Oggetto: Soggezione informatica dello Stato italiano alla
Microsoft
La spesa per investimenti informatici nella nostra pubblica
amministrazione è da anni in continua e ingente crescita.
Anche se si tratta di un fenomeno del tutto fisiologico (il nostro Paese è
tuttora indietro quanto a informatizzazione del settore pubblico, tant'è vero
che la spesa per informatizzare la PA ammonta da noi all'1,3% del Pil contro
una media europea del 2,3%) è importante verificare se, all'interno della
spesa complessiva, non vi siano per caso voci superflue, costi eccessivi o
sperperi inutili.
Tra questi, ad avviso dei sottoscritti - professionisti comunque
legati al mondo informatico, operatori della pubblica amministrazione o
semplicemente persone interessate, come cittadini, al miglioramento della sua
attività e al contenimento della spesa pubblica - vi sono sicuramente i costi
sostenuti per l'acquisto di pacchetti di software prevalentemente prodotti
dalla multinazionale americana Microsoft, che con la propria suite
"Office" monopolizza di fatto il mercato degli applicativi per ufficio
(word processor, data-base, presentazioni, "client" di posta
elettronica, ecc.).
Questa società, già condannata in America per abuso di
posizione dominante e sotto inchiesta anche presso la Commissione europea,
seguendo una politica commerciale altamente aggressiva è solita presentare sul
mercato a getto continuo nuove versioni dei propri prodotti - in realtà, all'atto
pratico, diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli o poche marginali
funzioni, peraltro quasi mai utilizzate nella normale attività degli uffici -
costringendo di fatto i clienti privati e le pubbliche amministrazioni che
desiderano mantenersi "allo stato dell'arte" a rinnovare più o meno
ogni due anni il proprio magazzino informatico.
L'incentivo alla continua ripetizione degli acquisti è dato,
oltre che da un pressante marketing che regolarmente pubblicizza le nuove
versioni come "rivoluzionarie" rispetto alle precedenti (le quali,
naturalmente, erano state a loro volta presentate come rivoluzionarie rispetto a
quelle a loro anteriori) anche dal fatto che normalmente esiste compatibilità
verticale tra gli stessi prodotti, ma solo dall'alto verso il basso (e cioè
dall'ultima versione verso le precedenti) e non dal basso verso l'alto (e
cioè dalle precedenti alle successive). Ne deriva che se un qualunque ministero
che ha acquistato i prodotti Office della serie 2000 trasmette per posta
elettronica o tramite floppy disk un documento elaborato con questa versione a
un altro Ministero che utilizza ancora i prodotti Office della serie precedente,
quest'ultimo non sarà in grado di leggerlo.
Si presenta quindi a cascata la necessità per tutte le
amministrazioni di dotarsi, naturalmente a caro prezzo, della serie 2000, solo
per scoprire che - quando finalmente si saranno "messe in regola"
- è già arrivato il momento di acquistare la serie 2001 o 2002.
La scelta di usare software che cambiano ad ogni pie' sospinto provoca anche
maggiori costi indiretti a carico della PA:
a) per l'adattamento di tutti i database e delle applicazioni sviluppate con
le versioni precedenti
b) per la necessità di nuova formazione del personale.
Dal punto di vista, estremamente delicato trattandosi di enti
pubblici, della sicurezza informatica, non va tra l'altro dimenticata l'estrema
vulnerabilità dei prodotti Microsoft, da Word (frequentemente
attaccabile da macrovirus) al gestore di posta elettronica Outlook Express
(maggiore facilità di essere fatto oggetto di attacchi di hackers) e agli
stessi sistemi operativi di rete. E' del maggio scorso un comunicato Ansa dal
quale si è appreso che l'Autorità per le comunicazioni e altri enti pubblici
(compreso qualche ministero) sono stati attaccati con successo da
"pirati" brasiliani che hanno modificato le home page dei rispettivi
siti.
Si trattava - guarda caso - di siti basati su server Windows NT. E'
possibile che le infrastrutture dello Stato debbano dipendere da prodotti privi
della necessaria affidabilità dal punto di vista della sicurezza (oltre che,
come purtroppo ben noto, dal punto di vista della stabilità informatica) senza
che chi li produce e li vende si assuma alcuna responsabilità?
