Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Pubblica amministrazione e open source

Una lettera aperta al ministro Stanca
Associazione OpenPA - 14.06.01

OpenPA, l'associazione per la diffusione del software aperto nella pubblica amministrazione, ha indirizzato al nuovo ministro per l'innovazione tecnologica, Lucio Stanca, una lettera contenente una richiesta di incontro per discutere una nuova politica di investimenti informatici della pubblica amministrazione. Eccone il testo:

Illustre Ministro, nell'esprimere soddisfazione per il fatto che l'importante incarico di responsabile dell'innovazione tecnologica nel nostro paese sia andato a un grande esperto del settore informatico, quale Lei è, desideriamo ricordarle l'opportunità che da parte del nuovo Dicastero venga dedicata una adeguata attenzione ai problemi di sviluppo del software aperto e del suo utilizzo nella pubblica amministrazione.

Non è il caso di illustrare le grandi potenzialità dell'open source anche ai fini della promozione dell'occupazione e del rilancio di una presenza autonoma dell'Italia in questo settore, nel quale - a fronte di importanti iniziative che si stanno sviluppando in molti paesi nostri competitori, l'Italia rischia di rimanere il solito fanalino di coda (1% degli investimenti informatici della PA).

L'esigenza di un intervento urgente da parte governativa in questo campo, da tempo sottolineata dalle ricerche di autorevoli esperti come il prof. Raffaele Meo del Politecnico di Torino, è stata di recente ribadita anche da un ordine del giorno approvato dal Senato il 17.12.2000, il quale ha riconosciuto che l'adozione del free software altrimenti detto open source presenta vantaggi essenziali in ordine:
al contenimento dei prezzi;

  • alla trasparenza dei prodotti software;
  • alla non dipendenza da un singolo fornitore in quanto consente di scegliere su un mercato più vasto e concorrenziale con evidente riflessi sui prezzi;
  • ai risparmi che derivano dalla «riusabilità» dei codici e delle applicazioni, non legata ai contratti-capestro oggi imposti da molte industrie del settore;
  • allo sviluppo delle economie locali e dell'occupazione determinato dal fatto che la produzione degli applicativi può essere affidata ad aziende indipendenti invece di spedire oltre oceano svariati miliardi di cosiddetti «diritti d'autore».

Secondo l'odg del Senato, l'open source, che è già in uso in Danimarca, in Francia e in Germania consentirebbe all'Italia di giocare una partita di vitale importanza e di scegliere tra la perpetua dipendenza e le prospettive di sviluppo che possono essere innescate da questo nuovo modello. Il Senato ha quindi impegnato il Governo, sentita l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione, ad emanare entro 180 giorni un regolamento per l'esame di progetti e la progressiva adozione di sistemi operativi e soluzioni applicative non proprietari, in funzione delle esigenze informatiche delle singole amministrazioni, tenendo conto dei possibili risparmi di spesa e delle opportunità di sviluppo della produzione di software nazionale senza impegnare il bilancio dello Stato.

Tale ordine del giorno non ha peraltro trovato applicazione da parte del passato governo. Poiché trattasi di argomenti di grande importanza ai fini dello sviluppo dell'economia, l'Associazione OpenPa sollecita un incontro con la S.V. allo scopo di creare un dialogo sui temi del rilancio della presenza autonoma del nostro paese nel campo dell'innovazione tecnologica.