Alla Commissione Cultura - Senato della Repubblica
Bologna, 12 luglio 2002
Onorevole Presidente, componenti la
Commissione, onorevoli Senatori
con riferimento all'emendamento n. 1.86
al DDL n. 1309 relativo l'alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche e
facendo seguito alle successive audizioni di Microsoft, Associazione Software
Libero, Free Software Foundation Europe, Roma Linux User Group e SuSE Linux
Italia, come rappresentanti di piccole e medie imprese e liberi professionisti
operanti nel settore dell'ICT (Information Communication Technology) ci
è gradita l'occasione per sottoporvi le motivazioni che ci hanno fatto
scegliere il software libero come modello di business, sottolineando i
vantaggi che comporta per ogni cliente e in particolare per la Pubblica
Amministrazione, evidenziando infine le opportunità che offre proprio
nell'ambito della Pubblica Istruzione.
Condividiamo a pieno quanto esposto dalle associazioni e da SuSE Linux Italia
relativamente le qualità del software libero in fatto di autonomia didattica,
neutralità economica, stimolo alla ricerca ed all'approfondimento, sviluppo
della propria individualità e rispetto della proprietà intellettuale. Siamo
altresì consapevoli che, quanto recentemente affermato nel documento
"Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società
dell'Informazione" del Ministero dell'Innovazione circa i vantaggi
dell'Open Source, quali la trasparenza, l'indipendenza dai fornitori e la
riusabilità, sia ampiamente condiviso, a livello nazionale ed europeo, come
testimoniano analoghe iniziative avviate in Finlandia, Francia, Germania e
Gran Bretagna.
Vogliamo perciò rimarcare i vantaggi che la Res pubblica può ottenere
incentivando lo sviluppo di software libero e le opportunità che esso crea
nel mercato informatico italiano, e alleghiamo quindi le nostre riflessioni a
tal proposito.
Acme Solutions S.r.l. - Roberto Galoppini - Roma
AX Digital Systems S.r.l. - Vito Asta - Pomezia (RM)
Binary Only di Andrea Glorioso - Andrea Glorioso - Bologna
BWARE TECHNOLOGIES S.p.A. - Paolo Ventafridda - Milano
Icube S.r.l. - Francesco Ciriaci - Pisa
Kinè p.s.c.r.l - Luciano Leonardelli - Pordenone
Louise S.r.l. - Dorian Tessore - Milano
MG Engineering S.N.C. - Giovanni Franza - Cinisello Balsamo (MI)
n o z e S.r.l. - Fabio Adezio - Navacchio - Cascina (PI)
OpenReal - Fabrizio Reale - Torino
Prosa S.r.l. - Paolo Didonè - Padova
Synapsi S.r.l. - Egidio Francesco Cipriano - Taranto
Tecnoteca S.r.l. - Fabio Bottega - Tavagnacco (UD)
Xsec S.r.l - Simo Sorce - Milano
YACME S.r.l. - Davide Dozza - Bologna
Roberto Foglietta - Genova - Libero professionista
Andrea Paramithiotti - Milano - Libero professionista
1) Tutela dello Stato: interoperabilità ed e-governement
Così come sostenuto dal piano d'azione della Commissione Europea sulla
"Società dell'informazione per tutti", l'interoperabilità
rappresenta una delle azioni per le misure di politica generale, in quanto
sarà il requisito fondamentale per la realizzazione di servizi pan-europei di
e-government.
Lo sviluppo e l'adozione di standard aperti, intrinsecamente supportati dal
software libero, sono necessari per consentire la cooperazione dei sistemi
informativi delle diverse pubbliche amministrazioni e per garantire al
cittadino la possibilità di interagire per via telematica indipendentemente
dal tipo di sistema operativo e software applicativo utilizzato.
Dialogando con i produttori di software, gli enti di ricerca e le
organizzazioni internazionali, occorre che l'Italia partecipi attivamente al
processo di elaborazione affinché gli standard utilizzati siano quelli
prodotti da organismi quali l'Internet Engineering Task Force,
impegnati da tempo a tutelare la disponibilità degli standard relativi a
formati di scambio e protocolli di comunicazione, con l'obiettivo di garantire
la libera implementazione e la diffusione di strumenti in grado di far
comunicare e scambiare dati.
