto di lavoro, al pagamento delle tasse fino alla prenotazione di
biglietti, l'uso di internet è diventato parte integrante della vita
quotidiana di molti europei. Tuttavia, 150 milioni di europei – quasi il 30%
della popolazione – non ha mai usato internet. Questo gruppo, che spesso
dichiara di non averne bisogno o di trovarlo troppo costoso, è costituito
essenzialmente da persone di età compresa fra 65 e 74 anni, da persone a
basso reddito, da disoccupati e da persone con un livello di istruzione non
elevato.
In molti casi l'esclusione è dovuta a una mancanza di competenze da parte
dell'utente, in materia di alfabetizzazione e di media informatici, che incide
non solo sulla capacità di trovare un'occupazione ma anche di apprendere,
creare, partecipare e usare con sicurezza e consapevolezza gli strumenti
digitali. L'accessibilità e l'usabilità possono costituire problemi anche
per i disabili in Europa. Colmare il divario digitale può aiutare i gruppi
socialmente svantaggiati a partecipare alla società digitale a condizioni
paragonabili a quelle degli altri cittadini (questo riguarda anche i servizi
che li interessano direttamente quali l'istruzione ( eLearning ), le
amministrazioni pubbliche ( e-Government ) e la sanità ( e-Health ) online) e
ad accrescere le possibilità di trovare un impiego superando la loro
condizione svantaggiata. Le competenze digitali rientrano quindi fra le otto
competenze fondamentali che sono indispensabili per quanti vivono in una
società basata sulla conoscenza[40]. È inoltre essenziale che tutti sappiano
navigare su internet in tutta sicurezza.
Inoltre, senza tecnici competenti le TIC non possono contribuire
efficacemente alla crescita in Europa e a incentivare la competitività e la
produttività in tutti i settori dell'economia europea. L'economia dell'UE
soffre della carenza di personale competente nel settore delle TIC: a causa
della mancanza di personale qualificato, entro il 2015 in Europa potrebbero
mancare le competenze necessarie per coprire 700 000 posti di lavoro nel
settore informatico[41].
2.6.1. Alfabetizzazione e competenze digitali
È essenziale insegnare agli europei a utilizzare le TIC e gli strumenti
digitali, attirando soprattutto i giovani verso le formazioni in questo
settore. Occorre aumentare sul piano qualitativo e quantitativo le competenze
in materia di TIC e di commercio elettronico ( e-business ) , vale a dire, le
competenze digitali necessarie per l'innovazione e la crescita. Inoltre,
considerando i 30 milioni di donne di età compresa fra 15 e 24 anni[42], è
necessario rendere più attraente il settore delle TIC a fini professionali,
in particolare per la produzione e la progettazione di tecnologia. I cittadini
devono essere informati del potenziale offerto dalle TIC per tutte le
professioni. A tal fine occorre mettere in atto partenariati multilaterali,
rafforzare l'apprendimento e riconoscere le competenze digitali nei sistemi
ufficiali di istruzione e formazione ma anche svolgere azioni di
sensibilizzazione e prevedere sistemi di certificazione e di formazione nel
settore delle TIC aperti ed efficaci al di fuori dei sistemi tradizionali di
insegnamento, utilizzando in particolare strumenti online e contenuti digitali
per la riqualificazione e la formazione professionale continua[43]. In base
all'esperienza maturata in occasione della prima "Settimana europea delle
competenze digitali" (1-5 marzo 2010)[44], la Commissione appoggerà le
attività di sensibilizzazione previste nel 2010 e negli anni a seguire a
livello nazionale ed europeo con l'intento di promuovere fra i giovani la
formazione, le carriere e l'occupazione nel settore delle TIC e di favorire
l'alfabetizzazione digitale fra i cittadini e la formazione dei lavoratori in
materia di TIC, nonché l'adozione delle migliori pratiche.
2.6.2. Servizi digitali inclusivi
Tutti dovrebbero essere in grado di cogliere i benefici offerti dalla
società digitale. Alla luce della consultazione pubblica[45] svolta di
recente, la Commissione valuterà il modo più efficace per rispondere alla
domanda di servizi di telecomunicazione di base nel contesto degli attuali
mercati concorrenziali, il ruolo che il servizio universale potrebbe svolgere
per realizzare l'obiettivo della banda larga per tutti e le modalità di
finanziamento del servizio universale. Se necessario, la Commissione presenterà,
entro la fine del 2010, una serie di proposte riguardanti la direttiva sul
servizio universale[46].
Occorrono inoltre azioni concordate per assicurare che i disabili possano
accedere integralmente ai nuovi contenuti elettronici. In particolare, i siti
web pubblici e i servizi online nell'UE che svolgono un ruolo importante per
favorire la piena partecipazione alla vita pubblica dovrebbero adottare le
norme internazionali in materia di accessibilità del web[47]. D'altra parte,
anche la Convenzione dell'ONU sui diritti dei disabili prevede determinati
obblighi in materia di accessibilità[48].
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Azione fondamentale 10:
proporre di inserire l'alfabetizzazione e le competenze digitali fra le
priorità del regolamento riguardante il Fondo sociale europeo (2014-2020);
Azione fondamentale 11: sviluppare, entro il 2012, gli strumenti per
identificare e riconoscere le competenze dei tecnici e degli utenti delle TIC,
facendo riferimento al quadro europeo delle qualifiche[49] e a EUROPASS[50] e
sviluppare un quadro europeo per i professionisti delle TIC al fine di
potenziare le competenze e favorire la mobilità dei tecnici attraverso
l'Europa. Altre azioni: inserire l'alfabetizzazione e le competenze digitali
fra le priorità dell'iniziativa faro "Nuove competenze per nuovi
lavori" che sarà avviata nel 2010[51], prevedendo anche l'inaugurazione
di un consiglio settoriale plurilaterale per le competenze in materia di TIC e
l'occupazione che si occuperà degli aspetti connessi all'offerta e alla
domanda; promuovere una maggiore partecipazione nel settore delle TIC delle
donne giovani e di quante si reimmettono sul mercato del lavoro fornendo
sostegno per le risorse di formazione sul web, l'eLearning in un contesto
ludico e le reti sociali; sviluppare, nel 2011, uno strumento online di
apprendimento per i consumatori relativo alle nuove tecnologie dei media (per
es. diritti dei consumatori su internet, commercio elettronico, protezione dei
dati, educazione ai media, reti sociali, ecc.). Questo strumento metterà
materiali didattici e informativi personalizzati a disposizione dei
consumatori, degli insegnanti e di altri soggetti interessati nei 27 Stati
membri; proporre, entro il 2013, l'adozione di indicatori in materia di
competenze digitali ed educazione ai media validi in tutta l'UE; valutare
sistematicamente se l'accessibilità è garantita in occasione delle revisioni
della legislazione intraprese nel contesto dell'agenda digitale, per es. il
commercio elettronico, l'identità elettronica e la firma elettronica, a
seguito della Convenzione dell'ONU sui diritti dei disabili; dopo aver
esaminato le opzioni disponibili, presentare entro il 2011 una serie di
proposte per assicurare che i siti web del settore pubblico (e i siti web che
forniscono servizi di base ai cittadini) siano completamente accessibili entro
il 2015; agevolare, entro il 2012, in collaborazione con gli Stati membri e i
soggetti interessati, l'elaborazione di un protocollo d'intesa in materia di
accesso digitale per i disabili conformemente alla convenzione dell'ONU. Gli
Stati membri sono chiamati a: attuare, entre il 2011, politiche a lungo
termine in materia di competenze informatiche e di alfabetizzazione digitale e
promuovere gli incentivi più opportuni per le PMI e i gruppi svantaggiati;
attuare, entro il 2011, le disposizioni riguardanti la disabilità del quadro
normativo in materia di telecomunicazoni e nell'ambito della direttiva
"Servizi di media audiovisivi"; integrare l'apprendimento
elettronico nelle politiche nazionali per modernizzare l'istruzione e la
formazione, anche nei programmi, nella valutazione dei risultati formativi e
nello sviluppo professionale di insegnanti e formatori. |
- 2.7. Vantaggi offerti dalle TIC alla società dell'UE
L'uso intelligente della tecnologia e lo sfruttamento delle informazioni ci
aiuteranno ad affrontare le sfide che attendono la nostra società, fra cui i
cambiamenti climatici e l'invecchiamento della popolazione.
