Un giudice della Corte suprema americana, Louis Brandeis,
scrisse nella sua opinione di dissenso in Olmstead v. U.S. (1928): "Nell'applicazione
della Costituzione non dobbiamo limitarci a contemplare quello che è stato, ma
dobbiamo anche guardare a ciò che potrebbe essere. Il progresso della scienza e
quindi dei mezzi di spionaggio disponibili al governo non si fermerà alle
intercettazioni telefoniche. [Olmstead era stato un caso di
intercettazione telefonica]. Un giorno forse verrà sviluppato un mezzo che
permetterà al governo di riprodurre in tribunale carte senza asportarle dal
cassetto segreto in cui si trovano, e di esporre così alla giuria i fatti più
intimi di una privata abitazione... È proprio vero che la Costituzione non
garantisce la protezione contro una simile invasione della sicurezza di una
persona?"
Brandeis non poteva anticipare l'avvento del computer e di
Internet, ma la sua profezia si è avverata. L'agenzia di stampa Reuters rese
noto, il 12 dicembre 2001 che la FBI aveva chiesto agli ISP di installare nelle
loro reti dispositivi tecnologici capaci di leggere segretamente le e-mail di
persone indagate.
Lo USA PATRIOT Act (emanato in ottobre 2001) ha radicalmente ampliato l'ambito
di sorveglianza elettronica da parte del governo. L'art. 216 permette alla FBI
di catturare la più ampia possibile informazione da Internet, esaminare gli
indirizzi Internet senza obbligo di mantenere riservate tali informazioni, senza
necessità di dimostrare giustificato motivo (probable cause), e con
poteri di verifica da parte della magistratura significativamente ridotti.
Il Patriot Act espande il potenziale di sorveglianza, per
esempio con il sistema Carnivore (ora DCS 1000), autorizzando l'istallazione
delle relative macchine presso gli ISP al fine di controllare le e-mail di chi
è stato identificato come "sospetto", di scaricare file e pagine web
dal computer, e ricostruire le e-mail che il "sospetto" aveva cancellate.
Recentemente (2003) è stata rivelata l'esistenza di un nuovo progetto di
legge segretamente preparato dal Ministero della giustizia americano, il Domestic
Security Enhancement Act of 2003, DSEA (subito battezzato "PATRIOT Act II")
che, fra l'altro, permetterebbe l'arresto segreto, la raccolta e
conservazione di specimen di DNA di chi è sospettato di associazione con
gruppi terroristici, e la perdita della cittadinanza di chi dà aiuto a tali
gruppi. Cosa è considerato aiuto? Fra i possibili scenari, citati
esemplificativamente, l'elargizione di un contributo a un orfanotrofio gestito
da uno dei tre gruppi separatisti ceceni, o la fornitura di farmaci a un gruppo
di medici organizzato dal movimento islamico del Turkestan orientale.
Agenti FBI, muniti di ordine di perquisizione ottenuto inaudita
altera parte, possono entrare in una casa privata o un ufficio in assenza
degli occupanti, forti della "sneak and peek provision" del Patriot
Act, inserire nel computer dell'indagato la "Lanterna magica", lo "sniffer
keystroke logger" per registrare ogni pressione di tasto, spiare lo hard
drive, appropriarsi di file, e "salvare" tutto in modo che, quando
ritorneranno, sempre di nascosto e in segreto, il materiale potrà essere
scaricato e asportato, insieme con qualsiasi altro documento, ritenuto utile,
trovato in loco. Anche messaggi e-mail non inviati, scritti e fotografie
personali, attività ludiche verranno catturati. Dopo qualche tempo - entro 90
giorni secondo l'interpretazione del Ministero della giustizia americano, che
però possono essere prolungati, anche indefinitamente - gli indagati dovranno
essere informati.