2) Tutela dello Stato: trasparenza
La trasparenza del codice è un valore
importante ed irrinunciabile, soprattutto per la Pubblica Amministrazione che
è chiamata a tutelare i diritti dei propri cittadini. La conoscenza è
sinonimo di sicurezza, ed è quindi fondamentale che lo Stato si garantisca la
possibilità di esaminare e verificare gli strumenti informatici di cui si
dota, non demandando a terzi la questione della riservatezza e della sicurezza
dei dati.
3) Tutela dello Stato: manutenibilità e indipendenza dal fornitore
La possibilità di modificare il
software acquistato, costituisce un fattore determinante nella valutazione
complessiva di un investimento informatico, in quanto possono verificarsi uno
o più dei seguenti casi:
- scomparsa del fornitore, come spesso accade nel mercato ICT;
- indisponibilità del fornitore ad approntare le modifiche evolutive
richieste, perché non richieste da un sufficiente numero di clienti;
- esosità del fornitore che, trovandosi in una posizione di forza, recepisce
le richieste di modifiche a fronte di compensi esorbitanti.
L'accesso al codice e la libertà di modifica forniscono al cliente i gradi di
libertà necessari per affrontare questa problematica, sia perchè il cliente
è in grado di dotarsi degli strumenti necessari per operare in proprio, sia
perchè può rivolgersi a nuovi fornitori che, grazie alle barriere d'accesso
molto limitate, sono a loro volta in grado di acquisire le competenze
necessarie.
4) Tutela dello Stato: riuso e cooperazione
Il concetto di riusabilità sta
alla base del software libero. Abbinato alla riutilizzazione delle esperienze
esso offre l'opportunità di replicare progetti su larga scala limitando
drasticamente i costi delle licenze ed amplificando perciò l'economia di
scala.
Questa esigenza è particolarmente sentita all'interno delle pubbliche
amministrazioni dove problematiche comuni sono distribuite uniformemente sul
territorio.
Per queste ragioni la PA è incentivata a riutilizzare il software prodotto,
sia per motivi di costo, sia in termini di promozione e diffusione delle best
practices.
5) Tutela dello Stato: scegliere nell'acquisto di beni e servizi
Il costo associato alle licenze
di un prodotto software commerciale non dà pieno diritto sull'utilizzo del
relativo bene strumentale, ma piuttosto costituisce un limitato diritto d'uso,
in numero (costo per licenza) e in modalità d'uso (nessuna libertà di
modifica).
D'altra parte il software è un componente fondamentale di ogni processo
supportato, parzialmente o totalmente, da un sistema informatico.
Le politiche di licensing, quindi, costituiscono una sorta di costo di
abbonamento ad un servizio che, in tempi e modi diversi, deve essere rinnovato
acquistando le licenze dell'ultima versione del prodotto, pena incorrere nei
rischi associati all'utilizzo di un software non più in garanzia.
Il software libero in questo senso costituisce un'alternativa, in quanto
consente di investire in soluzioni e prodotti il cui futuro può essere scelto
dal committente stesso. Esso pertanto può investire in formazione e dotarsi
internamente delle competenze necessarie per lo sviluppo o l'evoluzione,
oppure può rivolgersi al mercato scegliendo tra più fornitori.
In questo modo lo Stato può assicurarsi un completo controllo dei costi,
presenti e futuri, bandendo gare ed appalti che confrontino complessivamente
il Total Cost of Ownership, ovvero tenendo conto dei costi iniziali del
prodotto, di quelli associati alla sua evoluzione e ai servizi connessi
(amministrazione, installazione, manutenzione, etc.) piuttosto che affidarsi
completamente all'acquisto di licenze d'uso.
6) Opportunità per il mercato Italiano: modello di business
Sviluppare software libero non
significa cedere gratuitamente la proprietà intellettuale, che è comunque
tutelata dal diritto d'autore esattamente come avviene per il software
proprietario, bensì spostare il valore dalla capacità di commercializzazione
alla competenza per lo sviluppo, i servizi ed il supporto. Aziende come le
nostre non vendono i loro prodotti in una scatola ma sotto forma di competenze
umane in grado di risolvere problemi, personalizzare soluzioni, fornire
servizi di supporto e manutenzione. Sono numerose le aziende che capitalizzano
le esperienze umane, le competenze interne ed esterne all'azienda facendo di
esse il vero valore aggiunto e realizzando così il proprio modello di
business.
