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 Diritto d'autore

Beneficiari inconsapevoli o inconsapevolmente vessatori?
di Paolo Nuti* - 10.11.03

Il 30 gennaio 2003 la Commissione Europea (Bruxelles) ha inviato al Parlamento Europeo (Strasburgo) una La proposta di direttiva circa "misure e procedure volte ad assicurare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale" (in gergo, IPR, Intellectual Property Rights).

Sotto il cappello di "proprietà intellettuale" si spazia dal design alla topografia dei circuiti integrati, dai marchi di impresa al software per elaboratori, dalle banche dati alle biotecnologie, alla presentazione degli alcolici, fino al diritto di autore e di edizione comunemente inteso per le opere letterarie, musicali, cinematografiche, televisive per il quale si è sviluppata una ampia legislazione specifica.

Nel riprendere i mano la materia per l'ennesima volta, la nuova direttiva si proponeva di promuovere una ulteriore armonizzazione delle diverse legislazioni nazionali tese a colpire la violazione dei diritti di proprietà intellettuale "allorché" (articolo 2, comma primo) "tale violazione è commessa a fini commerciali o arreca un danno considerevole al titolare del diritto".

Il 20 febbraio 2003 la "Commissione giuridica e per il mercato interno" del Parlamento Europeo ha nominato relatrice Janelly Fourtou, notoriamente molto impegnata nella difesa della proprietà intellettuale ed in particolare del diritto di autore. Nomina che ha suscitato qualche commento malizioso a causa del fatto che la famiglia Fourtou è particolarmente interessata ed esperta nella difesa della proprietà intellettuale.

Il marito di Janelly, Jean-René Fourtou, è infatti amministratore delegato del gruppo Vivendi Universal, che vuol dire, tra l'altro, Universal Music Group (la più grande "music company" del mondo), Cegetel (il più grande "nuovo operatore telefonico" francese con oltre 17 milioni di clienti di telefonia mobile, fissa e Internet), Canal+ (pay-TV via satellite, produzione e distribuzione televisiva e cinematografica), Vivendi Universal Games (leader nel settore dei videogiochi per PC e console).

La Fourtou si è rimboccata le maniche e il 17 settembre ha presentato alla "Commissione giuridica e per il mercato interno" una relazione con proposte di emendamento destinate a suscitare parecchie polemiche. Innanzitutto scompare dall'articolo 2 e successivi ogni restrizione della normativa alla violazione per "fini commerciali".

In secondo luogo, le "misure e procedure" che secondo l'articolo 3 del testo della Commissione Europea dovevano essere "Tali da privare i responsabili di una violazione di un diritto di proprietà intellettuale del profitto economico tratto dalla violazione stessa" devono secondo gli emendamenti Fourtou "prevedere strumenti efficaci, proporzionati, adeguati alla violazione e tali da avere effetti dissuasivi , segnatamente privando i responsabili di una violazione di un diritto di proprietà intellettuale del profitto economico tratto dalla violazione stessa".

Il congiunto disposto di queste norme, con ogni evidenza pensate per difendere prima di tutto i titolari dei diritti offesi dalla pirateria via Internet, rende responsabile di una violazione anche il privato che realizza o detiene una copia personale. Anche del modello di una borsetta? E a che pro?

In estrema sintesi, l'impianto degli emendamenti Fourtou sembra avere come obiettivo quello di creare un quadro normativo nel quale le associazioni di categoria dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale avranno titolo e strumenti per richiedere a ciascuno il pagamento di un danno pari, quantomeno, al doppio dei diritti evasi. Con esazione a carico dello stato membro. Anche (vedi emendamenti all'articolo 17) quando l'autore della violazione non ne è consapevole. Attenti quindi a tutti gli attach che vi arrivano via mail: cancellate tutto quel che non potete verificare, perché rischiate di essere inconsapevoli beneficiari del frutto di una violazione. Ma è possibile essere cosi inconsapevolmente vessatori?

Per concludere: se la pirateria è all'origine del caro CD, viva la lotta alla pirateria; se non lo è, la lotta alla pirateria resta comunque un atto di civiltà. Ma resta anche legittimo il dubbio che gli emendamenti Fourtou travalichino gli obiettivi di equità all'origine del progetto di direttiva. Un po' più di equilibrio non guasterebbe.