Microsoft fa meno di metà dell'opera
BFSF, Bologna Free Software Forum - 23.01.03
COMUNICATO STAMPA
Oggetto: con i progetti "Shared Source Initiative" e
"Government Security Program", Microsoft fa meno di metà dell'opera.
In questi giorni è stata diffusa la notizia che l'azienda americana
Microsoft, ha lanciato un "Government Security Program", questo
estende quanto già previsto dalla "Shared Source Initiative". La
Microsoft renderà disponibile una grossa parte del codice sorgente dei sistemi
della piattaforma Windows a partner commerciali, istituzioni universitarie e ora
(con quest'ultimo progetto) anche a governi nazionali e istituzioni
internazionali.
Lo scopo delle due iniziative è da un lato favorire la creazione di software
compatibile con la propria piattaforma, dall'altro stimolare la fiducia dei
governi che temono la eventuale presenza di funzioni occulte o la
inaffidabilità dei sistemi.
Il messaggio che con queste iniziative si vuole far passare è che, con
questi progetti, Microsoft avrebbe fatto propria la parte migliore dei principi
del software libero. Avrebbero centrato l'obiettivo di: "rendere ampiamente
disponibile il codice sorgente e nel contempo preservare i diritti di proprietà
intellettuale che sostengano un forte business del software".
Vogliamo sottolineare come questi progetti siano ben lungi dal riprendere i
principi del software libero.
Anzitutto la "apertura" dei codici non riguarda la generalità
degli utenti, ma solo i grossi partner commerciali. E' così disatteso in radice
il principio, caro al software libero, di non discriminazione degli utenti. La
pubblicazione dei codici è lontanissima dall'essere l'apertura al pubblico di
una conoscenza, ma è la condivisione di un segreto (che tale resta) a pochi
soggetti fidati, che sono comunque vincolati a "Non-Disclosure
Agreement", contratti che vietano la divulgazione e comunicazione a terzi.
In ogni caso per i codici comunicati vale il principio del "vedere ma
non toccare". Nessuno dei soggetti ai quali il codice è concesso in
visione ha il diritto di invervenirvi per adattare alle proprie esigenze i
programmi. Supponiamo che non sarà concesso neppure il diritto a correggere bug
eventualmente scoperti, senza passare dalla casa madre.
Ma soprattutto, è rinnegato il concetto fondamentale del software libero, la
possibilità offerta agli utenti di realizzare nuovo software partendo da un
programma libero di partenza. È da questa libertà che nascono lo sviluppo
cooperativo della comunità del software libero.
Credere che progetti come quelli portati avanti da Microsoft abbiano qualcosa
a che fare con il software libero è errato.
La casa di Redomond deve ancora compiere molta strada prima di potersi
collocare nel modello di sviluppo virtuoso del software libero.
Bologna, venerdì 17 gennaio 2003
Per chiarimenti è possibile contattare Adriano Sponzilli <adriano.sponzilli
@ virgilio.it> |