Nell'ormai affollatissima pubblicistica in materia di firma digitale (o
elettronica, che dir si voglia) questo libro si distingue prima di tutto perché
l'autore non è un giurista, ma un tecnologo: uno dei pochi, però, che riesce a
inquadrare nella giusta luce gli aspetti giuridici delle innovazioni
tecnologiche.
Ingegnere, professore di informatica nell'università di Bologna e componente
del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, Ridolfi
è un appassionato di matematica e crittografia. Il lavoro rispecchia questa
visione con una trattazione chiaramente strutturata, nella quale gli aspetti
scientifici assumono un rilievo essenziale nel collegamento con quelli normativi
e organizzativi.
In tutto questo il libro riesce a porsi su un piano di larga divulgazione,
affrontando anche gli aspetti sistematici della firma digitale nell'insieme
dell'ordinamento, con ampi riferimenti alle materie connesse, come
l'archiviazione ottica, il protocollo informatico, le carte elettroniche
personali.
Il risultato finale è un quadro a tutto tondo delle problematiche che ruotano
intorno ai sistemi informatici di validazione e riconoscimento, compresa una
chiara esposizione delle differenze tra le firme elettroniche e i protocolli di
sicurezza usati nelle transazioni in rete (dettagli importanti troppo spesso
trascurati nelle analisi della normativa).
Particolarmente interessante è l'appendice nella quale Ridolfi annota in
dettaglio i numerosi errori della direttiva europea sulle firme elettroniche e
della sua traduzione italiana: un aspetto che dovrebbe essere ben considerato
dal legislatore nell'imminente revisione della normativa aperta dalla delega
contenuta nella legge di semplificazione per il 2001.
In sostanza il libro, che pure non presenta aspetti di particolare novità nella parte dedicata alle norme, costituisce un'importante premessa per la loro
comprensione e quindi per la loro riscrittura: per questo dovrebbe essere letto
con molta attenzione da tutti gli "addetti ai lavori".
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