La società digitale deve essere intesa come una società che offrirà
vantaggi a tutti. Lo sviluppo delle TIC sta diventando un elemento critico per
realizzare obiettivi strategici quali fornire supporto a una società che
invecchia, lottare contro i cambiamenti climatici, ridurre i consumi
energetici, migliorare l'efficienza dei trasporti e la mobilità, rafforzare
la consapevolezza dei pazienti e favorire l'inclusione dei disabili.
2.7.1. Le TIC per l'ambiente
L'UE si è impegnata a ridurre, entro il 2020, le emissioni di gas a
effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990 e a migliorare
l'efficienza energetica del 20%. Le TIC possono svolgere un ruolo fondamentale
per realizzare questo obiettivo:
- le TIC potrebbero favorire un'evoluzione strutturale verso prodotti e
servizi che richiedono un uso più limitato di risorse, verso la realizzazione
di risparmi energetici nell'edilizia e nelle reti dell'elettricità e verso
sistemi di trasporto intelligenti più efficienti e meno energivori;
- per illustrare le proprie prestazioni ambientali il settore delle TIC
dovrebbe dare l'esempio adottando un quadro comune di misura in base al quale
stabilire una serie di obiettivi in materia di riduzione dei consumi
energetici e delle emissioni di gas a effetto serra connessi ai propri
processi di produzione, distribuzione, utilizzo ed eliminazione di prodotti
TIC e alla fornitura di servizi TIC[52].
Per accelerare lo sviluppo e la diffusione su larga scala di soluzioni
basate sulle TIC per reti e contatori intelligenti, edifici a consumi
energetici praticamente nulli e sistemi di trasporto intelligenti è
essenziale favorire la cooperazione fra l'industria delle TIC, altri settori e
le amministrazioni pubbliche. È fondamentale fornire alle persone e alle
organizzazioni le informazioni necessarie per ridurre la loro impronta di
carbonio[53]. Il settore delle TIC dovrebbe fornire strumenti di
modellizzazione, analisi, monitoraggio e visualizzazione per valutare il
rendimento energetico e le emissioni di edifici, veicoli, imprese, città e
regioni. Le griglie intelligenti sono un elemento essenziale per passare a
un'economia a basse emissioni di carbonio: permetteranno infatti di
controllare la trasmissione e la distribuzione mediante piattaforme di
comunicazione e controllo basate su infrastrutture TIC avanzate. Per
consentire alle diverse griglie di operare congiuntamente in modo efficiente e
sicuro, sono necessarie interfacce aperte di trasmissione-distribuzione.
Per esempio, l'illuminazione rappresenta quasi il 20% del consumo di
elettricità a livello mondiale. Si può risparmiare il 70% circa di
elettricità combinando una tecnologia avanzata nota come Solid State Lighting
(SSL) con sistemi intelligenti di gestione dell'illuminazione. L'illuminazione
SSL è basata su tecnologie sviluppate dall'industria dei semiconduttori,
settore nel quale l'Europa occupa una posizione di primo piano. Per ridurre le
emissioni bisogna associare la sensibilizzazione alla formazione e alla
cooperazione multilaterale.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Azione fondamentale 12:
valutare, entro il 2011, se il settore delle TIC ha rispettato il calendario
previsto per l'adozione di metodi di misura comuni per il rendimento
energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore e proporre le
opportune misure giuridiche, se necessario. Altre azioni: sostenere i
partenariati fra il settore delle TIC e i principali settori responsabili
delle emissioni (per es. edilizia e costruzioni, trasporti e logistica,
distribuzione dell'energia) per migliorare l'efficienza energetica e ridurre
le emissioni di gas a effetto serra di questi settori entro il 2013; valutare,
entro il 2011, il potenziale contributo delle griglie intelligenti alla
decarbonizzazione dell'approvvigionamento energetico in Europa e definire una
serie di funzioni minime per promuovere l'interoperabilità delle griglie
intelligenti a livello europeo entro la fine del 2010; pubblicare, nel 2010,
un Libro verde sul Solid State Lighting (SSL) per esaminare gli ostacoli e
presentare proposte programmatiche; parallelamente, sostenere progetti di
dimostrazione nell'ambito del PCI. Gli Stati membri sono chiamati a:
concordare, entro la fine del 2011, ulteriori funzioni comuni per i contatori
intelligenti; includere, entro il 2012, specifiche per i costi totali per
l'intera durata di vita (invece dei costi iniziali di acquisto) per tutti gli
appalti pubblici per impianti di illuminazione). |
- 2.7.2. Assistenza medica sostenibile e ricorso alle TIC per favorire la
dignità e l'autonomia [54]
La diffusione delle tecnologie connesse alla sanità online ( eHealth ) in
Europa può migliorare la qualità dell'assistenza medica, ridurre i costi e
favorire l'autonomia delle persone, anche nei luoghi isolati. Per assicurare
il successo di queste tecnologie è essenziale che esse garantiscano ai
cittadini il diritto di conservare i dati medici personali in modo sicuro in
un sistema sanitario accessibile online. Per sfruttare pienamente il
potenziale offerto dai nuovi servizi elettronici in questo settore, l'UE deve
eliminare gli ostacoli giuridici e organizzativi, in particolare quelli che
impediscono l'interoperabilità su scala europea, e rafforzare la cooperazione
fra gli Stati membri.
