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Decoder Sky: l'esposto dell'Istituto Tito Ravà all'AGCOM |
05.02.04
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L'Istituto Tito Ravà in Diritto del Mercato, per tramite dell'Associazione che lo gestisce e in persona del suo Presidente, Prof. Vittorio Menesini, abbonato Sky, del proprio vice- presidente prof. Enrico Tonelli, nonché gli associati avv.ti Giuseppe Caforio e Nicola Sbrenna, intendono segnalare alla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni un probabile caso di abuso di posizione dominante da parte di Sky Italia s.r.l., con sede legale in Via Salaria, 1021 - 00138 Roma.
Prima di analizzare nel dettaglio la fondatezza del presente esposto, è bene tuttavia introdurre qualche breve cenno in ordine all'evoluzione del mercato della televisione satellitare in Italia.
a) Premessa. La fusione Stream - Telepiù
Come noto, fino allo scorso anno esistevano nel nostro paese due diverse offerte di pay-tv: una proveniente da Telepiù, società del gruppo Vivendi Universal, e l'altra regolata da Stream, impresa partecipata essenzialmente dalla News Corporation Limited (Newscorp) e da Telecom Italia.
Orbene, a seguito dell'autorizzazione, firmata dalla Commissione Europea, dell'acquisto di Telepiù da parte di Newscorp e della conseguente fusione con Stream, lo scenario è mutato consistentemente: al precedente oligopolio si è sostituito infatti un sostanziale monopolio, detenuto dall'azienda oggi conosciuta come Sky Italia s.r.l.
Sky Italia s.r.l. è dunque nata come società in posizione dominante. Tale situazione, comunque, era stata tempestivamente prevista dalla stessa Commissione, la quale aveva subordinato il benestare alla fusione fra Stream e Telepiù ad alcune fondamentali condizioni. Prima fra queste v'era l'impegno, assunto dal nuovo operatore, di mantenere aperto il mercato televisivo satellitare.
Tale obbligo, tuttavia, non va letto solo come incentivo per consentire l'accesso alla piattaforma digitale da parte di potenziali "fornitori di contenuti", ma deve essere tradotto in un principio di massima da applicare - per non restare sulla carta - in qualsiasi ambito operativo ove il monopolista può efficacemente esercitare pressioni anticoncorrenziali.
Uno di questi mercati è senz'altro quello dei decoder, macchine ad alta tecnologia in grado di trasformare il segnale criptato proveniente dai satelliti in immagini e suoni.
b) La c.d. "legge sul decoder unico"
Vari sono i sistemi di codifica integrati nei decoder per ovviare ad uno dei più gravi problemi connessi alla trasmissione di programmi in digitale: la pirateria.
In Italia, per molti anni, Telepiù ha utilizzato lo standard SECA I, poi sostituito dal recente SECA II. Stream invece, dopo aver impiegato tecnologia IRDETO, si è avvalsa di un altro sistema, detto NDS, sviluppato da una società collegata a Newscorp.
In considerazione delle numerose complicazioni nate dall'uso, talora congiunto, dei quattro sistemi di codifica, la legge 29 marzo 1999, n. 78 (c.d. "legge sul decoder unico") ha imposto "la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l'utilizzo di un unico apparato".
E' così che nel 2001 è nata la tecnica SIMULCRYPT e l'ormai famoso "decoder unico" attraverso il quale era possibile, con un solo impianto, visualizzare programmi trasmessi in SECA II (Telepiù) e in NDS (Stream) oltre a una vasta serie di canali in chiaro (gratuiti).
Anche Sky avviò nel 2003 le proprie trasmissioni utilizzando il SIMULCRYPT e impiegando quindi sia il sistema NDS che il SECA II: buona parte degli abbonati delle due precedenti società, infatti, possedeva e possiede ancora il vecchio impianto.
c) L'abuso di posizione dominante da parte di Sky Italia s.r.l.
E' di questi giorni la notizia (doc. 1) che Sky Italia s.r.l. "cesserà di utilizzare il sistema di codifica SECA entro la fine del 2004. Il parco abbonati SECA di Sky sarà progressivamente convertito al sistema di trasmissione NDS, dai primi di maggio 2004. In alcuni casi Sky darà agli abbonati una nuova smart card NDS che funzionerà nei decoder SECA esistenti, ma a molti abbonati Sky consegnerà, a casa e senza costi aggiuntivi, un decoder ed una smart card NDS".
