Il resoconto della seduta al Senato
23.01.03
AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)
MARTEDI' 21 GENNAIO 2003
228ª Seduta
Presidenza del Presidente
PASTORE
Interviene il ministro per l'innovazione e le tecnologie Stanca
La seduta inizia alle ore 15.
(omissis)
(1188) CORTIANA ed altri. - Norme in materia di pluralismo informatico e
sulla adozione e diffusione del software libero nella pubblica amministrazione
(Esame e rinvio)
Il relatore MALAN ricorda che il disegno di legge è motivato dall'esigenza di
correggere l'attuale situazione di sostanziale monopolio, o almeno di
notevolissima prevalenza, da parte del sistema operativo informatico di una sola
azienda negli apparati di tutti gli utenti, comprese le amministrazioni
pubbliche. Di qui, secondo i proponenti del disegno di legge, l'opportunità di
favorire il ricorso ad altri sistemi operativi, definiti liberi perché
utilizzabili con una semplice licenza d'uso, senza diritti riservati per alcuno.
Tale opzione consentirebbe, secondo i proponenti, anche di rimuovere il limite,
proprio invece dei sistemi detti proprietari, inerente alla disponibilità del
"codice sorgente" precluso agli utenti: con i sistemi definiti liberi,
infatti, tale limite sarebbe rimosso, cosicché si potrebbe prevenire il
rischio, ritenuto rilevante soprattutto per alcune amministrazioni pubbliche, di
intrusioni estranee nei dati più sensibili da queste detenuti e trattati. Un
altro vantaggio indicato dai proponenti, derivante dalla scelta di privilegiare
i sistemi operativi liberi, sarebbe di natura economica, perché ne potrebbero
derivare risparmi di acquisto e di gestione per le amministrazioni pubbliche. Su
quest'ultimo aspetto egli manifesta una riserva, rilevando che in effetti il
costo di acquisto dei sistemi operativi è solo una quota minima degli oneri
complessivi inerenti all'uso degli strumenti informatici. Anzi, il ricorso a
nuovi sistemi operativi, a volte non ancora sperimentati a sufficienza, potrebbe
determinare costi ulteriori di manutenzione, aggiornamento e sviluppo degli
stessi sistemi.
Il disegno di legge, nel suo contenuto, sviluppa i principi ispiratori appena
rammentati: in particolare, esso prevede, all'articolo 1, comma 3, l'esenzione
dalle sanzioni inerenti alla violazione di diritti d'autore e diritti connessi
per la cessione di un software libero: in proposito egli osserva che eventuali
abusi potrebbero essere sanzionati comunque per effetto di altre norme, diverse
da quelle richiamate nel testo. Il disegno di legge, inoltre, adotta una scelta
molto netta per le amministrazioni pubbliche, nel senso di privilegiare i
sistemi operativi liberi e sostanzialmente di assecondare una opzione esclusiva
in proposito. Egli ritiene che tali sistemi costituiscano una novità importante
nel mercato e nel funzionamento delle reti informatiche, ma dubita dell'utilità
di una opzione sostanzialmente obbligata, che limiterebbe le facoltà di scelta
delle amministrazioni pubbliche e potrebbe determinare effetti opposti a quelli
perseguiti. Pertanto, considera opportuna una soluzione normativa di natura
pragmatica, che non escluda pregiudizialmente alcuna scelta, ma ne rimetta la
determinazione a valutazioni empiriche, di natura tecnica ed economica. Anche la
questione, delineata nella relazione che accompagna il disegno di legge,
inerente al cosiddetto "codice sorgente", non sembra risolta in modo
convincente dal ricorso privilegiato ai sistemi operativi liberi, perché in
effetti le intrusioni indebite e indesiderate potrebbero essere favorite
dall'uso di sistemi non ancora maturi in tutte le loro implicazioni. Su
richiesta del senatore Villone, il relatore precisa infine che il disegno di
legge prevede senz'altro una scelta di sistemi operativi per le pubbliche
amministrazioni, tale da escludere in linea di principio quelli cosiddetti
proprietari, cioè quelli attualmente utilizzati in larga prevalenza.
