Niente motoscafi blu, nessun TIR col doppio fondo, niente preservativi pieni di
stupefacenti nello stomaco e soprattutto niente magazzini e garage colmi di
materiale illegale. I contrabbandieri di Internet sono già nel futuro della
criminalità multimediale e dell'informazione.
Il recente caso di Stoccolma, dove la polizia reale svedese e BSA hanno
individuato un sito pirata mimetizzato nel dipartimento di scienze
dell'informazione del Royal Institute of Technology, consente di affrontare un
tema vecchio come il mondo quale il contrabbendo sotto una nuova e più
pericolosa prospettiva.
I fatti
Il Royal Institute of Technology, attivatosi in seguito ad alcuni sospetti
provenienti dagli USA, aveva contattato lo scorso marzo BSA chiedendo assistenza
nell'individuazione di una centrale pirata di distribuzione di programmi
software che sembrava essere collocata sul server Internet dell'università. A
seguito di una lunga indagine, il sito era stato individuato nel dipartimento di
scienze dell'informazione. BSA e i responsabili dell'università avevano
denunciato il fatto alla polizia svedese.
L'indagine ha portato alla scoperta di un archivio di centinaia dei più diffusi
programmi per computer, inclusi software dei produttori associati a BSA quali
Microsoft Word, Aldus Pagemaker, Adobe Photoshop e Autocad 13 di Autodesk. Tutti
i programmi erano illegalmente detenuti nei computer del dipartimento di scienze
dell'informazione. L'archivio pirata era strutturato in modo da risultare
invisibile agli osservatori casuali, ma per chi era dotato dei codici d'accesso
autorizzati dai pirati, poteva accedere da qualunque parte del mondo attraverso
la rete Internet e scaricare sul proprio computer tutti i programmi necessari.
Particolari messaggi venivano distribuiti agli utenti di Internet per consentire
l'individuazione e l'utilizzo del "magazzino" pirata. Ogni giorno
l'equivalente di 150 programmi illegali venivano distribuiti dal server pirata
agli utenti di Internet. Da un primo calcolo ciò significa che quasi due
milioni di dollari di software sono stati immessi sulla "madre di tutte le
reti" da parte degli studenti svedesi
La polizia svedese ha raccolto un'enorme quantita di dati ed informazioni sul
traffico pirata di programmi in Europa. Intere liste di contatti in tutta Europa
sono state individuate dagli investigatori e diversi nominativi conducono a
individui sospetti operanti anche in Italia. Proprio di recente la Procura
presso la Pretura di Roma aveva agito con perquisizioni e sequestri nei
confronti di una serie di distributori illegali che svolgevano la propria
attività nell'area capitolina.
Il magazzino virtuale e il crimine reale
Il nuovo contrabbando di tecnologie appare dunque sulle autostrade telematiche
con i suoi vu cumprà agli angoli delle piazze e nei cortili delle università.
Come si muove il contrabbandiere? Mettiamo che il suo domicilio sia a Roma. Il
suo magazzino è invece a Stoccolma. I programmi pirata vengono preparati a
richiesta nella migliore tradizione del "just-in-time" che tanto
affascina i manager delle catene di distribuzione. Il programma pirata viene
prelevato pochi istanti prima della consegna e resta in casa del contrabbandiere
il minor tempo possibile. In caso di controlli nessuno vorrà contestare il
possesso di una copia di un programma detenuta a scopo personale? Chi sarebbe
così fiscale da sequestrare al disgraziato il suo computer e il modem con il
quale si collega con Sarajevo per portare la solidarietà agli assediati?
Il magazzino di Stoccolma contiene centinaia di megabyte di software ma è
lontano e protetto. In realtà è come avere un TIR di sigarette di contrabbando
parcheggiato nel cortile dell'università. Il caso di Stoccolma riguarda oggi il
software ma nel futuro potrebbe riguardare qualsiasi cosa: carte di credito
virtuali rubate, password per banche dati, film interattivi, accessi a conti
bancari.
Ogni vu cumprà con la sua offerta e ogni offerta nascosta non in camera da
letto, ma a migliaia di chilometri di distanza.
Siamo portati a sorridere di fronte a queste cose? Il futuro della comunicazione
e dell'informazione potrà essere anche peggiore.
(23.06.85)