Verso gli standard per le firme
elettroniche
17.04.03
Il 7 aprile scorso si è tenuto a Roma, organizzato da InfoCamere, l' EESSI
International Open Meeting "European Signatures versus Open Signatures?":
un importante momento di riflessione sugli standard della firma digitale,
soprattutto alla luce dei problemi operativi determinati dalla direttiva
1999/93/CE sulle firme elettroniche.
EESSI (European Electronic Signature Standardisation Initiative) opera
sulla base di un mandato della Commissione europea allo ICT Standard Board
per mettere a punto un insieme norme volte a facilitare la validità e il
mutuo riconoscimento (cross-recognition) delle firme elettroniche nell'ambito
disegnato dalla direttiva. I principi essenziali dell'iniziativa sono
l'effettivo coinvolgimento di tutte le parti impegnate nel vasto campo delle
firme elettroniche, l'apertura e la trasparenza dei meccanismi e delle
iniziative adottate, l'incoraggiamento verso soluzioni accettate a livello
internazionale, evitando inutili duplicazioni del lavoro.
Sulla base di queste premesse è stato messo a punto un quadro sistematico
che prevede la "co-regolamentazione" dei diversi aspetti delle firme
elettroniche in un quadro globale. Nel convegno sono stati affrontati i problemi
della certificazione in ambito pubblico e commerciale, con le necessarie
distinzioni tra certificati qualificati e non qualificati, i formati dei
documenti (anche nell'ottica della facilità d'uso da parte di utenti inesperti)
e infine gli aspetti giuridici delle firme elettroniche. E quest'ultimo è forse
l'aspetto più critico, data la diversità degli ordinamenti giuridici nei quali
i nuovi strumenti dovranno essere inseriti.
L'impressione generale, nonostante i progressi compiuti fino a oggi, è che
ci sia ancora molto lavoro da fare prima che le firma elettroniche possano
diventare di uso comune a livello globale. Il problema non è tanto quello degli
standard tecnologici, quanto quello del "recepimento" della tecnologia
nell'ambito del diritto. Significativa, questo proposito, la differente
interpretazione data dai due primi relatori alla questione dei livelli di
sicurezza delle firme digitali: Pedro Ortun (Commissione europea) ha parlato di
tre livelli di firme; subito dopo Roberto Benzi (AIPA) ne ha elencati quattro...
(M. C.)
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