Si apre quindi la discussione generale.
Il senatore PIROVANO osserva che l'accesso al "codice sorgente" e la
sua disponibilità in sé non garantisce da intrusioni indebite nelle banche
dati e ricorda in proposito casi anche clamorosi. Quanto agli aggiornamenti
necessari nei sistemi operativi, a suo avviso essi sarebbero più onerosi con
sistemi nuovi e non ancora sperimentati su larga scala, con sofferenze
funzionali notevoli, soprattutto per gli enti locali. Semmai sarebbe opportuno
favorire la più ampia concorrenza tra i fornitori, al fine di ottenere le
condizioni più vantaggiose.
Interviene quindi il ministro STANCA, che esprime il suo vivo apprezzamento per
l'interesse dimostrato dai proponenti del disegno di legge e dalla Commissione
per un tema così importante. Egli riassume lo stato attuale delle disponibilità
e delle relative implicazioni commerciali, rispettivamente in riferimento ai
sistemi operativi commerciali a "codice sorgente" protetto e dunque
inaccessibile, a quelli commerciali a "codice sorgente" aperto, che
pure già esistono e, infine, a quelli definiti liberi, perché richiedono
esclusivamente una licenza d'uso. L'iniziativa in esame a suo avviso ha il
pregio principale di sollevare una questione rilevante, quella della efficienza
amministrativa nell'uso dei mezzi informatici e di farsi carico anche del
problema del controllo, da parte degli utenti pubblici, su ogni aspetto dei
sistemi operativi. Inoltre, egli condivide il principio del pluralismo
informatico, enunciato nel disegno di legge e, proprio perciò, mentre concorda
sulla critica del relatore alla disposizione del comma 3 dell'articolo 1,
ritiene preferibile una opzione aperta a ogni sistema operativo, da quelli già
disponibili a quelli che saranno sviluppati in futuro, senza alcuna preclusione.
Ciò potrà favorire determinazioni adatte a ogni caso, senza cadere nell'errore
di considerare i sistemi operativi liberi comunque più convenienti, sia
economicamente sia tecnicamente. Osserva, infatti, che un sistema operativo,
oltre a un costo per il suo acquisto, comporta oneri successivi e anche più
rilevanti di gestione, manutenzione e sviluppo: allo stato attuale, non vi sono
evidenze per un vantaggio comparativo dei sistemi operativi liberi su quelli
commerciali.
La stessa Commissione europea, che si è occupata dell'argomento, non ha
ritenuto di formulare un indirizzo a favore dei sistemi operativi liberi, ma ha
raccomandato di seguire un criterio di apertura alla competizione libera di
mercato.
Tra gli altri paesi europei, solo la Germania ha adottato una scelta di favore
dei sistemi operativi liberi, mentre la Gran Bretagna ha preferito una soluzione
più pragmatica. Il Governo italiano, da parte sua, sta seguendo il fenomeno con
grande attenzione ed egli ha insediato da tempo una commissione di esperti, con
le competenze di più alto livello nel settore, per studiare tutte le
implicazioni del problema. La commissione concluderà i suoi lavori in capo ad
alcune settimane e le sue conclusioni saranno senz'altro molto utili per
trattare l'argomento con piena cognizione di causa. D'altra parte, il Governo ha
già dimostrato di non avere alcuna preclusione in proposito, perché il sito
web del suo Dipartimento si avvale di sistemi operativi liberi, così come il
portale dello stesso Governo. Quanto alla questione del "codice
sorgente", ricorda un recente accordo tra il governo degli Stati Uniti
d'America e la Microsoft, per garantire alle amministrazioni pubbliche di quel
paese le condizioni di massima sicurezza sui propri dati. Egli ritiene
opportuno, inoltre, intervenire positivamente per favorire il riuso del software
nelle pubbliche amministrazioni, specie in quelle locali, al fine di evitare una
moltiplicazione dei costi, almeno di quelli inerenti allo sviluppo dei sistemi
operativi, e ciò è possibile anche con i cosiddetti software proprietari.
