Intervista al senatore Falomi
"I ministri devono rispondere
presto"
08.04.98
I "log" del server dal quale va in
rete la nostra rivista rivelano un dato interessante: una percentuale non
indifferente degli oltre 1.500 accessi giornalieri alle singole pagine di
InterLex giunge dal dominio "senato.it", che è sempre elencato tra i
"top 30" delle statistiche. Dunque la nostra voce giunge ai piani alti
del Palazzo e trova ascolto.
La denuncia, precisa e argomentata, della situazione che si è creata in seguito
ad aberranti interpretazioni del decreto legislativo 103/95 è stata raccolta
dal senatore
Antonello Falomi, uno "che
capisce di Internet", come si diceva qualche tempo fa.
Falomi, che è membro della membro della Commissione permanente Lavori pubblici
e comunicazioni e della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi
radiotelevisivi, ha presentato un'interpellanza
ai Ministri delle comunicazioni (competente per la materia) e dell'interno (in
quanto le iniziative denunciate sono opera della polizia).
L'interpellanza è un atto più incisivo della semplice interrogazione, perché
il parlamentare che la rivolge non chiede solo di sapere come stanno le cose su
un determinato argomento, ma invita il Governo a chiarire "che cosa intende
fare" per risolvere la questione sollevata.
D. Senatore Falomi, che cosa
si aspetta dall'interpellanza che ha rivolto ai Ministri delle comunicazioni e
dell'interno?
R. Mi aspetto che il Ministro
dell'interno e il ministro delle comunicazioni molto rapidamente, anche perché
credo che dalla risposta che verranno gli elementi di chiarimento che ci
servono. Quindi mi attiverò affinché i due ministri rispondano più
velocemente possibile.
D. Che cosa significa
"più velocemente possibile?"
R. La velocità dipende
fondamentalmente dalla volontà politica, e se non c'è uno stimolo i tempi sono
un po' lenti. Però mi riprometto di telefonare ai due Ministri già domani (9
aprile, ndr) perché almeno uno risponda con grande velocità, in
particolare il Ministro delle comunicazioni.
D. Aspettiamo quindi le
risposte. Vorrei porle un'altra questione, in sé molto più importante dei
problemi del 103/95, che riguarda quello che chiamiamo "il diritto di
accesso a Internet". Con questa formula riassumiamo due problemi: da una
parte il diritto di accesso semplice e gratuito ai testi normativi, (non solo le
leggi, ma anche decreti, sentenze, regolamenti, norme tecniche, disposizioni
degli enti locali e via elencando) e dall'altra le "pari opportunità"
per tutti i cittadini, molti dei quali sono fortemente svantaggiati dalla
necessità di collegarsi pagando i salatissimi scatti della teleselezione.
Possiamo sperare che il Senato si occupi di questi problemi, che lei, da esperto
e appassionato di telematica, assuma qualche iniziativa?
R. Mi riprometto di intervenire
su queste due questioni con iniziative di tipo legislativo, perché mi sembrano
estremamente importanti, non soltanto in termini di "diritto di
accesso", ma anche come fattori che possono aiutare lo sviluppo della
società dell'informazione nel nostro paese: mettere in rete tutti i testi
normativi e dare a tutti la possibilità di accedervi senza discriminazioni mi
sembra essenziale.
D. Ma si potrà fare
qualcosa in tempi abbastanza brevi, o dovremo aspettare che incominci a
funzionare l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni?
R. Intanto, finché l'Authority
non avrà sistemato tutti gli aspetti regolamentari e organizzativi, che sono in
corso di definizione, i suoi poteri sono del Ministero. Quindi non c'è motivo
di aspettare, si può intervenire comunque e il Ministero può dare risposte.
(intervista di Manlio
Cammarata)
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