La lezione di un finto virus
di Giancarlo Livraghi - 07.06.01
Per gentile concessione dell'autore e della
rivista Web Marketing Tools
Talvolta una "piccola" notizia può dare lo
spunto per qualche meditazione. Il 24 maggio 2001 c'è stato un ennesimo "allarme
virus" che è sfuggito all'attenzione dei cronisti. Infatti, in sé, non è
gran cosa. Non ha scatenato ondate planetarie di sgomento, non ha messo in crisi
qualche grossa organizzazione con difese inadeguate, software colabrodo e
tecnici sprovveduti. Ma "nel suo piccolo" è un caso interessante.
La storia è questa. Circola in rete un messaggio
di rutilante e urgente allarme che ha il tono e lo stile del solito hoax
- uno dei tanti scherzi messi in giro apposta che trovano molta più eco di
quella che meritano. Dice che c'è un virus e che il file si chiama
SULFNBK.EXE. Spiega che è "a tempo": per il momento è inattivo ma si
scatenerà il giorno dopo. Segnala che non viene identificato dagli antivirus
(il che è vero: quel file c'è e l'antivirus non lo riconosce come "infetto").
Qualcuno, spaventato, cancella o rinomina il file, come suggerito del messaggio
di "allarme". Ma non risolve il problema... il virus si dev'essere messo
in azione, perché alcune cose non funzionano. Perplessità. sgomento,
smarrimento...
Dove sta la trappola? È semplicissimo. Il file
"incriminato" non è un virus, ma uno dei tanti "eseguibili" nascosti
nelle viscere di windows. Mettendolo fuori uso, si mandano in crisi alcune
funzioni del programma. Insomma la vittima è indotta a nuocere a se stessa.
La notizia sarebbe solo comica se non fossero
cadute nella trappola persone tutt'altro che inesperte della rete e con
nozioni non superficiali di informatica. L'autore della burla potrebbe non
essere un genio della tecnologia - ma è un buon conoscitore della natura
umana.
Che cosa ne dobbiamo dedurre? Che gli "allarmi
virus" sono quasi sempre falsi, come sappiamo da anni, quindi non vanno
creduti (e tantomeno diffusi) prima di aver controllato con attenzione? Che non
si cancella un file prima di aver controllato bene che cos'è? Sarebbe banale.
Ma non è così semplice.
Questo è solo uno di tanti "virus culturali"
che circolano in tutti i sistemi di informazione (vecchi e nuovi). E c'è nell'umanità
una pericolosa tendenza non solo a subirli, ma anche a diffonderli senza neppure
rendersene conto. L'origine delle "bufale" (notizie false o deformate)
può essere di varia specie. Scherzo, errore, superficialità - o intenzionale
manipolazione. Che esistano è inevitabile. Che sopravvivano e si moltiplichino
con efficacia spesso straordinaria... è preoccupante.
Se si trattasse solo di un danno al software, non
grave e facilmente riparabile, come nel caso di quel dispettoso ma bonario
pseudo-virus... potremmo dormire sonni tranquilli. Ma il fenomeno è molto più
grave, maligno e profondo.
C'è chi, preoccupato di perdere i suoi
privilegi nel sistema informativo, punta il dito contro l'internet. È nella
rete, dice, l'origine del male. Dove le informazioni circolano liberamente,
fuori dal controllo di chi è istituzionalmente incaricato di fornirle e
spiegarle, aumentano i rischi. Quindi la rete dev'essere imbavagliata,
controllata, censurata. Questa non è solo un'idiozia; è anche una pericolosa
insidia per la nostra libertà.
Naturalmente è vero il contrario. La rete, usata
bene, è la nostra migliore difesa contro le deformazioni del sistema
informativo. Ci permette di dubitare, verificare, controllare. Ma ci sono due
facce della medaglia.
Da un lato dobbiamo difenderci, in modo più
risoluto e ostinato, contro ogni limitazione della nostra libertà. Dall'altro...
non dobbiamo smettere di chiederci se stiamo davvero usando bene le
risorse dell'internet. Non solo per evitare di spargere bufale, spamming, "catene
di Sant'Antonio" o altri materiali inquinanti. Ma - cosa ancora più
importante - per affinare la nostra capacità di usare gli strumenti di
conoscenza che la rete ci offre. E così capire e interpretare le informazioni
molto meglio di quanto sia possibile nel sempre più omogeneo, ripetitivo,
addomesticato, manipolato e distorto "pastone" che ci offrono i cosiddetti mass
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