IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta la straordinaria necessita’ ed urgenza di provvedere alla proroga di
termini previsti da disposizioni legislative e di adottare misure in materia
tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie, al fine di consentire una
piu’ concreta e puntuale attuazione dei correlati adempimenti;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del
22 dicembre 2010;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro
dell’economia e delle finanze;
Emana
il seguente decreto-legge:
Art. 1
Proroghe non onerose di termini in scadenza
1. E’ fissato al 31 marzo 2011 il termine di scadenza dei termini e dei
regimi giuridici indicati nella tabella 1 allegata con scadenza in data
anteriore al 15 marzo 2011.
2. Con uno o piu’ decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, da
adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze, puo’ essere disposta l’ulteriore
proroga fino al 31 dicembre 2011 del termine del 31 marzo 2011 di cui al comma 1
ovvero la proroga fino al 31 dicembre 2011 degli ulteriori termini e regimi
giuridici indicati nella tabella 1 allegata.
Art. 2
Proroghe onerose di termini
1. Le disposizioni di cui all’articolo 2, commi da 4-novies a 4-undecies,
del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla
legge 22 maggio 2010, n. 73, relative al riparto della quota del cinque per
mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alla scelta del
contribuente, si applicano anche relativamente all’esercizio finanziario 2011
con riferimento alle dichiarazioni dei redditi 2010. Le disposizioni contenute
nel
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 aprile 2010,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 dell’8 giugno 2010, si applicano
anche all’esercizio finanziario 2011 e i termini ivi stabiliti relativamente
al predetto esercizio finanziario sono aggiornati per gli anni: da 2009 a 2010,
da 2010 a 2011 e da 2011 a 2012. Le risorse complessive destinate alla
liquidazione della quota del 5 per mille nell’anno 2011 sono quantificate
nell’importo di euro 400.000.000; a valere su tale importo, una quota pari a
100 milioni di euro e’ destinata ad interventi in tema di sclerosi amiotrofica
per ricerca e assistenza domiciliare dei malati ai sensi dell’articolo 1,
comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Alla determinazione delle risorse nell’ammontare indicato al precedente
periodo, concorrono le risorse di cui alle voci indicate nell’elenco 1
previsto all’articolo 1, comma 40, della legge 13 dicembre 2010, n. 220,
stanziate per le stesse finalita’. Al maggiore onere derivante dai precedenti
periodi, pari a 200 milioni di euro per l’anno 2011, si provvede ai sensi
dell’articolo 3.
2. Il termine del 20 dicembre 2010, previsto dal decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze in data 1° dicembre 2010, pubblicato nel
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 293 del 16 dicembre 2010,
relativo al versamento dei tributi, nonche’ dei contributi previdenziali ed
assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni e le malattie professionali, sospesi in relazione agli eccezionali
eventi alluvionali verificatisi nel Veneto, e’ differito alla data del 30
giugno 2011. Alle minori entrate derivanti dal periodo precedente, pari a 93
milioni di euro per l’anno 2010, si provvede ai sensi dell’articolo 3.
3. E’ sospesa la riscossione delle rate, in scadenza tra il mese di gennaio
2011 ed il mese di giugno 2011, previste dall’articolo 39, commi 3-bis, 3-ter
e 3-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.
122. La ripresa della riscossione delle rate non versate ai sensi del presente
comma e’ disciplinata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in
modo da non determinare effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica.
4. Le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 325, 327, 335, 338 e 339,
della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, sono prorogate
al 30 giugno 2011, nel limite di spesa di 45 milioni di euro per l’anno 2011.
Il limite di cui all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n.
244, non si applica ai crediti d’imposta concessi in base all’articolo 1,
commi 325, 327 e 335, della medesima legge. All’onere derivante dal presente
comma si provvede ai sensi dell’articolo 3.
