Ma dove sono gli utenti?
di Andrea Monti*
- 06.05.98
Lentamente, ma progressivamente la figura di
"utente" - o più in generale quella di "consumatore" -
comincia ad essere riconosciuta in ambiti sempre più vasti, da quello bancario
a quello della fornitura di servizi primari (telefono, trasporti), in altri
tempi ben più blindati alle istanze del povero cittadino, la cui ragion d'esistere
era solo quella di rappresentare l'oggetto delle vessazioni del potente di
turno.
Questa situazione - grazie soprattutto al fondamentale ruolo giocato dalle
associazioni di consumatori - si avvia col passare del tempo all'oblio
grazie alla (ri)scoperta di un ruolo, quello del fruitore di un servizio, da
tempo negletto.
Anche l'Unione Europea non è da meno e in più
occasioni ha coinvolto direttamente gli utenti in importanti progetti, come nel
caso dell'autoregolamentazione dei servizi Internet. Per quanto riguarda l'Italia,
a prescindere dal poco felice esito di quel tavolo di lavoro e dalle ragioni che
portarono a quel triste
epilogo, il dato che sorprese
piacevolmente molti fu proprio la considerazione attribuita al mondo dell'associazionismo.
Altre "attestazioni di rilevanza",
sempre di matrice europea, provengono ad esempio dalla recente proposta di
decisione (98-C 48-08) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità
Europee il 14 febbraio 1998 e intitolata "Proposta di decisione al
Consiglio che adotta un Piano pluriennale d'azione comunitaria per promuovere
l'uso sicuro di Internet", dove esplicitamente si fa riferimento al ruolo
centrale che spetta agli utenti (e quindi, si deve presumere, alle loro
associazioni) nella realizzazione dei piani comunitari di settore.
Questo a parole.
I fatti dimostrano una realtà diversa: il
"Forum per la società dell'informazione", annunciato pubblicamente
dal Ministero delle Comunicazioni e attualmente - sembra - sotto l'egida
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non ha tenuto nel minimo conto le
istanze delle associazioni di utenti (almeno di quelle che fino a poco tempo fa
erano state invitate ufficialmente a partecipare a gruppi di lavoro), al momento
mai invitate ad alcun iniziativa. E ora l'indubbiamente interessante convegno
sulla privacy in Internet dei prossimi 8 e 9 maggio vede fra gli
assenti - oltre ad Autorità istituzionali - anche le associazioni di utenti e
provider che forse, in mezzo a relatori di sicuro valore, avrebbero potuto
offrire il contributo di chi con la Rete vive e lavora tutti i giorni.
Forse questo requisito è superfluo.
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Avvocato, presidente di ALCEI (Associazione per la libertà della comunicazione
elettronica interattiva)
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