Libertà di copia del software e
libero scambio delle informazioni nella scuola - Lettera aperta - 22 gennaio
2003
23.01.03
Al Signor Ministro del Miur (comunicazione.uff2@istruzione.it)
Viale Trastevere
00100 ROMA
e p. c. al Signor Ministro della Innovazione
e delle Tecnologie (l.stanca@governo.it)
Via Isonzo, 21/b
00198 ROMA
e p. c. al Signor Presidente della Commissione
per il software a codice sorgente aperto nella P.A.
(redazione.mit@governo.it)
c/o Ministero della Innovazione e delle Teconologie
Via Isonzo, 21/b
00198 ROMA
Oggetto: Libertà di copia del software e libero scambio delle
infomazioni nella scuola
Egregio Signor Ministro del MIUR,
La Sua Amministrazione nell'istituire una serie di corsi di formazione
per l'utilizzo didattico delle nuove tecnologie ha avuto cura di stilare, nelle
linee guida, alcune caratteristiche degli strumenti e dei materiali da
utilizzare (Circ. n. 55 del 20/5/2002,
http://www.istruzione.it/news/2002/cm55_02.shtml).
Tali caratteristiche le troviamo descritte nell'affermazione secondo cui
"i materiali disponibili (...) devono essere fruibili dall'utente
finale senza bisogno di prodotti specifici, utilizzando strumenti liberamente
reperibili in rete".
Va da sé che detti materiali si identificano sia con la documentazione,
sia con il relativo software.
Materiale fruibile "senza bisogno di prodotti specifici" significa
in formato aperto, non proprietario.
Ciò vuol dire che per detti corsi si debba utilizzare materiale a
disposizione di tutti perché in formato leggibile da prodotti non di una
particolare azienda (sia essa x o y). E questo al fine di educare allo scambio
universale delle informazioni.
Ma la caratteristica più importante di questi materiali è di essere
"strumenti liberamente reperibili in rete".
La libera reperibilità dipende dalla licenza d'uso alla quale sono
sottoposti detti materiali.
Nel settore delle nuove tecnologie vi sono sostanzialmente due tipi di
licenze d'uso: le licenze che offrono la "libertà di parola" e
quelle, chiamate proprietarie, che la tolgono.
La caratteristica delle prime è proprio quella di dare ai materiali
assoluta libertà di copia, oltre che di studio e di modifica, permettendo a
tutti di "entrare in gioco" senza alcuna discriminazione.
Di converso le licenze proprietarie vietano la copia del software, anche
al solo fine didattico, impedendo lo studio e l'eventuale modifica della logica
di funzionamento. Con queste licenze viene sottratto il diritto di parola
all'utilizzatore al quale è permesso solo un uso passivo.
La scelta di utilizzare, nei predetti corsi, sia formati aperti per le
informazioni, sia software liberamente copiabile va a Suo merito, non solo
perché stabilisce una caratteristica generale alla quale tutti i fornitori
dovranno attenersi -senza favorirne uno rispetto ad un altro- ma soprattutto
perché il software e i formati liberi, nella didattica, sono, come detto, per
loro natura più formativi.
Abbiamo letto recentemente, su Punto Informatico
(http://punto-informatico.it/p.asp?i=42644), che la società Microsoft si è
proposta di svolgere alcuni corsi relativi alla predetta circolare utilizzando
materiali che non sono liberamente disponibili in rete e che impongono
all'utente finale prodotti specifici.
La preghiamo pertanto, Signor Ministro, qualora il fatto risultasse vero, di
voler disporre affinché anche Microsoft, come qualsiasi altro soggetto,
rispetti gli interessi della comunità scolastica e svolga l'attività formativa
nella scuola pubblica con materiale fruibile dall'utente finale senza bisogno
di prodotti specifici e utilizzando strumenti liberamente reperibili in rete.
RingraziandoLa della cortese attenzione, porgiamo distinti saluti.
Treviso, gennaio 2003
Antonio Bernardi (Docente - IPC Fabio Besta - Treviso)
Marco Bravi (Professore Associato - Università di Roma "La
Sapienza", Facoltà di Ingegneria)
Alessandro Miori (Amm. delegato - MLX Srl - Madeinlinux - Milano)
Federico Musto (Red Hat Spa, Italia)
Alessandro Rubini (Sviluppatore software - Pavia)
Emmanuele Somma (Direttore Linux Magazine - Roma) |