Software libero: la replica a
Microsoft
di Antonio Bernardi - 02.07.02
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l.togni@senato.it, g.favaro@senato.it Al Preg.mo Presidente della VII
Commissione, e p.c. ai Preg.mi Senatori della VII Commissione
Egregio Presidente Franco Asciutti, Le scrivo la
presente per ribadire l'importanza dell'emendamento sottoriportato relativo
all'alfabetizzazione nelle nuove tecnologie, soprattutto dopo la lettura del
"documento Microsoft"(http://punto-informatico.it/p.asp?i=40631). Il
predetto documento, infatti, nell'elencare i "Punti di forza" del
software open source (software libero) ne omette due.
Il primo consiste nel fatto che il software
libero, a differenza del software proprietario permette l'assoluta libertà di
copia, sia per l'insegnante che per l'allievo, più in generale per ogni
utente. La libertà di copia del software corrisponde alla libertà di parola
e di pensiero ed è a fondamento dello scambio della conoscenza. Ad esempio
quando un insegnante spiega il teorema di Pitagora "esegue una
copia" del teorema, quando lo applica ad un problema "esegue una
copia", ecc. Per il software, bene immateriale, vige lo stesso principio.
Il predetto software, per sua natura, è rispettoso della proprietà
intellettuale identificata nel diritto di autore, ed educa alla cultura della
legalità combattendo la copia illegale del software. Il MIUR stesso, in un
suo recente documento, afferma che si devono utilizzare "strumenti
liberamente reperibili (- copiabili -) in rete o messi a disposizione
gratuitamente dai produttori". Faccio presente che il software
proprietario "non è né gratuito né liberamente reperibile in rete,
contrariamete al software libero". Faccio altresì presente, Signor
Presidente, che per la legge italiana se uno studente o un insegnante copia
software proprietario, anche solo per eseguire delle esercitazioni didattiche,
commette un reato punibile con l'arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere!
Il secondo "Punto di forza" omesso è
quello relativo al fatto che il software libero (open source) è rispettoso
della libertà d'insegnamento. Infatti per l'insegnante delle (o con le) nuove
tecnologie "il software" corrisponde al libro di testo. E' cosa nota
che, nella scuola pubblica, la scelta del libro di testo è competenza dei
docenti (Collegio dei Docenti) come elemento del più ampio esercizio delle
libertà d'insegnameto. Il software libero è rispettoso di questo principio,
permettendo all'insegnante di scegliersi il software e il fornitore che più
si adatta alle sue esigenze didattiche, senza alcuna imposizione o costrizione
da parte del mercato. La stessa cosa non si può dire per il software
proprietario monopolistico dove vi è un unico fornitore che decide il
software da utilizzare secondo propri interessi, che, seppur legittimi, non
sempre coincidono con quelli di una scuola pubblica. Per averne una prova
basti considerare che la stessa Microsoft, nel documento in oggetto, si
sostituisce arbitrariamente ai docenti, permettendosi di definire essa stessa
i criteri di scelta del software - nella fattispecie "la diffusione nelle
case"- sottraendo loro l'esercizio di un diritto costituzionale.
Già precedentemente La pregavo di voler tenere in
considerazione il predetto emendamento Cortiana nelle decisioni della
Commissione da Lei presieduta. Oggi, Signor Presidente, alla luce del
"documento Microsoft", quella preghiera appare ancor più attuale.
Distinti saluti
Antonio Bernardi (docente di informatica presso l'IPC
Fabio Besta di Treviso) http://linuxdidattica.org
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Emendamento Atto Senato 1309
Articolo 1, comma 3, lettera c
Dopo "alfabetizzazione nelle tecnologie
informatiche "
aggiungere ", con particolare attenzione per
lo studio dei sistemi operativi e dei software cosiddetti "open
source", ovvero nei quali il codice sorgente è noto e modificabile, ai
fini di incoraggiare e sviluppare le doti creative e per trasmettere l'etica
della condivisione collettiva e pubblica delle invenzioni intellettuali."
CORTIANA ----------------------------------------- |