L'iniziativa "Mercati guida per l'Europa"[55] promuoverà la
standardizzazione, le prove di interoperabilità e la certificazione dei dati
clinici e delle attrezzature elettronici. I nuovi servizi di telemedicina
quali le visite mediche online, il miglioramento delle cure di emergenza e i
dispositivi portatili che permettono di monitorare le condizioni di salute dei
malati cronici e dei disabili possono offrire ai pazienti una libertà di
movimento senza precedenti.
Grazie alle tecnologie riguardanti la domotica per le categorie deboli (
Ambient Assisted Living – AAL) le TIC sono ormai alla portata di tutti. Il
programma comune dell'UE dedicato all'AAL, attuato con gli Stati membri, e la
relativa ricerca avanzata, così come le applicazioni quali la teleassistenza
e il supporto online per i servizi sociali, saranno rafforzati per includere
la certificazione del personale sanitario (in modo che possa svolgere la
funzione di interfaccia con i servizi di informazione per le persone che
altrimenti incontrerebbero difficoltà a usare internet) e per stabilire nuovi
modi di mettere le TIC al servizio delle persone più vulnerabili. Grazie a
questo programma la società digitale permetterà alle persone vulnerabili, ai
malati cronici e ai disabili di vivere con maggiore dignità e autonomia. L'AAL
promuoverà l'innovazione e la diffusione di soluzioni basate sulle TIC in
settori fondamentali quali la prevenzione delle cadute (che riguarda oltre un
terzo degli ultrasessantacinquenni) e l'assistenza ai pazienti affetti da
demenza (oltre 7 milioni nell'UE): l'obiettivo è raddoppiare, entro il 2015,
il numero di anziani che vivono autonomamente.
AZIONI La Commissione collaborerà con le autorità competenti degli Stati
membri e con tutti i soggetti interessati per attuare le azioni seguenti:
Azione fondamentale 13: svolgere azioni pilota per fornire agli europei un
accesso online sicuro ai dati sanitari personali entro il 2015 e diffondere
ampiamente i servizi di telemedicina entro il 2020; Azione fondamentale 14:
proporre una raccomandazione per definire un numero minimo comune di dati sui
pazienti per garantire l'interoperabilità delle cartelle cliniche che
dovranno essere accessibili o scambiabili per via elettronica fra gli Stati
membri entro il 2012[56]. Altre azioni: favorire l'elaborazione di
standard[57], le prove di interoperabilità e la certificazione dei sistemi di
sanità online applicabili a tutta l'UE entro il 2015 mediante il dialogo con
le parti interessate; rafforzare il programma comune di domotica per le
categorie deboli (AAL) con l'obiettivo di permettere agli anziani e ai
disabili di vivere in modo autonomo e di partecipare attivamente alla società.
|
- 2.7.3. Promuovere la diversità culturale e i contenuti creativi
La convenzione dell'UNESCO sulla diversità culturale del 2005 (ratificata
a livello di UE nel 2006), che intende proteggere e promuovere la diversità
culturale nel mondo, si applica anche ai nuovi ambienti digitali. I nuovi
strumenti digitali possono di fatto permettere una più ampia distribuzione di
contenuti culturali e creativi perché la riproduzione costa meno, avviene
rapidamente e offre ad autori e fornitori di contenuti maggiori opportunità
di raggiungere un pubblico nuovo, più vasto e addirittura globale. Internet
promuove inoltre un maggiore pluralismo nei mezzi di comunicazione,
considerando che, da un lato, permette di accedere a una gamma più ampia di
fonti di informazioni e di punti di vista e, dall'altro, offre gli strumenti
di esprimersi pienamante e liberamente a quanti altrimenti non avrebbero la
possibilità di farlo.
In Europa la diffusione del cinema digitale è stata più lenta del
previsto per motivi tecnici (standard) ed economici (modelli commerciali).
Alcuni tipi di cinema rischiano addirittura di dover chiudere perché
l'attrezzatura digitale comporta costi elevati. Per tutelare la diversità
culturale occorre pertanto garantire un sostegno alla digitalizzazione dei
cinema.
Anche la frammentazione e la complessità dell'attuale sistema di licenze
ostacola la digitalizzazione di una parte considerevole del recente patrimonio
culturale europeo. Occorre migliorare la questione dei diritti d'autore e
rafforzare Europeana , la biblioteca pubblica digitale dell'UE. Per finanziare
la digitalizzazione su larga scala occorre potenziare i finanziamenti pubblici
e ricorrere a iniziative congiunte con i privati, a condizione che tali
iniziative rendano accessibile online su ampia scala il patrimonio culturale
comune dell'Europa[58]. Tutti dovrebbero poter accedere più facilmente al
patrimonio culturale europeo utilizzando e perfezionando le moderne tecnologie
di traduzione.
La direttiva "Servizi di media audiovisivi" disciplina il
coordinamento a livello di UE delle legislazioni nazionali relative a tutti i
media audiovisivi, sia le trasmissioni televisive tradizionali che i servizi
on demand . La direttiva stabilisce disposizioni per la promozione delle opere
europee, sia nei servizi di tipo televisivo che in quelli a pagamento.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Azione fondamentale 15:
proporre, entro il 2012, un modello sostenibile per il finanziamento di
Europeana, la biblioteca pubblica digitale dell'UE, e per la digitalizzazione
dei contenuti. Altre azioni: proporre, entro il 2012, una serie di misure
ispirate ai risultati della consultazione riguardante il Libro verde "Le
industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare"; pubblicare,
entro il 2011, una raccomandazione per promuovere la digitalizzazione del
cinema europeo; assicurare l'attuazione delle disposizioni della direttiva sui
servizi di media audiovisivi in materia di diversità culturale, ricorrendo
eventualmente a forme di regolamentazione congiunta e di autoregolamentazione,
e chiedere agli Stati membri di fornire informazioni in merito alla relativa
applicazione entro la fine del 2011. |
- 2.7.4. e -Government (amministrazione pubblica online)
I servizi di e-Government costituiscono un modo economico per migliorare il
servizio ai cittadini e alle imprese, favorire la partecipazione e promuovere
un'amministrazione aperta e trasparente. I servizi di e-Government possono
ridurre i costi e permettere ad amministrazioni pubbliche, cittadini e imprese
di risparmiare tempo. Inoltre possono contribuire ad attenuare le minacce
connesse ai cambiamenti climatici e ai rischi naturali e di origine umana
grazie alla condivisione di dati ambientali e di informazioni sull'ambiente.
