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Pubblica amministrazione e open source

Altre aziende scrivono al Senato
24.07.02

Alla Commissione Cultura - Senato della Repubblica

Bologna, 12 luglio 2002

Onorevole Presidente, componenti la Commissione, onorevoli Senatori

con riferimento all'emendamento n. 1.86 al DDL n. 1309 relativo l'alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche e facendo seguito alle successive audizioni di Microsoft, Associazione Software Libero, Free Software Foundation Europe, Roma Linux User Group e SuSE Linux Italia, come rappresentanti di piccole e medie imprese e liberi professionisti operanti nel settore dell'ICT (Information Communication Technology) ci è gradita l'occasione per sottoporvi le motivazioni che ci hanno fatto scegliere il software libero come modello di business, sottolineando i vantaggi che comporta per ogni cliente e in particolare per la Pubblica Amministrazione, evidenziando infine le opportunità che offre proprio nell'ambito della Pubblica Istruzione.
Condividiamo a pieno quanto esposto dalle associazioni e da SuSE Linux Italia relativamente le qualità del software libero in fatto di autonomia didattica, neutralità economica, stimolo alla ricerca ed all'approfondimento, sviluppo della propria individualità e rispetto della proprietà intellettuale. Siamo altresì consapevoli che, quanto recentemente affermato nel documento "Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell'Informazione" del Ministero dell'Innovazione circa i vantaggi dell'Open Source, quali la trasparenza, l'indipendenza dai fornitori e la riusabilità, sia ampiamente condiviso, a livello nazionale ed europeo, come testimoniano analoghe iniziative avviate in Finlandia, Francia, Germania e Gran Bretagna.
Vogliamo perciò rimarcare i vantaggi che la Res pubblica può ottenere incentivando lo sviluppo di software libero e le opportunità che esso crea nel mercato informatico italiano, e alleghiamo quindi le nostre riflessioni a tal proposito.

Acme Solutions S.r.l. - Roberto Galoppini - Roma
AX Digital Systems S.r.l. - Vito Asta - Pomezia (RM)
Binary Only di Andrea Glorioso - Andrea Glorioso - Bologna
BWARE TECHNOLOGIES S.p.A. - Paolo Ventafridda - Milano
Icube S.r.l. - Francesco Ciriaci - Pisa
Kinè p.s.c.r.l - Luciano Leonardelli - Pordenone
Louise S.r.l. - Dorian Tessore - Milano
MG Engineering S.N.C. - Giovanni Franza - Cinisello Balsamo (MI)
n o z e S.r.l. - Fabio Adezio - Navacchio - Cascina (PI)
OpenReal - Fabrizio Reale - Torino
Prosa S.r.l. - Paolo Didonè - Padova
Synapsi S.r.l. - Egidio Francesco Cipriano - Taranto
Tecnoteca S.r.l. - Fabio Bottega - Tavagnacco (UD)
Xsec S.r.l - Simo Sorce - Milano
YACME S.r.l. - Davide Dozza - Bologna
Roberto Foglietta - Genova - Libero professionista
Andrea Paramithiotti - Milano - Libero professionista

1) Tutela dello Stato: interoperabilità ed e-governement
Così come sostenuto dal piano d'azione della Commissione Europea sulla "Società dell'informazione per tutti", l'interoperabilità rappresenta una delle azioni per le misure di politica generale, in quanto sarà il requisito fondamentale per la realizzazione di servizi pan-europei di e-government.
Lo sviluppo e l'adozione di standard aperti, intrinsecamente supportati dal software libero, sono necessari per consentire la cooperazione dei sistemi informativi delle diverse pubbliche amministrazioni e per garantire al cittadino la possibilità di interagire per via telematica indipendentemente dal tipo di sistema operativo e software applicativo utilizzato.

Dialogando con i produttori di software, gli enti di ricerca e le organizzazioni internazionali, occorre che l'Italia partecipi attivamente al processo di elaborazione affinché gli standard utilizzati siano quelli prodotti da organismi quali l'Internet Engineering Task Force, impegnati da tempo a tutelare la disponibilità degli standard relativi a formati di scambio e protocolli di comunicazione, con l'obiettivo di garantire la libera implementazione e la diffusione di strumenti in grado di far comunicare e scambiare dati.

