Strane notizie sul documento
informatico
04.09.02
Nei primi giorni di agosto alcuni giornali e le emittenti Rai hanno
annunciato con dovizia di particolari (spesso non rispondenti alla realtà) una
novità vecchia di cinque anni: il documento informatico con valore legale a
tutti gli effetti!
Non ci è voluto molto per risalire alla fonte della notizia, un comunicato
stampa della Presidenza del consiglio che riportiamo qui sotto.
Ora, a parte il fatto che la firma digitale non è
"un software contenuto in una smart card", il comunicato è
fuorviante, perché il "via libera" di cui parla è semplicemente
l'approvazione preliminare di una bozza inviata a diverse amministrazioni per
acquisirne i pareri.
Un altro fatto strano è che di questa bozza circolano diverse versioni, tutte
rigorosamente "segrete" e tutte con previsioni discutibili.
Ma perché questa segretezza? Non sarebbe più utile pubblicare un testo e
chiedere il contributo della comunità, ristretta ma attenta, degli esperti
nella materia?
Lo fece l'AIPA nel 1996, con eccellenti risultati. Dal primitivo
(ma lungimirante) schema "dei notai" si arrivò alle formulazioni
innovative del DPR 513/97. Lo stesso accadde nel 2000 con il testo unico sulla
documentazione amministrativa. Nella bozza pubblicata in agosto furono segnalati
- da noi in prima battuta - errori e incongruenze, poi in gran parte corretti
nella versione finale (vedi Si vuole abrogare
la firma digitale? e i numerosi articoli successivi nell'indice di questa sezione di InterLex).
E questo è il comunicato, scritto evidentemente da qualcuno che
non conosce bene la materia, così come è stato pubblicato su www.governo.it:
Il CDM approva il regolamento sulla firma digitale (*)
- I documenti elettronici avranno a tutti gli effetti valore legale -
Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera - su
proposta del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca - al
Regolamento che disciplina la materia della Firma digitale nel nostro Paese,
recependo così i dettami della Direttiva europea n. 93 del 1999.
La firma digitale è un software contenuto in una smart card - una
sorta di carta bancomat - che, inserita in un apposito lettore collegato al
computer, consente di firmare qualsiasi tipo di documento elettronico.
Il provvedimento approvato oggi introduce due novità sostanziali rispetto
alla normativa precedente: la liberalizzazione del settore dei servizi di
certificazione, che elimina così la necessità di una preventiva
autorizzazione per l'esercizio di questa attività, e l'introduzione di
due categorie di firma digitale. Sarà disponibile una firma leggera
- utile per l'identificazione personale e l'accesso ai servizi della
Pubblica amministrazione - e una firma pesante, con la massima sicurezza
per la sottoscrizione di documenti più rilevanti.
Col nuovo Regolamento, potrà essere conferito valore legale ai documenti
elettronici, garantendo al contempo l'autenticità della firma e del
soggetto da cui proviene e, insieme, l'integrità del documento stesso.
"L'Italia - ha dichiarato il Ministro Stanca - con oltre 500 mila
firme elettroniche già emesse è il Paese europeo all'avanguardia nell'uso
di questa tecnologia. Il provvedimento approvato oggi darà uno slancio
ulteriore a questo strumento, importantissimo nell'ottica della definitiva
affermazione del "governo digitale" nel nostro Paese. I vantaggi saranno
evidenti sia per chi quotidianamente produce e scambia documenti informatici -
come già accade ad esempio tra le Camere di commercio e soggetti quali
commercialisti e ragionieri - ma anche per il comune cittadino che avrà
finalmente a disposizione uno strumento legale per dialogare con la Pubblica
Amministrazione".
Roma, 2 agosto 2002.
* Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa
del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie |