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Le regole dell'internet

La "lanterna magica": come il governo USA spia i cittadini

di Nicola Walter Palmieri* - 18.11.04

 

Un giudice della Corte suprema americana, Louis Brandeis, scrisse nella sua opinione di dissenso in Olmstead v. U.S. (1928): "Nell'applicazione della Costituzione non dobbiamo limitarci a contemplare quello che è stato, ma dobbiamo anche guardare a ciò che potrebbe essere. Il progresso della scienza e quindi dei mezzi di spionaggio disponibili al governo non si fermerà alle intercettazioni telefoniche. [Olmstead era stato un caso di intercettazione telefonica]. Un giorno forse verrà sviluppato un mezzo che permetterà al governo di riprodurre in tribunale carte senza asportarle dal cassetto segreto in cui si trovano, e di esporre così alla giuria i fatti più intimi di una privata abitazione... È proprio vero che la Costituzione non garantisce la protezione contro una simile invasione della sicurezza di una persona?"

Brandeis non poteva anticipare l'avvento del computer e di Internet, ma la sua profezia si è avverata. L'agenzia di stampa Reuters rese noto, il 12 dicembre 2001 che la FBI aveva chiesto agli ISP di installare nelle loro reti dispositivi tecnologici capaci di leggere segretamente le e-mail di persone indagate.
Lo USA PATRIOT Act (emanato in ottobre 2001) ha radicalmente ampliato l'ambito di sorveglianza elettronica da parte del governo. L'art. 216 permette alla FBI di catturare la più ampia possibile informazione da Internet, esaminare gli indirizzi Internet senza obbligo di mantenere riservate tali informazioni, senza necessità di dimostrare giustificato motivo (probable cause), e con poteri di verifica da parte della magistratura significativamente ridotti.

Il Patriot Act espande il potenziale di sorveglianza, per esempio con il sistema Carnivore (ora DCS 1000), autorizzando l'istallazione delle relative macchine presso gli ISP al fine di controllare le e-mail di chi è stato identificato come "sospetto", di scaricare file e pagine web dal computer, e ricostruire le e-mail che il "sospetto" aveva cancellate.
Recentemente (2003) è stata rivelata l'esistenza di un nuovo progetto di legge segretamente preparato dal Ministero della giustizia americano, il Domestic Security Enhancement Act of 2003, DSEA (subito battezzato "PATRIOT Act II") che, fra l'altro, permetterebbe l'arresto segreto, la raccolta e conservazione di specimen di DNA di chi è sospettato di associazione con gruppi terroristici, e la perdita della cittadinanza di chi dà aiuto a tali gruppi. Cosa è considerato aiuto? Fra i possibili scenari, citati esemplificativamente, l'elargizione di un contributo a un orfanotrofio gestito da uno dei tre gruppi separatisti ceceni, o la fornitura di farmaci a un gruppo di medici organizzato dal movimento islamico del Turkestan orientale.

Agenti FBI, muniti di ordine di perquisizione ottenuto inaudita altera parte, possono entrare in una casa privata o un ufficio in assenza degli occupanti, forti della "sneak and peek provision" del Patriot Act, inserire nel computer dell'indagato la "Lanterna magica", lo "sniffer keystroke logger" per registrare ogni pressione di tasto, spiare lo hard drive, appropriarsi di file, e "salvare" tutto in modo che, quando ritorneranno, sempre di nascosto e in segreto, il materiale potrà essere scaricato e asportato, insieme con qualsiasi altro documento, ritenuto utile, trovato in loco. Anche messaggi e-mail non inviati, scritti e fotografie personali, attività ludiche verranno catturati. Dopo qualche tempo - entro 90 giorni secondo l'interpretazione del Ministero della giustizia americano, che però possono essere prolungati, anche indefinitamente - gli indagati dovranno essere informati.

