Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Firma digitale

Firma digitale e cultura giuritecnica
di Giorgio Rognetta - 28.09.99

(Sintesi della relazione presentata al seminario e convegno di studi "Firma digitale e libere professioni" - Pontremoli, 15-16 ottobre 1999)

Riprendendo uno spunto contenuto nel mio volume "La firma digitale e il documento informatico" e nella recensione su InterLex, vorrei ribadire come l'affermazione del sistema di firma digitale derivi dal superamento di un ostacolo che, ormai, non è di natura tecnologica o giuridica, ma culturale.

Occorre, in altri termini, che maturi nel professionista del diritto (e non soltanto in lui) una "cultura giuritecnica", in cui radicate tradizioni giuridiche si armonizzino con inedite basi tecnologiche. Il primo e decisivo passo per la nascita di tale cultura è l'acquisizione della consapevolezza di un'indolore smaterializzazione del documento: non più l'indispensabile supporto materiale contenente, ma soltanto un rassicurante contenuto digitale. Il problema è proprio qui: il contenuto digitale del documento informatico, separato dall'imprescindibile materialità del contenente, non genera ancora fiducia, non è ritenuto idoneo a salvaguardare la certezza del diritto, forse a causa del temibile inconscio conservatore dei più. Tale convinzione prevale nonostante l'immaterialità del documento informatico sia arricchita, nella normativa italiana, da un rigoroso sistema di firma digitale che può assicurare margini di tranquillità superiori a quelli garantiti dal documento cartaceo e dalla sottoscrizione autografa.

In particolare, la carenza di cultura giuritecnica rende difficilmente penetrabile il formalismo cartaceo soprattutto nelle nicchie fortificate dei documenti processuali: i principi generati dal DPR 513, però, non possono restare fuori dal sistema processuale, pena una svalutazione irrimediabile della portata della riforma appena introdotta.

E' agevole immaginare lo scenario di un processo civile formatosi dopo aver assimilato una fertile cultura giuritecnica: il contenuto della sentenza, ad esempio, sarà espresso da bit, cioè dalla nuova forma di scrittura che sostituisce quella tradizionale; la data della deliberazione sarà certificata da una marca temporale; la sottoscrizione del giudice sarà apposta in forma digitale. La sentenza digitale, così stesa e sottoscritta, sarà depositata nella cancelleria elettronica del giudice mediante trasmissione telematica certificata da validazione temporale. Il cancelliere, ricevuta la sentenza, darà atto del deposito mediante apposizione della sua firma digitale sulla sentenza, certificando la data con la marca temporale. Si realizzerà, così, la pubblicazione telematica della sentenza, di cui il cancelliere darà comunicazione alle parti, che avranno precedentemente eletto domicilio elettronico, sempre per via telematica. Così si potrebbero formare anche gli altri atti del giudice nonché gli atti delle parti.

Nel processo penale è più difficile ipotizzare una soddisfacente virtualizzazione della procedura. La cultura giuritecnica, tuttavia, può consentire qualche beneficio non trascurabile. Come modesto esempio di un'iniziativa giuritecnica processuale, vorrei ricordare un atto difensivo smaterializzato, pubblicato da Zaleuco sul sito http://www.giuristi.thebrain.net/zaleuco/home.htm, che presentai alla Corte d'Assise di Reggio Calabria nell'udienza dell'undici novembre 1998, prima di discutere, come parte civile, un processo per omicidio.

Fiducioso nella fresca dignità di scrittura del linguaggio digitale, preparai una memoria difensiva ipertestuale, sottoscritta soltanto con la mia firma digitale, consegnandola alla Corte su un floppy disk. Avrei voluto, invece, inviare per via telematica questa memoria, sottoscritta con la mia firma digitale apposta con una coppia di chiavi debitamente certificata e validata da una marca temporale, alla Cancelleria elettronica della Corte, al fine di integrare un deposito telematico. Forse questo sarà possibile, se si affermerà una cultura giuritecnica processuale. Nell'attesa, qualche piccolo passo in quella direzione non sarà un'impresa vana.