di Sergio Baccaglini - 15.11.01
IW, Information Warfare: due lettere che dopo l'11 settembre tolgono
il sonno a molti responsabili della sicurezza dei sistemi informativi. Gli
allarmi sulla stabilità globale delle Rete - e non solo di singoli nodi o di
determinate reti interconnesse - non sono una novità. A livello di
organizzazioni internazionali, la risoluzione adottata dall'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite, Developments in the field of information and
telecommunications in the context of international security (A/RES/53/70),
bene evidenzia il legame dell'infrastruttura dell'informazione e delle
telecomunicazioni con il rischio per la sicurezza internazionale (ricordiamo che
ancor prima, nell'ormai lontano 1995, il Forum multimediale "La società
dell'informazione" esordì con un dibattito on line e un convegno che si
intitolavano Comportamenti e norme nella
società vulnerabile).
Per la sua crescente e ormai vitale importanza nel funzionamento del mondo
globalizzato e interconnesso, la struttura centrale della rete appare come un
bersaglio tutt'altro che improbabile di attentati terroristici, che potrebbero
avere ricadute ancora più sconvolgenti di un attacco "fisico" come
quelli alle Torri di New York e al Pentagono. La caduta dei server che
gestiscono il sistema dei nomi a dominio comporterebbe infatti un black out
totale di diversi giorni, con la conseguente paralisi di tutta la struttura di
telecomunicazioni che fa capo al sistema stesso.
La preoccupante ipotesi coinvolge direttamente l'Internet Corporation for
Assigned Names and Numbers (ICANN), la
società no profit che ha il compito di gestire il sistema globale del domain
name e dell'allocazione di alcuni parametri tecnici necessari per il
funzionamento della rete.
L'argomento è dunque all'ordine del giorno della riunione dell'ICANN che si
tiene a Marina del Rey dal 12 al 15 novembre, per esaminare effetti, conseguenze
e salvaguardia della stabilità della rete in relazione ai drammatici eventi del
11 settembre e all'attuale situazione di "generale allerta". (ICANN
Community Meeting on Security and Stability of the Internet Naming and Address
Allocation Systems, 13 e 14 novembre).
La materia in esame sarà la sicurezza della rete. Sebbene tra i compiti di
ICANN tale attribuzione sia solo "periferica" rispetto ai compiti
fondamentali relativi ai nomi di dominio, il ruolo di "garante della
stabilità" dell'internet richiede che si discuta e si affrontino i
possibili rischi inerenti il funzionamento della rete.
Dunque, l'argomento rilevante è il seguente: chi ha, formalmente, la
competenza tecnica in relazione alla sicurezza della rete globale Internet?
Presumibilmente la società ICANN. Ma la posizione governativa in quest'ambito
non pare possa essere di secondo piano.
Il sistema dei nomi a dominio gestito da ICANN, il DNS, è la struttura
gerarchica che consente di navigare agevolmente in rete impiegando delle
stringhe di caratteri in funzione di "indirizzi" (ad esempio,
www.interlex.it). Tale sistema, che in termini tecnici attua una mappatura da un
numero complesso IP alla stringa di caratteri corrispondente, si basa su una
struttura gerarchica il cui nodo centrale e finale è rappresentato da 13
elaboratori (i cosiddetti root server) funzionalmente necessari alla
stabilità della rete e quindi delle attività che in essa si svolgono
(commerciali, amministrative, sociali ecc.).
Tralasciando la leggenda metropolitana della nascita della rete quale strumento
di comunicazione in grado di sopravvivere ad attacchi nucleari, la situazione
concreta è data da questi 13 elaboratori che rappresentano il nodo finale dell'infrastruttura,
per così dire "critica", della navigazione in internet.
Sugli effetti di un eventuale attacco a tali server, si sono espressi alcuni
esperti. Interessante la considerazione del direttore At Large della
società ICANN, Karl Auerbach, eletto in rappresentanza degli Stati Uniti e del
Canada, il quale afferma che "i tredici elaboratori rappresentano
indubbiamente un chiaro obiettivo per un eventuale attacco", e prosegue
confermando che, eventualmente, "the Internet could be disabled over a
period of time - possibly a week - if all the servers were to fail
simultaneously"(Washington
Post).
La società ICANN ha il compito non solo di assicurare che tali server siano
correttamente configurati e operativi ma anche, e soprattutto, che siano sicuri
e stabili. Tale compito deriva da un accordo facente parte dei fasci di
contratti stipulati dalla società no profit con il governo americano nel 1999,
contratto definito CRADA
(Accordo di Cooperazione per la Ricerca e lo Sviluppo nella Gestione del Sistema
dei Server Root):
The parties will collaborate on a study and process for making the management
of the Internet (DNS) root server system more robust and secure. The
collaboration will address [...] Examination of the security aspects of
the root name server system [...].
Le parti, nella fattispecie in esame, sono il "laboratorio" del
Dipartimento del commercio americano, il National Institute of Standard and
Technology (NIST), e, appunto, la società
ICANN, in particolare il comitato interno consultivo DNS
Root Server System Advisory Committee.
