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 Il diritto di accesso

Mali della giustizia e nuove tecnologie
di Francesco Brugaletta* - 09.09.99

Uno degli argomenti di conversazione sui media di questo fine millennio è ripetutamente quello della crisi della giustizia.
Una cosa balza subito evidente.
Colpisce la mancanza di un qualunque riferimento alle possibilità che offre l'informatica, internet, insomma le nuove tecnologie, per la soluzione di alcuni dei più gravi problemi che affliggono la giustizia italiana.
E non è una cosa di poco conto, perché non c'è dubbio che la Rete può  contribuire a fare sì che la certezza del diritto divenga una realtà e non solo un principio  del  "pianeta giustizia" del nostro Paese
Internet può, infatti, dimostrarsi un ottimo supporto ed un valido aiuto per trovare le soluzioni a tutti quei problemi che i cittadini e gli operatori del diritto ritengono ormai inderogabili.

La maggior parte degli osservatori concorda sul fatto che la giustizia italiana sta attraversando una crisi profonda dovuta a tanti fattori quali l'aumento del numero delle controversie, l'aumento della complessità delle leggi e della vita sociale, l'aumento della domanda di giustizia da parte dei cittadini e cosi via.
Ebbene la risposta a questa crisi non può essere data solo sul terreno delle procedure.
O meglio la risposta è perdente se viene data sul fronte delle procedure senza fare ricorso all'uso massiccio e convinto delle nuove tecnologie applicate ai processi.
Allora per usare una espressione "forte" bisogna cominciare a pensare di usare la rete come un aula di tribunale, di dare vita cioè seriamente al Processo telematico.

Bisogna, da un lato, introdurre con provvedimenti immediati le nuove tecnologie nei processi, dall'altro fare un piano per implementare queste tecnologie a breve e a medio termine e creare un processo addirittura completamente online.
Queste tre cose dovrebbero essere iniziate contemporaneamente.
In altre parole: da subito si possono pubblicare le sentenze per esteso su Internet, creando un facile accesso gratuito e veloce per i cittadini e per gli avvocati. In questo senso esiste già oggi l'esperienza di diversi Tribunali, quello di Cassino e di Napoli e il Tar Catania.
Da subito si possono mettere a disposizione degli avvocati via internet i dati pubblici di cancelleria in modo da evitare inutili code e perdite di tempo in Tribunale. Anche in questo senso nel web italiano ci sono già realizzate le esperienze del Tribunale di Patti e di Siracusa e del Tar di Catania. Da subito si può cominciare a utilizzare, a latere della carta, la raccolta sistematica degli atti processuali su supporto informatico. Per esempio si può consentire la produzione di una copia informatizzata degli atti processuali in aggiunta all'originale su carta al posto delle fotocopie.

Tutte queste misure possono immediatamente incentivare la velocità e la trasparenza dei processi. Ricordiamoci, poi, che in un mondo globalizzato com'è il nostro tutto quello che avviene in una parte di esso si può riprodurre dappertutto.
Negli Usa, sono in corso importanti esperimenti di file elettronico. Vale a dire si consente la produzione degli atti processuali direttamente in modo informatico con produzione attraverso Internet e quindi senza recarsi materialmente in tribunale.
Il Colorado, ad esempio , ha firmato un accordo con il quale diventa il primo Stato degli Stati Uniti ad autorizzare il filing elettronico in rete. In pratica lo Stato  si è accordato con una società texana, Justicelink, così da applicare il filing elettronico in tutte le corti distrettuali. Si tratta del primo esperimento fatto sul territorio di un intero stato.
Fino ad ora, infatti, esperimenti del genere sono stati fatti solo in alcune Corti, per delimitati territori.
Perchè l' electronic filing funzioni occorre che gli avvocati sottoscrivano un accordo con la Justicelink. Pagando 10 centesimi di dollaro a pagina, gli stessi avvocati potranno utilizzare Internet per notificare alla cortegli eventuali ricorsi. Gli ufficiali di cancelleria, dopo aver formalmente ricevuto i documenti, attraverso il sistema potranno di seguito attribuire un numero ed un giudice alla eventuale causa. Dalla corte, poi, i giudici designati potranno, tramite e-mail, notificare agli avvocati gli eventuali provvedimenti.

