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 Le regole dell'internet

L'Europa e l'uso più sicuro di Internet
di Natasha Montanari - 23.07.98

Nella prima settimana di luglio, durante una mini-sessione tenutasi a Bruxelles, il Parlamento europeo ha adottato una relazione che apporta degli emendamenti al Piano Pluriennale d'Azione proposto dalla Commissione per l'uso sicuro di Internet.
La proposta della Commissione comprende quattro linee d'azione che hanno come obiettivo quello di :
"-invitare le parti interessate (industria , utenti) a sviluppare e applicare adeguati sistemi di autodisciplina;
-sviluppare prototipi, effettuare dimostrazioni, stimolare l'applicazione di soluzioni tecniche;
-avvisare e informare genitori e insegnanti, soprattutto attraverso le relative associazioni;
-stimolare la cooperazione e lo scambio di esperienze e di pratiche migliori;
-promuovere il coordinamento a livello europeo e tra le parti interessate;
-garantire la compatibilità tra l'approccio seguito in Europa e quello seguito altrove".

La prima azione riguarda la creazione di un ambiente sicuro in cui il flusso di contenuti illegali su Internet sia limitato. Questo obiettivo, secondo la Commissione, può essere raggiunto attraverso una rete di hot-line che, coordinata a livello europeo e con meccanismi di scambio di informazioni tra hot-line nazionali, consenta agli utenti di segnalare i contenuti che ritengono illegali . Saranno i fornitori di accessi e servizi e i gestori di telecomunicazioni a contribuire alle proposte presentate dai partecipanti al progetto. In questo contesto si ritiene necessario che il settore industriale elabori dei codici di condotta e dei meccanismi di autodisciplina che siano volti ad assicurare un "elevato livello di protezione e ad affrontare la questione dell'imputabilità".

La seconda azione è volta ad identificare ed a sviluppare sistemi di filtraggio e valutazione, il primo per la selezione del contenuto desiderato dall'utente e il secondo al fine di descrivere il contenuto secondo degli schemi generalmente noti dove voci come sesso e violenza siano quotate su scala. Attualmente non esistono sistemi che siano in grado di garantire agli utenti gli effetti da loro desiderati (ad esempio che il contenuto innocuo non sia bloccato o che quello indesiderato venga appropriatamente valutato) ed inoltre il grado di diffusione tra i fornitori europei è relativamente basso. Per un corretto funzionamento di questi meccanismi, soprattutto quello valutativo, è inoltre fondamentale il coordinamento a livello internazionale tra i vari operatori.

Naturalmente le prime due azioni possono essere implementate e trovare pieno sviluppo solo se vengono facilitate da un'azione di sensibilizzazione che comprende sia una campagna europea, sia un programma di formazione rivolto a genitori e persone a contatto con i bambini che ha come obiettivo quello di informarli sul modo migliore di tutelare il minore dai contenuti illeciti che si possono trovare su Internet. Questa azione si attuerà in due fasi: la prima sarà tesa ad individuare il modo migliore per raggiungere l'obiettivo prestabilito, la cui implementazione verrà affidata ad organismi quali associazioni di tutela del consumatore e istituzioni educative.

L'ultima azione comprende una serie di misure di supporto che costituiscono il quadro necessario per la buona riuscita del piano pluriennale: lo studio delle implicazioni giuridiche, il coordinamento con iniziative internazionali analoghe e l'impatto delle misure comunitarie.

Il Parlamento europeo ha approvato nella sostanza il contenuto della proposta ma ha voluto completarla attraverso una serie di puntualizzazioni che si concretizzano con 24 emendamenti. Innanzitutto il relatore incaricato ha voluto cambiare lo stesso titolo della proposta: "uso più sicuro" e non "uso sicuro" di Internet. Infatti la pretesa sicurezza di non dover più proteggere i minori da eventuali contenuti indesiderati trasmessi on-line non corrisponde alla realtà.

Inoltre si è sostenuto che il contenuto nocivo ed illegale di Internet può ostacolare non solo lo sviluppo dell'emergente industria di Internet ma anche danneggiare la salute mentale e la sicurezza dei consumatori impedendo la creazione di un ambiente favorevole alla creazione di standard etici. Naturalmente spetta ai singoli stati membri perseguire e punire i responsabili, ma ciò è molto più difficile di quanto si possa immaginare: a livello comunitario non ci sono modelli giuridici identici o perlomeno comparabili. Infatti la stessa nozione di "minore" si differenzia a seconda del limite di età previsto dallo stato.

Un ulteriore problema giuridico riguarda poi la spinosa questione delle autorità responsabili dei contenuti di Internet. La Commissione nel diciottesimo "considerando" aveva stabilito che "è importante identificare accuratamente la catena della responsabilità al fine di addebitare il contenuto illegale al suo produttore" e il Parlamento ha voluto aggiungere la responsabilità anche di chi trasmette deliberatamente tali contenuti. Non solo. E' stata proposta anche una modifica dell'art.3: non basta sostenere azioni come la valutazione delle implicazioni giuridiche, ma sarebbe opportuno anche adottare linee guida riguardanti la responsabilità di ciascun organo coinvolto nel contenuto di Internet.

Sebbene sia da accettare questa tendenza all'autoregolamentazione ed all'elaborazione di codici di condotta, migliori risultati potrebbero essere raggiunti attraverso degli accordi mondiali tra l'Unione Europea, gli Stati Uniti e il Giappone.

Le preoccupazioni del Parlamento per la mancanza di strumenti giuridici è stata condivisa dal Commissario Pinheiro, che però ha tenuto a precisare che il piano è uno strumento finanziario che stimola le iniziative rivolte agli stati membri, le industrie e gli utenti, senza avere l'obiettivo di proporre soluzioni giuridiche. Infatti il nuovo ambiente non ha bisogno di una legislazione ad hoc, lo spazio deve essere dato a misure non regolamentari.

Trai i parlamentari poi c'è stato chi, come l'Onorevole Malerba, ha sottolineato che il coinvolgimento deve avvenire anche a livello politico "per evitare che sia il potere giudiziario a emettere sentenze e a creare precedenti" e che il dialogo volto a raggiungere un consenso internazionale deve essere esteso anche ad altri paesi e non solo agli Stati Uniti.

Il Commissario Pinheiro ha accettato 20 dei 24 emendamenti escludendo quelli che riguardano la "comitatologia" , il marchio di qualità da apporre ai fornitori di servizi riguardanti la rete qualora rispettino le regole stabilite dal piano e le linee guida a livello europeo che individuino le responsabilità di ciascun organo coinvolto nella diffusione dei contenuti di Internet.

Il piano verrà finanziato con le risorse della comunità e con un fondo che ammonta a circa 30 milioni di ECU.
Coloro che sono interessati alla partecipazione alle gare d'appalto per la creazione di un network europeo di hot-lines, per i progetti volti al filtraggio e valutazione dei contenuti di Internet, e azioni di sensibilizzazione, possono consultare una prima bozza dei bandi di gara al seguente indirizzo:
http://www2.echo.lu/iap/

* Consulente legale, diritto della Comunità europea, Geater & Co - Bruxelles