Dunque, egli dichiara di condividere le finalità del disegno di legge, ma
dissente da alcune soluzioni che vi sono indicate, perché irrigidiscono la
normativa in modo non utile.
In particolare, osserva che si tratta di una realtà in continua evoluzione, che
non potrebbe essere compresa in formule normative per propria natura non
flessibili. Conclusivamente, egli si pronuncia per una scelta ispirata al
principio del pluralismo informatico, fondata sul criterio della libertà di
scelta.
Il senatore CORTIANA, primo firmatario del disegno di legge, esprime
soddisfazione per le parole di apprezzamento pronunciate dal Ministro
sull'iniziativa in esame, precisando che la proposta non è motivata da alcun
pregiudizio di natura ideologica, ma solo dallo scopo di favorire e promuovere
il pluralismo informatico, permettendo il ricorso a più opzioni possibili.
D'altra parte, la stessa Microsoft avverte l'entità del problema, avendo
iniziato a mettere a disposizione di alcuni utenti il "codice
sorgente". In ogni caso, nella questione in esame è coinvolto direttamente
il tema della disponibilità, per chiunque, dei mezzi elementari di conoscenza e
di orientamento nell'universo informatico, che non dovrebbe essere limitata né
da vincoli commerciali né da ostacoli tecnici. Si tratta, in sostanza, della
grande questione della proprietà delle conoscenze nella società
dell'informazione, che a suo avviso deve essere diffusa e disponibile per tutti,
favorendo una competizione virtuosa di mercato. Se vi sono riserve su alcune
opzioni e su specifiche soluzioni normative indicate nel disegno di legge, egli
si dichiara disponibile a riconsiderarle in spirito di piena collaborazione,
nell'intento condiviso di favorire e promuovere il pluralismo informatico. In
ogni caso, occorre però rimuovere la rendita di posizione acquisita da taluni
operatori, abbattendo le barriere all'ingresso di altri competitori e
contrastando i fenomeni di asservimento degli utenti. In tal modo, sarebbe
salvaguardata la libertà creativa e la possibilità di sviluppo dei sistemi
informatici.
Il senatore VITALI si associa agli apprezzamenti già rivolti alle parole del
Ministro, che ha mostrato di condividere le finalità essenziali del disegno di
legge, pur criticandone alcune soluzioni normative. Al riguardo, egli ritiene
utile sviluppare un lavoro di approfondimento anche in sedi informali, per poter
elaborare soluzioni condivise.
Il senatore PETRINI a sua volta chiede al Ministro di precisare la relazione tra
la disponibilità del "codice sorgente" e la tutela della privacy.
Il ministro STANCA risponde anzitutto all'ultimo quesito, affermando che la
disponibilità del "codice sorgente" non ha un effetto diretto per la
tutela della privacy, perché esso riguarda solo una parte dei complessi
procedimenti di uso e gestione di un sistema informatico. La sicurezza dei
sistemi, d'altra parte, può essere garantita meglio dalla conoscenza del
"codice sorgente" perché essa permette di sviluppare mezzi di
protezione adeguati a ogni caso. Dagli interventi svolti fin ora nella
discussione, egli ha ricavato indicazioni molto positive e ritiene che la
prossima conclusione dei lavori della Commissione di esperti da lui nominata,
potrà integrare utilmente i termini della questione, nell'intento unanimemente
condiviso di favorire il pluralismo informatico.
Su proposta del presidente PASTORE, si conviene indi di affidare al relatore
l'incarico di coordinare un opera di approfondimento delle questioni appena
trattate anche in relazione alle conclusioni, ormai prossime, dei lavori della
commissione di esperti nominata dal ministro Stanca.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato. |