709x, l'assalto dei
compositori
di Corrado Giustozzi - 22.05.03
No, Mozart e Beethoven non c'entrano nulla. I compositori che da qualche
tempo assalgono gli italiani, causando danni economici e liti familiari in
quantità, sono ben altra cosa: piccoli e spesso subdoli programmini che si
installano sui computer degli incauti navigatori di Internet e ne
"dirottano" le chiamate via modem verso numeri telefonici a
pagamento. In inglese si chiamano dialer, perché to dial
significa "comporre un numero telefonico": da qui la birichina
traduzione "compositore", che per fortuna nessuno adopera realmente.
Questa storia dei dialer, balzata di recente agli onori della cronaca anche
televisiva, è l'ennesimo caso di raggiro tecnologico, più o meno diretto,
nei confronti di un pubblico non culturalmente attrezzato per la propria
autodifesa. E funziona benissimo grazie ad una leva antica quanto il mondo,
ovvero il sesso, condita per di più con la valenza intrigante data dal
computer e dal presunto anonimato che l'uso di Internet apparentemente
comporta. Dato che spesso c'è di mezzo la pornografia, inoltre, le persone
raggirate non si sentono molto portate a denunciare le circostanze nelle quali
sono state coinvolte, e si limitano a lanciare maledizioni ed a prendere
precauzioni per il futuro. Mentre nel frattempo qualcuno si gode i soldi che i
gonzi hanno, quasi sempre involontariamente e talvolta anche
inconsapevolmente, versato.
Già, i soldi. Sembra incredibile ma attorno a questa storia dei dialer di
soldi ne girano proprio tanti. Ed è questo probabilmente il motivo per cui
nessuno fa nulla per arginare seriamente il fenomeno: gli interessi in gioco
sono infatti parecchi, ma soprattutto sono ramificati in un sottobosco tale
per cui tutti gli operatori situati lungo la "catena del valore" che
parte dal gonzo e finisce al service provider hanno qualcosa da guadagnare dal
sistema. Il quale si fonda, in una modalità che, pur se tecnicamente non va
oltre il limite della legalità, risulta comunque eticamente e socialmente
discutibile, proprio sulla circonvenzione di chi, data la particolare
situazione nella quale viene artatamente posto, è di fatto un
"incapace" di intendere ciò che sta succedendo. Tutti lo sanno ma
nessuno ammette di saperlo, ed il fenomeno è cresciuto proprio grazie alla
connivenza di tutti gli operatori coinvolti: salvo poi scandalizzarsi
ipocritamente quando esplode "il caso", ed invocare provvedimenti
isterici o cacce alle streghe che puntualmente non serviranno a nulla.
Le vittime predestinate di questi raggiri appartengono tipicamente a due
ben precise categorie socio-psicologiche: coloro che vanno in caccia di sesso
virtuale, ovvero di pornografia in rete, e i giovanissimi dotati di cellulare,
i quali fanno dei loghi e delle suonerie quasi una ragione di vita. In
entrambi i casi si tratta generalmente di persone non particolarmente esperte
di computer o di Internet, e soprattutto non sufficientemente attente o
smaliziate da accorgersi che, come dicevano i nostri nonni, non è tutto oro
ciò che riluce; o per meglio dire, come recita un amaro proverbio americano,
"there ain't such a thing as a free lunch": non esistono pasti
gratis. L'unica eccezione a questa regola sembrava proprio Internet, che in
effetti è stata da sempre, per costituzione e vocazione, ricca di splendidi
"pasti gratis" sotto forma di servizi utili e gratuiti. almeno
fino all'avvento dei dialer e dei servizi a "pagamento nascosto".
Ma facciamo un breve passo indietro. Il problema di farsi pagare i servizi
offerti su Internet è annoso e tuttora irrisolto, ed i motivi sono
essenzialmente due. Il primo è un motivo "culturale" legato alla
filosofia stessa di Internet, che storicamente è nata e si è sviluppata come
strumento per la condivisione di risorse liberamente messe a disposizione da
chiunque per il bene della comunità; ciò porta gli utenti ad aspettarsi che
i servizi su Internet siano tutti e naturalmente gratuiti. Il secondo è un
motivo essenzialmente pratico, legato al fatto che a tutt'oggi non esiste
una tecnologia sufficientemente comoda ed efficace per gestire i "micropagamenti"
in rete, ossia la raccolta di piccole cifre di danaro a fonte dell'erogazione
di servizi on line.