Questa situazione ormai consolidata da anni dimostra che ci
troviamo di fronte ad una autentica, inspiegabile "soggezione
informatica" dello Stato italiano allo strapotere della Microsoft, resa
evidente anche da numerosi altri fattori, come la predisposizione da parte di
alcuni Enti di programmi utilizzabili solo dai possessori di computer basati sul
sistema operativo Windows e il contestuale, cronico disinteresse per il mondo
del c.d. "open software" e in particolare per sistemi operativi ormai
molto validi (come Linux) che possono essere acquisiti anche gratuitamente. O
come la frequente presentazione da parte di siti pubblici di documenti in
formato "Microsoft word" (quasi che questo fosse l'unico programma
di videoscrittura esistente sul mercato) operando così una indebita promozione
di una società commerciale ai danni delle altre.
Ma ritornando ai programmi per ufficio, ci sono altri elementi
significativi da sottolineare. Come dimostra un'indagine presentata nel numero
di Ottobre 2000 dell'autorevole rivista "PC Magazine", esistono
attualmente sul mercato almeno 5 o 6 pacchetti per Ufficio alternativi a
Microsoft Office, dotati di prestazioni pressoché equivalenti, tutti in
versione italiana e commercializzati a un prezzo inferiore. Si tratta quindi di
verificare per quali motivi la scelta delle nostre amministrazioni - almeno a
quanto risulta - non prenda mai in considerazione tali prodotti.
Tale verifica è ancora più necessaria se si considera che tra i pacchetti
presi in considerazione dalla citata rivista ve n'è uno che secondo le
migliori tradizioni del Web (come è noto, la Rete ha potuto nascere e
svilupparsi grazie a due invenzioni - il protocollo TCP-IP e quello HTTP -
messe gratuitamente dai loro autori a disposizione dei navigatori di tutto il
mondo) è offerto a titolo del tutto gratuito dal suo produttore, la società
americana Sun.
Si tratta del pacchetto denominato "Star Office", che
secondo l'indagine condotta dagli specialisti di PC Magazine offre "la
comodità di un ambiente integrato e una elevata compatibilità con
Office" (in modo che, utilizzandolo, si possono tranquillamente leggere
file dei formati Microsoft e esportare file negli stessi formati). Inoltre
"Star Writer offre un ambiente di lavoro del tutto simile a quello di
Microsoft Word, compreso il menu contestuale"; "Star Writer è un
programma molto curato che comprende potenti funzionalità per un editing
completamente visivo dei documenti; "è possibile selezionare e formattare
blocchi di testo non contigui, un'utile caratteristica che Word non offre
neanche nella sua versione più recente"; "le funzionalità di
correzione automatica e di controllo ortografico sono complete ed
esaurienti". Tali giudizi positivi si ripetono in modo più o meno analogo
per gli altri elementi del pacchetto; a livello di giudizio finale, a Star
Office sono attribuite 4 stelle per la facilità d'uso, 4 per la
documentazione, 4 per la funzionalità.
Al pacchetto concorrente della Microsoft ("Microsoft Office
2000") sono attribuite 4 stelle per la facilità d'uso, 4 per la
documentazione, 5 per la funzionalità. Con una piccola differenza: Microsoft
Office costa un milione duecentomila lire per ciascun pacchetto (ovviamente per
acquisti di massa i prezzi scendono, sarebbe interessante sapere di quanto);
Star Office è - come abbiamo detto - totalmente gratuito.
Stando così le cose, chiediamo a codesti Enti e Autorità di:
-
Aprire un'indagine sugli acquisti di pacchetti Office
Microsoft da parte dei vari Enti, per verificare a quali prezzi sono stati
effettuati, con quale frequenza sono stati ripetuti e se siano state effettuate
gare per i predetti acquisti tra le ditte concorrenti della Microsoft
-
Invitare gli enti pubblici ad acquistare pacchetti per ufficio
al minor costo allorché siano state riscontrate in offerta concorrenziale
caratteristiche comparabili di facilità d'uso e rispondenza dei singoli
prodotti alle esigenze degli enti stessi (specie laddove queste si
identifichino, come normalmente accade, nella semplice produzione di documenti o
in altre elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche
sono assicurate da prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente.
Roma, ottobre 2000