La decisione con la
quale tutti i nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti si sono
espressi contro Grockster e Streamcast ribalta due precedenti sentenze delle
corti inferiori che avevano riconosciuto l'assenza di responsabilità dei due
produttori per le attività illecite svolte dagli utenti.
Al di là delle opposte emozioni suscitate dalla decisione, vale la pena di
analizzare più nel dettaglio il provvedimento per valutare anche le conseguenze
sullo sviluppo della musica online e soprattutto dei sistemi di file sharing,
sistemi che certamente sono qui per restare. La Corte ha stabilito che un
soggetto che distribuisce un programma, con l'obiettivo di promuoverne l'uso per
violare il copyright è responsabile per gli atti illeciti compiuti da terze
parti.
La Corte ha chiaramente distinto l'attuale caso dalla decisione Sony/Betamax
del 1984, che di fatto è rimasta inalterata, stabilendo che Grockster e
Streamcast non distribuivano l'equivalente di un VCR ma deliberatamente
promuovevano il proprio modello di business basato sulla consapevole violazione
di diritti di proprietà intellettuale. Quali siano le attività chiaramente
illecite la Corte non lo scrive, ma offre alcune linee guida
nell'identificazione delle responsabilità che si possono riassumere nei
seguenti comportamenti:
- considerare come consumatori soggetti che svolgono attività illecite
- basare la propria azione promozionale sulla diffusione non autorizzata di
materiale coperto da copyright
- non aver introdotto tecnologie di filtraggio e non aver assunto iniziative per
impedire violazioni.
In molti si sono chiesti quale impatto avrà la decisione Grockster sullo
sviluppo della tecnologia. Alcuni gruppi di pressione (EFF, CEA, P2P United)
vorrebbero sollevare la questione davanti al Congresso, ritenendo che la
sentenza avrebbe la conseguenza di accentuare l'azione giudiziaria, generando
incertezza sul piano del business e di impedire l'innovazione tecnologica
perché gli imprenditori e i gli investitori diverrebbero riluttanti ad
introdurre sul mercato nuovi prodotti. Tuttavia, molti player attivi nel
settore della tecnologia hanno applaudito la sentenza (BSA, Apple, HP; Verizon,
DiMA, Public Knowledge, ecc.) ed allo stesso tempo altri hanno sostenuto che
un'iniziativa legislativa non sia necessaria. Ciò anche perché difficilmente
il Congresso potrebbe attivare un processo di revisione normativo di fronte da
una sentenza di 9 a 0
La questione più interessante di tutta la vicenda riguarda tuttavia il
futuro dei sistemi P2P. Il messaggio inviato dalla Corte Suprema ai servizi come
Grockster e Streamcast è stato chiaro: non si può basare un business sulla
violazione del copyright. Allo stesso tempo il messaggio della Corte Suprema è:
servizi di P2P, sviluppate modelli di business legali nel mercato dalla musica
online. È evidente a questo punto che gli imprenditori attivi nello sviluppo di
sistemi di file sharing avranno uno stimolo in più per creare sistemi
innovativi che allo stesso tempo adottino misure per filtrare i contenuti, che
ottengano licenze dai titolari dei diritti diventando protagonisti responsabili
dello sviluppo della musica digitale. Alla fine anche i consumatori
beneficieranno della decisione della Corte Suprema. Diversi servizi legali di
P2P stanno per dare il via ad importanti progetti, tra questi, iMesh, Peer
Impact, P2P Revolution, Mashbox e Snocap.
A differenza dei sistemi illegali che hanno basato il proprio sviluppo
incentivando gli utenti a commettere violazioni del copyright, le nuove
iniziative legate al P2P potranno rendere consapevolmente partecipi gli utenti
di un modello di business legale che avrà nei consumatori di musica l'asse
portante. La decisione della Corte Suprema avrà l'effetto di richiamare grossi
capitali nello sviluppo di sistemi legali di file sharing, imponendo una
grossa accelerata al mercato della musica digitale. La decisione conferma
indirettamente anche la linea adottata dall'industria discografica nell'education,
per esempio con la recente guida ai rischi del P2P realizzata per i genitori e
distribuita a livello mondiale (in Italia è scaricabile dal sito www.pro-music.it). Senza
criminalizzare il P2P, l'informazione mirata a specificare che nell'ambito dei
sistemi di file sharing è possibile incorrere in usi illeciti sia attivi
che passivi, costituisce un buon strumento per sensibilizzare gli utenti che
fino ad oggi si sono trovati prevalentemente di fronte alle campagne modello
Grockster che, pur consapevole, come abbiamo visto, di un vasto uso illegale del
software, incoraggiava gli utenti a condividere materiale protetto.
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