Queste violazioni di domicilio, rese legittime - scavalcando la costituzione - dal Patriot Act, non sono limitate a indagini relative a sospetti terroristi, ma hanno applicabilità generale. Occorre essere molto esperti di tecnica di computer per scoprire la presenza della Lanterna magica negli interstizi del proprio computer. Gli agenti possono ritornare più volte alla casa dell'indagato e ripetere l'operazione, se alla prima tornata non hanno raccolto quanto pensavano di trovare. Come aveva predetto il giudice Brandeis, verrà il giorno in cui gli agenti non dovranno più recarsi alla casa dell'indagato. La tecnologia fornirà i mezzi per distruggere quel poco che è rimasto della privacy dei cittadini. Già ora, come si legge nell'agenzia Reuters, la FBI può impiantare un "trojan horse" registratore di tasti in un PC inviando virus via Internet.

Non solo i "libertari" a oltranza, anche i normali cittadini hanno ragione di temere che il Patriot Act possa essere usato contro innocenti utenti di Internet. Il futuro si prospetta incerto e minaccioso, con in agguato sistemi i quali, usando tecnologie di identificazione e archiviazione di informazione computerizzata avanzate, permetteranno di raccogliere tutta l'informazione su ogni cittadino, dalle riviste alle quali è abbonato, alle medicine che prende, ai siti web che visita, alle e-mail che invia e riceve, ai depositi bancari che fa, ai viaggi che intraprende, alle rappresentazioni teatrali che vede. Il tutto completato da una pervasiva ricognizione fotografica di ogni movimento. Le proposte di legge già ci sono.

In occasione del suo discorso di commiato, il rappresentante di maggioranza della Camera dei deputati americana, Dick Armey, osservò che nella lotta per conservare i diritti della libertà contro il terrorismo occorre rimanere in guardia contro la "terribilmente pericolosa seduzione di sacrificare le nostre libertà alla sicurezza... Noi, il popolo, dobbiamo tenere un occhio vigile sul nostro governo, non per disprezzo, difetto di apprezzamento o mancanza di rispetto, ma per un 'senso di custodia'". Il giudice Posner scrisse, dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, che in occasione della prevedibile restrizione delle libertà che ne sarebbe seguita si sarebbero dovuti prudentemente bilanciare i costi e i benefici, un compito che, in passato, governo, legislatori e anche giudici hanno dimostrato di non sapere assolvere in tempo di crisi. Nell'esercizio discrezionale del potere il governo sarà scorretto, superficiale, e si farà guidare da pregiudizi.

"Freedom Flees in Terror From Sept. 11 Disaster" aveva scritto Paul McMaster in un messaggio ai media il 19 settembre 2001.
Nella campagna contro la libertà in Internet spicca, negli Stati Uniti, la figura del ministro della giustizia ("The Justice Department...is the biggest threat to personal liberty in the country" aveva detto Armey.). Eppure, quando era senatore, in un discorso tenuto nel 1997 dinanzi a una sotto-commissione del Senato, il ministro Ashcroft aveva detto: "Le protezioni del IV Emendamento sono chiare. Il diritto di essere protetti da ispezioni illegittime è un valore indivisibile dell'America. Duecento anni di precedenti giurisdizionali fanno da guardia a questo diritto fondamentale. L'interesse dello Stato di combattere la criminalità non dovrebbe mai violare i diritti costituzionali dei cittadini". Il significativo titolo di questo intervento di Ashcroft era: "Keep Big Brother's Hands Off the Internet" ("lo Stato stia alla larga da Internet").

L'editoriale del New York Times dell'8 agosto 2002 scrisse: "Il governo sembra credere, su nessuna base legale, che se esso, nella lotta al terrorismo, denuncia cittadini come 'guerriglieri', li può mettere in prigione per tempo indeterminato, senza diritto a difesa. Questa sfida al potere separato della magistratura ripudia due secoli di diritto costituzionale e mina proprio quelle libertà che si asserisce di voler difendere negli sforzi contro il terrorismo".
Quis custodiet custodes? è l'angosciosa domanda.
 

* Avvocato - New York, Montreal

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