Stanca emana la direttiva per l'open
source nella PA
Comunicato stampa - 10.11.03
Software OPEN SOURCE - traduzione: Software a "codice sorgente
aperto" Software che, attraverso la disponibilità del codice
sorgente, ossia del suo Dna, consente sia la sua libera circolazione,
sia processi di modifica, produzione, ridistribuzione, evoluzione e
riuso
- La
Direttiva reca le regole ed i criteri tecnici per l'acquisto ed
anche per il riuso del software nella Pubblica amministrazione
- L'inclusione
di questa nuova tipologia d'offerta tra le soluzioni tecniche contribuisce
ad ampliare la gamma delle opportunità e delle possibili
soluzioni in un quadro di economicità, equilibrio, pluralismo
e aperta competizione |
In soli 10 mesi si è completato definitivamente l'iter procedurale
per introdurre una rivoluzione nell'informatica della Pubblica amministrazione
italiana, aprendo la porta all'adozione di programmi software a codice
sorgente aperto, ossia con la loro "mappatura genetica" ben
evidente, e spianando la strada al riuso dei programmi nell'ambito delle
varie amministrazioni pubbliche.
Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, dinnanzi alla
Commissione Parlamentare di Vigilanza sull'Anagrafe Tributaria, ha infatti
reso noto di aver appena firmato la Direttiva in materia di "Sviluppo
dei programmi informatici da parte delle Pubbliche amministrazioni",
di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che comporterà
vantaggi nella scelta dei programmi più efficienti e convenienti,
ma anche risparmi derivanti dalla condivisione conseguente al riuso
all'interno delle amministrazioni pubbliche.
L'atto è stato preceduto da una approfondita indagine
conoscitiva, voluta a gennaio dallo stesso ministro e condotta
da un'apposita commissione tecnica che, per la prima volta, ha fotografato
la situazione della informatica e del software a codice sorgente aperto
nella Pubblica amministrazione. Dall'indagine emerge che nel 2001 la
Pubblica amministrazione italiana ha speso 675 milioni di euro per il
software (il 22% della spesa totale in tecnologie dell'informazione
e della comunicazione): di questi il 61% è stato destinato al
software realizzato specificatamente e il 39% per quello a licenza.
"La direttiva, che porta l'Italia tra i primi Paesi al mondo a
disporre di criteri in questo settore", ha spiegato Stanca, "prende
in considerazione i significativi sviluppi delle tecnologie dell'informazione
e della comunicazione ed in particolare il processo di produzione, distribuzione
ed evoluzione dei programmi informatici che si basa sulla disponibilità
del codice sorgente aperto (open source) ed ha come scopo quello di
fornire un indirizzo univoco relativo alla scelta delle soluzioni per
le predisposizione e per l'acquisizione dei programmi informatici da
parte delle Pubbliche amministrazioni".
In particolare, ha proseguito il ministro, "viene indicato come
le Pubbliche amministrazioni debbano tenere conto dell'offerta sul mercato
di una nuova modalità di sviluppo e diffusione dei programmi
informatici a codice sorgente aperto. L'inclusione di questa nuova tipologia
d'offerta all'interno delle soluzioni tecniche tra cui scegliere contribuisce
ad ampliare la gamma delle opportunità e delle possibilità
in un quadro di economicità, equilibrio, pluralismo e aperta
competizione".
Per chiarire il peso di questa iniziativa, Stanca ha spiegato che "si
tratta di favorire l'utilizzo di prodotti informatici che promuovano
il pluralismo del software nella Pubblica Amministrazione e, quindi,
la possibilità do scegliere soluzioni convenienti non solo in
termini economici tra quelli disponibili sul mercato, con software proprietario
e con software aperto, pentodo conto che quest'ultimo consente di conformare
i programmi alle nostre esigenze, mano a mano che esse si pongono, e
di metterli anche a disposizione di altri".
I principali contenuti
della "Direttiva Stanca per l'open source"
- Analisi
comparativa delle soluzioni - La "Direttiva Stanca per l'open source"
dispone che le Pubbliche amministrazioni acquisiscano programmi informatici
sulla base di valutazione comparativa tecnica ed economica tra le diverse
soluzioni disponibili sul mercato, tenendo conto della rispondenza alle
proprie esigenze, ma anche della possibilità di poter sviluppare
programmi informatici specifici e del riuso da parte di altre amministrazione
dei programmi informatici sviluppati ad hoc.
Tra le valutazione di tipo tecnico ed economico vanno contemperati anche
il costo totale di possesso delle singole soluzioni e del costo di uscita,
ma anche del potenziale interesse di altre amministrazioni al riuso
dei programmi informatici.
Nel caso di acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario
mediante il ricorso a licenze d'uso, le amministrazione si debbono contrattualmente
assicurare che, qualora il fornitore non sia più in grado di
fornire supporto, il codice sorgente e la relativa documentazione vengano
resi disponibili o almeno ceduti al fornitore.
- Criteri
tecnici di comparazione - Le Pubbliche amministrazioni nell'acquisto
dei programmi informatici dovranno privilegiare le soluzioni che :
- assicurino
l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i diversi
sistemi informatici della Pubblica amministrazione, salvo che ricorrano
peculiari ed eccezionali esigenze di sicurezza e di segreto;
- rendano
i sistemi informatici non dipendenti da un unico fornitore o da un'unica
tecnologia proprietaria;
- garantiscano
la disponibilità del codice sorgente per l'ispezione e la tracciabilità
da parte delle Pubbliche amministrazioni;
- esportino
dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto.
- Proprietà
dei programmi software - Nel caso di programmi informatici sviluppati
ad hoc, l'amministrazione committente ne acquisisce la proprietà
dato che ha contribuito con le proprie risorse all'identificazione dei
requisiti, all'analisi funzionale, al controllo ed al collaudo del software
realizzato dall'impresa fornitrice.
- Trasferimento
della titolarità delle licenze - Le Pubbliche amministrazioni
si assicurano contrattualmente la possibilità di trasferire la
titolarità delle licenze dei programmi informatici acquisiti
nelle ipotesi in cui all'amministrazione che ha acquistato la licenza
ne subentri un'altra nell'esercizio delle stesse attività.
- Riuso
- Per favorire il riuso dei programmi informatici di proprietà
delle amministrazioni, nei capitolati e nelle specifiche di progetto
dovrà essere previsto che i programmi sviluppati ad hoc siano
facilmente esportabili su altre piattaforme. Inoltre nei contratti di
acquisizione di programmi informatici sviluppati per conto e a spese
delle amministrazioni, le stesse includono clausole che vincolano il
fornitore a mettere a disposizione servizi che consentano il riuso delle
applicazioni.
- Supporto
alle amministrazioni - L'attuazione della "Direttiva Stanca
per l'open source" da parte della Pubblica amministrazione sarà
promossa dal Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione-CNIPA,
che fornirà gli adeguati supporti.
Il testo della Direttiva sarà disponibile su
questo sito non appena sarà pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
Roma, 29 ottobre 2003
A cura dell'Ufficio Stampa del Ministro per l'Innovazione
e le Tecnologie
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