Oggi, nonostante un livello elevato di disponibilità di servizi di
e-Government in Europa, esistono ancora notevoli differenze fra i vari Stati
membri e la loro diffusione fra i cittadini è limitata. Nel 2009 soltano il
38% dei cittadini dell'UE, rispetto al 72% delle imprese, aveva usato internet
per accedere ai servizi di e-Government. La diffusione generale di internet
aumenterà con il miglioramento in termini di uso, qualità e accessibilità
dei servizi pubblici online.
I governi europei si impegnano a garantire, entro il 2015[59], l'ampia
diffusione di servizi di e-Government orientati all'utente, personalizzati e
multipiattaforma. A tal fine, i governi dovrebbero adottare le misure
necessarie per evitare l'adozione di requisiti tecnici superflui, quali per
esempio applicazioni che funzionano soltanto in determinati ambienti tecnici o
con dispositivi specifici. La Commissione darà l'esempio attuando servizi
intelligenti di e-Government che agevoleranno la razionalizzazione delle
procedure amministrative e la condivisione delle informazioni e
semplificheranno l'interazione con la Commissione, favorendo una maggiore
consapevolezza fra gli utenti e migliorando l'efficienza, l'efficacia e la
trasparenza della Commissione.
La maggior parte dei servizi pubblici online non funziona a livello
transfrontaliero , cosa che incide sulla mobilità delle imprese e dei
cittadini. Finora le autorità pubbliche si sono concentrate sui bisogni
nazionali, senza prendere sufficientemente in considerazione gli aspetti dell'e-Government
connessi al mercato unico. Tuttavia, alcuni strumenti giuridici e iniziative
connessi al mercato unico (quali la direttiva sui servizi o il piano d'azione
per gli appalti pubblici elettronici) si fondano sul principio
dell'interazione fra le imprese e con le amministrazioni pubbliche per via
elettronica e a livello transfrontaliero[60].
L'Europa ha pertanto bisogno di una cooperazione amministrativa più
efficiente per sviluppare e realizzare servizi pubblici online
transfrontalieri. In questo quadro si inserisce l'attuazione di procedure
armonizzate per gli appalti pubblici elettronici e di servizi transfrontalieri
di identificazione e autenticazione elettronica (compreso il riconoscimento
reciproco dei livelli di sicurezza per l'autenticazione)[61].
I servizi elettronici nel settore dell'ambiente ( eEnvironment ), che
rientrano fra i servizi di e-Government, sono ancora sviluppati in misura
insufficiente o frammentati lungo i confini nazionali. Il diritto dell'Unione
in questo settore dovrebbe essere riveduto e aggiornato. Inoltre, soluzioni
innovative, quali le reti di sensori avanzate, possono aiutare a colmare le
lacune nei dati necessari.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Azione fondamentale 16:
proporre, entro il 2012, una decisione del Consiglio e del Parlamento europeo
per assicurare il riconoscimento reciproco dell'identificazione e
dell'autenticazione elettronica in tutte l'UE sulla base di "servizi
online di autenticazione" che devono essere disponibili in tutti gli
Stati membri (possono usare i documenti ufficiali più appropriati, rilasciati
dal settore pubblico o privato). Altre azioni: sostenere, grazie al programma
per la competitività e l'innovazione (PCI) e al programma riguardante le
soluzioni di interoperabilità per le amministrazioni pubbliche europee (ISA),
la realizzazione di servizi di e-Government transfrontalieri senza soluzione
di continuità nel mercato unico; riesaminare, entro il 2011, la direttiva
sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale[62]; collaborare con gli
Stati membri e i soggetti interessati per attuare servizi transfrontalieri di
eEnvironment, con particolare riguardo alle reti di sensori avanzate; Definire
in un Libro bianco, entro il 2011, misure concrete per l'interconnessione
delle capacità in materia di appalti pubblici elettronici nel contesto del
mercato unico; dare l'esempio in materia di e-Government aperto e trasparente
elaborando, nel 2010, e attuando un ambizioso piano d'azione per una
Commissione online (eCommission) per il periodo 2011-2015, includendo la
generalizzazione delle procedure elettroniche per gli appalti. Gli Stati
membri sono chiamati a: rendere pienamente interoperabili i servizi di
eGovernement, superando le barriere organizzative, tecniche o semantiche e
garantendo la compatibilità con IPv6; assicurare che gli sportelli unici
svolgano le funzioni di centri di eGovernement a pieno titolo, al di là dei
requisiti e dei settori oggetto della direttiva sui servizi; concordare, entro
il 2011, un elenco comune di servizi pubblici transfrontalieri fondamentali
corrispondenti a esigenze chiaramente definite – per permettere agli
imprenditori di stabilirsi e gestire un'impresa ovunque in Europa,
indipendentemente dal luogo di origine, e ai cittadini di studiare, lavorare,
stabilirsi e andare in pensione ovunque nell'Unione europea. Questi servizi
fondamentali dovrebbero essere disponibili online entro il 2015. |
- 2.7.5 Sistemi di trasporto intelligenti per un trasporto efficiente e una
mobilità migliore
Grazie ai sistemi di trasporto intelligenti (STI) i trasporti diventano più
efficienti, rapidi, facili da usare e affidabili. L'attenzione si concentra su
soluzioni intelligenti per integrare i flussi di traffico merci e passeggeri
fra i vari modi di trasporto e proporre soluzioni sostenibili per eliminare le
strozzature delle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeree, marittime e
fluviali.