2) Tutela dello Stato: trasparenza
La trasparenza del codice è un valore importante ed irrinunciabile, soprattutto per la Pubblica Amministrazione che è chiamata a tutelare i diritti dei propri cittadini. La conoscenza è sinonimo di sicurezza, ed è quindi fondamentale che lo Stato si garantisca la possibilità di esaminare e verificare gli strumenti informatici di cui si dota, non demandando a terzi la questione della riservatezza e della sicurezza dei dati.

3) Tutela dello Stato: manutenibilità e indipendenza dal fornitore
La possibilità di modificare il software acquistato, costituisce un fattore determinante nella valutazione complessiva di un investimento informatico, in quanto possono verificarsi uno o più dei seguenti casi:
- scomparsa del fornitore, come spesso accade nel mercato ICT;
- indisponibilità del fornitore ad approntare le modifiche evolutive richieste, perché non richieste da un sufficiente numero di clienti;
- esosità del fornitore che, trovandosi in una posizione di forza, recepisce le richieste di modifiche a fronte di compensi esorbitanti.
L'accesso al codice e la libertà di modifica forniscono al cliente i gradi di libertà necessari per affrontare questa problematica, sia perchè il cliente è in grado di dotarsi degli strumenti necessari per operare in proprio, sia perchè può rivolgersi a nuovi fornitori che, grazie alle barriere d'accesso molto limitate, sono a loro volta in grado di acquisire le competenze necessarie.

4) Tutela dello Stato: riuso e cooperazione
Il concetto di riusabilità sta alla base del software libero. Abbinato alla riutilizzazione delle esperienze esso offre l'opportunità di replicare progetti su larga scala limitando drasticamente i costi delle licenze ed amplificando perciò l'economia di scala.
Questa esigenza è particolarmente sentita all'interno delle pubbliche amministrazioni dove problematiche comuni sono distribuite uniformemente sul territorio.
Per queste ragioni la PA è incentivata a riutilizzare il software prodotto, sia per motivi di costo, sia in termini di promozione e diffusione delle best practices.

5) Tutela dello Stato: scegliere nell'acquisto di beni e servizi
Il costo associato alle licenze di un prodotto software commerciale non dà pieno diritto sull'utilizzo del relativo bene strumentale, ma piuttosto costituisce un limitato diritto d'uso, in numero (costo per licenza) e in modalità d'uso (nessuna libertà di modifica).
D'altra parte il software è un componente fondamentale di ogni processo supportato, parzialmente o totalmente, da un sistema informatico.
Le politiche di licensing, quindi, costituiscono una sorta di costo di abbonamento ad un servizio che, in tempi e modi diversi, deve essere rinnovato acquistando le licenze dell'ultima versione del prodotto, pena incorrere nei rischi associati all'utilizzo di un software non più in garanzia.
Il software libero in questo senso costituisce un'alternativa, in quanto consente di investire in soluzioni e prodotti il cui futuro può essere scelto dal committente stesso. Esso pertanto può investire in formazione e dotarsi internamente delle competenze necessarie per lo sviluppo o l'evoluzione, oppure può rivolgersi al mercato scegliendo tra più fornitori.
In questo modo lo Stato può assicurarsi un completo controllo dei costi, presenti e futuri, bandendo gare ed appalti che confrontino complessivamente il Total Cost of Ownership, ovvero tenendo conto dei costi iniziali del prodotto, di quelli associati alla sua evoluzione e ai servizi connessi (amministrazione, installazione, manutenzione, etc.) piuttosto che affidarsi completamente all'acquisto di licenze d'uso.

6) Opportunità per il mercato Italiano: modello di business
Sviluppare software libero non significa cedere gratuitamente la proprietà intellettuale, che è comunque tutelata dal diritto d'autore esattamente come avviene per il software proprietario, bensì spostare il valore dalla capacità di commercializzazione alla competenza per lo sviluppo, i servizi ed il supporto. Aziende come le nostre non vendono i loro prodotti in una scatola ma sotto forma di competenze umane in grado di risolvere problemi, personalizzare soluzioni, fornire servizi di supporto e manutenzione. Sono numerose le aziende che capitalizzano le esperienze umane, le competenze interne ed esterne all'azienda facendo di esse il vero valore aggiunto e realizzando così il proprio modello di business.

