Altroconsumo
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COMUNICATO STAMPA 10.11.2005
ALTROCONSUMO aderisce alla campagna europea “CHI COPIA PER USO PERSONALE
NON E’ UN PIRATA”
Il consumatore che scarica file musicali o video dalla rete senza fini
commerciali oggi è ostacolato da protezioni tecnologiche, dipinto come un
pirata, anche quando non lo è.
Alcuni esempi di limitazioni: la musica che si acquista su iTunes può essere
ascoltata solo con un iPod. Perché? Ancora più grave è il caso della
distribuzione di Cd musicali della Sony BMG che contengono sistemi anticopia
invasivi che si installano automaticamente e all’insaputa del consumatore sul
PC, creando modifiche indesiderate al sistema informatico e una falla alla
protezione più generale dell’apparecchio. Tale sistema è stato denunciato
oggi dall’associazione con una formale diffida alla Sony dal proseguire con
tale comportamento abusivo.
Altroconsumo e il BEUC, l’organizzazione di associazioni di consumatori
indipendenti europee a cui aderisce, lanciano oggi una campagna sui diritti dei
consumatori nel mondo digitale con una conferenza stampa al Parlamento europeo a
Bruxelles.
Le case discografiche e cinematografiche dipingono sempre più spesso i
consumatori privati come pirati e criminali. Ci si preoccupa molto di far sapere
al singolo utente cosa non può fare nel mondo digitale. L’obiettivo che si
propone la campagna è, al contrario, quello di far sapere al consumatore cosa
può fare.
Su queste stesse note è il gruppo Elio e le Storie Tese: in un’intervista
esclusiva rilasciata all’associazione e visibile da questo pomeriggio su www.altroconsumo.it
Elio e Faso dichiarano: “Le cifre dei Cd oggi sono esorbitanti. Internet è un’alternativa
valida e alla portata anche di chi ha 13 anni e non può permettersi tali cifre.
Se pago l’originale ho diritto di fare tutte le copie personali che voglio”.
Riguardo la non penalizzazione dei consumatori Altroconsumo, con una lettera
inviata oggi al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e a quello per i Beni
culturali Rocco Buttiglione, chiede di rivedere radicalmente il sistema dell’equo
compenso, secondo il quale il consumatore è costretto a pagare comunque un
sovrapprezzo sui supporti (Cd e Dvd) vergini per compensare gli autori in caso
di copia privata.
Questa la Carta dei diritti dei consumatori nel mondo digitale presentata
oggi a Bruxelles:
Diritto alla scelta, alla conoscenza e alla diversità culturale: poter
beneficiare di un mercato concorrenziale che favorisca creatività, libertà d’espressione
e un’offerta ampia e varia. Gli ostacoli sono ancora molti: nel mondo musicale
quattro grandi società controllano l’80% del mercato mondiale, mantenendo i
prezzi dei Cd a livelli proibitivi.
Diritto alla trasposizione nel mondo digitale dei diritti già esistenti nel
“mondo reale”: diritto all’informazione, a clausole eque, a ricorrere
quando un prodotto non mantiene le promesse. Nei fatti è l’industria a
decidere unilateralmente quali informazioni rendere pubbliche, come il materiale
può essere utilizzato, cosa è legale e cosa no.
Diritto a beneficiare delle innovazioni tecnologiche senza restrizioni
abusive. L’industria non deve avere il potere di imporre un controllo
eccessivo ai contenuti digitali. Non c’è ragione tecnologica o giuridica, per
esempio, che giustifichi il fatto che i Dvd americani non possano essere visti
sui lettori europei e viceversa.
Diritto all’interoperabilità fra contenuti e apparecchi. Si veda l’esempio
di compatibilità a senso unico tra iTunes e iPod.
Diritto alla protezione della vita privata. Registratori digitali e
computer non devono essere manipolati senza il consenso dei proprietari. Se per
esempio si carica un programma sul Pc, può accadere che sia inviato a insaputa
del consumatore un programma supplementare, che una volta attivato può
modificare la programmazione dell’apparecchio e catturare informazioni sulle
abitudini nella navigazione.
Diritto a non essere criminalizzati. Non si deve considerare criminale
chi fa copie di Cd e Dvd per uso personale.
Per informazioni: ufficio stampa Altroconsumo – Liliana Cantone - tel.
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