7) Opportunità per il mercato Italiano: sviluppo di un'economia ICT
nazionale
La struttura dei costi e dei
ricavi delle aziende fondate sul software libero è diversa rispetto a quelle
tradizionali, in quanto:
- l'ampia disponibilità di software libero consente a qualsiasi PMI di
entrare in competizione senza forti investimenti iniziali in licenze,
materiale didattico e strumenti di sviluppo proprietario riducendo pertanto
fortemente le barriere all'ingresso;
- la principale area di redditività nel settore del software libero riguarda
i servizi che nel complesso, in ambito europeo, costituiscono il doppio della
spesa relativa ai prodotti (Fonte: EITO 2002, European Information
Technology Observatory).
Per uno sviluppo dell'economia basata sul software libero, integrata nel
mercato ICT e per consentire all'Italia di competere tecnologicamente a
livello europeo ed internazionale non sono necessari grossi investimenti, ma
è fondamentale che lo Stato promuova lo sviluppo di competenze specifiche nel
settore, istituendo programmi nazionali di ricerca sul software open source,
in accordo con quanto indicato nel paragrafo 12.1 delle "Linee guida del
Governo per lo sviluppo della Società dell'Informazione".
Il software libero dunque sostituisce ad una voce di costo da sostenere per un
permesso d'uso limitato nel tempo, una voce di investimento su formazione,
cultura e sviluppo per una crescita delle persone e dell'economia nazionale.
8) Opportunità per il mercato
Italiano: valore nel rapporto committente-fornitoreIl software libero
comporta un rapporto cliente-fornitore guidato dalle esigenze del cliente (market
driven), riaffermando il principio naturale secondo il quale chi compra un
bene/servizio sceglie che cosa comprare, senza dover subire politiche di
rilascio di modifiche evolutive e/o correttive, né politiche di prezzo
condotte unilateralmente dal fornitore, come di solito accade nel software
proprietario.
Nel software libero il fornitore instaura un rapporto che sostituisce la
vendita di un prodotto, spesso di terzi, con una relazione basata
sull'erogazione di servizi.
Il mercato del software che costruiamo, dunque, è quello in cui l'efficienza
economica è garantita da una struttura dei prezzi fondata su contratti per
determinati servizi, per uno scambio di valore continuativo tra produttore e
consumatore.
9) Formazione e ricerca: competenze, esperienze
La disponibilità sempre più
ampia di strumenti software liberi sta creando opportunità professionali a
livello mondiale, in quanto, grazie alle limitate barriere d'ingresso, anche
le PMI hanno l'opportunità di accedere a tecnologie avanzate, acquisire
competenze e fare ricerca.
Non a caso, l'esplosione di Internet e delle tecnologie di rete, è per la
maggior parte dovuta alla possibilità di micro imprese di accedere a
protocolli aperti e software liberi che hanno consentito loro di sviluppare
progetti di enorme successo che diversamente avrebbero avuto bisogno di grandi
finanziamenti. Ne sono un esempio Apache, Sendmail (web e mail
server più diffusi al mondo), oppure motori di ricerca come Google e Yahoo.
Il software libero costituisce una grande opportunità di crescita sia
economica che culturale, opportunità che altre nazioni stanno cercando di
cogliere. Pertanto, se esso non venisse supportato da adeguate politiche di
sviluppo di competenze, si rischierebbe di far diventare l'Italia ancora una
volta 'terra di conquista' nel settore ICT. E' quindi auspicabile cogliere
l'occasione per introdurre lo studio e lo sviluppo di questa tecnologia nelle
scuole, promuovendo e incentivando la formazione di specialisti ICT in grado
di svolgere ricerca e produzione nel software libero.
10) Formazione e ricerca: intelligenza collettiva
Altro aspetto da prendere in
considerazione è il paradigma collaborativo di sviluppo/evoluzione che
contraddistingue il software libero. Questo è infatti uno strumento che
favorisce lo sviluppo di quella che i sociologi chiamano "intelligenza
collettiva", ovvero una modalità di interazione umana che è in grado di
produrre innovazione nel campo dell'informazione e della conoscenza.
11) Formazione e ricerca: stima del
valore d'uso
Inoltre altra caratteristica da non sottovalutare è il valore d'uso che
si associa ad un software. Infatti, in questo ambito, spesso l'unico valore
percepito è quello di vendita, ovvero il prezzo imposto dal produttore di
software proprietario, ma è importante che le nuove generazioni acquistino un
maggiore senso critico, che siano in grado di commisurare il costo di un bene
informatico alla sua utilità. E' altresì importante che esse abbiano accesso
a tutti gli strumenti analitici necessari per stabilire il valore di
sostituzione, cioè il valore che si attribuisce ad un bene nell'ipotesi in
cui si debba procedere alla sua sostituzione.