Queste due ragioni fanno sì che, ad esempio, in rete sia possibile leggere
gratuitamente i maggiori quotidiani mentre in edicola è necessario pagarli! L'alternativa
è quella di offrire servizi su abbonamento, con pagamenti anticipati o
posticipati tramite carta di credito; ma gli utenti sono generalmente
piuttosto restii a sottoscriverli, sia per una naturale allergia verso gli
abbonamenti in genere (si preferisce di gran lunga pagare i servizi a consumo)
sia per la ritrosia degli utenti a comunicare su Internet il proprio numero di
carta di credito. Nel caso poi di servizi a carattere pornografico l'utente
vuole addirittura rimanere anonimo, altro che carta di credito!
Da qui la pensata furba: utilizzare per il pagamento del servizio la
bolletta telefonica dell'utente. Come? Semplice: erogando i propri servizi
non su Internet ma tramite una connessione via modem verso un numero
telefonico a costo supplementare, sul tipo dei 144 o 166 utilizzati per i
servizi vocali, il cui addebito all'utente viene effettuato direttamente in
bolletta dal carrier telefonico. Il quale, naturalmente, riconosce una quota
di questi soldi al fornitore di servizi, in quanto originatore del traffico a
pagamento. I numeri in questione, istituiti nel piano nazionale di
numerazione, sono detti "709" in quanto iniziano tutti con queste
cifre, e sono riservati proprio alla fornitura di servizi telematici a valore
aggiunto, con addebito in bolletta.
Il problema per i fornitori di servizi era a questo punto, ovviamente,
quello di far sì che gli utenti comprassero i servizi stessi. Al di là del
problema concettuale di convincere gli utenti ad utilizzare la connessione
verso i numeri 709, sorgeva anche il problema tecnico che la maggior parte
degli utenti, anche volendo, non sarebbe stata tecnicamente in grado di
reimpostare i parametri della connessione per far sì che il proprio modem
chiamasse il numero del fornitore di servizi anziché quello dell'Internet
provider abituale. È stato a questo punto che qualche operatore piuttosto
disinvolto ha pensato bene di. "semplificare" la vita agli utenti
fornendo loro un programmino, il "dialer" appunto, che si occupasse
di reimpostare al loro posto la connessione, sostituendo al numero del
provider quello del servizio 709.
Il passo successivo lo ha fatto qualche operatore con ancora meno scrupoli,
che per incrementare le vendite dei propri servizi ha pensato bene di
realizzare le proprie pagine Web di "promozione" (leggasi:
adescamento) in modo tale che, tramite opportuni artifici tecnici,
scaricassero automaticamente il dialer sul computer dell'utente ad insaputa
di quest'ultimo. Inutile dire che anche il dialer a questo punto è fatto in
modo da agire ad insaputa dell'utente, o comunque avvertendolo con messaggi
opportunamente ambigui in modo da passare inosservati o incompresi. Scaricato
il dialer, tutte le volte che il malcapitato e curioso utente tenterà di
connettersi ad Internet il suo computer non comporrà il numero del solito
Internet provider ma il fatidico numero 709, che generalmente viene tariffato
a qualche Euro al minuto. L'utente medio non si accorgerà del fatto sino a
quando non gli arriverà la prima bolletta telefonica, la quale verosimilmente
supererà il migliaio di Euro. e a quel punto forse capirà l'inghippo, ma
gli rimarrà sempre il problema tecnico di come eliminare il dialer parassita
e ripristinare la sua connessione originaria.