Ciò che il comunicato non precisa è che Sky intende così abbandonare il sistema SIMULCRYPT; nel contempo, detta compagnia si rifiuta di mettere a disposizione dei produttori di decoder e degli stessi consumatori il sistema NDS sul quale detiene l'esclusiva.
In altre parole, Sky offrirà gratuitamente a tutti gli abbonati SECA l'unico impianto in grado di decrittare il proprio segnale, mettendo così fuori gioco qualsiasi altro decoder che diverrà automaticamente inutile, ingombrante e quindi scomodo agli occhi dei consumatori inesperti.
Tale condotta viola innanzitutto la "legge sul decoder unico" (intitolata, si noti, "Disposizioni urgenti per lo sviluppo equilibrato dell'emittenza televisiva e per evitare la costituzione o il mantenimento di posizioni dominanti nel settore radiotelevisivo"), sia perché - come stabilisce l'art. 2 - "dal 1° luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate", sia perché l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con delibera n. 216/00 CONS ha espressamente stabilito (all'art. 3.1) che "gli operatori di accesso condizionato anche in possesso di un titolo abilitativo alla trasmissione televisiva digitale a pagamento, indipendentemente dai mezzi di trasmissione, sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità, con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi in chiaro. A tale scopo il provider di Sky utilizza il sistema "simulcrypt" secondo le norme del DVB o in alternativa il sistema "multicrypt" secondo le norme definite dal DVB".
Quel che pare più grave, tuttavia, è l'illecito sfruttamento da parte di Sky della sua condizione di vantaggio (vietato sia dal Trattato Istitutivo della Comunità Europea, ex art. 82, sia dalla Legge Antitrust nazionale, all'art. 3) per estromettere dal mercato gli altri produttori di decoder - SIMULCRYPT o simili - che, com'è intuibile, non riusciranno certo a vendere facilmente ricevitori impossibilitati a trasmettere Sky.
Questo diniego di un'essential facility qual'è il codice NDS costituisce quindi un abuso di posizione dominante che danneggia sia la concorrenza nel mercato high-tech sia la libertà di scelta dei consumatori i quali, una volta ricevuto il "regalo" di Sky, non potranno più vedere una vastissima serie di canali, a pagamento e non, salvo decidano di dotarsi di due diversi impianti, due diversi telecomandi, due diversi sistemi di sintonizzazione, due prese SCART, diversi metri di cavi, e in certi casi addirittura di due parabole.
Ma non è tutto. La sostituzione del sistema di codifica e l'offerta promozionale già descritta (doc. 1) sono suscettibili di determinare gravi effetti anticoncorrenziali anche su mercati diversi da quello sinora descritto.
Sky infatti, grazie alle sue dimensioni strutturali e alle particolari condizioni del mercato italiano (dominato sostanzialmente da un solo operatore), rimpiazzando i vecchi decoder non consentirà l'accesso alla piattaforma digitale da parte di content providers stranieri, cioè di quelle televisioni satellitari che trasmettono in SECA o in IRDETO. Queste infatti, per risultare visibili, dovrebbero sperare che i vecchi impianti Telepiù o Stream non vengano cestinati dai consumatori all'arrivo del nuovo, visto che solo pochissimi di loro saranno disposti a comprare (e configurare) un secondo ricevitore ad hoc.
d) Conclusioni
In considerazione della gravità e dell'imminenza di quanto sopra esposto, l'Istituto Tito Ravà chiede formalmente l'intervento dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni perché verifichi gli effetti anticoncorrenziali della condotta minacciata da Sky Italia s.r.l. e, riscontratane la sussistenza, ponga un termine per l'eliminazione degli stessi, comminando se del caso le sanzioni ritenute appropriate.
Con osservanza
Prof. Vittorio Menesini
Presidente
Prof. Enrico Tonelli
Vicepresidente
Avv. Giuseppe Caforio
Avv. Nicola Sbrenna
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