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 Il diritto di accesso

DTD, XML, URN... Come funzionerà il sistema di ricerca "Normeinrete"
06.07.2000

Mettere in rete gli atti normativi non è difficile. Il vero problema è trovarli, come qualsiasi altro contenuto disponibile sull'internet.
Questa è la sfida che deve essere affrontata per costruire un efficiente sistema di reperimento delle norme, perché la Gazzetta ufficiale non riporta tutti i provvedimenti che vengono emanati ogni giorno da centinaia di enti. Dalle leggi dello Stato a quelle regionali, dalle ordinanze comunali alle circolari ministeriali, dalla giurisprudenza ai provvedimenti delle autorità indipendenti, migliaia di testi vengono emanati ogni anno e devono essere messi a disposizione dei cittadini.

Il progetto intersettoriale "Norme in Rete", promosso dall'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione, viene sviluppato da diversi enti; il Ministero della giustizia, il Senato, La Camera dei Deputati, l'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e il consorzio interuniversitario CINECA.
Alcuni di questi soggetti sono anche "produttori" o "editori" di testi normativi e ciascuno adotta un proprio sistema di archiviazione e ricerca delle norme. Quindi il primo punto che deve essere affrontato per realizzare il grande archivio distribuito è la standardizzazione del formato dei testi. Per avere un'idea delle dimensioni del problema, si pensi a quante forme diverse può assumere l'indicazione della data: solo per il mese, ad esempio, si può avere l'indicazione per esteso (gennaio), abbreviata senza punto (gen), abbreviata col punto (gen.), a una cifra (1), a due cifre (01)... E non parliamo della ricerca per parole chiave o a testo libero. Sappiamo che può rivelarsi una trappola, sia per la presenza di termini simili o sinonimi, sia perché di solito genera una quantità eccessiva di riferimenti inutili, tra i quali la selezione è lunga e frustrante.

Bastano questi pochi cenni per capire la portata del compito che deve essere affrontato per la realizzazione di un sito internet dal quale reperire con sicurezza qualsiasi norma, dovunque si trovi, e con tutti i necessari riferimenti.
Il sistema, ancora non definitivo, messo a punto da diversi gruppi di studio è fondato su una serie di soluzioni all'avanguardia e perfettamente integrate nella visione della Rete come sistema informativo complesso. Vediamole in estrema sintesi:

  1. Il testo del singolo atto normativo. Costituisce l'unità informativa di base e rimane sul server dell'ente che lo ha emanato. Si realizza quindi un database distribuito.
  2. L'indicatore logico della risorsa. E' necessario una sintassi unica per identificare l'atto, in sostanza una stringa che ne contenga, secondo un formato prestabilito, le indicazioni essenziali. Si chiama URN (Uniform Resource Name) e funziona un po' come il sistema dei numeri IP: le risorse vengono reperite dal motore di ricerca che funziona sullo schema di un domain name server (DNS)
  3. La metainformazione. E' costituita dai dati che si riferiscono al testo. Per avere un'idea di che cosa si intende per metainformazione, si vedano sul sito del Senato le schede informative dei progetti di legge, che illustrano l'iter parlamentare e rimandano alle diverse versioni dei testi. Si sta valutando se conviene lasciare le metainformazioni sul database distribuito, insieme ai testi a cui si riferiscono, o raccoglierle in un server centralizzato.
  4. La definizione del testo. Si chiama DTD (Document Type Definition), definisce le classi di documenti e quindi serve a generare le metainformazioni, compresi i link a documenti esterni (di solito i testi richiamati dalle norme in esame).
  5. La marcatura del contenuto. Consiste nell'inserimento di una serie definita di tag che indicano le parti del testo e altri dettagli (per esempio, titolo, articolo, comma ecc.). Per questi si usa il codice XML, che funziona come l'HTML, ma non influenza l'aspetto del testo come appare all'utente (HTML e XML sono sottoinsiemi del linguaggio SGML (Standard Generalized Markup Language).

Tutto questo dovrà essere applicato, gradualmente, all'intero corpus normativo italiano, partendo dai provvedimenti più recenti e risalendo indietro nel tempo (per la cronaca, il Senato già da un anno pubblica sul web i disegni di legge marcati secondo standard che saranno compatibili con le soluzioni definitive).
Sembra un lavoro ai limiti dell'impossibile, ma di fatto la difficoltà riguarda soprattutto la produzione "periferica", perché è necessario convincere - o costringere - anche il più sperduto comune a pubblicare ogni atto secondo gli standard che saranno adottati.
Invece, per quanto riguarda l'elaborazione della produzione normativa del passato, la parte più importante è ordinata negli archivi della Cassazione in forme rigidamente strutturate. Di conseguenza l'operazione di "ammodernamento" delle grandi basi di dati potrà essere compiuta con procedure automatiche.

Questo, a grandi linee e con le inevitabili imprecisioni della sintesi, è il progetto "Norme in rete". Che avrà un altro merito oltre a quello, ovvio, di mettere ordine nella normativa italiana e rendere rintracciabile ogni testo: darà un nuovo valore a quello straordinario archivio che è il Centro di documentazione elettronica della Cassazione e riporterà al passo dei tempi l'informatica giuridica, una materia che da troppi anni è rimasta ferma alle passate glorie.
Un'altra conseguenza positiva potrebbe essere un miglioramento del livello della produzione normativa, ma qui siamo nel campo del futuribile. C'è solo da sperare che non sia futuribile tutto il progetto e che i risultati si possano vedere in tempi brevi, anche se è ragionevole dubitare che tutto possa essere fatto nei tempi ristretti del Piano d'azione del Governo.
Un dato confortante è che il sito sperimentale Normeinrete, nei limiti della documentazione disponibile, sembra funzionare abbastanza bene.