Palmieri colpisce ancora. Questo libro è un'introduzione al diritto
dell'internet nel senso più completo dell'espressione, perché non si limita
all'esposizione degli elementi di base della normativa sulle tecnologie
dell'informazione, ma li inquadra in una decisa cornice critica.
Così il lettore - lo studente, perché anche questo volume nasce da una
raccolta di lezioni - affronta la materia nuova seguendo una guida non
istituzionale, non "allineata", ma attenta nell'indicare punti oscuri,
intrecci di interessi, errori legislativi, disposizioni dal significato spesso
diverso da quello apparente.Con il titolo "Sicurezza o libertà?" Palmieri offre subito la
chiave di lettura del testo, superando il limite che avevamo rilevato nella
recensione del precedente Diritto della comunicazione e
dell'informazione.
La cifra comune dei lavori di Palmieri - anche degli
articoli che i nostri lettori ben conoscono - è proprio l'atteggiamento critico esplicito, che non conosce le mezze misure, i giri di
parole, i garbati sottintesi. Nei testi di Palmieri i fatti, secondo un frusto
quanto spesso disonesto modo di dire, sono separati dalle opinioni, perché la
chiarezza con la quale è esposta la materia non offre pretesti all'eventuale
accusa di alterare la verità. Proprio questa chiarezza dà al lettore la
possibilità di condividere le opinioni dell'autore o di essere in disaccordo. E
quindi aiuta a capire oltre che a conoscere.
E questa è senz'altro la via maestra per svolgere il compito educativo che
si propone una "introduzione" a qualsiasi materia, in particolare
quando si parla di diritto. Perché al giurista non si chiede solo di conoscere
le norme, ma di "interpretarle" nel senso più completo della parola,
e quindi anche di inquadrarle nel loro contesto sociale, ancora prima che
giuridico.
Insomma, un libro fondamentale per chi si avvicina al diritto delle tecnologie e
nello stesso tempo un'utile serie di spunti di riflessione per chi lo conosce o
si dà l'aria di conoscerlo.
|