Genova, 21 Dicembre 2001
Spett.le
Interlex
Alla c.a. Dott. Manlio Cammarata
Oggetto: Vs. articolo "La confusione
è grande... seconda puntata"
Facciamo seguito all'articolo in oggetto pubblicato ieri su Interlex.
Innanzitutto prendiamo atto - con sorpresa e piacere - che InfoCamere ha
finalmente ammesso di distribuire gratuitamente il software di firma digitale
non solo ai rappresentanti legali delle imprese, ma anche agli
"sviluppatori di applicazioni", fatto da loro decisamente e
ripetutamente negato durante tutti gli incontri avuti con la nostra società,
anche alla presenza degli avvocati.
Ma la cosa che più ci ha sorpreso è aver constatato che, ancora oggi, dopo
diverse lettere, riunioni e una denuncia all'Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato, Infocamere mostra ancora di non aver ben compreso
quanto le viene contestato.
La distribuzione gratuita non è infatti l'oggetto principale della
denuncia.
CompEd ha infatti rilevato, con chiarezza, tutta una serie di comportamenti
lesivi della concorrenza, finalizzati ad escluderla dal mercato, di cui la
distribuzione gratuita del software di firma digitale, nonché delle smartcard e
dei certificati, non è che una singola manifestazione.
Tra i comportamenti di Infocamere, a nostro avviso illegittimi, ricordiamo:
(a) l'abuso dei rapporti di "parentela" con le Camere di Commercio,
(b) l'abuso della conseguente "aura di ufficialità", (c) l'intensa
attività di comunicazione non corretta, tesa a diffondere la percezione che,
per assolvere agli obblighi di legge (comunicazione telematica con i registri
tenuti dalle Camere di Commercio e gestiti da Infocamere stessa), sia necessario
utilizzare i prodotti e i servizi di Infocamere, (d) la frapposizione di
barriere tecnologiche per impedire ai prodotti di CompEd di interoperare con i
servizi delle Camere di Commercio e quindi di accedere al mercato rilevante, (e)
la stipula di accordi lesivi della concorrenza con gli ordini professionali, (f)
l'adozione di tecniche di "predatory pricing", di cui la gratuità
è una delle forme estreme e, più in generale, (g) l'abuso di posizione
dominante, dei propri diritti esclusivi e di quelli delle Camere di Commercio.
Ma Infocamere replica, con strana "ingenuità", che avremmo
contestato la loro scelta che ha "lo scopo di creare e ampliare il mercato
della firma digitale", focalizzando l'attenzione del lettore sull'aspetto
istintivamente attrattivo della gratuità, dirottandola da quanto da noi in
realtà rilevato.
Fa sorridere leggere che la distribuzione gratuita del software di firma di
Infocamere sia "indispensabile per favorire la diffusione e l'utilizzo
della firma digitale", mentre invece favorisce solo il loro tentativo di
creare un monopolio, distruggendo la concorrenza e il mercato, di certo non nell'interesse
dell'utenza, la quale in futuro non avrà, a meno di un rapido intervento dell'Antitrust,
alcuna possibilità di scelta.
CompEd non contesta in assoluto la possibilità di distribuire il software
gratuitamente, cosa che in alcuni casi può favorire il mercato e contribuire a
demolire una posizione di monopolio, CompEd contesta che ciò possa essere fatto
da Infocamere e dalle Camere di Commercio (la cui posizione di dominanza del
mercato, di fatto, è molto più forte di quella dell'insieme di tutti gli
altri certificatori), a danno delle imprese concorrenti.
Sempre a nostro avviso, Infocamere e le Camere di Commercio non stanno
creando il mercato, opportunità caso mai offerta dal legislatore, ma stanno
abusando di questa importante occasione, a loro unico ed esclusivo vantaggio.
E' noto che le politiche di vendita "a prezzi predatori" da parte
di chi è in posizione dominante sono universalmente considerate deprecabili, e
che contro di esse si sono chiaramente espresse l'Autorità Garante della
Concorrenza, la Commissione Europea e la Corte di Giustizia delle Comunità
Europee. Infatti tali politiche producono un apparente beneficio di breve
periodo e, causando l'uscita dal mercato di altri produttori, inevitabilmente
creano situazioni di monopolio (o di minore competitività) che arrecano un
danno irreparabile sia al sistema economico (minore sviluppo tecnologico) sia al
consumatore del prodotto (prodotto tecnologicamente inferiore a un prezzo
superiore).
Deciderà comunque l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che
oggi costituisce per tutte le piccole e medie imprese un faro nella nebbia della
sopraffazione.
Ing. Anna Rubin Pedrazzo
Ufficio Stampa CompEd Software Design