5. Le disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 21 della legge 23 dicembre
1998, n. 448, in materia di deduzione forfetaria in favore degli esercenti
impianti di distribuzione di carburanti, sono prorogate per il periodo di
imposta 2011 nel limite di spesa di 24 milioni di euro per l’anno 2012 cui si
provvede ai sensi dell’articolo 3. Con decreto dirigenziale del Ministero
dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello sviluppo
economico, sentita l’Agenzia delle entrate, sono stabiliti i nuovi importi
della deduzione forfetaria in misura tale da rispettare il
predetto limite di spesa. I soggetti di cui al primo periodo nella
determinazione dell’acconto dovuto per il periodo di imposta 2012 assumono
quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata senza
tenere conto della deduzione forfetaria di cui al primo periodo.
6. Per garantire l’operativita’ degli sportelli unici per l’immigrazione
nei compiti di accoglienza e integrazione e degli
uffici immigrazione delle Questure nel completamento delle procedure di
emersione del lavoro irregolare, il Ministero dell’interno, in deroga alla
normativa vigente, e’ autorizzato a rinnovare per un anno i contratti di
lavoro di cui all’articolo 1, comma 1, dell’ordinanza del Presidente del
Consiglio 29 marzo 2007, n. 3576. Ai fini di cui al presente comma non si
applica quanto stabilito dall’articolo 5 del decreto legislativo 6 settembre
2001, n. 368, dall’articolo 1, comma 519, della legge 27 dicembre 2006, n. 296
e dall’articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. Agli
oneri derivanti dal presente comma, pari a 19,1 milioni di euro per l’anno
2011, siprovvede ai sensi dell’articolo 3.
7. Dopo il comma 196 dell’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191,
sono inseriti i seguenti:
«196-bis. Il termine per la conclusione delle operazioni di dismissione
immobiliare di cui al comma 196 e’ fissato al 31 dicembre 2011, fermo restando
quanto previsto dal comma 195, nonche’ dal comma 2 dell’articolo 314 del
decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, al fine di agevolare il raggiungimento
degli obiettivi di finanza pubblica. Nell’ambito di tale procedura e’
considerata urgente l’alienazione degli immobili militari oggetto di
valorizzazione di cui ai numeri 1, 2, 3 e 4 dell’articolo 3 del protocollo
d’intesa sottoscritto in data 4 giugno 2010 tra il Ministero della difesa e il
comune di Roma, assicurando in ogni caso la congruita’ del valore degli stessi
con le finalizzazioni ivi previste, ai sensi
dell’articolo 2, comma 191, della legge 23 dicembre 2009, n. 191. A tale fine
i predetti immobili sono alienati in tutto o in parte dall’Agenzia del demanio
con le procedure di cui all’articolo 1, comma 436, della legge 30 dicembre
2004, n. 311, e secondo criteri e valori di mercato. Non trovano applicazione
alle alienazioni di cui al presente comma le disposizioni contenute
nell’articolo 1, comma 437, della citata legge n. 311 del 2004. I proventi
derivanti dalla
vendita degli immobili sono destinati: a) ad essere versati, unitamente ai
proventi realizzati a qualsiasi titolo con riferimento all’intero territorio
nazionale con i fondi di cui al comma 2 dell’articolo 314 del decreto
legislativo 15 marzo 2010, n. 66, al bilancio dello Stato per essere riassegnati
alla contabilita’ speciale 1778 Agenzia delle entrate Fondi di Bilancio, fino
a concorrenza dell’importo utilizzato ai sensi del comma 196-ter, piu’ gli
interessi legali maturati; b) a reperire, per la quota eccedente gli importi di
cui al punto a), le risorse necessarie al Ministero della difesa per le
attivita’ di riallocazione delle funzioni svolte negli immobili alienati. Gli
eventuali maggiori proventi rivenienti
dalla vendita dei beni sono acquisiti all’entrata del bilancio dello Stato per
essere destinati al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.