Teniamo presente che il verbo to file, nella terminologia tecnico-giuridica americana, indica il primo passo necessario per inoltrare un procedimento giuridizionale.
Anche in Germania sono in corso esperimenti per tentare processi via internet. Basta che i legali inviino direttamente dal proprio computer il testo della querela o dell'atto per posta elettronica, perché il tribunale sia debitamente informato: questo è il progetto pilota relativo alle pratiche legali via Internet partito dal Land di Amburgo e che coinvolge 25 tra avvocati e commercialisti e la sezione finanze del Tribunale.  
Così il giudice potrà analizzare la pratica direttamente dal suo personal e potrà comunicare per posta elettronica con le parti in causa. Questa rivoluzione è destinata ad estendersi a molti altri Länder tedeschi.

E si può fare ancora di più.
Non è la prima volta che parti di un processo siano state rese accessibili sul Web ma, fino ad ora, si trattava di organizzazioni che, acquistando il diritto a riprodurre in rete filmati di processi, informavano i potenziali navigatori. Ora, invece, una Corte della Florida ha informato e debitamente pubblicizzato un processo per tentato omicidio usando direttamente la rete.
L'aula dal quale è stato possibile riprendere gli interrogatori e tutte le altre fasi del processo è stata attrezzata con tutti le strumentazioni necessarie per rendere impeccabile la visione in rete e, non a caso, è già considerata l'aula del XXI secolo. Sebbene problemi circa la lesione del diritto ad un giusto processo e di privacy saranno certamente sollevati, gli addetti ai lavori auspicano una diffusa utilizzazione dell'Internet in campo giudiziario.
Questi ultimi, infatti, argomentano che negli Stati Uniti il processo è concepito come fatto pubblico ed accessibile a tutti ed Internet, più di ogni altro mezzo di comunicazione, assolve a questo compito.

In Inghilterra Geoff Hoon, Minister of State presso il Lord Chancellor's Department, ha fatto una proposta per l'istituzione di un tribunale "virtuale" su Internet. Sul sito dovrebbe essere possibile anche svolgere le fasi del dibattimento in aula. I costi dell'operazione sarebbero piuttosto bassi e migliorerebbero l'intero sistema giudiziario.
Queste stesse esperienze si possono provare, mutatis mutandis, anche in Italia. E anche queste cose possono rendere più veloce e efficiente la giustizia.
Peraltro teniamo presente che la presentazione di istanze direttamente online non è più sconosciuta al nostro ordinamento atteso che, da questo anno, grazie all'impegno del Ministero delle finanze è possibile presentare la dichiarazione dei redditi via Internet.

E in prospettiva, non lontana, si può arrivare ad una giustizia  interamente "on line", ad un procedimento integralmente online. L'avvocato presenta via internet il ricorso o la citazione che viene esaminata dal magistrato al suo computer. Le notifiche e le difese delle altre parti vengono depositate via internet.
Se la causa non ha bisogno di essere istruita può essere decisa in tempi brevissimi, quasi alla velocità del pensiero per dirla con una frase di Bill Gates (sul punto rinvio al capitolo "Giustizia @lla velocità del pensiero" contenuto nella seconda edizione del mio
Internet per Giuristi, Simone ed., luglio '99).
Anche i processi penali, per esempio per i reati minori commessi in rete, potrebbero svolgersi integralmente online. In definitiva la giustizia nel ciberspazio, in un contesto dove tutto si può svolgere in tempo reale e in modo interattivo.

Ma quelle che ho descritto sono solo alcune delle cose che si possono fare, ce ne sono molte altre che si riferiscono all'uso del multimedia per conservare i processi anche dal punto di vista video-audio e all'uso di programmi per rendere automatiche alcune fasi del processo stesso (assegnazioni, ma anche decisioni parziali e/o ripetitive).
Certo può fare impressione pensare che una decisione processuale può essere adottata da un programma, da un software, ma tutto ciò è possibile, è veloce, ed è incredibilmente obiettivo. Anche qui bisogna cominciare a pensare liberandosi dei vecchi schemi e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione senza alcuna prevenzione.

Quello che ho detto per la giustizia vale anche per le leggi e le norme in genere. Bisogna metterle su internet gratuitamente a disposizione del cittadino. E' una opportunità che non deve essere persa nell'interesse della democrazia e della consapevolezza sociale.
In definitiva, è vero, bisogna pensare positivo per avere valide chances per uscire dalla crisi, ma bisogna pensare anche in modo innovativo e globale.
Prima si inizia, meglio è.

* magistrato e autore di Internet per Giuristi