Non si proteggono i
minori creando nuovi mostri
di Andrea Monti - 18.03.03
La notizia del ragazzo suicidatosi all'arrivo dei Carabinieri che - nell'ambito
dell'ennesima indagine anti "pedofilia online" - dovevano eseguire
un decreto di perquisizione e sequestro è rapidamente scomparsa dalle cronache.
E non sembra avere stimolato riflessioni che, visti i fatti e, soprattutto,
quelli che in cronaca non finiscono, sarebbero invece doverose. Sarebbe
innanzitutto da ricordare che la legge 269 punisce a vario titolo la diffusione
(impropriamente definita divulgazione, che in italiano significa altro) di
immagini pornografiche prodotte mediante lo sfruttamento sessuale dei minori.
Viceversa, quando ci si riferisce a casi del genere, si utilizza il termine
"pedofilia", che ha tuttaltro significato e che riguarda la sfera
delle psicopatologie sessuali. In altri termini si opera un pericoloso
ribaltamento dei criteri di imputazione della responsabilità, per cui non è
sanzionato il provocare un fatto tipico e antigiuridico (come è regola
nel codice penale), ma la pura e semplice "colpa per tipo d'autore".
In altri termini, non è punito chi "si impossessa della cosa mobile
altrui, sottraendola a chi la detiene", ma chi presenta tutte le
caratteristiche del "ladro", a prescindere dall'effettiva commissione
del furto. Come si legge in un qualsiasi manuale universitario di diritto
penale, un simile criterio di attribuzione della responsabilità era comune, nel
recente passato, alla Germania nazista e alla Russia stalinista.
In conclusione, quando a proposito delle retate di onanisti e delle leggi che
le ispirano o le consentono si utilizza il termine "pedofilo", si
compie una inaccettabile e pericolosissima inversione semantica, che induce a
pensare proprio come in quei tempi che nessuno vorrebbe rivivere. Non era certo,
in questo senso, un pedofilo il giovane suicida.
Rispetto al tema, non si tratta di entrare nello specifico di una vicenda
dolorosa che può avere cause articolate e al di fuori della ragionevole
prevedibilità, né di trasformare in un'icona una tragica vicenda umana. Quanto
piuttosto di prendere atto del sostanziale fallimento della inaccettabile guerra
santa condotta in nome di una strumentalmente invocata "necessità" di
tutela dei minori. Che non ha ridotto l'esposizione dei soggetti indifesi a
vessazioni e abusi e non ha portato a risultati realmente significativi.
Limitandosi ad "accalappiare" per lo più sprovveduti
"guardoni", superficiali curiosi e ragazzi non abbastanza maturi da
valutare le conseguenze dei propri comportamenti.
Tanto è vero che, timidamente, ma solo fra le forze di polizia, alcuni
soggetti più competenti cominciano a rendersi conto che azioni del genere sono
sbagliate e inutili. Soprattutto perché non sono affatto calibrate e fanno
finire nel "tritacarne" giudiziario e giornalistico anche soggetti -
ragazzi e adolescenti, appunto - che senza essere affetti da psicopatologie
sessuali sono trattati e additati come gli eredi di monsieur Landru. E
invece, almeno nei casi di cui c'è esperienza diretta, si tratta di persone che
hanno un rapporto difficile con genitori distanti, oppressivi o separati, con un
livello di maturazione non corrispondente all'età anagrafica e con una minore
capacità di autodeterminazione e relazione con l'esterno. O, in altri casi,
portatori di una carica di ribellione che li porta a compiere azioni illecite o
comunque riprovevoli.
Si potrà dire che non tutti gli indagati per detenzione e scambio di
immagini pornografiche prodotte mediante lo sfruttamento sessuale dei minori
rientrano in questa categoria. Forse è vero, ma si tratta comunque di un
fenomeno da non sottovalutare, riguardasse - e non è così - anche solo una
persona.
Non è questa la sede per valutare le implicazioni extragiuridiche e
psicologiche di quanto si desume dall'analisi dei casi processuali. Ciò non
toglie, tuttavia, che persone bisognose di assistenza (e nemmeno per questioni
psicosessuali) vengono inforcate sullo spiedo di indagini "alla moda".
Sarebbe veramente triste se dopo indagini del genere, questi ragazzi si
convincessero di essere "marchiati" indelebilmente e cominciassero a
compiere sul serio azioni illegali.
Insomma, non si proteggono certo i minori creando nuovi mostri. |