Con provvedimenti predisposti dal Commissario di Governo del comune di Roma,
nominato ai sensi dell’articolo 4, comma 8-bis del decreto-legge 25 gennaio
2010, n. 2, convertito, con modificazioni,
dalla legge 26 marzo 2010, n. 42, che deve essere in possesso di comprovati
requisiti di elevata professionalita’ nella gestione economico-finanziaria,
acquisiti nel settore privato, necessari per gestire la fase operativa di
attuazione del piano di rientro, sono accertate le eventuali ulteriori partite
creditorie e debitorie rispetto al documento predisposto ai sensi
dell’articolo 14, comma 13-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, dal medesimo
Commissario, concernente l’accertamento del debito del comune di Roma
alla data del 30 luglio 2010, che e’ approvato con effetti a decorrere
dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
196-ter. Agli oneri derivanti dal comma 196 si provvede mediante corrispondente
versamento al bilancio dello Stato per 500 milioni per l’anno 2010 di una
quota delle risorse complessivamente disponibili relative a rimborsi e
compensazioni di crediti di imposta, esistenti presso la contabilita’ speciale
1778 “Agenzia delle entrate – Fondi
di Bilancio”, da riassegnare ad apposito programma dello stato di previsione
del Ministero dell’economia e delle finanze, per essere destinata
all’estinzione dell’anticipazione di tesoreria complessivamente concessa ai
sensi del medesimo comma 196.».
8. Il secondo periodo del comma 196 dell’articolo 2 della legge 23 dicembre
2009, n. 191, e’ sostituito dal seguente: «L’anticipazione e’ accreditata
sulla contabilita’ speciale aperta ai sensi dell’articolo 78, comma 4, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge
6 agosto 2008, n. 133, per 200 milioni di euro, entro il mese di gennaio 2010 e,
per la parte residua, entro il 31 dicembre 2010, da estinguere con oneri a
carico del bilancio dello Stato entro il 31 dicembre 2010.».
9. All’articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 13-bis e’ sostituito dal seguente: «13-bis. Per l’attuazione
del piano di rientro dall’indebitamento pregresso,
previsto dall’articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e
dall’articolo 4, comma 8-bis, del decreto-legge 25 gennaio 2010, n.
2, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 marzo 2010, n. 42, il
Commissario straordinario del Governo e’ autorizzato a stipulare il contratto
di servizio di cui all’articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri in data 5 dicembre 2008, sotto qualsiasi forma tecnica, per i
finanziamenti occorrenti per la relativa copertura di spesa. Si applica
l’articolo 4, commi 177 e 177-bis, della legge 24 dicembre 2003, n. 350. Il
Commissario straordinario, procede all’accertamento definitivo del debito e ne
da’ immediata comunicazione al Ministero dell’economia e delle
finanze congiuntamente alle modalita’ di attuazione del piano di rientro di
cui al primo periodo del presente comma. Fermi restando la titolarita’ del
debito in capo all’emittente e l’ammortamento dello stesso a carico della
gestione commissariale, il Commissario straordinario del Governo e’ altresi’
autorizzato, anche in deroga alla normativa vigente in materia di operazioni di
ammortamento del debito degli enti territoriali con rimborso unico a scadenza, a
rinegoziare i prestiti della specie anche al fine dell’eventuale eliminazione
del vincolo di accantonamento, recuperando, ove possibile, gli accantonamenti
gia’ effettuati.»;
b) dopo il comma 13-bis e’ inserito il seguente: «13-ter. Si applicano
le disposizioni di cui all’articolo 253
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Le spese di funzionamento della
gestione commissariale, ivi inclusi il compenso per il Commissario straordinario
, sono a carico del fondo di cui all’articolo 14, comma 14, del decreto-legge
31 maggio 2010 n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010,
n. 122. Le predette spese di funzionamento, su base annua, non possono superare
i 2,5 milioni di euro. Con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, e’ stabilito, in misura non superiore all’80 per cento del
trattamento economico spettante a figure analoghe
dell’amministrazione di Roma Capitale, il compenso annuo per il Commissario
straordinario. Le risorse destinabili per nuove assunzioni del comune di Roma
sono ridotte in misura pari all’importo del trattamento retributivo
corrisposto al Commissario straordinario di Governo. La gestione commissariale
ha comunque termine, allorche’ risultano esaurite le attivita’ di carattere
gestionale di natura straordinaria e residui un’attivita’ meramente
esecutiva e
adempimentale alla quale provvedono gli uffici di Roma Capitale.»;
c) al comma 14-quater, il quarto periodo e’ sostituito dal seguente: «Le
entrate derivanti dalle addizionali di cui ai periodi precedenti, ovvero dalle
misure compensative di riduzione delle stesse eventualmente previste, sono
versate all’entrata del bilancio del comune di Roma. Il comune di Roma, entro
il 31 dicembre dell’anno di riferimento, provvede a versare all’entrata del
bilancio dello Stato la somma di 200 milioni di euro annui. A tale fine, lo
stesso
Comune rilascia apposita delegazione di pagamento, di cui all’articolo 206 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.»;
d) al comma 15, il primo periodo e’ soppresso;
e) al comma 17, le parole «L’accesso al fondo di cui al comma 14 e’
consentito a condizione della verifica positiva da parte del Ministero
dell’economia e delle finanze» sono sostituite dalle seguenti: «Il
Commissario straordinario del Governo puo’ estinguere i debiti della
gestione commissariale verso Roma Capitale, diversi dalle anticipazioni di cassa
ricevute, a condizione della verifica positiva da parte del Ministero
dell’interno di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze»;
l’ultimo periodo, in fine, e’ soppresso.
