COMUNICATO STAMPA 22/06/2005
SCARICARE MUSICA DA INTERNET: TROPPE BARRIERE AGLI UTENTI NE LIMITANO LA
FRUIZIONE
Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, ha
analizzato 11 negozi che vendono musica attraverso Internet ed ha evidenziato
che quasi tutti gli operatori sembrano essersi accordati sui prezzi di vendita
(99 centesimi di euro a canzone o 9,99 euro per un album intero) e su protezioni
tecnologiche che ostacolano la libera fruizione della musica da parte del
consumatore. Dopo il primo periodo del “download selvaggio”, il mercato
della musica via Internet a pagamento è dunque finalmente partito, ma con il
piede sbagliato.
“Abbiamo denunciato questi comportamenti anticoncorrenziali
all’Antitrust italiana e alla Commisisone europea” – osserva Paolo
Martinello, presidente dell’associazione. “Lo sviluppo delle nuove
tecnologie deve rappresentare l’occasione per trovare canali distributivi
innovativi, in grado di abbattere i costi di distribuzione. Le case
discografiche invece stanno ricreando online un accordo sui prezzi, uguale a
quello della distribuzione tradizionale”.
Dall’inchiesta risulta che le barriere artificiali imposte
dai siti per limitare i fenomeni di pirateria impongono di avere determinati
sistemi operativi, browser e programmi anche solo per poter accedere ai siti o
leggere i file. In altri casi invece le limitazioni sono nel numero massimo di
copie oltre le quali non è possibile masterizzare il brano oppure nel numero
massimo di computer su cui è possibile ascoltarlo.
Se invece si riesce senza inconvenienti a scaricare il brano desiderato, i
problemi possono nascere nel momento dell’ascolto con un lettore portatile
poiché le canzoni sono vendute in un formato protetto che molti lettori non
sono in grado di leggere.
Sul fronte dei prezzi non ci sono differenze, gli operatori infatti sembrano
essersi accordati, rappresenta un’eccezione il sito russo AllofMp3 che
pratica i prezzi più bassi rispetto ad altri (5-6 centesimi di euro a brano).
Secondo Altroconsumo, la progressiva implementazione del
Digital Rights Management (DRM) - gestione dei diritti d’autore digitali -
dovrà portare con sé una necessaria revisione del sistema dell’”equo
compenso” in quanto l’impossibilità per il consumatore medio di effettuare
una copia privata in presenza di protezioni tecnologiche rende ancora di più
inaccettabile la tendenza a moltiplicare le ipotesi di compenso sui vari
supporti e ad accrescerne spropositatamente l’importo.
Altroconsumo già in passato si è schierato contro il
decreto Urbani che, per proteggere i rendimenti delle case discografiche, ha
inasprito le sanzioni contro chi scarica file audiovisivi dalla rete per uso
personale senza pagare i diritti.
Ogni possibile altro intervento normativo che scaturisca dalle medesime
posizioni pregiudicherebbe gli interessi dei consumatori e limiterebbe il sano
sviluppo del mercato in questo settore.
“La preoccupazine di combattere la pirateria è legittima e
condivisibile” – osserva Paolo Martinello – “ma l’incapacità di
fronteggiarla in modo efficace non deve ricadere sul consumatore. Dalle
Istituzioni non ci aspettiamo un appiattimento sulle posizioni delle case
discografiche, aggrappate alla loro posizione di rendita, ma che sia finalmente
individuata con precisione la linea di demarcazione tra il fenomeno della
diffusione abusiva di contenuti attraverso Internet e il diritto dei consumatori
alla copia privata”.
Per informazioni: ufficio stampa Altroconsumo –
Liliana Cantone - tel. 02.66890205/279/334
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