Per quanto riguarda il trasporto stradale e le interfacce con gli altri
modi di trasporto, il piano d'azione per gli STI e la relativa direttiva
favoriscono la realizzazione di sistemi di informazione in tempo reale sul
traffico e sugli spostamenti e di sistemi di gestione dinamica del traffico
per alleviare la congestione e incoraggiare una mobilità più rispettosa
dell'ambiente, migliorando al tempo stesso la sicurezza. Il sistema di
gestione del traffico aereo per il cielo unico europeo (SESAR) integrerà i
servizi di navigazione aerea e i sistemi di supporto. Grazie ai servizi di
informazione fluviale (RIS) e ai servizi elettronici nel settore marittimo (
e-Maritime ) il trasporto fluviale e marittimo migliora diventando più sicuro
ed efficiente. Il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario intende
installare un sistema di controllo automatico della velocità comune a tutta
l'Europa, mentre le applicazione telematiche per i servizi di trasporto
merci[63] e passeggeri per ferrovia favoriranno i servizi transfrontalieri,
fornendo ai passeggeri strumenti per pianificare i viaggi (individuazione
delle coincidenze con altri treni e modi di trasporto, assistenza per le
prenotazioni, i pagamenti e la localizzazione dei bagagli) e per ottenere
aggiornamenti in tempo reale.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: Accelerare la diffusione
degli STI, in particolare nel trasporto stradale e urbano, attuando la
direttiva STI proposta a sostegno dell'interoperabilità e di una rapida
standardizzazione; Adottare, entro il 2010, la strategia di attuazione delle
soluzioni di gestione del traffico aereo per il cielo unico europeo (SESAR);
Presentare, entro il 2011, una direttiva per la realizzazione di servizi
elettronici per il trasporto marittimo; Proporre, entro il 2011, una direttiva
per definire le specifiche tecniche riguardanti le applicazioni telematiche
per i servizi di trasporto passeggeri per ferrovia. Gli Stati membri
dovrebbero: Rispettare gli obblighi previsti dal piano di attuazione del
sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS), con particolare
riguardo per le linee che devono essere attrezzate con questo sistema entro il
2015. |
- 2.8. Aspetti internazionali dell'agenda digitale
L'agenda digitale europea intende trasformare l'Europa in un motore di
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva a livello globale. Tutti i
sette pilastri dell'agenda digitale hanno una dimensione internazionale. In
particolare, il mercato unico del digitale ha bisogno di un'interfaccia con
l'esterno in quanto è possibile ottenere progressi su numerosi aspetti
programmatici soltanto a livello internazionale. Grazie all'interoperabilità
e a norme riconosciute a livello mondiale è possibile accelerare
l'innovazione riducendo i rischi e i costi delle nuove tecnologie. Anche la
questione delle crescenti minacce alla sicurezza informatica deve essere
affrontata in un contesto internazionale. Inoltre, le soluzioni normative
adottate dall'Europa, che sono basate sulle pari opportunità, la trasparenza
delle autorità pubbliche e della governance e sull'apertura dei mercati alla
concorrenza, sono prese a esempio in altre parti del mondo. Infine, è anche
importante misurare i progressi compiuti dall'Europa nell'ambito dell'agenda
digitale confrontadoli con le migliori pratiche adottate a livello
internazionale.
Pertanto, considerando soprattutto l'importanza strategica di internet, per
realizzare le azioni summenzionate è fondamentale conferire una dimensione
internazionale all'agenda digitale. L'Europa deve continuare a svolgere un
ruolo di guida, conformemente all'agenda di Tunisi, per promuovere una
gestione di internet quanto più possibile aperta e inclusiva. Già oggi
internet coinvolge una grande varietà di sistemi e applicazioni che
interessano tutti gli aspetti della nostra vita, indipendente da dove viviamo
e in futuro la tendenza si rafforzerà sempre più. È un formidabile
strumento di libertà di espressione in tutto il mondo.
Per incentivare l'innovazione anche a livello internazionale, la
Commissione si adopererà per istituire condizioni favorevoli per i prodotti e
i servizi digitali nel commercio esterno, sviluppando per esempio un
partenariato solido per favorire l'accesso al mercato e offrire opportunità
di investimento, riducendo le barriere tariffarie e non tariffarie a livello
globale, migliorando la protezione dei diritti di proprietà intellettuale ed
evitando distorsioni del mercato.
L'accordo sulle tecnologie dell'informazione (ITA) del 1997 ha dato
risultati tangibili per quanto riguarda la promozione delle tecnologie
dell'informazione in Europa e nel resto del mondo. Ora però occorre
aggiornare l'ITA per tenere conto dei nuovi sviluppi, soprattutto a livello di
tecnologia e convergenza dei prodotti.
Anche nel settore dei servizi digitali e della proprietà intellettuale gli
accordi commerciali internazionali dovranno riflettere maggiornmente i
progressi tecnologici.
AZIONI La Commissione attuerà le azioni seguenti: promuovere
l'internazionalizzazione della gestione di internet e della cooperazione
mondiale per mantenere la stabilità di internet, sulla base di un modello
multilaterale; sostenere la continuazione delle attività del Forum per la
gestione di internet oltre il 2010; collaborare con paesi terzi per migliorare
le condizioni relative al commercio internazionale di prodotti e servizi
digitali, con riferimento anche ai diritti di proprietà intellettuale;
ottenere un mandato per aggiornare gli accordi internazionali in base ai
progressi tecnologici o, se opportuno, proporre nuovi strumenti. |
- 3. Attuazione e gestione
La sfida più ardua consisterà nell'adottare e attuare rapidamente le
misure necessarie per realizzare i nostri obiettivi. Per far accelerare il
passo all'Europa dobbiamo dimostrare lo stesso spirito determinato e
condividere una visione comune.
Per assicurare il successo dell'agenda digitale occorre attuare
meticolosamente tutte le varie azioni previste, conformemente alla struttura
di governance Europa 2020. Come è illustrato dalla figura 6 , la Commissione
dovrà a tal fine:
1. Istituire un meccanismo di coordinamento interno – il cui nucleo sarà
costituito da un gruppo di commissari incaricato di assicurare un
coordinamento efficace fra le diverse politiche, con particolare riferimento
alla serie di iniziative legislative proposte nell'ambito dell'agenda digitale
(allegato 1).
Figura 6 : Il ciclo della gestione nel contesto dell'agenda digitale
europea
[pic]
2. Attuare una stretta collaborazione con gli Stati membri, il Parlamento
europeo e tutte le parti interessate, in particolare:
- istituendo un "gruppo di alto livello" per collaborare con gli
Stati membri;
- favorendo un dialogo costante con i rappresentanti del Parlamento
europeo;
- istituendo piattaforme orientate all'azione in merito alle sette aree
programmatiche e prevedendo la partecipazione di un gran numero di soggetti
interessati.
3. Fare un bilancio periodico dei progressi compiuti nell'ambito
dell'agenda digitale pubblicando ogni anno a maggio un quadro di valutazione
comprendente le informazioni seguenti[64]:
- sviluppi socio-economici fondati su indicatori di prestazioni
fondamentali, selezionati in base alla loro pertinenza rispetto ai temi
programmatici principali (allegato 2)[65];
- aggiornamento dei progressi realizzati in merito a tutte le varie azioni
programmatiche previste dall'agenda digitale.
4. Organizzare un ampio dibattito con le parti interessate sui progressi,
così come sono registrati nei quadri di valutazione digitali, sotto forma di
un' assemblea annuale sul digitale che si terrà a giugno e alla quale
parteciperanno gli Stati membri, le istituzioni dell'UE, i rappresentanti dei
cittadini e l'industria per valutare i progressi compiuti e le nuove sfide da
affrontare. La prima assemblea del digitale si terrà nel primo semestre del
2011.
5. Per riferire sui risultati di queste attività, la Commissione
trasmetterà al Consiglio europeo una relazione annua sui progressi compiuti
conformemente alla struttura di governance Europa 2020.