10. All’articolo 307, comma 10, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66,
la lettera d) e’ cosi’ sostituita:
«d) i proventi monetari derivanti dalle procedure di cui alla lettera a), sono
destinati, previa verifica da parte del Ministero dell’economia e delle
finanze della compatibilita’ finanziaria con gli equilibri di finanza
pubblica, con particolare riferimento al rispetto del conseguimento, da parte
dell’Italia, dell’indebitamento
netto strutturale concordato in sede di programma di stabilita’ e crescita:
fino al 42,5 per cento, al Ministero della difesa, mediante riassegnazione in
deroga ai limiti previsti per le riassegnazioni agli stati di previsione dei
Ministeri, previo versamento all’entrata del bilancio dello Stato, per
confluire, nei fondi di cui all’articolo 619, per le spese di riallocazione di
funzioni, ivi incluse quelle relative agli eventuali trasferimenti di personale,
e per la razionalizzazione del settore infrastrutturale della difesa, nonche’,
fino alla misura del 10 per cento, nel fondo casa di cui all’articolo 1836 del
decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66. Alla ripartizione dei citati fondi si
provvede con decreti del Ministro della difesa, da comunicare, anche con mezzi
di evidenza informatica, al Ministero dell’economia e delle finanze;
in misura non inferiore al 42,5 per cento, all’entrata del bilancio dello
Stato per la successiva riassegnazione al fondo di
ammortamento dei titoli di Stato;
in un range tra il 5 ed il 15 per cento proporzionata alla complessita’ ed ai
tempi di valorizzazione, agli enti locali
interessati, secondo la ripartizione stabilita con decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con
il Ministro dell’economia e delle finanze. Ove non sia assegnata la
percentuale massima, la differenza viene distribuita in parti uguali alle
percentuali di cui ai primi due punti;».
11. All’articolo 314 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 4 e’ sostituito dal seguente: «4. Il Ministero della difesa
individua, attraverso procedura competitiva, la societa’ di gestione del
risparmio (SGR) per il funzionamento dei fondi e le cessioni delle relative
quote, fermo restando che gli immobili conferiti che sono ancora in uso al
Ministero della difesa possono continuare a essere da esso utilizzati a titolo
gratuito fino alla riallocazione delle funzioni, da realizzare sulla base del
crono-programma stabilito con il decreto di conferimento degli immobili al
fondo.». Nel caso in cui le procedure di cui al presente comma non siano
avviate entro 12 mesi, dall’entrata in vigore del presente decreto-legge, si
procede secondo quanto previsto dal
combinato disposto degli articoli 3 e 4 del decreto-legge 25 settembre 2001, n.
351, convertito, con modificazione, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410;
b) il comma 6 e’ sostituito dal seguente: «6. Le quote dei fondi o le risorse
derivanti dalla cessione i proventi monetari derivanti dalla cessione delle
quote dei fondi, ovvero dal trasferimento degli immobili ai fondi, sono
destinate secondo le percentuali e le modalita’ previste dall’articolo 307,
comma 10, lettera d). A tale fine possono essere destinate alle finalita’ del
fondo casa di cui all’articolo 1836 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n.
66, fino al 5 per cento delle risorse di pertinenza del Ministero delle difesa.».
