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Segnalazioni


7. Così scorazzano per Internet di Enzo Mazza (BSA)

Niente motoscafi blu, nessun TIR col doppio fondo, niente preservativi pieni di stupefacenti nello stomaco e soprattutto niente magazzini e garage colmi di materiale illegale. I contrabbandieri di Internet sono già nel futuro della criminalità multimediale e dell'informazione.
Il recente caso di Stoccolma, dove la polizia reale svedese e BSA hanno individuato un sito pirata mimetizzato nel dipartimento di scienze dell'informazione del Royal Institute of Technology, consente di affrontare un tema vecchio come il mondo quale il contrabbendo sotto una nuova e più pericolosa prospettiva.

I fatti
Il Royal Institute of Technology, attivatosi in seguito ad alcuni sospetti provenienti dagli USA, aveva contattato lo scorso marzo BSA chiedendo assistenza nell'individuazione di una centrale pirata di distribuzione di programmi software che sembrava essere collocata sul server Internet dell'università. A seguito di una lunga indagine, il sito era stato individuato nel dipartimento di scienze dell'informazione. BSA e i responsabili dell'università avevano denunciato il fatto alla polizia svedese.
L'indagine ha portato alla scoperta di un archivio di centinaia dei più diffusi programmi per computer, inclusi software dei produttori associati a BSA quali Microsoft Word, Aldus Pagemaker, Adobe Photoshop e Autocad 13 di Autodesk. Tutti i programmi erano illegalmente detenuti nei computer del dipartimento di scienze dell'informazione. L'archivio pirata era strutturato in modo da risultare invisibile agli osservatori casuali, ma per chi era dotato dei codici d'accesso autorizzati dai pirati, poteva accedere da qualunque parte del mondo attraverso la rete Internet e scaricare sul proprio computer tutti i programmi necessari.
Particolari messaggi venivano distribuiti agli utenti di Internet per consentire l'individuazione e l'utilizzo del "magazzino" pirata. Ogni giorno l'equivalente di 150 programmi illegali venivano distribuiti dal server pirata agli utenti di Internet. Da un primo calcolo ciò significa che quasi due milioni di dollari di software sono stati immessi sulla "madre di tutte le reti" da parte degli studenti svedesi

La polizia svedese ha raccolto un'enorme quantita di dati ed informazioni sul traffico pirata di programmi in Europa. Intere liste di contatti in tutta Europa sono state individuate dagli investigatori e diversi nominativi conducono a individui sospetti operanti anche in Italia. Proprio di recente la Procura presso la Pretura di Roma aveva agito con perquisizioni e sequestri nei confronti di una serie di distributori illegali che svolgevano la propria attività nell'area capitolina.

Il magazzino virtuale e il crimine reale
Il nuovo contrabbando di tecnologie appare dunque sulle autostrade telematiche con i suoi vu cumprà agli angoli delle piazze e nei cortili delle università.
Come si muove il contrabbandiere? Mettiamo che il suo domicilio sia a Roma. Il suo magazzino è invece a Stoccolma. I programmi pirata vengono preparati a richiesta nella migliore tradizione del "just-in-time" che tanto affascina i manager delle catene di distribuzione. Il programma pirata viene prelevato pochi istanti prima della consegna e resta in casa del contrabbandiere il minor tempo possibile. In caso di controlli nessuno vorrà contestare il possesso di una copia di un programma detenuta a scopo personale? Chi sarebbe così fiscale da sequestrare al disgraziato il suo computer e il modem con il quale si collega con Sarajevo per portare la solidarietà agli assediati?

Il magazzino di Stoccolma contiene centinaia di megabyte di software ma è lontano e protetto. In realtà è come avere un TIR di sigarette di contrabbando parcheggiato nel cortile dell'università. Il caso di Stoccolma riguarda oggi il software ma nel futuro potrebbe riguardare qualsiasi cosa: carte di credito virtuali rubate, password per banche dati, film interattivi, accessi a conti bancari.
Ogni vu cumprà con la sua offerta e ogni offerta nascosta non in camera da letto, ma a migliaia di chilometri di distanza.
Siamo portati a sorridere di fronte a queste cose? Il futuro della comunicazione e dell'informazione potrà essere anche peggiore.
(23.06.85)


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