Allegato 1: Tabella delle azioni legislative
Proposte/azioni legislative della Commissione | Data prevista di
realizzazione |
Un mercato digitale unico e dinamico |
Azione fondamentale 1: proporre una direttiva quadro sulla gestione
collettiva dei diritti che istituisce un sistema di licenze paneuropee per la
gestione dei diritti (online) | 2010 |
Azione fondamentale 1: proporre una direttiva sulle opere
"orfane" per facilitare la digitalizzazione e la diffusione delle
opere dell'ingegno in Europa | 2010 |
Azione fondamentale 4: rivedere il quadro normativo dell'UE in materia di
protezione dei dati per aumentare la fiducia dei singoli e rafforzare i loro
diritti | 2010 |
Avanzare proposte aggiornando la direttiva sul commercio elettronico per i
mercati online | 2010 |
Azione fondamentale 2: proporre misure volte a rendere obbligatoria, entro
una data prestabilita, la migrazione verso l'area di pagamento unica in euro (SEPA)
| 2011 |
Azione fondamentale 3: rivedere la direttiva sulla firma elettronica per
assicurare il riconoscimento e l'interoperabilità transfrontalieri dei
sistemi di autenticazione elettronica | 2011 |
Proporre uno strumento di diritto contrattuale che integri la direttiva sui
diritti dei consumatori | 2011 |
Proporre iniziative per armonizzare maggiormente la numerazione per la
fornitura di servizi commerciali in tutta Europa | 2012 |
Presentare una relazione in merito al riesame della direttiva relativa alle
misure e alle procedure volte ad assicurare il rispetto dei diritti di
proprietà intellettuale | 2012 |
Presentare una relazione sulla necessità di misure ulteriori per
promuovere le licenze transfrontaliere e paneuropee | 2012 |
Azione fondamentale 1: rivedere la direttiva sul riutilizzo
dell'informazione del settore pubblico, in particolare con riferimento
all'ambito di applicazione e ai principi sui quali si basa l'imposizione di
tariffe per l'accesso e l'uso | 2012 |
Proporre un sistema di risoluzione delle controversie online valido in
tutta l'UE applicabile alle operazioni di commercio elettronico |
Interoperabilità e standard | 2010 |
Azione fondamentale 5: avanzare proposte in merito alla riforma delle
regole sull'applicazione degli standard in materia di TIC in Europa al fine di
consentire l'uso di taluni standard elaborati da forum e consorzi | 2011 |
Pubblicare orientamenti relativi ai diritti essenziali di proprietà
intellettuale e alle condizioni per il rilascio di licenze nel contesto della
definizione di standard, inclusa la divulgazione ex-ante | 2012 |
Presentare una relazione sulla fattibilità di misure che potrebbero
portare attori economici importanti a concedere licenze relative alle
informazioni sull'interoperabilità |
Fiducia e sicurezza | 2010 |
Azione fondamentale 6: proporre un regolamento per aggiornare l'Agenzia
europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) e avanzare
proposte in merito all'istituzione di CERT per le istituzioni dell'UE | 2010 |
Azione fondamentale 4: nell'ambito dell'aggiornamento del quadro normativo
relativo dell'UE in materia di tutela dei dati personali, valutare la
possibilità di ampliare le disposizioni relative alla notifica delle
violazioni della sicurezza | 2010 |
Azione fondamentale 7: proporre strumenti giuridici per combattere i
cyber-attacchi | 2013 |
Azione fondamentale 7: proporre norme in materia di giurisdizione nel
cyberspazio a livello europeo e internazionale |
Accesso ad internet veloce e superveloce | 2010 |
Azione fondamentale 8: proporre una decisione del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa ad un programma sulla politica europea in materia di
spettro radio per una gestione più efficace dello spettro | 2010 |
Azione fondamentale 8: pubblicare una raccomandazione per incoraggiare gli
investimenti in reti NGA competitive |
Migliorare l'alfabetizzazione, le competenze e l'inclusione nel mondo
digitale | 2011 |
Presentare proposte per assicurare che i siti web del settore pubblico (e i
siti che forniscono servizi di base ai cittadini) siano pienamente accessibili
entro il 2015 | 2013 |
Azione fondamentale 10: proporre di inserire l'alfabetizzazione e le
competenze digitali fra le priorità del regolamento riguardante il Fondo
sociale europeo (2014-2020) |
Vantaggi per la società dell'UE grazie alle TIC | 2010 |
Proporre una seria di funzioni minime per promuovere l'interoperabilità
delle griglie intelligenti a livello europeo | 2011 |
Proporre, se necessario, metodi di misura comuni per le prestazioni
energetiche e le emissioni di gas a effetto serra del settore delle TIC | 2011
|
Presentare una raccomandazione per la digitalizzazione del cinema europeo |
2011 |
Riesaminare la direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione
ambientale | 2011 |
Presentare una direttiva per la realizzazione di servizi elettronici per il
trasporto marittimo (e-Maritime) | 2011 |
Proporre una direttiva per definire le specifiche tecniche riguardanti le
applicazioni telematiche per i servizi di trasporto passeggeri per ferrovia |
2012 |
Azione fondamentale 14: presentare una raccomandazione per definire un
numero minimo comune di dati sui pazienti per garantire l'interoperabilità
delle cartelle cliniche che dovranno essere accessibili o scambiabili per via
elettronica fra gli Stati membri | 2012 |
Allegato 2: Obiettivi di prestazione fondamentali
Gli indicatori in questione sono tratti essenzialmente dal Benchmarking
framework 2011-2015[66] (quadro di valutazione comparativa 2011-2015)
approvato dagli Stati membri dell'UE nel novembre 2009.
1. Obiettivi nel settore della banda larga:
- Banda larga di base per tutti entro il 2013: copertura con banda larga di
base per il 100% dei cittadini dell'UE. (Valore di riferimento: nel dicembre
2008 la copertura totale DSL (espressa sotto forma di percentuale della
popolazione dell'UE) era pari al 93%).
- Banda larga veloce entro il 2020: copertura con banda larga pari o
superiore a 30 Mbps per il 100% dei cittadini UE. (Valore di riferimento: nel
gennaio 2010 il 23% degli abbonamenti a servizi di banda larga prevedeva una
velocità di almeno 10 Mbps).
- Banda larga ultraveloce entro il 2020: il 50% degli utenti domestici
europei dovrebbe avere abbonamenti per servizi con velocità superiore a 100
Mbps. (Nessun valore di riferimento)
2. Mercato unico digitale:
- Promuovere il commercio elettronico: il 50% della popolazione dovrebbe
fare acquisti online entro il 2015. (Valore di riferimento: nel 2009 il 37%
delle persone di età compresa fra 16 e 74 anni aveva ordinato prodotti o
servizi per uso privato nei 12 mesi precedenti).
