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 Firma digitale

Le tecnologie rinnoveranno il diritto?
di Manlio Cammarata - 14.10.99

Nel regolamento per il processo telematico... viene affrontato il problema di rendere possibile non solo la consultazione dei dati, che è ormai una realtà diffusa (anche se non c'è ancora un'identificazione sicura di "chi cerca cosa"), ma proprio lo scambio degli atti attraverso la rete. Il problema che blocca, in parte, questo sviluppo, che secondo me è veramente la rivoluzione del processo, è il fatto dei diritti. Se si può fare tutto telematicamente e poi bisogna andare in cancelleria ad appiccicare le marche... Forse nella legge finanziaria ci saranno già delle norme che modificheranno e semplificheranno l'imposta di bollo, per arrivare al pagamento telematico dei diritti di cancelleria.

Così diceva, solo tre settimane fa, Floretta Rolleri, responsabile dell'ufficio "Sistemi informativi automatizzati per l'amministrazione della giustizia" nell'intervista concessa a InterLex.
Ed ecco la notizia: Dal prossimo anno potrebbero scomparire l'imposta di bollo, la tassa di iscrizione a ruolo e i diritti di cancelleria relativi agli atti giudiziari... sostituiti da una tassa unica, proporzionale al valore della causa... Contestualmente si introdurrà una franchigia per tutti i processi inferiori ai due milioni, e viene eliminata anche l'arcaica pratica della "punzonatura" pagina per pagina degli atti (da la Repubblica del 7 ottobre scorso).
Forse nella notizia c'è qualche imprecisione tecnica, ma la vera ragione della scomparsa dei balzelli giudiziari è quella anticipata dalla dottoressa Rolleri: rendere possibile la trasmissione telematica degli atti, provvisti di firma digitale.

Si tratta ora di vedere i dettagli delle disposizioni anticipate dalla stampa, perché la menzione della "punzonatura pagina per pagina" (che non esiste negli atti giudiziari), porta a sperare che il futuro provvedimento riguardi anche altri "balzelli", come quello sui registri IVA (la tassa sulle tasse!), dove una punzonatura c'è, anche se si fa in un sol colpo sull'intero fascicolo. Per saperlo non dovremo aspettare molto, perché è stato confermato che le norme sul bollo saranno inserite nel cosiddetto "maxi-emendamento" alla legge finanziaria, la cui discussione è imminente.

Torna alla memoria una previsione della prima bozza AIPA sul documento informatico (settembre 1996), in cui l'articolo 3 stabiliva: "I documenti elettronici sono esenti, in modo assoluto, da imposte di bollo e T.C.G.".
La previsione fu giustificata con il fatto che la gestione automatizzata dei flussi documentali comporta un enorme risparmio nei costi di spedizione, protocollo, archiviazione e via discorrendo, oltre che con la necessità di incentivare il più possibile l'uso del documento informatico.
Gli estensori di quella bozza furono considerati visionari, ma oggi si dimostra che quelle anticipazioni non erano pura utopia. Ma non si deve esagerare in ottimismo.

Trovo infatti, negli schemi di diverse relazioni al convegno sulla firma digitale nelle libere professioni, che si apre domani a Pontremoli, una nota comune di scetticismo sulle prospettive di diffusione del documento informatico in tempi ravvicinati (le prime sintesi degli interventi saranno pubblicate sul prossimo numero di InterLex).
Scetticismo tutt'altro che ingiustificato, se si confrontano gli scenari teorici dell'applicazione del documento informatico con la realtà quotidiana, non solo della pubblica amministrazione e della giustizia in particolare, ma anche con il settore privato, in particolare quello bancario, dove i bit si aggiungono alla carta, invece di sostituirla.

Il problema è semplice da descrivere quanto complicato da risolvere: non si deve cercare di innestare il documento informatico nelle procedure esistenti, ma di ridisegnare le procedure in funzione delle tecnologie. Per restare all'esempio dei bolli, è possibile immaginare sistemi che consentano di mantenere l'attuale sistema dei balzelli anche con il documento informatico, magari rapportando la tassa al numero di byte. Ma in questo modo non si farebbe altro che aggiungere nuove disposizioni (e nuove questioni interpretative!) a un castello normativo già ipertrofico e confuso. In ultima analisi, l'introduzione del documento informatico porterebbe alla complicazione, invece che alla semplificazione delle procedure esistenti.
Invece la scelta di adattare i balzelli alle procedure informatizzate (posto che non si riesce a eliminarli), semplifica anche le procedure tradizionali. Ed è questo il primo effetto positivo dell'introduzione delle tecnologie o, per essere più precisi, del solo annuncio dell'introduzione.

Se l'impostazione verrà seguita non solo nella pubblica amministrazione (già da tempo avviata su questa strada), ma anche dal settore privato, allora i risultati potrebbero arrivare in tempi ragionevoli, perché i vantaggi della "reingegnerizzazione" dei processi sulla base delle tecnologie dell'informazione sarebbero così evidenti da indebolire anche le resistenze "culturali" all'innovazione.
Certo, non basta semplificare i balzelli per far superare alla giustizia lo stato di marasma in cui si trova da troppo tempo. I nodi da sciogliere sono altri, e molto più complessi. Però, se questi nodi fossero affrontati nell'ottica della reingegnerizzazione tecnologica delle procedure, tutto sarebbe più facile. E la proposta di "forfetizzazione" dei diritti va in questa direzione.

In conclusione, credo che la semplificazione dei "bolli" che dovrebbe arrivare il prossimo anno costituisca un segnale positivo. Non così forte da indurre all'ottimismo, ma sufficiente per passare dallo scetticismo a una... cauta aspettativa di miglioramento.
Vista la situazione di partenza, non è un piccolo passo.