Ecco, di seguito, i commi del "maxi-emendamento" alla legge
finanziaria che riguardano l'emissione della carta d'identità elettronica e la
furiosa reazione di Lucio Stanca, ministro dell'innovazione.Si deve ricordare
che la CIE è già stata oggetto di una querelle tra lo stesso Stanca e
il ministro dell'interno, Pisanu (vedi Stanca: ripensiamo la CIE?
Pisanu: no!).
585. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 7-vicies-quater
del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito con modificazioni dalla
legge 31 marzo 2005, n. 43, le somme introitate per il rilascio della carta di
identità elettronica sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per
essere rassegnate, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, allo
stato di previsione del medesimo Ministero.
586. La produzione, distribuzione e gestione della carta di identità
elettronica ed ogni altra attività connessa sono realizzate in analogia a
quanto previsto per la Tessera sanitaria (TS) dall'articolo 50 del decreto-legge
30 settembre 2003, n. 269, convertito con modificazioni nella legge 24 novembre
2003, n. 326. Le attività di cui al presente comma sono realizzate secondo gli
indirizzi strategici stabiliti d'intesa tra i Ministeri dell'economia e delle
finanze, dell'Interno e il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie,
sentita la Conferenza Stato città e autonomie locali.
587. Per la realizzazione delle attività di produzione, distribuzione e
gestione della carta di identità elettronica ed ogni altra attività connessa,
il Ministero dell'economia e delle finanze può avvalersi di una idonea società
a totale partecipazione diretta o indiretta dello Stato, scelta in deroga alle
norme sulla contabilità generale dello Stato, anche per le finalità previste
dall'articolo 50, comma 13, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269,
convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e
dall'articolo 7-vicies-quater, comma 3, del decreto-legge 31 gennaio
2005, n. 7, convertito con modificazioni dalla legge 31 marzo 2005, n. 43. Sugli
schemi delle relative convenzioni ed accordi deve essere richiesto il parere del
Ministero dell'Interno, ai fini della verifica del rispetto delle regole
tecniche e di sicurezza adottate ai sensi dell'articolo 66, comma 6, del decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
588. Le somme restituite da parte del Governo della Repubblica di San Marino in
base all'intesa sottoscritta il 23 settembre 2005 con il Governo della
Repubblica italiana, concernente la vicenda della illecita sottrazione di fondi
in dotazione al Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (SISDE),
sono riassegnate ai pertinenti capitoli della unità previsionale di base
1.1.2.1. «Servizio informazioni sicurezza democratica» del centro di
responsabilità «Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all'opera del
Ministro» del Ministero dell'interno.
I commi 585 e 587 sono stati dichiarati inammissibili, mentre dovrebbe essere
sopravvissuto il 586, che provoca un terremoto nel circuito di emissione della
CIE. Ma leggiamo con attenzione il comunicato del ministro dell'innovazione,
perché contiene alcune affermazioni che approfondiremo nei prossimi numeri.
FINANZIARIA: MINISTRO STANCA CONTRARIO A DISPOSIZIONI
SU CARTA D'IDENTITÀ ELETTRONICA
Ferma presa di posizione di Lucio Stanca, Ministro per l'innovazione e le Tecnologie per le disposizione sulla Carta d'Identità Elettronica (CIE) contenute nel maxi-emendamento alla Legge Finanziaria 2006.
Con una nota il ministro ha innanzitutto espresso "tutta la propria soddisfazione perché due commi del maxi-emendamento relativi alla CIE sono stati dichiarati inammissibili". Ma, contestualmente, ha pure manifestato il proprio disappunto in quanto "i commi 585, 586 e 587 relativi alla CIE sono stati formulati e inseriti nel maxi-emendamento nella completa assenza di coinvolgimento dello stesso Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, il solo, per mandato del Presidente del Consiglio dei Ministri, responsabile della strategia di e-Government e, quindi, l'unico in grado di garantire la congruità tecnica, organizzativa e funzionale della CIE rispetto al complessivo piano di azioni di digitalizzazione della PA italiana".
Entrando nella specifico, il ministro Stanca ha spiegato che i motivi della sua contrarietà "sono di molteplice natura". In particolare, ha detto, "sono chiaramente in gioco rilevanti interessi economici intorno al business della Carta d'Identità Elettronica che tendono ad escludere le logiche di mercato, le sole capaci di garantire la necessaria trasparenza ed economicità. E, comunque", ha precisato Stanca, "se norma ci deve essere, deve per l'appunto essere quella di garantire l'apertura al mercato".
In secondo luogo, prosegue la dichiarazione del ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, "il comma 587, dichiarato inammissibile, conteneva una stridente assurdità e contraddizione: per la verifica del rispetto delle regole tecniche della CIE incredibilmente non è stato previsto il coinvolgimento del Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie, l'unico che può garantire compatibilità e coerenza tecnica con l'azione di Governo sul fronte della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione".
Inoltre, "anche per il solo comma finora rimasto nel maxi-emendamento (il n. 586)", il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha rilevato che "affidare la distribuzione e gestione della CIE a modalità simili a quanto fatto finora per la Tessera Sanitaria Nazionale significa di fatto non solo azzerare tutto il lavoro sin qui svolto in questi anni, prima per la fase di sperimentazione e, poi, per quella di emissione della CIE, ma anche escludere il coinvolgimento dei Comuni d'Italia".
Alla luce di tutto ciò, il Ministro Stanca ha chiesto "la soppressione anche del comma 586, che da solo non ha alcun senso", ed ha proposto "alle amministrazioni interessate (Ministero dell'Interno, Ministero dell'Economia e Finanze e Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie), con il coinvolgimento dell'ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani, di assicurare il pieno, efficace e produttivo coordinamento su questo importante progetto per il Paese, nel rispetto delle competenze della varie amministrazioni, senza colpi di mano e tenendo lontani gli interessi economici di parte".
Infine, Stanca ha preannunciato che "in caso di assenza o di insufficiente coordinamento tra le Amministrazioni", si adopererà "nei tempi più brevi possibili perché la CIE non sia più lo strumento di accesso ai servizi telematici, ma rimanga un importante sicuro documento di identità fisica e non più anche digitale".
Roma, 15 dicembre 2005
Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa e del Portavoce del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie
|