I Garanti europei, riunitisi ad Atene per la "Conferenza di
primavera" dal 10 all'11 maggio, hanno approvato due importanti
dichiarazioni sulla protezione dei dati.
Nella prima, i Garanti europei hanno espresso forte preoccupazione
per il progetto in base al quale i fornitori di servizi Internet -
allo scopo di permettere l'eventuale accesso da parte delle forze di
polizia impegnate nella lotta al cybercrime - dovrebbero conservare i
dati relativi al traffico in rete per un periodo più lungo rispetto a
quello richiesto a fini di fatturazione.
La Conferenza ha ribadito le posizioni già espresse, nell'aprile
dello scorso anno, a Stoccolma, in base alle quali la conservazione di
dati per un periodo lungo e indeterminato è da considerarsi una
violazione dei diritti fondamentali garantiti dall'art. 8 della
Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione del
Consiglio d'Europa sul trattamento automatizzato dei dati di carattere
personale (Convenzione n.108 del 1981), oltre che dagli articoli 8 e 7
della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Qualora, in casi specifici, fosse necessario conservare per più
tempo i dati, occorrerebbe, a parere dei Garanti europei, mettere in
atto precise cautele: dimostrare la necessità del prolungato periodo
di conservazione, che dovrà comunque essere il più breve possibile,
e regolamentare con legge i casi eccezionali.
La seconda dichiarazione riguarda la Carta Europea dei diritti
fondamentali. I Garanti hanno espresso grande soddisfazione per il
testo dell'art.8 della Carta che rafforza le previsioni sulla
protezione dei dati personali e che riconosce la privacy come diritto
umano fondamentale. Con la Carta è stato costituito un vero e proprio
"modello europeo" di protezione dei dati personali. Questo modello sta orientando la discussione nella
comunità internazionale e dovrebbe favorire la diffusione di un
approccio che riconosca la protezione dei dati come una componente
basilare della cittadinanza elettronica.
Il modello europeo di protezione dei dati dovrebbe, inoltre, valere
come linea guida per tutte le istituzioni europee nel rivedere la
normativa esistente e sviluppare nuove regole così come nel costruire
relazioni con i paesi terzi.
I Garanti hanno, pertanto, invitato la Commissione e il Parlamento
europei a porre attenzione su questa importante questione.