Arrivano le prime regole specifiche per il
cyberspazio. Il 17 maggio le autorità per la protezione dei dati dell'Unione
europea, presiedute da Stefano Rodotà, hanno adottato una
Raccomandazione, indirizzata al Consiglio d'Europa, alla
Commissione, al Parlamento europeo ed agli Stati membri, che fissa
alcuni requisiti minimi per la raccolta di dati personali online.
La Raccomandazione nasce dall'esigenza di fornire indicazioni
concrete sia agli operatori del settore responsabili del trattamento
di dati personali nell'ambito di siti web (i "titolari",
secondo la definizione della Direttiva) sia ai singoli cittadini; essa
è rivolta anche agli enti che intendono creare un "bollino di
qualità" che certifichi la rispondenza delle procedure di
trattamento utilizzate alle direttive dell'UE in materia.
L'aspetto significativo risiede anzitutto nella
distinzione tra un primo gruppo di notizie che ciascun sito deve
fornire a tutti i visitatori, in modo snello e visibile, e un nucleo
più articolato di informazioni che il sito può fornire in altre
pagine web evidenziando l'intera privacy policy del sito stesso.
Le indicazioni riguardano, in particolare, le modalità, i tempi e la
natura delle informazioni che i titolari devono fornire agli utenti
quando questi si collegano a pagine web, indipendentemente dagli scopi
del collegamento. I Garanti sottolineano che i requisiti indicati sono
un nucleo "minimo" e che potranno essere integrati, in
futuro, da ulteriori raccomandazioni di natura più specifica (ad
esempio, per quanto riguarda il trattamento di dati
"sensibili" o relativi a minori, oppure i trattamenti per
scopi di natura sanitaria).
La Raccomandazione si applica a tutti i
trattamenti effettuati da titolari che siano stabiliti in uno degli
Stati dell'UE, oppure che non siano stabiliti nell'UE ma
utilizzino, ai fini del trattamento, apparecchiature o dispositivi
situati sul territorio di uno Stato membro dell'UE
- secondo quanto prevede la direttiva 95/46/CE in materia di
protezione dei dati personali.
I Garanti raccomandano pertanto:
1) di fornire preventivamente a chiunque si
colleghi ad un sito web che preveda la raccolta di dati personali le
informazioni indicate nella direttiva: identità e indirizzo
(elettronico o meno) del titolare, finalità del trattamento,
obbligatorietà delle informazioni richieste all'utente (vi possono
essere dati necessari per fornire un servizio richiesto da un utente,
mentre altri sono opzionali), modalità per esercitare i diritti di
accesso, rettifica, cancellazione, opposizione al trattamento,
destinatari eventuali delle informazioni raccolte (e in tal caso l'utente
deve avere la possibilità di opporsi alla trasmissione dei suoi dati
ad altri soggetti, per scopi diversi da quelli per cui gli vengono
richiesti dal sito - ad esempio cliccando su una casella specifica),
eventuale utilizzo di procedure automatiche per la raccolta dei dati
(è il caso, ad esempio, dei cookies), misure di sicurezza
adottate per garantire l'integrità e la riservatezza dei dati
richiesti;
2) di fornire le informazioni sopra elencate direttamente
sul monitor del singolo utente, prima che avvenga la
raccolta dei suoi dati, così da garantire che il trattamento avvenga
in modo leale come prescrive la direttiva; per farlo si può ricorrere
alle varie possibilità messe a disposizione dalla tecnologia attuale:
finestre "a scomparsa", caselle da cliccare, messaggi "pop-up".
E' opportuno inoltre che sulla pagina di accoglienza del sito vi sia
un'indicazione chiara e comprensibile dell'esistenza di un'informativa
sulla privacy (ad esempio "Questo sito raccoglie e tratta dati
personali che la riguardano. Per ulteriori informazioni, clicchi
qui");
3) di tenere presente che i titolari hanno
anche altri obblighi sanciti sempre dalla direttiva, oltre al
dovere di informare adeguatamente gli interessati. In
particolare, è necessario che la raccolta di dati personali sia necessaria
per le finalità specificate: pertanto, se l'obiettivo che il
titolare si prefigge (fornire un servizio, un'informazione, ecc.)
può essere raggiunto senza elaborare dati personali, questi non
devono essere raccolti. Nella stessa ottica, si sottolinea l'opportunità
di favorire ed accettare l'impiego di pseudonimi quando
questi ultimi permettano comunque di svolgere determinate transazioni.
Inoltre, non devono essere raccolti più dati di quelli necessari per
lo scopo dichiarato (è il principio cosiddetto di "pertinenza"),
e i dati raccolti devono essere conservati solo per un periodo
giustificato dalle finalità del trattamento;
4) di non utilizzare indirizzi di posta
elettronica ricavati da "aree pubbliche" di Internet (ad
esempio, gruppi di discussione) per attività di marketing, nel
caso in cui i diretti interessati non ne sono stati informati; se
invece gli interessati sono stati informati della possibilità che i
dati forniti in una sede determinata vengano utilizzati per scopi di
marketing diretto, e hanno avuto la possibilità di dare il proprio
consenso a questa forma di utilizzazione (magari cliccando online su
una casella apposita), in tal caso l'uso di indirizzi di e-mail per
fini di marketing è da ritenersi lecito. I titolari devono inoltre
garantire che l'utente abbia la possibilità di ritirare il consenso
all'uso dei suoi dati per fini commerciali.