- Commercio elettronico transfrontaliero: il 20% della popolazione dovrebbe
fare acquisti online all'estero entro il 2015. (Valore di riferimento: nel
2009 l'8 % delle persone di età compresa fra 16 e 74 anni aveva ordinato
prodotti o servizi da altri paesi dell'UE nei 12 mesi precedenti).
- Commercio elettronico per le imprese: il 33% delle PMI dovrebbe
effettuare vendite/acquisti online entro il 2015. (Valore di riferimento: nel
2008 il 24% e il 12% delle imprese aveva effettuato, rispettivamente, servizi
di acquisto/vendita per via elettrocnia, per un importo pari o superiore
all'1% del totale del fatturato/delle vendite).
- Mercato unico per i servizi di telecomunicazione: la differenza fra le
tariffe in roaming e le tariffe nazionali dovrebbe essere praticamente
inesistente entro il 2015. (Valore di riferimento: nel 2009 il prezzo medio
per una telefonata di un minuto effettuata in roaming era di 0,38 centesimi
(per chiamata effettuata) e il prezzo medio per le telefonate di un minuto
nell'UE era di 0,13 centesimi (roaming incluso).
3. Inclusione digitale:
- Portare l'uso regolare di internet dal 60% al 75% entro il 2015 e dal 41%
al 60% per le categorie svantaggiate (Le cifre di riferimento riguardano il
2009).
- Dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno mai usato
internet (portandolo al 15%) (Valore di riferimento: nel 2009 il 30% della
popolazione di età compresa fra 16 e 74 anni non aveva mai utilizzato
internet).
4. Servizi pubblici:
- eGovernement entro il 2015: ricorso all'e-Government da parte del 50%
della popolazione, di cui oltre la metà dovrebbe essere in grado di
restituire moduli compilati. (Valore di riferimento: nel 2009 il 38% delle
persone di età compresa fra 16 e 74 anni aveva usato i servizi di
eGovernement nei 12 mesi precedenti e il 47% usava i servizi di e-Government
per trasmettere moduli compilati).
- Servizi pubblici transfrontalieri: mettere online, entro il 2015, tutti i
servizi pubblici fondamentali transfrontalieri previsti dalla lista che gli
Stati membri dovranno concordare entro il 2011. (Nessun valore di riferimento)
5. Ricerca e innovazione:
- Aumento delle spese di R&S per le TIC: raddoppiare gli investimenti
pubblici portandoli a 11 miliardi di euro. (Valore di riferimento: nel 2007
l'importo nominale dei crediti o delle spese dei bilanci pubblici per la
R&S (GBAORD) era di 5,7 miliardi di euro).
6. Economia a basse emissioni di carbonio:
- Promozione dell'illuminazione a basso consumo energetico: entro il 2020
almeno il 20% di riduzione globale del consumo di energia per l'illuminazione
(Nessun valore di riferimento).
-
[1] EUROPA 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile
e inclusiva - COM(2010) 2020.
[2] L'agenda del digitale si basa sui risultati di estese consultazioni, in
particolare sui contributi della Relazione sulla competitività digitale in
Europa 2009, COM(2009)390, sulla consultazione pubblica della Commissione
sulle priorità future nel settore delle TIC (2009), sulle conclusioni del
Consiglio TTE di dicembre 2009, sulla consultazione e la strategia Europa
2020, sulla relazione ICT Industry Partnership Contribution to the Spanish
Presidency Digital Europe Strategy , la relazione d'iniziativa del Parlamento
europeo su 2015.eu , e sulla la dichiarazione adottata durante la riunione
ministeriale informale tenutasi a Granada ad aprile 2010. Tutti questi
documenti sono consultabili sul sito:http://ec.europa.eu/information_society/eeurope/i2010/index_en.htm.
[3] Solo una delle nove imprese che realizzano applicazioni TIC presenti
nella lista Global 500 del Financial Times è europea. Solo 4 dei 54 siti web
più visitati in tutta Europa sono europei.
[4] http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/president/news/press-releases/pdf/20100510_1_it.pdf,
paragrafo 2.3.
[5] Direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo dell'informazione del
settore pubblico.
[6] Tale revisione terrà conto anche della recente raccomandazione del
Consiglio OCSE in tema di accesso e uso dell'informazione pubblica ( OECD
Recommendation of the Council for Enhanced Access and More Effective Use of
Public Sector Information) .
[7] Comunicazione sul commercio elettronico transfrontaliero tra imprese e
consumatori nell'UE - COM(2009) 557.
[8] I pagamenti elettronici e la fatturazione elettronica sono elementi
imprescindibili per istituire la cosiddetta "giustizia elettronica",
ossia procedure per rimborsi di piccola entità o il pagamento online delle
spese procedurali.
[9] Direttiva 2009/110/CE concernente l’avvio, l’esercizio e la
vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettronica.
[10] Per questa ragione la Commissione ha proposto una Strategia europea
sulla gestione dell'identità nel quadro del programma di Stoccolma - COM(2010)
171.
[11] Direttiva che modifica la direttiva 2006/112/CE, come proposto dalla
Commissione nel 2009.
[12] http://www.ec.europa.eu/eyouguide.
[13] Direttiva 2000/31/CE. Inoltre, potrebbe essere necessario allineare al
progresso tecnologico le disposizioni in materia, ad esempio, di responsabilità
limitata dei servizi della società dell'informazione.
[14] Direttiva 2005/29/CE.
[15] Direttiva 2002/65/CE.
[16] Cfr. http://ec.europea.eu/consumers/rights/cons_acquis_en.htm.
[17] Cfr. l'azione fondamentale n. 8.
[18] Modernising ICT Standardisation in the EU - The Way Forward - COM(2009)
324.
[19] Soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni
europee (ISA) (GU L 260 del 3.10.2009, pag. 20). ISA sostituisce il programma
IDABC (Erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico
alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini) (GU L 181 del
18.5.2009, pag. 25).
[20] Si veda ad esempio European Network and Information Society Agency
spam survey 2009 (gennaio 2010).
[21] In base a questo principio la protezione della riservatezza e dei dati
personali è integrata in tutto il ciclo di vita delle tecnologie, dalla fase
di progettazione iniziale allo sviluppo, uso e smaltimento finale.
[22] COM(2009) 149.
[23] COM(2010) 171.
[24] Questa strategia è stata proposta nell'ambito del programma di
Stoccolma.
[25] Cfr. l'azione fondamentale 4.
[26] Cfr. lo studio " Conditions and options in introducing secondary
trading of radio spectrum in the European Community " (Studio sulle
condizioni e le opzioni per l'introduzione dello scambio secondario di spettro
radio nella Comunità europea), maggio 2004.
