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Le relazioni - 20

Il futuro del Web: accessibile, multicanale e semantico

di Pasquale Popolizio* - 06.06.05
 
Il Web nacque per un intuito formidabile di Sir Tim Berners-Lee, per il quale "La forza del Web risiede nella sua universalità. E' un aspetto essenziale che esso sia accessibile da chiunque, al di là di eventuali disabilità".
La rete Internet è diventata il principale strumento di comunicazione della nostra epoca. Non solo riduce l'utilizzo di altri strumenti come il fax e la posta ordinaria, ma ne fagocita altri, come ad esempio la telefonia VoIP.

La velocità delle comunicazioni e la relativa economicità del "pacchetto Internet", cioè dispositivi di accesso (computer, palmari, smartphone, etc.), applicazioni, e connessioni alla Rete, stanno decretando la diffusione della Rete.
Tale diffusione, però, viene rallentata da fattori esogeni ed endogeni.

I fattori esogeni sono molti e sottovalutati. Mi riferisco all'impossibilità, da parte di miliardi di persone sulla Terra, di avere un computer, un palmare, un accesso alla Rete: essi ogni giorno combattono la fame e la sete, e realizzare un blog online con le foto della loro ultima vacanza, non rappresenta proprio un desiderio da soddisfare. La scolarizzazione e la cosiddetta informatizzazione, sono anch'essi molto distanti dall'essere un processo compiuto in moltissimi Paesi.

Fra i fattori endogeni, vedo invece alcune caratteristiche proprie delle applicazioni e delle modalità di fruizione della Rete e del Web. Navigando per la Rete, troviamo che la stragrande maggioranza dei siti Web, e quindi i loro sviluppatori e proprietari, non hanno in alcun conto le caratteristiche degli utenti della Rete. Questi ultimi, infatti, non possiedono tutti un computer e una connessione veloce, ed inoltre, cosa più importante, non fruiscono dei contenuti nello stesso modo e con le stesse tecnologie.

Si parte dal presupposto che tutti utilizzino l'ultimo browser grafico del produttore praticamente monopolista, e uno schermo video con risoluzioni da video mastering. Invece non è così. Gli utenti della Rete, in una percentuale intorno al 5% in Italia e 10% in Europa, usufruiscono dei contenuti con una disabilità che può essere visiva, motoria, cognitiva, uditiva. Essi utilizzano browser visuali e testuali, ma soprattutto tecnologie assistive.

Da dieci anni, il W3C - World Wide Web Consortium, organizzazione ideata e diretta da Tim Berners-Lee lavora per realizzare specifiche e raccomandazioni che rappresentano le Linee guida per una corretta costruzione, realizzazione e fruizione del Web. Linee guida che dovrebbero essere seguite da tutti, sviluppatori di software e di browser, sviluppatori del Web, opinion leader e legislatori.
Tali linee guida, purtroppo, vengono molte volte disattese, con il risultato di avere siti Web che non possono essere fruiti e con contenuti non consultabili dalla totalità della popolazione e dell'utenza della Rete.

L'Italia si è dotata, dal gennaio dello scorso anno, della legge 4/2004, detta "legge Stanca", per la quale "È tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione" (Art.1, comma 2).
Si impone alla pubblica amministrazione di dotarsi di siti Web che siano accessibili, definendo l'accessibilità come "la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari." (Art. 2).

L'ultima bozza del decreto ministeriale delle regole tecniche, attualmente all'esame della Comunità europea, recepisce ed integra la maggior parte degli enunciati delle Linee Guida WCAG 1.0del W3C. Si tratta senza dubbio di un notevole passo in avanti per il nostro Paese, che vede così regolamentato un settore di vitale importanza per lo sviluppo sociale ed economico.

In attesa di vedere completato l'iter applicativo della legge, con l'emanazione del decreto ministeriale con le regole tecniche e gli altri decreti sulla formazione, multimedia, etc., non si può che lavorare per comunicare ed estendere sempre di più le semplici regole sull'accessibilità del contenuto del Web.
La nostra società ne ha bisogno, come ha bisogno di vedere estesa l'applicazione del diritto di uguaglianza anche agli utenti della Rete. A questo proposito avrebbe fatto piacere vedere, da parte del legislatore italiano e del governo, un maggiore sforzo rivolto anche a favorire il possesso di computer e la connessione alla Rete, mediante incentivi allo sviluppo e all'utilizzo di linee veloci e a fibra ottica.

Legata a fil doppio all'attuazione di una completa accessibilità dei contenuti del Web, troviamo la ricerca e le applicazioni sulla multicanalità, alla possibilità, cioè, che i contenuti del Web siano accessibili anche da dispositivi non convenzionali come cellulari, smartphone, PDA, palmari. Infatti le stesse regole tecniche che vengono applicate per realizzare un sito Web accessibile sono valide per costruire e realizzare un sito suscettibile di essere fruito da utenti che si collegano alla Rete con tali dispositivi, al momento, non proprio convenzionali.

Ma lo sviluppo dell'accessibilità del Web e della Rete non passa solo attraverso la predisposizione e applicazione di regole tecniche e di linee guida. La completa fruizione del Web potrà aversi quando il Web, così come lo conosciamo ora, si evolverà in Web semantico, dove le informazioni ed i contenuti presenti sul Web potranno essere ricercati e trovati utilizzando tecniche che sono in fase di definizione e sviluppo.
Il Web semantico, così come affermarono quattro anni fa Tim Berners-Lee, James Hendler e Ora Lassila "sarà un'estensione del Web, dove l'informazione avrà un significato ben definito, permettendo una migliore cooperazione fra il lavoro delle persone e quello delle macchine e dei computer".

Col Web semantico i documenti, le pagine, le immagini, i suoni, i filmati presenti sul Web, saranno delle risorse, ognuna con una personalità propria e con delle caratteristiche ben definite. I principali benefici si avranno nelle funzioni di ricerca delle risorse e delle informazioni, nonché, naturalmente nella possibilità di divulgare e rendere disponibili tali informazioni.
Ad esempio, se oggi ricerchiamo su Google un'immagine scrivendo come parola chiave di ricerca "cervello" si ottiene come prima immagine una parte anatomica maschile che non è proprio il nostro cervello! Questo perché, al momento, i motori di ricerca non "ragionano", non capiscono né cercano di farlo, quali sono i desideri dei cercatori, né tantomeno quelli di chi ha posto quella immagine sul Web.

Quando fra pochi anni il Web semantico verrà pienamente applicato, attuando così il Web intelligente, quella risorsa non potrà essere etichettata come "cervello" e quindi non sarà un "cervello" per il motore di ricerca.
In Italia vi è un esperimento al riguardo da parte del motore di ricerca di Libero, dove ricercando un termine, si ha la possibilità di affinare la ricerca per gradi di semanticità successiva.

Accessibilità del Web, multicanalità e Web semantico rappresentano tre aspetti importantissimi per lo sviluppo di una socialità diffusa e di un'etica per la rete Internet e per il Web. Giocano un ruolo fondamentale e responsabile tutti gli attori: il legislatore, ma anche lo sviluppatore di siti Web ed il suo cliente, sia questi azienda privata o pubblica amministrazione.
 

* pasquale @ osservatoriosullacomunicazione.com
http://www.osservatoriosullacomunicazione.com 
http://www.websemantico.org 
http://www.websemantico.org/personali/popolizio.php
Consulente-formatore, membro del gruppo di lavoro Education & Outreach Working Group del World Wide Web Consortium

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