7) Opportunità per il mercato Italiano: sviluppo di un'economia ICT nazionale
La struttura dei costi e dei ricavi delle aziende fondate sul software libero è diversa rispetto a quelle tradizionali, in quanto:
- l'ampia disponibilità di software libero consente a qualsiasi PMI di entrare in competizione senza forti investimenti iniziali in licenze, materiale didattico e strumenti di sviluppo proprietario riducendo pertanto fortemente le barriere all'ingresso;
- la principale area di redditività nel settore del software libero riguarda i servizi che nel complesso, in ambito europeo, costituiscono il doppio della spesa relativa ai prodotti (Fonte: EITO 2002, European Information Technology Observatory).
Per uno sviluppo dell'economia basata sul software libero, integrata nel mercato ICT e per consentire all'Italia di competere tecnologicamente a livello europeo ed internazionale non sono necessari grossi investimenti, ma è fondamentale che lo Stato promuova lo sviluppo di competenze specifiche nel settore, istituendo programmi nazionali di ricerca sul software open source, in accordo con quanto indicato nel paragrafo 12.1 delle "Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell'Informazione".
Il software libero dunque sostituisce ad una voce di costo da sostenere per un permesso d'uso limitato nel tempo, una voce di investimento su formazione, cultura e sviluppo per una crescita delle persone e dell'economia nazionale.

8) Opportunità per il mercato Italiano: valore nel rapporto committente-fornitoreIl software libero comporta un rapporto cliente-fornitore guidato dalle esigenze del cliente (market driven), riaffermando il principio naturale secondo il quale chi compra un bene/servizio sceglie che cosa comprare, senza dover subire politiche di rilascio di modifiche evolutive e/o correttive, né politiche di prezzo condotte unilateralmente dal fornitore, come di solito accade nel software proprietario.
Nel software libero il fornitore instaura un rapporto che sostituisce la vendita di un prodotto, spesso di terzi, con una relazione basata sull'erogazione di servizi.
Il mercato del software che costruiamo, dunque, è quello in cui l'efficienza economica è garantita da una struttura dei prezzi fondata su contratti per determinati servizi, per uno scambio di valore continuativo tra produttore e consumatore.

9) Formazione e ricerca: competenze, esperienze
La disponibilità sempre più ampia di strumenti software liberi sta creando opportunità professionali a livello mondiale, in quanto, grazie alle limitate barriere d'ingresso, anche le PMI hanno l'opportunità di accedere a tecnologie avanzate, acquisire competenze e fare ricerca.
Non a caso, l'esplosione di Internet e delle tecnologie di rete, è per la maggior parte dovuta alla possibilità di micro imprese di accedere a protocolli aperti e software liberi che hanno consentito loro di sviluppare progetti di enorme successo che diversamente avrebbero avuto bisogno di grandi finanziamenti. Ne sono un esempio Apache, Sendmail (web e mail server più diffusi al mondo), oppure motori di ricerca come Google e Yahoo.
Il software libero costituisce una grande opportunità di crescita sia economica che culturale, opportunità che altre nazioni stanno cercando di cogliere. Pertanto, se esso non venisse supportato da adeguate politiche di sviluppo di competenze, si rischierebbe di far diventare l'Italia ancora una volta 'terra di conquista' nel settore ICT. E' quindi auspicabile cogliere l'occasione per introdurre lo studio e lo sviluppo di questa tecnologia nelle scuole, promuovendo e incentivando la formazione di specialisti ICT in grado di svolgere ricerca e produzione nel software libero.

10) Formazione e ricerca: intelligenza collettiva
Altro aspetto da prendere in considerazione è il paradigma collaborativo di sviluppo/evoluzione che contraddistingue il software libero. Questo è infatti uno strumento che favorisce lo sviluppo di quella che i sociologi chiamano "intelligenza collettiva", ovvero una modalità di interazione umana che è in grado di produrre innovazione nel campo dell'informazione e della conoscenza.

11) Formazione e ricerca: stima del valore d'uso
Inoltre altra caratteristica da non sottovalutare è il valore d'uso che si associa ad un software. Infatti, in questo ambito, spesso l'unico valore percepito è quello di vendita, ovvero il prezzo imposto dal produttore di software proprietario, ma è importante che le nuove generazioni acquistino un maggiore senso critico, che siano in grado di commisurare il costo di un bene informatico alla sua utilità. E' altresì importante che esse abbiano accesso a tutti gli strumenti analitici necessari per stabilire il valore di sostituzione, cioè il valore che si attribuisce ad un bene nell'ipotesi in cui si debba procedere alla sua sostituzione.