[27] Direttiva 2002/21/CE che istituisce un quadro normativo comune per le
reti ed i servizi di comunicazione elettronica, articolo 8, paragrafo 4,
lettera g); articolo 20, paragrafo 1, lettera b), e articolo 21, paragrafo 3,
lettere c) e d), della direttiva servizio universale.
[28] Orientamenti comunitari relativi all’applicazione delle norme in
materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda
larga, GU C 235 del 30.9.2009, pag. 4.
[29] Cfr. la relazione del 2009 sulle attività di R&S nel settore
delle TIC nell'Unione europea (The 2009 Report on R&D in ICT in the
European Union).
[30] Una strategia per la R&S e l’innovazione in materia di TIC in
Europa: passare alla velocità superiore, COM(2009) 116.
[31] La rete di comunicazione elettronica a grande capacità GÉANT e
l'infrastruttura di rete EGI.
[32] La strategia dovrebbe prendere in considerazione gli aspetti
economici, giuridici e istituzionali.
[33] Raccomandazione della Commissione relativa alla gestione della
proprietà intellettuale nelle attività di trasferimento delle conoscenze e
al codice di buone pratiche destinato alle università e ad altri organismi
pubblici di ricerca, C(2008)1329.
[34] Per es. le garanzie degli investimenti a titolo del Fondo europeo per
gli investimenti e altri strumenti della BEI.
[35] A tal fine la Commissione amplierà opportunamente i requisiti di
pubblicazione in accesso libero attualmente in vigore, come stabilito dalla
decisione C(2008) 4408 della Commissione (per maggiori informazioni su questo
progetto pilota cfr. il sito seguente: http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1680).
[36] Nel periodo 2011-2013 la Commissione cofinanzierà cinque nuove azioni
riguardanti gli appalti prima della commercializzazione che coinvolgeranno gli
Stati membri.
[37] Per esempio, nel periodo 2011-2013 la Commissione sosterrà sei
partenariati pubblico-privato riguardanti le TIC nell'ambito del 7° PQ per un
finanziamento totale di 1 miliardo di euro ricorrendo a circa 2 miliardi di
euro di finanziamenti privati.
[38] Sulla base dell'esperienza maturata nel programma coordinato
congiuntamente AAL e degli inviti ERANET+ nel settore della fotonica, nel
biennio 2011-2012 saranno proposte azioni nuove in settori quali la sanità
online (eHealth) e l'illuminazione intelligente.
[39] Una base importante è la recente comunicazione "Semplificare
l'attuazione dei programmi quadro di ricerca" (COM(2010) 187) della
Commissione.
[40] Cfr. la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18
dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente.
[41] eSkills Monitor study. Monitoring eskills supply and demand in Europe,
Commissione europea 2009, cfr. http://www.eskills-monitor.eu/. A seconda degli
scenari economici presi in considerazione, potrebbero mancare le competenze
informatiche necessarie per un numero di posti di lavoro compreso fra 384 000
e 700 000.
[42] Dati Eurostat 2008.
[43] Altre proposte in proposito saranno presentate nell'ambito
dell'iniziativa faro "Un'Unione per l'innovazione" della strategia
Europa 2020.
[44] Cfr.: http://eskills-week.ec.europa.eu.
[45] Cfr. http://ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/library/public_consult/index_en.htm.
[46] Direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti
degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica.
[47] Cfr. in particolare le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG)
2.0.
[48] Cfr. http://www.un.org/disabilities/convention/conventionfull.shtml.
[49] Cfr. la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla
costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento
permanente.
[50] Cfr. la decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 15 dicembre 2004, relativa ad un quadro comunitario unico per
la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass).
[51] Cfr. le comunicazioni COM(2008) 868 "Nuove competenze per nuovi
lavori" e COM(2007) 496 "Competenze informatiche (e-skills) per il
XXI secolo: promozione della competitività, della crescita e
dell'occupazione" e l'iniziativa faro "Europa 2020" che sarà
adottata a breve scadenza.
[52] Comunicazione COM(2009) 111 e raccomandazione C(2009) 7604 sull'uso
delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni per agevolare la
transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo energetico e a basse
emissioni di carbonio.
[53] Per quanto riguarda i grandi problemi della società, il sondaggio
realizzato da Eurobarometro nel 2008 nei 27 Stati membri dell'UE ha mostrato
che per la maggior parte dei cittadini un ambiente sano è altrettanto
importante per la qualità della vita dello stato dell'economia. Il 64% degli
intervistati ritiene che la protezione dell'ambiente debba essere prioritaria
rispetto alla competitività dell'economia. Tuttavia, il 42% dei cittadini non
ritiene di essere correttamente informato, soprattutto a proposito delle
conseguenze dell'inquinamento sulla salute. Allo stesso tempo, il 63% pensa
che le politiche per la protezione dell'ambiente costituiscono una motivazione
per l'innovazione.
[54] Queste azioni contribuiranno a un partenariato europeo per
l'innovazione, previsto nell'ambito dell'iniziativa Europa 2020.
[55] Cfr. COM(2007) 860 e SEC(2009) 1198.
[56] Conformemente ai requisiti in materia di protezione dei dati.
[57] Nel contesto del mandato 403 (CEN).
[58] La Commissione ha invitato un "comitato di saggi" a
presentare raccomandazioni su questi aspetti entro la fine del 2010, cfr. il
comunicato stampa IP/10/456.
[59] La Commissione sta collaborando con gli Stati membri per elaborare un
piano d'azione volto a realizzare gli impegni del 2009: cfr. la dichiarazione
di Malmö sull'eGovernment.
[60] In futuro, i servizi pubblici online si baseranno sui quadri e sugli
strumenti di gestione e autenticazione dell'identità efficaci e
interoperabili descritti precedentemente.
[61] Lo sviluppo di un ambiente doganale completamente elettronico nell'UE
entro il 2013 fornirà servizi di eGovernment di qualità elevata per i
commercianti, sistemi IT nazionali interoperabili e un meccanismo per la
gestione delle procedure doganali comune a tutta l'Unione.
[62] Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all’informazione
ambientale.
[63] GU L 13 del 18.1.2006, pag. 1.
[64] Questi quadri di valutazione costituiranno la base per la valutazione
dell'agenda digitale.
[65] Gli indicatori sono tratti essenzialmente dal Benchmarking framework
2011-2015 (quadro di valutazione comparativa 2011-2015) approvato dagli Stati
membri dell'UE nel novembre 2009. Si tratta di un quadro concettuale per
raccogliere dati statistici sulla società dell'informazione, accompagnati da
un elenco di indicatori fondamentali per la valutazione comparativa.
[66] Per maggiori informazioni consultare il documento Benchmarking
framework 2011-2015. Si tratta di un quadro concettuale per raccogliere dati
statistici sulla società dell'informazione, accompagnati da un elenco di
indicatori fondamentali per la valutazione comparativa.
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