Queste violazioni di domicilio, rese legittime -
scavalcando la costituzione - dal Patriot Act, non sono limitate a indagini
relative a sospetti terroristi, ma hanno applicabilità generale. Occorre essere
molto esperti di tecnica di computer per scoprire la presenza della Lanterna magica
negli interstizi del proprio computer. Gli agenti possono ritornare più volte
alla casa dell'indagato e ripetere l'operazione, se alla prima tornata non
hanno raccolto quanto pensavano di trovare. Come aveva predetto il giudice
Brandeis, verrà il giorno in cui gli agenti non dovranno più recarsi alla casa
dell'indagato. La tecnologia fornirà i mezzi per distruggere quel poco che è
rimasto della privacy dei cittadini. Già ora, come si legge nell'agenzia
Reuters, la FBI può impiantare un "trojan horse" registratore di
tasti in un PC inviando virus via Internet.
Non solo i "libertari" a oltranza, anche i normali
cittadini hanno ragione di temere che il Patriot Act possa essere usato contro
innocenti utenti di Internet. Il futuro si prospetta incerto e minaccioso, con
in agguato sistemi i quali, usando tecnologie di identificazione e archiviazione
di informazione computerizzata avanzate, permetteranno di raccogliere tutta l'informazione
su ogni cittadino, dalle riviste alle quali è abbonato, alle medicine che
prende, ai siti web che visita, alle e-mail che invia e riceve, ai
depositi bancari che fa, ai viaggi che intraprende, alle rappresentazioni
teatrali che vede. Il tutto completato da una pervasiva ricognizione fotografica
di ogni movimento. Le proposte di legge già ci sono.
In occasione del suo discorso di commiato, il rappresentante
di maggioranza della Camera dei deputati americana, Dick Armey, osservò che
nella lotta per conservare i diritti della libertà contro il terrorismo occorre
rimanere in guardia contro la "terribilmente pericolosa seduzione di
sacrificare le nostre libertà alla sicurezza... Noi, il popolo, dobbiamo tenere
un occhio vigile sul nostro governo, non per disprezzo, difetto di apprezzamento
o mancanza di rispetto, ma per un 'senso di custodia'". Il giudice Posner
scrisse, dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, che in occasione della
prevedibile restrizione delle libertà che ne sarebbe seguita si sarebbero
dovuti prudentemente bilanciare i costi e i benefici, un compito che, in
passato, governo, legislatori e anche giudici hanno dimostrato di non sapere
assolvere in tempo di crisi. Nell'esercizio discrezionale del potere il
governo sarà scorretto, superficiale, e si farà guidare da pregiudizi.
"Freedom Flees in Terror From Sept. 11 Disaster"
aveva scritto Paul McMaster in un messaggio ai media il 19 settembre 2001.
Nella campagna contro la libertà in Internet spicca, negli Stati Uniti, la
figura del ministro della giustizia ("The Justice Department...is the
biggest threat to personal liberty in the country" aveva detto Armey.).
Eppure, quando era senatore, in un discorso tenuto nel 1997 dinanzi a una
sotto-commissione del Senato, il ministro Ashcroft aveva detto: "Le protezioni
del IV Emendamento sono chiare. Il diritto di essere protetti da ispezioni
illegittime è un valore indivisibile dell'America. Duecento anni di
precedenti giurisdizionali fanno da guardia a questo diritto fondamentale. L'interesse
dello Stato di combattere la criminalità non dovrebbe mai violare i diritti
costituzionali dei cittadini". Il significativo titolo di questo intervento di
Ashcroft era: "Keep Big Brother's Hands Off the Internet" ("lo
Stato stia alla larga da Internet").
L'editoriale del New York Times dell'8 agosto 2002 scrisse: "Il
governo sembra credere, su nessuna base legale, che se esso, nella lotta al
terrorismo, denuncia cittadini come 'guerriglieri', li può mettere in
prigione per tempo indeterminato, senza diritto a difesa. Questa sfida al potere
separato della magistratura ripudia due secoli di diritto costituzionale e mina
proprio quelle libertà che si asserisce di voler difendere negli sforzi contro
il terrorismo".
Quis custodiet custodes? è l'angosciosa domanda.
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