Nel 1995 non credo che Manlio Cammarata avesse previsto che nel 2005
il forum "La società dell'informazione" sarebbe stato una rivista telematica con oltre 13.000 abbonati alla
newsletter. Abbonati che ora possono partecipare a questo forum per quella
"morte della distanza"
(dal libro The Death of
Distance di
Frances Cairncross) che sta già producendo sulla futura società
dell'informazione "trendspotters o tendenze-impatti" ampiamente descritti nel libro
di Cairncross.
Il fatto che migliaia di persone appartenenti a comunità virtuali, simili a
quella dei lettori di InterLex, possano restare costantemente in contatto ad un
costo pressoché nullo, fa si che il "tempo" dedicato ai contatti
"virtuali" non venga più dedicato ai contatti "faccia a
faccia", potendo provocare così in non pochi casi anche la "morte
della vicinanza" (The Death of Proximity).
Su questa stessa rivista è stato pubblicato nel 2002 un articolo dal titolo Piazze telematiche, un progetto sempre più attuale con alcune proposte per favorire la
diffusione su tutto il territorio nazionale di luoghi per l'accesso all'alfabetizzazione
digitale (programmi software, internet, e-mail, ecc.) di tutti i cittadini e in
particolare aperti :
- a chi vuole migliorare la propria istruzione e la propria qualità di vita
entrando nell´era digitale anche non possedendo a casa una postazione
multimediale, né un collegamento in larga banda;
- a chi preferisce utilizzare i servizi (gratuiti, al costo e a valore aggiunto)
messi a disposizione in spazi pubblici e/o privati, evitandosi così di avere
personalmente cura dell´hardware quando obsoleto, dell´aggiornamento dei vari
programmi software e antivirus;
- a chi, per ragioni diverse, può capitare di non disporre per un certo periodo
del proprio PC o portatile personale a seguito di problemi tecnici o logistici
oppure di un blackout o di non poterne sostenere i costi di acquisto e
mantenimento per disoccupazione temporanea e altri motivi famigliari, ecc..
A distanza di quasi tre anni e mezzo quelle proposte non hanno avuto nessun
seguito concreto, e non poteva essere altrimenti, visto che non esiste in
Italia, ma neanche in altri Paesi, una nuova forma di diritto per la libertà di
condividere risorse tangibili (strutture, attrezzature, risorse naturali.) e
intangibili (istruzione, formazione, ricerca, salute, sicurezza.) nell'era
digitale, una forma di democrazia e di libertà moderna che è alla base della
missione dell'Associazione Piazze Telematiche.
Solo negli anni recenti, e grazie alla diffusione di Internet, è stato
possibile nel mondo virtuale, in cui la conoscenza diviene una risorsa
maggiormente replicabile e indipendente dallo spazio e dal tempo, dare l'avvio
a sperimentazioni e tentativi di definizione di nuove forme di "diritto per la
libertà di condividere": dall'open source alle licenze di utilizzo Creative
commons, a
Wikipedia, a Living Knowledge ecc.
Si tratta comunque di esempi isolati che fanno fatica ad emergere nello
scenario di una società industriale ben lungi dall'aver esaurito il suo ciclo
di vita e tra i cui motori di sviluppo si può far rientrare anche il
consolidato "diritto per la libertà di possedere e consumare" che è l'esatto
contrario del "diritto per la libertà di condividere".
In un mondo però che si sta velocemente avviando ad ospitare oltre 9
miliardi di abitanti nel 2050, la condivisione di risorse tangibili e
intangibili è una necessità che richiede nuove forme di "diritto" in grado
di favorire le politiche per lo sviluppo sostenibile e allo
stesso tempo accompagnare il passaggio dalla società industriale a quella dell'informazione,
un passaggio obbligato per assicurare la nascita di nuovi lavori e la
competitività del sistema paese.
Anche nel mondo fisico reale, per sua stessa natura meno duttile e flessibile
rispetto al mondo virtuale di Internet, sono in corso numerosi tentativi per
stabilire forme di condivisione nell'era digitale, in particolare realizzando
reti di nuovi spazi "glocali" pubblici e/o privati nel contesto di
strategie istituzionali per lo sviluppo di un'economia della conoscenza a
beneficio di tutti i cittadini.
Nello scenario europeo, la Gran Bretagna (62%), insieme ai Paesi scandinavi
(Svezia (82%), Danimarca (76%) e Finlandia (70%) è tra i Paesi con la media
più elevata di cittadini che utilizza il web e questo in base ad una recente
ricerca realizzata dall'Ufficio statistico europeo (Eurostat) , mentre l'Italia si attesta
al 31% (sui livelli di Lituania, Lettonia e Polonia).
Un contributo, al raggiungimento in Gran Bretagna del 62% di utenti internet tra
i cittadini, viene anche dalle varie iniziative promosse a livello istituzionale
per lo sviluppo della società dell'informazione.
Ad esempio nel 2001 il Department for Education and Skills (DfES),
avendo verificato il gap crescente nell'alfabetizzazione digitale tra chi
disponeva di un PC e chi no, ha varato dei provvedimenti che hanno portato alla
realizzazione di una rete di 6.000 UK on-line Centres, che assicurano a chiunque voglia impare ad utilizzare il computer, dai
programmi software ad internet e all'email, di poterlo fare in un luogo non
lontano da dove abita.
Alla rete dei 6.000 UK on-line Centres si affianca una seconda rete di
oltre 2.000 centri di Learndirect
che
mette a disposizione degli utenti residenti sul territorio UK oltre 900.000
corsi, molti dei quali fruibili on-line a pagamento o a tariffe scontate per
studenti o disoccupati.
Tra le altre numerose iniziative sostenute a livello istituzionale per
favorire l'economia della conoscenza, e in linea con l'obiettivo delle
"3 I"
(Informazione, Innovazione e Inclusione) di Lisbona 2010, meritano di essere
citate la nuova sede del City Lit, che dà l'opportunità
ad oltre 24.000 adulti all'anno di seguire corsi part-time e la sede THEpUBLIC , un Public Building che
rappresenterà in prospettiva una delle comunità di artisti più grande d'Europa.
Anche in Gran Bretagna però, nonostante la realizzazione di innovative
infrastrutture per l'accesso di tutti i cittadini all'era digitale, un "diritto"
studiato e pensato per la "libertà di condividere" tramite un utilizzo
mirato degli strumenti ICT non esiste ancora. E' certo però che le
sperimentazioni in atto potranno tracciare delle linee guida per la definizione
di quale diritto per la società dell'informazione e quali diritti per gli
utenti di piazze telematiche o di "spazi glocali".
Lo scorso novembre 2004, durante il Ist 2004 Event - Participate in your
future, i temi presentati durante le conferenze e i progetti in mostra avevano tutti indirettamente a che fare anche con i temi a cui fa riferimento
questo forum.
Con una differenza sostanziale però: mentre sono previsti investimenti per
ricerca e strategie di marketing per lo sviluppo tecnologico ed economico del
settore ICT, non sembrerebbe al momento esistere alcuna attenzione da parte sia
dell'UE che dei governi dei singoli Paesi al settore del "diritto" e dei
"diritti" del futuro, in stretta relazione al rapido sviluppo delle
tecnologie ICT.
C'è da augurarsi che questo forum possa contribuire a realizzare, a
partire dal 9 giugno 2005, un ponte tra il passato, il presente e il futuro del
"diritto" e dei "diritti" della società dell'informazione.
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