12. Nel caso in cui le procedure di cui all’articolo 314, comma 4, del decreto
legislativo 15 marzo 2010, n. 66, come modificato ai sensi del comma 11 del
presente articolo, non siano avviate entro 12 mesi, dall’entrata in vigore del
presente decreto si procede secondo quanto previsto dal combinato disposto degli
articoli 3 e 4 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con
modificazione, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410.
13. Al fine di fronteggiare la crisi finanziaria e in attuazione degli impegni
internazionali assunti in occasione del Vertice G20 di Londra 2009, del
Consiglio europeo di giugno 2009 e del Vertice G20 di Seul di novembre 2010, le
disposizioni urgenti per la partecipazione dell’Italia agli interventi del
Fondo monetario internazionale per fronteggiare gravi crisi finanziarie dei
Paesi aderenti di cui al decreto-legge 25 gennaio 1999, n. 7, convertito
con modificazioni dalla legge 25 marzo 1999, n. 74, sono prorogate e si provvede
all’estensione della linea di credito gia’ esistente.
Conseguentemente:
a) la Banca d’Italia e’ autorizzata a svolgere le trattative con il Fondo
monetario internazionale (FMI), per la conclusione di un accordo di prestito con
lo stesso FMI di cui all’allegato 1 del presente decreto, per un ammontare
pari a 8,11 miliardi di euro. Tale accordo, diventa esecutivo a decorrere dalla
data di entrata in vigore del presente decreto;
b) la Banca d’Italia e’ altresi’ autorizzata, qualora si richiedano
risorse finanziarie aggiuntive rispetto all’ammontare di
cui alla alinea, a contribuire nel limite massimo complessivo di 13,53 miliardi
di euro;
c) una volta completata la riforma del New Arrangements to Borrow (NAB) e’
autorizzata la confluenza dei suddetti prestiti nello strumento di prestito NAB
in aggiunta alla linea di credito gia’ esistente pari a 1,753 miliardi di
diritti speciali di prelievo (DSP);
d) i rapporti derivanti dai predetti prestiti saranno regolati mediante
convenzione tra il Ministero dell’economia e delle finanze e la Banca
d’Italia.
14. E’ altresi’ prorogata l’autorizzazione alla Banca d’Italia per la
concessione di prestiti garantiti dallo Stato a favore dei Paesi piu’ poveri
di cui alla legge 18 giugno 2003, n. 146. A tal fine la Banca d’Italia e’
autorizzata a concedere un prestito pari a 800 milioni di diritti speciali di
prelievo (DSP) da erogare a tassi di mercato tramite l’Extended credit
facility del Poverty reduction and growth trust, secondo le modalita’
concordate tra il Fondo monetario
internazionale, il Ministero dell’economia e delle finanze e la Banca
d’Italia. Il Ministero dell’economia e delle finanze e’ autorizzato a
concedere un sussidio tramite l’Extended credit facility del Poverty reduction
and growth trust, per un ammontare pari a 22,1 milioni di diritti speciali di
prelievo (DSP). Per il sussidio saranno utilizzate le risorse gia’ a
disposizione presso il Fondo monetario internazionale.
15. Sui prestiti di cui ai commi 13 e 14 e’ accordata la garanzia dello Stato
per il rimborso del capitale, per gli interessi maturati e per la copertura di
eventuali rischi di cambio.
16. Agli eventuali oneri derivanti dall’attivazione della garanzia dello Stato
per ogni possibile rischio connesso al rimborso del capitale e degli interessi
maturati, nonche’ al tasso di cambio, si provvede ai sensi dell’articolo 31
della legge 31 dicembre 2009, n. 196, con imputazione nell’ambito
dell’unita’ previsionale di base 8.1.7. dello stato di previsione del
Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2010 e corrispondenti per
gli anni successivi.
17. Per gli eventuali pagamenti derivanti dall’operativita’ della garanzia
di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2010, n. 122, e’ possibile provvedere mediante anticipazioni di tesoreria, la
cui regolarizzazione, con l’emissione di ordini di pagamento sul pertinente
capitolo di spesa, e’ effettuata entro il termine di novanta giorni dal
pagamento, in coerenza con la procedura speciale di cui all’articolo 2, comma
3, del decreto-legge 10 maggio
2010, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 giugno 2010, n. 99.