Ora, se volessimo osservare il sistema dei tredici root server e gli aspetti
inerenti le comunicazioni in un'ottica più
ampia, potremmo ben comprendere come la rete Internet possa effettivamente
essere considerata un'infrastruttura critica. Le infrastrutture
critiche americane sono precisamente individuate da alcuni atti governativi tra
cui la direttiva presidenziale del 1998 PDD-63:
Critical infrastructures are those physical and cyber-based systems essential
to the minimum operations of the economy and government. Esse ricomprendono
sia gli apparati materiali e fisici, i cosiddetti physical systems,
quali, ad esempio, le infrastrutture dei trasporti e per la distribuzione di
energia o acqua; sia i sistemi cosiddetti cyber-based, quali l'erogazione
di servizi finanziari e bancari attuati mediante impianti di reti telematiche, i
servizi di emergenza interconnessi e gli apparati per le telecomunicazioni.
Vi sono due aspetti interessanti relativi all'infrastruttura
critica. In primo luogo (direttiva
presidenziale del 16 ottobre 01), si è di recente posto il problema
della sicurezza soprattutto in relazione al fatto che, sempre più spesso, parte
dei servizi fisici fa affidamento sulle strutture di rete e di
telecomunicazione, e quale naturale conseguenza di tale convergenza vi è un'interdipendenza
tra tutti i settori "critici", siano essi fisici o logici (la
cosiddetta Interlinked
Infrastructure). In tal senso è quindi particolarmente complesso
riuscire ad individuare le effettive competenze tra differenti organi
governativi in relazione a tali infrastrutture. Tanto complesso da richiedere
una indagine congressuale, svoltasi il 4 ottobre presso il Senato, Committee
on Governmental Affairs, dal titolo "Critical
Infrastructure Protection: Who's In Charge?".
Da questa indagine emergono, infatti, numerose agenzie amministrative e
società private che si occupano della gestione di tali infrastrutture.
In secondo luogo, come detto, vi è una costante collaborazione tra gli apparati
governativi e il settore privato. Negli USA, infatti, la quasi totalità delle
attività rientranti nel contesto della Critical Infrastructure (acqua,
luce, comunicazioni.) sono gestite esclusivamente da società private,
si pensi ad ICANN ed il sistema dei 13 root server, o più semplicemente
alle compagnie telefoniche.
Al fine di creare una linea diretta di collaborazione tra pubblico e privato,
necessaria visto il ruolo di primo piano assunto dal settore privato, è stata
"sollecitata", mediante la citata direttiva presidenziale del 1998, la
creazione della Partnership for Critical
Infrastructure Security. Uno "sforzo collaborativo" guidato
dal settore privato, composto da 13 agenzie del governo federale e da 70
società private e associazioni (Microsoft, Cisco System, BellSouth.). Essa
rappresenta, massimamente, la necessità di collaborazione cooperazione e
partecipazione dei differenti settori privati, operanti nel contesto delle
infrastrutture, con il settore pubblico governativo, competente per le singole
funzioni critiche. Un ruolo di primo piano, all'interno della Partnership
for Critical Infrastructure Security, è svolto dal Critical
Infrastructure Assurance Office (CIAO),
organo amministrativo anch'esso costituito con la direttiva del 1998.
E' quindi di estremo rilievo la presenza del direttore responsabile di
quest'ultimo ente nella seduta del 14 novembre durante il meeting della
società ICANN, Security and Stability of the Internet Naming and Address
Allocation Systems. Ciò anche in relazione al recente testo di legge
denominato Patriot Act .
L'USA Patriot Act, acronimo di Uniting and Strengthening America by
Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism,
contiene, infatti, come disposizione conclusiva una sezione titolata Critical
Infrastructures Protection Act 2001 (sec.1016)
It is the policy of the United States - (1) that any physical or virtual
disruption of the operation of the critical infrastructures of the United States
be rare, brief, geographically limited in effect, manageable, and minimally
detrimental to the economy, human and government services, and national security
of the United States; (2) that actions necessary to achieve the policy stated in
paragraph (1) be carried out in a public-private partnership involving corporate
and non-governmental organizations; and (3) to have in place a comprehensive and
effective program to ensure the continuity of essential Federal Government
functions under all circumstances.
Tale disposto normativo prevede che le strutture critiche, tra le quali, a
logica, anche il sistema dei 13 root server di competenza di ICANN, siano
gestite, nel caso di "emergenza", in modo da subire il minimo impatto
"distruttivo" per l'economia, i servizi del Governo e la sicurezza
nazionale degli Stati Uniti. Tale obiettivo è da realizzare, (vedi punto
2), mediante la collaborazione tra pubblico e privato. Infatti, a
sottolineare ulteriormente l'interdipendenza tra settore pubblico e privato è
prevista per il giorno 15 novembre un'udienza congressuale, dal titolo Cyber
Security: Private-Sector Efforts Addressing Cyber Threats.
Si tratta ora di valutare e verificare, nel concreto, la rilevanza che il potere
legislativo americano potrà eventualmente avere nei confronti della struttura
ICANN: struttura ancora in divenire e volta a finalizzare un percorso che
formalizzi la propria capacità internazionale e la propria indipendenza.
Quindi, il meeting di ICANN attualmente in corso e contemporaneo all'udienza
congressuale citata, è di particolare importanza per due ordini di ragioni:
in primo luogo rappresenta un importante, nuovo, banco di prova per la gestione
del sistema dell'internet ad opera del settore privato rappresentato da ICANN;
in secondo luogo, e correlato al primo aspetto, sarà interessante capire il
livello di efficienza e credibilità sviluppato dalla società privata no profit
ICANN, la fiducia in essa riposta dal Dipartimento del Commercio e, quindi, la
conseguente maturata indipendenza dal governo americano.