Il meccanismo dei dialer è oramai una morsa perversa: i fornitori di
servizi, coloro cioè che gestiscono i numeri 709 e guadagnano dal traffico
ricevuto, offrono a loro volta delle royalty ai webmaster che cooperano
generando traffico verso di loro. E non si tratta di bazzecole: la quota
riconosciuta al webmaster oscilla infatti, a seconda dei casi, fra 0,7 e 1,5
Euro al minuto di traffico prodotto, che non è affatto poco, e va
moltiplicato per migliaia e migliaia, addirittura milioni di minuti! Ciò la
dice lunga sui guadagni ottenuti sia direttamente dal fornitore di servizi sia
indirettamente dal carrier telefonico....
In questa logica è ovvio che i webmaster hanno tutto l'interesse a
promuovere nel proprio sito i servizi "a valore aggiunto" proposti
dai gestori dei numeri 709. A questo scopo i fornitori di servizi mettono a
disposizione dei webmaster dei veri e propri "kit" preorganizzati:
essi comprendono ad esempio dei dialer specifici per vari "bouquet"
di servizi (nei quali ovviamente la parte del leone la fa il porno in tutte le
sue varianti), dei banner promozionali cliccabili, e così via. Ciascun
webmaster affiliato riceve un dialer personalizzato, il quale
"marca" l'utente finale con un codice specifico in modo che il
fornitore dei servizi possa correttamente contabilizzare le provvigioni di
spettanza a ciascun webmaster.
Il webmaster ha inoltre accesso ad una sezione riservata del sito del
fornitore di servizi, nel quale può controllare in real-time le statistiche
del traffico generato dai propri utenti e verificare l'importo delle royalty
accumulate; queste vengono di solito pagate entro il mese successivo a quello
di contabilizzazione, con tanto di regolare fattura nel caso in cui il
webmaster sia una persona giuridica. Esiste anche la possibilità per un
webmaster di non affiliarsi al fornitore di servizi ma di lavorare come
"freelance", ricevendo un dialer in comodato!
Naturalmente anche la tecnologia dei dialer si sta facendo sempre più
sofisticata, e sta producendo dialer sempre più automatici, invisibili e
leggeri. L'obiettivo ufficiale è quello di semplificare la vita all'utente
che, consenziente, decide di usufruire dei servizi a pagamento; ma di fatto lo
scopo reale è quello di fare dei dialer che si attivino in modo sempre più
nascosto, senza sovraccaricare l'utente con lunghi e sospetti download e
sfuggendo possibilmente agli eventuali antivirus che l'utente dovesse avere
sul suo PC. L'ultima generazione di dialer non richiede più nemmeno il
download sul computer dell'utente: un ActiveX di 20K, adeguatamente nascosto
su una pagina web, e possibilmente autoattivante, è in grado di modificare le
impostazioni della connessione di "accesso remoto" dell'utente,
reindirizzandola permanentemente sui numeri 709 del caso.
Ufficialmente tutti i dialer sono predisposti per chiedere all'utente un
consenso informato prima di procedere alle modifiche, ma di fatto tale
funzione può essere eliminata facilmente all'atto della personalizzazione
da parte del webmaster; e comunque la grafica ed i messaggi delle finestre di
informazione sono studiate ad arte per trasmettere all'utente una percezione
accuratamente distorta della realtà, in modo da non fargli capire esattamente
cosa stia succedendo ed indurlo ad accettare con un OK la modifica alla sua
configurazione.
Da dati ufficiosi sembra che gli introiti provenienti dalla
"vendita" di loghi e suonerie per i cellulari abbiano recentemente
iniziato ad essere confrontabili con quelli dei servizi porno. Infatti, al di
là della richiesta oggettiva da parte dei giovani, i webmaster di siti
"generici" non hanno solitamente nessuna remora ad ospitare dialer
specializzati in loghi e suonerie, mentre ne avrebbero nel caso di dialer per
servizi hard. In ogni caso è probabilmente grazie a questa moda che è
scoppiato il "caso": sono infatti numerosissime le famiglie che si
sono all'improvviso trovate bollette stratosferiche a causa del figlio
sedicenne che cambiava suoneria ogni giorno, ed hanno provveduto a denunciare
in pubblico l'accaduto. Le vittime dei dialer per servizi porno, invece,
generalmente preferiscono tenersi il danno e tacere. |