18. Per l’anno 2011 il termine di approvazione dei bilanci e delle convenzioni
delle Agenzie fiscali e’ differito al 30 giugno dello stesso anno e sono
corrispondentemente differiti tutti i termini per l’adozione dei relativi atti
presupposti.
19. All’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con
modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 1, le parole: «fino al 31 dicembre 2010, chiunque» sono sostituite
dalle seguenti: «fino al 31 dicembre 2011, chiunque, quale attivita’
principale,»;
b) i commi 4 e 5 sono abrogati.
Art. 3
Copertura finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall’articolo 2, commi da 1 a 6, pari a 93 milioni
di euro per l’anno 2010, 264,1 milioni di euro per l’anno 2011 e 24 milioni
per l’anno 2012, si provvede rispettivamente:
a) quanto a 93 milioni per l’anno 2010 mediante corrispondente versamento al
bilancio dello Stato per 93 milioni per l’anno 2010, di una quota delle
risorse complessivamente disponibili relative a rimborsi e compensazioni di
crediti di imposta, esistenti presso la contabilita’ speciale 1778 «Agenzia
delle entrate – Fondi di Bilancio»;
b) quanto a euro 50 milioni per l’anno 2011, mediante riduzione
dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 58, della legge 13
dicembre 2010, n. 220;
c) quanto a euro 73 milioni per l’anno 2011 mediante versamento, entro il 30
gennaio 2011, all’entrata del bilancio dello Stato di quota parte delle
disponibilita’ dei conti di tesoreria accesi per gli interventi del Fondo per
la finanza d’impresa ai sensi del comma 847 dell’articolo 2 della citata
legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni; il versamento e’
effettuato a valere sulle risorse destinate alle imprese innovative ai sensi
dell’articolo 106 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive
modificazioni, gestita da Mediocredito centrale sul conto di tesoreria n. 23514;
d) quanto ad euro 50 milioni per l’anno 2011 e a 24 milioni di euro per
l’anno 2012, mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui
all’articolo 14, comma 14-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
e) quanto a euro 83 milioni per l’anno 2011, mediante utilizzo delle somme
versate entro il 30 novembre 2010 all’entrata del bilancio dello Stato ai
sensi delle disposizioni indicate nell’Allegato 2 al presente decreto, che,
alla data di entrata in vigore del presente decreto, non sono state riassegnate
ai pertinenti programmi, e che sono riassegnate ad apposito fondo per essere
destinate alle finalita’ di cui all’articolo 2, comma 1. Le predette somme,
iscritte in bilancio per l’esercizio finanziario 2010, non impegnate al 31
dicembre 2010, sono mantenute in bilancio nel conto residui, per essere
utilizzate nell’esercizio finanziario 2011;
f) quanto a 8,1 milioni di euro per l’anno 2011, mediante riduzione
dell’autorizzazione di spesa recata dall’articolo 3, comma 151, della legge
24 dicembre 2003, n. 350.
2. Alla compensazione degli effetti finanziari in termini di fabbisogno e
indebitamento netto, si provvede:
a) quanto a 93 milioni di euro per l’anno 2010, mediante accantonamento delle
disponibilita’ di competenza relative alla categoria di spesa dei consumi
intermedi in maniera lineare per ciascun Ministero. Le risorse medesime, rese
indisponibili, costituiscono economia di bilancio al termine dell’esercizio.
Per effettive, motivate e documentate esigenze, su proposta delle
Amministrazioni interessate, con decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze possono essere disposte variazioni degli accantonamenti di cui al
secondo periodo, con invarianza degli effetti
sull’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, anche interessando
diverse categorie di spesa, restando precluso l’utilizzo degli stanziamenti di
conto capitale per finanziare spese correnti;
b) mediante corrispondente utilizzo, per euro 107 milioni per l’anno 2011 in
termini di sola cassa, del fondo di cui all’articolo 6, comma 2, del
decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge
4 dicembre 2008, n. 189.
3. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare,
con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 4
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’
presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto
obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 29 dicembre 2010
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri
Tremonti, Ministro dell’economia e
delle finanze
Visto, il Guardasigilli: Alfano
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