Una lettera aperta al ministro
Stanca
Associazione OpenPA - 14.06.01
OpenPA, l'associazione per la diffusione del software aperto nella
pubblica amministrazione, ha indirizzato al nuovo ministro per l'innovazione
tecnologica, Lucio Stanca, una lettera contenente una richiesta di incontro per
discutere una nuova politica di investimenti informatici della pubblica
amministrazione. Eccone il testo:
Illustre Ministro, nell'esprimere soddisfazione per il fatto che l'importante
incarico di responsabile dell'innovazione tecnologica nel nostro paese sia
andato a un grande esperto del settore informatico, quale Lei è, desideriamo
ricordarle l'opportunità che da parte del nuovo Dicastero venga dedicata una
adeguata attenzione ai problemi di sviluppo del software aperto e del suo
utilizzo nella pubblica amministrazione.
Non è il caso di illustrare le grandi potenzialità dell'open source anche
ai fini della promozione dell'occupazione e del rilancio di una presenza
autonoma dell'Italia in questo settore, nel quale - a fronte di importanti
iniziative che si stanno sviluppando in molti paesi nostri competitori, l'Italia
rischia di rimanere il solito fanalino di coda (1% degli investimenti
informatici della PA).
L'esigenza di un intervento urgente da parte governativa in questo campo,
da tempo sottolineata dalle ricerche di autorevoli esperti come il prof.
Raffaele Meo del Politecnico di Torino, è stata di recente ribadita anche da un
ordine del giorno approvato dal Senato il 17.12.2000, il quale ha riconosciuto
che l'adozione del free software altrimenti detto open source presenta vantaggi
essenziali in ordine:
al contenimento dei prezzi;
- alla trasparenza dei prodotti software;
- alla non dipendenza da un singolo fornitore in
quanto consente di scegliere su un mercato più vasto e concorrenziale con
evidente riflessi sui prezzi;
- ai risparmi che derivano dalla «riusabilità»
dei codici e delle applicazioni, non legata ai contratti-capestro oggi imposti
da molte industrie del settore;
- allo sviluppo delle economie locali e
dell'occupazione determinato dal fatto che la produzione degli applicativi può
essere affidata ad aziende indipendenti invece di spedire oltre oceano svariati
miliardi di cosiddetti «diritti d'autore».
Secondo l'odg del Senato, l'open source, che è
già in uso in Danimarca, in Francia e in Germania consentirebbe all'Italia di
giocare una partita di vitale importanza e di scegliere tra la perpetua
dipendenza e le prospettive di sviluppo che possono essere innescate da questo
nuovo modello. Il Senato ha quindi impegnato il Governo, sentita l'Autorità per
l'informatica nella pubblica amministrazione, ad emanare entro 180 giorni un
regolamento per l'esame di progetti e la progressiva adozione di sistemi
operativi e soluzioni applicative non proprietari, in funzione delle esigenze
informatiche delle singole amministrazioni, tenendo conto dei possibili risparmi
di spesa e delle opportunità di sviluppo della produzione di software nazionale
senza impegnare il bilancio dello Stato.
Tale ordine del giorno non ha peraltro trovato applicazione da parte del
passato governo. Poiché trattasi di argomenti di grande importanza ai fini
dello sviluppo dell'economia, l'Associazione OpenPa sollecita un incontro
con la S.V. allo scopo di creare un dialogo sui temi del rilancio della presenza
autonoma del nostro paese nel campo dell'innovazione tecnologica.
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